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Autore: Lisaskeeter    03/04/2006    5 recensioni
Cosa succederebbe se ognuno di noi potesse vedere il proprio futuro in uno specchio?Le nostre certezze crollerebbero e probabilmente saremmo costretti a seguire una strada diversa da quella che ci eravamo prefissati. Harry Potter avrà la possibilità di vedere il suo futuro, e nello stesso istante in cui succederà si renderà conto che sarà così bello da valere strordinariamente la pena di essere vissuto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hermione alzo' la testa da sopra il libro che stava leggendo non appena senti' il suono del campanello

 

Hermione alzo' la testa da sopra il libro che stava leggendo non appena senti' il suono del campanello. Sorrise tra se. Sapeva esattamente chi era. Ormai aveva imparato a memoria il ritmo di quella breve sequenza di trilli. Si alzo' dalla sedia e ando' ad aprire la porta, la quale le rivelo' un Harry alquanto scarmigliato e avvolto in un lungo mantello nero. Aveva i capelli e la veste ricoperti di piccoli fiocchi di neve. Le sorrise, supplicandola con lo sguardo di farlo entrare. Era tutto intirizzito. Hermione si scosto' dall'imposta ridacchiando - Sei in anticipo!Non credevo sarestia arrivato prima delle sette! - gli disse mentre lo aiutava a liberarsi del mantello. -Be'... la riunione al ministero e' durata un'ora meno, e non sapevo cosa fare... ho pensato che non ti sarebbe dispiaciuto se fossi venuto un po' prima... - le rispose lui, incerto, mentre si scompigliava i capelli per liberarli dei residui di neve. Hermione sorrise, mentre lui abbassava lo sguardo. Ne era certa, si vergognava. Lo faceva sempre... Abbassava sempre lo sguardo davanti a lei quando si rendeva conto di essere arrossito in modo inequivocabile. Ma a lei piaceva quando lo faceva. La trovava una cosa stupendamente dolce, e la faceva sentire molto speciale. -Hai fatto benissimo infatti!Sei arrivato giusto in tempo per il te'!Vieni - gli disse mentre si voltava - Andiamo in cucina. Li' c'e' molto piu' caldo... -.

 

Erano passati tre anni dalla fine della scuola e della guerra. