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Autore: Terminal Dogma    23/02/2004    1 recensioni
Salve a tutti ^^, mi chiamo Alessandro e sono al mio debutto nel mondo delle FanFiction. Ho deciso di pubblicare questa Fic su NGE, anime che adoro, per cercare si supplire alla brevità di questo splendido Anime. La storia si propone di riprendere lo svolgersi degli eventi a partire dall'episodio 24, da qui in poi... Spero possiate trovarla di vostro gradimento. Ah, e commentate numerosi!! ~_o
Genere: Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NEON GENESIS

NEON GENESIS
EVANGELION

M         u         s         t                  G         o                  O         n

 

 

 

 

Episode 26

 

-La bestia che gridò oDiO nel cuore del mondo-

 

La luce cercava di filtrare sempre più prepotentemente. Misato non voleva saperne di aprire gli occhi per guardarla. Incrociandole all’altezza dei polsi, la donna si portò le braccia davanti agli occhi, cercando protezione. Non poteva tollerare che tutta quella luce tentasse di stuprarle gli occhi, non voleva…

…Stava così bene, dopo tanto tempo. Voleva dormire ancora un po’.

Poi improvvisamente ricordò ciò che era successo la notte prima, e si alzò di soprassalto dal pavimento, gettandosi la coperta alle spalle.

Gli occhi gli si chiusero a fessura, e Misato usò le mani per stropicciarli. Lentamente, si abituò alla luce che filtrava con insolita forza nella stanza. Effettivamente, il Maggiore non ricordava assolutamente l’ultima volta che quel posto potesse dirsi illuminato, ma la sua mente correva agli avvenimenti della notte prima…

“… Oh, Shinji-kun… Cosa ti è preso, ieri?”

Mentre pensava questo, la donna sorrideva di cuore come non gli capitava da tanto tempo. Solo adesso capiva cosa avessero passato lei e il ragazzo, in quegli ultimi giorni. Era talmente fiera di Shinji che il suo primo pensiero fu quello di chiamarlo subito a sé.

Che ore sono?”

Misato scrutò un momento l’orologio da polso digitale che teneva posato sulla scrivania, scoprendo così che coccolata da Shinji poteva arrivare a dormire fino alle 11.38 del mattino. Non che fosse la prima volta che le capitasse di dormire fino a tardi, ma anche in quel caso Misato dovette riconoscere di non ricordare quando le successe l’ultima volta. Se Shinji era in casa, comunque, sarebbe stato certamente sveglio.

“Shinji-kun, io mi sono…”

Non ebbe modo di finire la frase, perché ebbe un sussulto quando il suo sguardo passò istintivamente dal contemplare l’orologio a cercare la segreteria poggiata sul pavimento. Solo che non c’era.

L’idea che il ragazzo potesse avergliela presa, la riempì di furia. Aveva cercato di aiutarla e questo gli faceva onore, specie conoscendo le debolezze che celava malamente nel rapportarsi alle altre persone. Ma se quel gesto voleva essere un altro aiuto, allora non si era reso conto di essersi spinto troppo oltre.

La donna cercò con lo sguardo nel resto della stanza, e finalmente si calmò vedendo la piccola spia rossa della segreteria, poggiata nel vano di un mobile vicino alla scrivania, riflettersi debolmente conto il vetro di una cornice posta subito dietro la piccola macchina. I pensieri della donna si fecero di nuovo più cupi.

Lentamente, si mosse verso il mobile, e allungò la mano prendendo la cornice responsabile del riflesso. La foto che celava era di lei, Kaji e Ritsuko ai tempi dell’università. La foto era molto vecchia, logora, ma la donna le era molto affezionata. Mormorò qualcosa come:

“Devo andare fino in fondo. Kaji, amore, almeno questo te lo devo.

Una lacrima cadde veloce sul cristallo della cornice. E poi un’altra. E una terza. Misato abbassò allora la mano, e usò l’orlo inferiore della sua canottiera come uno straccetto per asciugare le lacrime cadute sulla foto. Poi la rimise dove stava, e rimase in silenzio qualche momento, per il tempo necessario a farle smettere di versare lacrime.

Se Shinji era in casa, e aveva sentito il mozzo di frase che la donna gli aveva diretto, lui avrebbe già dichiarato la sua presenza. Dunque la donna dedusse che doveva già essere già in viaggio per il GeoFront, se già non vi era arrivato.

Si disse:“Adesso vengo da te, Shinji-kun. Però prima sarà meglio che mi faccia una doccia. Puzzo come un vecchio barbone!”, ricordando di aver detto, una volta, che un bel bagno lava via i dispiaceri

Misato trasse velocemente della biancheria pulita da un cassetto, gli abiti che era solita indossare poggiati su una sedia, e si diresse fuori dalla stanza, verso la fonte della luce. Uscendo, notò che le lattine vuote accanto alla porta erano scomparse. Accennò nuovamente ad un sorriso, per poi richiudersi la porta alle spalle. 

 

*   *   *   *

 

Dopo aver silenziosamente abbandonato l’appartamento, Shinji era giunto lievemente in ritardo alla Nerv. Si era fermato a guardare il lago artificiale al posto della vecchia città, che ora, complici le rumorosissime idrovore, si era notevolmente ridotto di volume.

“ Se ci andassi dentro con l’Eva, l’acqua gli arriverebbe sotto i ginocchi, penso.

Diversamente da quel che capitava negli ultimi tempi, il ragazzo aveva fatto colazione a casa. Preferiva consumare i suoi pasti alla Nerv: nella mensa, c’era sempre qualcuno, in lontananza. Sebbene non potesse definirla una compagnia, a Shinji almeno dava l’impressione di non essere completamente solo. Dopo l’altra sera, però, il ragazzo era ben disposto a restare a casa, e avrebbe voluto parlare con la donna, la mattina. Purtroppo però i suoi test di sincronia iniziavano molto presto, e visto che Misato non accennava a svegliarsi, decise di rinunciare a quella discussione, almeno per il momento. 

Adesso si trovava negli spogliatoi, che ormai usava solo lui. Con fredda meccanicità, si era infilato il suo Plug Suit, e premendo il bottone dell’indumento posto sopra il polso, completò la vestizione. Si ricordò la sensazione che gli diede la prima volta che lo mise. Così innaturale, quella seconda pelle gli dava solo un gran tormento. Tuttavia si era abituato presto, non poteva rischiare un calo degli impulsi per un semplice fastidio fisico, e ormai non lo sentiva nemmeno più.

Sospirando, Shinji si recò nel luogo dove era solito testare la sincronia. Lungo la strada, però, s’imbatté nell’ufficiale Ibuki. A quanto pare, la giovane donna cercava proprio lui.

“Ehi, Shinji-kun! Devo parlarti”.

Incuriosito dalla sua comparsa, il ragazzo si avvicinò con un sorriso gentile sul volto.

“Buon giorno, signorina Maya. Cosa mi deve dire?”

“Sì, ecco… I tuoi test di sincronia sono saltati.

Aggrottò la fronte.

“Saltati?”

“Sì. Il Comandante Ikari vuole che tu oggi abbia un test di attivazione. Ho provato a spiegargli che i tuoi livelli non facevano presagire una possibile inattività dell’Eva, ma…”

E poi, strizzandogli uno dei suoi occhi scuri “… Sai com’è fatto. Non ha voluto sentire ragioni.”

Shinji annui con un cenno del capo, che poi abbassò di lato. Il pensiero di suo padre gli metteva sempre addosso una sensazione sgradevole.

Di insofferenza, credeva.

Lo guardò un poco perplessa, poi accennando un sorriso Maya si flesse sulle ginocchia, in modo da poter guardare Shinji dritto negli occhi, e posò una mano sulla spalla del pilota, che a quel punto ricambiò un po’ turbato lo sguardo.

“Non preoccuparti, faremo presto… Ti resterà un po’ di tempo per andarla a trovare.

“Ah, s-si, va bene…”

Quella ragazza si era sempre dimostrata molto dolce e disponibile con tutti. Certamente aveva tutta la stima di Shinji, che però non riusciva a spiegarsi come una così potesse lavorare in un posto del genere…

 

*   *   *   *

 

“Iniziare l’esperimento d’attivazione dell’unità Evangelion01. Procedere alla connessione con il pilota.

 “Curve armoniche e impulsi regolari. Nessuna anomalia riscontrata.

Si sentiva un poco a disagio. L’ultima volta che era stato a bordo dello 01 era stato in occasione della battaglia con Kaworu… Appena arrivato alla camera dei test, osservando l’umanoide nella sua corazza protettiva, Shinji non poté che osservarne la mano che aveva ucciso l’ultimo angelo.

“Qualcuno deve averla lavata. Ovvio…”

Le candide pareti di quella grande gabbia facevano risaltare ancora di più quel particolare, e il primo timore di Shinji fu quello che, forse, non sarebbe riuscito a mantenere la connessione stabile.

“No, maledizione, no devo pensare certe cose. Resta calmo, Shinji…”

Quando giunse nella stanza adibita al test, inoltre, vide nuovamente i grandi occhi luminosi dell’Evangelion che lo scrutavano, immobili. Non aveva ben capito come, ma dopo lo sconto con il quattordicesimo angelo, lo 01 non aveva più bisogno della corrente. Questo aveva reso le cose più semplici, ma ciò non era bastato a scongiurare le perdite delle due battaglie successive. Avevano vinto pagando con la salute di Asuka prima, e con la perdita di Rei poi.

Sempre che così fosse. Ciò che sapeva di Rei lo riempiva di un terrore folle, e ogni volta che lo pensava…

A cosa fosse Rei

“Di nuovo buongiorno, Shinji. Cerca di rilassarti, i tuoi impulsi sono un poco instabili…”

La calda voce di Ibuki svegliò Shinji dal torpore di quella sorta di incubo ad occhi aperti.

R-roger.”

“Va bene. Passiamo subito al test di movimento sincronizzato. Shinji, muovi il braccio destro.

“Il pilota ebbe un piccolo sussulto a quella richiesta. Guardando di nuovo quella mano, si chiese con quale faccia tosta avrebbe potuto muoverla ancora…

E decise così di fare di testa sua. Alzò l’altro braccio dell’Eva, quello sinistro, e stringendo la mano a pugno, tirò in su il pollice.

Quel gesto strappò un sorriso a parecchi degli operatori, e anche qualche risata di cuore, Ibuki compresa. E non solo a loro.

“Aaaah, ci sentiamo di buon umore, oggi!!”

Alle spalle di Maya, Shinji poté riconoscere la voce della sua tutrice, che adesso avanzava tranquilla verso di lui. Era a dir poco raggiante, talmente diversa da come l’aveva vista negli ultimi giorni, che Shinji per un momento pensò di essersi immaginato tutto. La donna si avvicinò salutata da alcuni operatori, arrivando ad affiancare la signorina Ibuki, a cui contraccambiò un affettuoso saluto.

Poi, guardando dritto negli occhi dell’umanoide, Misato parlò con un tale calore nella voce, e sorridendo in un tal modo, che quelle semplici parole andarono al di là della semplice comprensione umana.

“Buon giorno, Shinji-kun…”

Shinji aveva fatto il miracolo. Distolse lo sguardo dalla mano destra dello 01, e ascoltò le parole della donna; non lasciavano spazio a timori di alcun genere. L’aveva smossa dallo stato pietoso in cui si trovava, e adesso lei gli stava di fronte,lì alla Nerv, con uno sguardo che sembrava gridargli contro “GRATITUDINE”…

Si sentì rincuorato. Davvero rincuorato.

 

*   *   *   *

 

Poco prima della fine dei test, Misato scomparve di nuovo, prima che Shinji riuscisse a dirgli una qualsiasi qualcosa. Tutto si era svolto con un’insolita serenità, e alla fine gli comunicarono che i suoi tassi di sincronia erano in netto rialzo. Non che gli importasse più di tanto. Nonostante la visita della donna, Shinji sentiva ancora il bisogno di spiegarle i perché del gesto della sera prima. Le premeva di trovarla, ma nessuno seppe dirgli dove si trovasse, ne se fosse ancora alla base. A Shinji non restò che stringersi le spalle, e andare a fare visita all’altra sua coinquilina, come da routine.

Fu però in infermeria che Shinji ritrovò Misato. Era poggiata contro il muro, in piedi, con le braccia incrociate sul petto, accanto alla vetrata che dava sulla stanza di Asuka. Sembrava che aspettasse proprio lui, perché al suo arrivo la donna gli sorrise, fissandolo con una certa insistenza.

Shinji si avvicino, non tanto incoraggiato da quello sguardo, ma piuttosto motivato a farlo smettere. Restava pur sempre un ragazzo piuttosto introverso.

“Signorina Misato… Volevo dirle che…”

Questa volta, fu lui a rimanere sorpreso dall’abbraccio della donna. Lo strinse a sé senza dire una parola, esattamente come aveva fatto lui la volta prima. Solo questa volta c’era l’imbarazzante aggiunta della testa che, suo malgrado, poggiava con forza sul seno della donna…

“Non c’è bisogno che tu dica nulla della notte scorsa. Grazie per avermi tenuta in quel modo, fin quando non ho preso sonno. Sei stato… molto caro, con me.”

Da come parlava, gli sembrò che non avesse capito che avevano dormito assieme. E in fondo era meglio così, di certo non sarebbe andato lui a dirglielo!

Riuscì poi a discostare il volto dall’abbraccio della donna, e a guardare un momento verso la stanza di Asuka. Una persiana di plastica leggera copriva interamente quella finestra, e da lì non poteva certo dire di poter vedere la ragazza. La sua curiosità, comunque, in quel momento era un’altra.

“E’ andata a trovare Asuka?”

La donna guardò Shinji, abbassando lo sguardo su di lui, e finalmente sciolse il suo abbraccio. Scosse leggermente la testa.

“No… Non me la sono sentita. Volevo aspettare che ci fossi anche tu.”

“Ho capito…”

Divincolandosi completamente da lei, si avvicinò alla porta della stanza, facendo scivolare delicatamente la sua mano sulla maniglia, abbassandola; poi varcò la soglia, non prima di essersi assicurato che Misato lo stesse seguendo a breve distanza.

Il ritmico suono dell’elettrocardiogramma accolse i due nella fredda stanza, che quel giorno brillava -come irradiata di un insolito candore. Misato si avvicinò al lettino, e guardò la ragazza con cui aveva condiviso il tetto negli ultimi mesi. Gli eventi avevano fatto correre più in fretta quei mesi, ma nonostante questo fra le due donne si era creato un insolito rapporto di complicità e rivalità, il cui delicato equilibrio era andato peggiorando, e che ormai sembrava irrimediabilmente rotto. Quello stesso legame che, a suo avviso, aveva intesso con Shinji, e con chiunque di cui avesse un qualche riguardo.

Ciò nonostante, Misato era incerta se quella ragazza avesse o meno le sue simpatie. Conosceva il suo passato, per motivi non solo professionali, e temeva di confondere quel che sentiva per lei con la pietà.

Il Maggiore voltò di nuovo il suo sguardo verso Shinji. Era rimasto ad osservarla a poca distanza da lei, nei momenti in cui esaminava il volto di Asuka. Poi il ragazzo rivolse lo sguardo a quest’ultima, parlandole con voce allegra ma bassa:

“Eeehi, sveglia! Avanti, hai visite!”

Ovviamente, la ragazza gli rispose con un muto assenso del suo viso. Sospirando, Shinji tornò a parlare con chi poteva sentirlo.

“E’ così da giorni, ormai. Non so nemmeno se può sentirmi.

“….Lei ti manca?”

A quella domanda, Shinji restò piacevolmente sorpreso. Quell’interrogazione era completamente diversa dalle vuote richieste che faceva la donna i giorni prima. Era qualcosa di sentito, una domanda sincera e un po’ imbarazzante, viva… Sorrise, e Misato non poté non interpretare quel sorriso se non a modo suo:

Perché sorridi così? Non è che, magari, lei ti piace un po’?? Eeeeh??”

Dicendo questo, la donna diede dei leggeri colpetti col gomito sul braccio del ragazzo. Era un’intimità che fra loro non si concedevano da tempo, e questo lo fece sorridere di nuovo. Stavolta, però, immaginando reazioni simili alla precedente, Shinji cercò di correggere una nuova interpretazione della donna…

“No, non è come crede lei. E solo che…. Beh….”

Così, improvvisa, tornava nella sua mente quella domanda che tante volte gli accarezzava la mente, e come un’ape che vola su un fiore senza trovarne il nettare da cogliere, così quella domanda sopita e svegliata più volte mancava continuamente di ricevere una risposta…

Nonostante tutto… Mi piace, lei?”

Come l’insetto striato di giallo, quella domanda ronzava nella sua mente, sempre più intensamente, bramando una risposta che lo stesso Shinji non sentiva di poter dare, almeno finchè non riusciva a cacciarla via, come col gesto di una mano si fa con l’insetto, e a quel punto perdeva ogni interesse nel cercare quella risposta…

E poi…

Erano le sette di sera, si trovavano tutti e tre nella stanza d’ospedale, con Misato che lo spronava con gli occhi a trovare una risposta, e con Asuka in coma, inerme di fronte a sé, quando venne quel unico, interminabile istante.. L’aria sembrò diventare densa attorno a lui, per un momento parve soffice cotone che lo avvolgeva… come se un qualche misterioso individuo cercasse di proteggerlo dal sordo rumore lontano, ma sempre più vicino, che dentro di lui e tutt’intorno a lui cresceva d’intensità, fin quasi ad assordarlo, il rumore sinistro e raggelante che aveva sentito, si e no, un’altra quindicina di volte.

 

L’ambiente si saturò di una fosca luce rossa e, in lontananza, le sirene cominciarono a suonare.

 

Entrambi sollevarono d’istinto la testa, cercando la fonte del suono. Misato sembrò rabbuiarsi di colpo, mentre con genuina preoccupazione esclamava:

“Un angelo, adesso… Com’è possibile??”

Il ragazzo era come incantato, e riuscì solo a seguire con lo sguardo l’immagine di Misato che velocemente tornava alla porta spalancandola, determinata a raggiungere la postazione che gli spettava e assicurarsi che Shinji facesse altrettanto.

“SHINJI, TI VUOI MUOVERE?!?

Shinji guardò un’ultima volta Asuka stesa sul lettino, e rapidamente si volse a lei, cercando con la sua mano quella della ragazza, pur senza distogliere lo sguardo dal suo viso. Trovandola, Shinji fece scorrere le sue dita attorno a quelle chiuse a pugno di lei, rilassandole, come se potessero essersi tese così solo dopo aver sentito l’allarme, se poteva ancora farlo…

“…Adesso torno…Faccio in un momento…”

Mera bugia. Era il primo a sapere che, quando c’era di mezzo un angelo, le cose andavano spesso per le lunghe. Ed ogni volta era fortunato che andasse così, perché voleva dire che era ancora vivo. Velocemente, corse fuori dalla stanza, affiancando il Maggiore nella corsa verso la minaccia comune.

 

*   *   *   *

 

Si sentì morire.

Arrivando alla sua postazione sul ponte di comando, Misato giunse infine ad una distanza tale da consentirgli di distinguere sul monitor gigante cosa li stesse minacciando. Aveva già avuto degli incontri ravvicinati con altri angeli fatti di luce, ma il suo autocontrollo era stato più forte delle emozioni che sentiva. Ma questa volta era diverso.

La corsa della donna rallentò vistosamente, fino ad arrivare a fermarsi completamente. Abbandonò le braccia lungo i fianchi, e non ebbe occhi né mente se non per la spaventosa figura che non avrebbe mai voluto rivedere.

“…non è vero…”

Cominciò a sentire freddo, come se il gelido vento Artico fosse tornato dal passato, deciso a sconvolgere la vita della donna una seconda volta. Le immagini della “spedizione Katsuragi” si affollavano di nuovo nella sua mente, e con esse la stessa che adesso si trovava nuovamente davanti…

“Il gigante di luce…”

Le sue braccia, rianimate dallo shock, cominciarono a risalire, sfiorando i fianchi della donna, transitando sul suo ventre e arrivando a stringergli le spalle, come a cercare di darle protezione dal gelido freddo che solo lei poteva sentire, mentre chinava la testa…

“………..Adam.”

“…Signorina Misato? Cosa…”

Shinji era rimasto per tutto il tempo dietro la donna, e aveva assistito a tutta la scena. Non riusciva a capire cosa le stesse prendendo, ma sapeva anche che non c’era tempo da perdere.

La voce del ragazzo ebbe l’effetto di strapparla, almeno per il momento, dal suo orrendo passato, e rialzò di scatto la testa. Vide alcuni operatori fissarla con aria perplessa, mentre il suo sguardo si postava di nuovo sull’angelo del monitor. Quello che sentiva si stava trasformando in una rabbia folle…

Riprese a camminare, decisa, verso la postazione.

“Shinji, raggiungi la gabbia ed entra nell’Entry Plug. Abbiamo del lavoro…”

Rassicurato dalla reazione della donna, ma ancora teso per la battaglia che si apprestava a combattere, il ragazzo rispose con un cenno della testa, e si diresse immediatamente nel luogo dove lo 01 attendeva in silenzio…

Il Maggiore mosse gli ultimi passi verso Makoto, che la fissava con preoccupazione. Sembrava che al di là della situazione, avesse capito che c’era qualcos’altro che non andava…

“Maggiore Misato… Tutti gli uomini sono ai posti di allerta di primo grado. Il diagramma risulta blu, e…”

Di Hyuga a Misato questo piaceva. Naturalmente conosceva i suoi interessi nei suoi confronti, e più di una volta l’aveva aiutata a raccogliere informazioni. Ma restava un professionista, e sapeva quindi quando arrivava il momento di concentrarsi unicamente sull’obbiettivo. Se si era accorto del suo stato d’animo, aveva comunque dato priorità all’angelo, nonostante i suoi sentimenti. Per questo, aveva tutta la sua ammirazione. Ma nulla di più…

Si portò alle sue spalle, abbassando la testa per osservare le informazioni sul suo monitor.

“… E’ un angelo, ovviamente. Sbarazziamocene… In fretta.

 

“…Così l’angelo disse : “ecco due spade”…”

“… E lui rispose : “possono bastare”… Ma questo non può ne deve giustificare questa situazione… Se quello là fuori è un altro Adam, allora mandare in campo lo 01 diventa estremamente rischioso…”

Il Comandante Gendo e il suo vice Fuyutsuki avevano raggiunto rapidamente le loro postazioni, dopo lo sgomento iniziale. Ikari si era semplicemente limitato a dire:

“L’assemblea ed ogni sua iniziativa é congelata fino al cessato allarme.

Poi assieme al suo vice era corso al suo posto, e ora stava decidendo il da farsi.

“Potremo chiedere alla Seele di mandarci i loro Eva…”

“Dimentichi che sono dei vecchi stupidi. Non rischierebbero mai i loro giocattoli, né tanto meno arriverebbero a fare qualcosa per difendersi, visto che nelle pergamene questo non è contemplato.

“Stai dunque dicendo che la Seele non ha intuito il pericolo? Ma è assurdo!”

Le dita incrociate della mani di Gendo si flessero appena, e col pollice cominciò a passare alcune volte, avanti e indietro, sopra il guanto che celava la tumorale escrescenza che una volta fu Adam…

“No. Non ne hanno idea. Dovremo fare da soli… E stavolta, non ci sono garanzie…”

 

“Deflusso del liquido di raffreddamento: completato.

“Rimozione del primo gruppo di sicure…”

Le voci degli operatori si rincorrevano nella mente di Shinji. L’Eva era stato approntato in poco più di un minuto, come da programma, e adesso era pronto a partire per la superficie. Aveva sbirciato quello che lo aspettava là fuori, e si concesse un lungo respiro. Quella montagna fatta di luce non gli piaceva per nulla, e le reazioni di Misato contribuirono a farlo sentire nervoso. Inoltre, era ben cosciente che là fuori sarebbe rimasto solo… Sebbene non fosse la prima volta che gli capitava.

“Secondo gruppo di sicure sganciate. Prepararsi alla fase di lancio!”

Una piccola finestrella olografica gli si aprì di fianco. Il volto cupo di Misato cominciò a parlare con fredda precisione.

“Ascolta bene, Shinji. Il tuo punto d’uscita è situato appena fuori città. Arrivato fuori, potrai prendere un Pallet gun alla tua destra. Imbraccia il fucile, avvicinati all’obbiettivo quanto basta e apri il fuoco…”

Poi aggiunse, facendosi ancora più cupa:

“Shinji… Pretendo che tu lo faccia a pezzettini…”

Quell’affermazione scosse leggermente il ragazzo, perché capì che non era una battuta, una frase di circostanza o altro… Parlava sul serio

Non ebbe comunque il tempo di fare altre considerazioni, perché lo 01 era stato lanciato.

 

*   *   *   *

 

In superficie, regnava un calma surreale. Da quella postazione, che doveva essere rialzata rispetto al territorio, Shinji poteva cogliere con uno sguardo il bacino artificiale che fu Neo Tokio-3, doveva trattarsi di uno dei numerosi punti di emersione che non aveva mai usato. Al centro dello specchio d’acqua, splendeva la figura genuflessa dell’angelo, che da come si muoveva, sembrava stesse prendendo a pugni il fondo. L’Eva si mosse, e cercò le armi alla destra della cabina da cui era uscito. L’oscurità, nonostante la notte che appariva limpida e rischiarata dalla luna, avvolgeva ogni cosa, tuttavia non ebbe problemi di sorta a prendere un paio di fucili da quel piccolo deposito semi-camuffato. Non era nel suo stile usare più di un’arma contemporaneamente, ma dubitava che quell’angelo si sarebbe mosso, né tanto meno che avrebbe reperito altre armi sul luogo dello scontro. Senza dire una parola, Shinji si preparò a scivolare lungo la parete inclinata di quella che gli pareva una collina, ma che viste le dimensioni dello 01 poteva benissimo essere anche una montagna. Prima di fare questo, diede una seconda occhiata all’obbiettivo, che continuava imperterrito a sferrare pugni, stavolta con il solo braccio sinistro, con un ritmo molto cadenzato. Poi, lo vide rialzarsi e indietreggiare, creando numerosi cerchi sullo specchio dell’acqua con le gambe luminose, e scatenare un’improvvisa esplosione, che assunse la forma a croce che già altre volte aveva osservato, ma insolitamente più alta. Il colpo doveva essere stato molto forte, perché una rada pioggia lo investì per qualche momento, mentre la colonna d’acqua formatasi assieme all’esplosione ricadeva su se stessa, tornando al bacino che l’aveva originata. Poi, riprese ad avanzare verso l’angelo, con calma.

Nel suo abitacolo, Shinji vide aprirsi nuovamente una finestra olografica. Ebbe un sussulto, nel riconoscere nella figura sullo schermo quella del padre.

“Shinji, stammi a sentire… Uccidi l’angelo restandone a debita distanza. Evita il più possibile qualsiasi contatto fisico, perché potrebbero essere fatali… Per ora è tutto.”

Così com’era apparsa, la finestrella si richiuse senza troppe cerimonie. Tipico di suo padre. Quando ritrasse la testa verso l’angelo, Shinji poté vedere che si era fermato. Ora lui l’osservava.

Quella bestia era affascinante e nel contempo letale come poteva esserlo un ragno velenoso. Se non fosse stato una minaccia per l’umanità, il ragazzo avrebbe volentieri osservato ancora qualche istante l’ipnotica bellezza della luce che emanava. Era cosciente della sua pericolosità, ma non di quanto potesse essere rischioso quel contatto fisico di cui parlava suo padre…

 

“Non possiamo rischiare un Tirdh Impact non controllato. Sarebbe catastrofico!”

Ma d’altro canto, chiuderci a riccio in questa base non significherebbe altro che prolungare l’inevitabile. Se qualcosa possiamo fare, questo è reagire e combattere. La più grande abilità del genere umano è sempre stata quella di combattere ogni avversità e sopravvivergli. E’ per questo che dobbiamo riporre le nostre speranze nello zerouno… Anche se ciò potrebbe portare alla nostra fine.

Kozo osservò il Comandante. Era ovviamente ben cosciente dei rischi che quella decisione comportasse, e si chiese se non fosse il caso di insistere a chiedere l’aiuto della Seele… E la risposta gli giunse ancor prima che potesse aprire bocca…

 

“Oggetti non identificati in rapido avvicinamento all’angelo. Sono due… No, tre… Diagramma d’onda: Blu. Sono altri angeli!!”

La voce di Shigeru ruppe il mormorio che imperversava, come sempre in caso d’attacco, fra le postazioni. Misato era perplessa: non era mai capitato che più angeli attaccassero contemporaneamente.

“Ingresso dati in corso… Fra poco avremo delle immagini.

Sullo schermo, comparirono tre sagome alate molto simili fra loro.

“Quelli non sono angeli! Sono… Evangelion?… La seconda serie!”

Misato sapeva che dovevano essercene altri cinque, ma il loro aspetto lasciava pochi dubbi. Nonostante le ali e quelle teste che le ricordavano quelle di un pesce, il resto del corpo era conforme a quello di un Eva. Notò subito che erano senza l’Umbelical Cable, ma ancor di più si sorprese per le curiose armi che tenevano in pugno… Erano come delle enormi tavole, nere, strette e lunghe come quelle da surf, ma appuntite alle estremità… Apparivano pesanti, e taglienti. La donna si girò e alzò lo sguardo all’incorruttibile coppia che dirigeva le operazioni. Non disse nulla, ma quel suo silenzio era un’inequivocabile dichiarazione di non sapere come comportarsi.

 

“Alla fine li hanno mandati. Non so che pensare…”

Che intendi dire?”

“I vecchi della Seele sono dei pazzi… Potrebbero aver mandato i loro giocattoli ad aiutarci, ma non è nel loro stile… Potrebbero anche voler tentare il Third Impact…”

Ma è un’assurdità! Non posso rischiare una cosa simile se quello là fuori è un altro Adam…”

“Appunto per questo hanno mandato gli Eva dal quinto al settimo… Sconfitto l’angelo, tenteranno di ghermire lo 01. Forse li ho sottovalutati, tutto sommato… Inoltre, adesso hanno bisogno di una nuova Lancia di Longinos, e questa è un’occasione d’oro per loro…”

Fuyutsuki lo guardò poco convinto… La situazione si stava ingarbugliando, e le parole di Gendo gli fecero percepire la comparsa di quegli Eva più come una minaccia aggiuntiva che come un gradito aiuto.

“…Non perdiamo altro tempo. Ordinate al pilota di allontanarsi da lì, subito!”

Gendo alzò la voce, cosicché il Maggiore Katsuragi potesse sentirlo. La donna dal canto suo fece un cenno d’assenso, poi prese contatto con Shinji.

 

L’angelo gli diede l’impressione di voler avanzare verso di lui, e il suo primo impulso fu quello di sollevare i fucili a ripetizione e aprire il fuoco. Prima che potesse farlo, però, l’angelo si voltò di nuovo, e fu allora che anche lui le vide… Delle ombre scure, dalla forma di esseri alati che gli celavano in parte la vista della luna piena. Pur senza perdere d’occhio l’altro angelo, osservò le creature calare, chiudere le ali ad alcuni metri di quota, e atterrare con un sonoro tonfo, piegando leggermente le ginocchia all’impatto.

“Shinji, allontanati da lì! Torna verso il punto di sbocco e resta in attesa.”

“Signorina Misato, cosa sono quelli?”

Avanzando, le tre creature si portarono vicino all’angelo, e vennero così rischiarati dalla luce che emetteva. Il loro aspetto, ad una seconda occhiata, gli parve differente…

Degli Eva?!? Possibile?”

“Per adesso, limitati ad ubbidire”

Quella risposta gli piacque poco. Era stata di nuovo fredda, innaturale. Non era per la tensione…

Osservò per l’ennesima volta cosa accadeva: vedere quelle strane tavole nelle mani degli Eva tramutare in oggetti più affusolati e simili a lance, in modo tanto repentino, lo fece desistere da ogni dubbio, e abbassando i fucili lo 01 cominciava la sua ritirata.

Il gigante di luce alzò le braccia davanti a se, e come successe poco prima, due, tre esplosioni dalla forma di croce si susseguirono rapidamente, in direzione degli attaccanti. Grandi zolle di terra schizzarono ovunque, alcune volavano per aria, altre finivano nell’acqua agitata, intorpidendola più di quanto già non lo fosse. I rombi erano assordanti, e mentre gettava l’occhio alle sue spalle, Shinji poteva intuire quali scosse stessero squotendo il geo front, adesso.

Da una delle croci, riemerse in velocità uno degli esseri misteriosi, apparentemente incolume, e si diresse verso il gigante, con la lancia nera saldamente stretta nel pugno, mentre emetteva un verso irreale, basso e gracchiante, mentre metteva in mostra una lingua, grigia e lunga, tanto insolita per un’Eva… Nonostante lo slancio, l’Eva si fermò rovinosamente scontrandosi contro le ottagonali pareti arancioni del potente AT Field del gigante, dando quasi l’impressione di spalmarcisi contro. Sbattendo le ali, riprese quota e, a poca distanza da dove aveva tentato l’approccio precedente, l’Eva sollevò l’arma che teneva in mano e si preparò a lanciarla. Solo allora Shinji la riconobbe come la copia perfetta della Lancia di Longinos. Vide l’arma scagliata contro l’angelo bloccarsi, sospesa in aria, dopo aver colpito l’AT Field del mostro, e penetrare lentamente la corazza. Piccole saette arancioni siprizzavano dal punto di rottura, e sembravano voler tingere il cielo di quella notte senza stelle. Poi, l’arma ruppe del tutto la bariera, e si andò a conficcare nella spalla sinistra dell’angelo, che seguì l’impatto con il suo corpo, come reagendo con uno spasmo di dolore, sebbene nemmeno Shijni fosse riuscito a capire, dopo tutte quelle battaglie, se gli angeli sapessero effettivamente sentire il dolore. Vide invece una cosa singolare: il sangue dell’angelo cominciò ad uscire dalla ferita, e risalì lungo la lancia, tingendola dello stesso colore dell’originale. 

Nel frattempo, le colonne a forma di croce si spensero, e gli altri due Eva vennero fuori. Il primo, che stringeva ancora in mano la propria lancia, aveva perso l’altro braccio, e ancora si poteva vedere il macabro osso scheggiato uscirgli da quella che era stata la spalla… Il secondo invece appariva, se possibile, in condizioni anche peggiori. Presentava alcune bruciature sul petto, e parte della testa si mostrava aperta, con una massa spugnosa sporgente che doveva essere il suo cervelloAvrebbe anche potuto dire che le loro ali fossero finite bruciate, se pochi istanti dopo aver pensato questo non avesse scoperto che quei cosi, a piacere, potevano ripiegarle.

L’Eva con la testa danneggiata dondolò davanti a se la sua arma, in forma di tavola, emettendo versi poco rassicuranti. Poi, come dandosi la spinta con quel dondolio, spiegò le ali, e si proiettò letteralmente in aria, con una velocità che sinceramente Shinji non si sarebbe aspettato, e lo vide compiere una parabola tale da avvicinarsi in silenzio al gigante di luce. L’altro, che sembrò osservarlo un istante (in effetti, il ragazzo non capiva dove potessero avere gli occhi quegli Eva alati), partì in una corsa altrettanto rapida, Tenendo l’unico braccio piegato all’indietro, con le punte della lancia che sporgevano in fuori rispetto al suo corpo bianco.

Nel frattempo, il terzo Eva, quello integro, era balzato letteralmente sopra l’angelo, il cui AT Field era probabilmente compromesso dalla lancia che ancora gli sporgeva dalla spalla. Sebbene stesse ancora in piedi, il gigante di luce aveva piegato all’indietro la schiena, e con le braccia sfiorava il pelo dell’acqua, tanto che aveva assunto una posizione ad arco, che in circostanze diverse da quelle sarebbe anche potuta sembrare ridicola… L’Eva, sopra di lui, lo stava avidamente sbranando

 

Maya osservò attonita la scena, e a stento trattenne i conati di vomito. In tutto il centro di comando, era calato un silenzio surreale, ma d’altra parte, mancavano tanto la volontà quanto le possibilità di agire su quelle scene. Sullo schermo, si aggiunsero poi le immagini di un secondo Eva, piombare dal cielo e infilare la sua arma alla base del collo dell’angelo, che si tinse del medesimo colore rosso, e poi l’ultimo, arrivare di corsa, schiumando l’acqua tutt’intorno a sé, buttandosi infine contro il mostro, gettando in avanti l’arto alato e infilando l’enorme lancia dritta nel suo fianco. Manco a dirlo, il sangue del gigante tinse di rosso la lancia. Poi, assieme ai compagni, l’Eva prese parte al macabro banchetto.

La cosa più orribile di tutta quella situazione, era il sangue. Vedere quella luce tingersi lentamente di rosso, mentre fiotti di liquido purpureo schizzavano fuori dal petto informe del mostro, e colavano poi in modo maledettamente irregolare lungo il corpo, sulla schiena inarcata, e colare in acqua, tingendo di rosso anche il piccolo laghetto… Mentre gli Eva, che ricordavano senza riserve un trio di corvi affamati che si gettano sulla preda, sbattevano le ali, e strappavano a morsi bocconi di carne luminescente, inghiottendola con aria irrealmente soddisfatta…

Quel silenzio, però, non era assoluto.

Di fronte allo schermo, a qualche metro di distanza dal medesimo, una persona si stava poggiando con forza sulle braccia, mentre col resto del corpo tentava di sporgersi più possibile. Voleva assistere ad ogni dettaglio, ogni scena di quel massacro. Mentre Makoto osservava, attonito, assieme ad altri colleghi vicini, la persona rideva. Una risata cupa, più dei sogghigni a voce bassa, che in quel silenzio però risuonavano con la forza delle trombe. Le dita delle mani tese allo spasmo, e negli occhi il seme della follia, che affollava i pensieri e annebbiava la mente… Solo alcuni commenti spezzavano la pazzia di quelle risa, frequentemente, quanto bastava a far cogliere il malsano piacere che in quel momento Misato provava…

“… Sì, avanti… Sbranatelo, da bravi… dissanguatelo……..Uccidetelo…”

Una delle teste degli Eva si rialzò dalla mischia, con un pezzo di carne ancora infilato fra i denti, e si volse incoscientemente verso la telecamera, emettendo uno di quei versi senza senso, versi privi dell’anima…   

 

 

CONTIUA…

 

- TIPS DELL’AUTORE -

22/07/03 – 28/07/03

Aaah, quest’estate pazzerella… una sera fa un caldo bestia, e quella dopo una fresca brezza mi accarezza le spalle… Quel che è più strano, però, è il frinire nervoso, continuo dei grilli e delle cicale, giorno e sera, che se già di suo non fa molto estate, sicuramente fa molto Evangelion…

Passiamo ai punti critici di questo capitolo…

 

1) … E iniziamo dal titolo. Per nulla originale direte voi, e non a torto. Del resto, il titolo dell’intera fic non è eccezionale… -_-“ Penso di non essere bravo a dare i titoli…

2) Stavolta ho cercato di burlarmi del lettore. Se iniziando a leggere avete pensato a Misato posta di fronte al gigante di luce che chiudeva il capitolo precedente… Beh, allora ci sono riuscito. In caso contrario… Allora ho fallito. ;_;

3) Durante il primo dialogo fra Gendo e Fuyutsuki, si parla di angeli e spade… Non si sono fatti :-P; quella parte di dialogo si riferisce ad una lettera di Enrico IV che, citando la Passione di Cristo, mette in luce quel preciso dialogo, in modo da giustificare la divisione dei poteri di papato e impero (Ma guarda che rompiscatole che sono, pure la lezione di storia ^_^)… Sarebbe stato più consono a descrivere il rapporto Nerv/Seele, ma nel mio caso si riferisce alla venuta di un secondo Adam… Come senso, era abbastanza vicino per una citazione, e io ce l’ho messa.

4) Uuuh, meno male che mi ero ripromesso di “sistemare” Misato… All’inizio è tutta miele, poi alla fine pare un’indemoniata… -_-“ Beh, magari anche voi vedendo sbranare il carnefice di un vostro parente ci godreste… Ma chi prendo in giro… -.-Almeno avevo promesso un d’azione ed è arrivata, no?!

5) Avrete notato che le armi degli Seele’s EVA diventano rosse al contatto del sangue con Adam. Questa è una mia precisa teoria: La differenza dell’originale Spear of Longinos con le copie, a mio avviso, è che la prima è intinta del sangue non di Cristo, come qualcuno sostiene, ma dell’angelo di luce, Adam… Questo perché secondo la tradizione, la Lancia di Longinos era la lancia che aveva trafitto il fianco di Cristo quando è stato crocifisso. Naturalmente in NGEvangelion ciò non è possibile (a meno che Cristo non fosse alto decine di metri -.-). Ad avvallare la mia teoria, c’è anche il fatto che assieme ad Adam sono stati rinvenuti, oltre a Tabris, alias Kaworu, la stessa Lancia di Longinos

6) Vabbè, anche questa volta ho finito. La mia Mail è sempre quella: dfyrgu@tin.it :-)

X ora è tutto. 

  
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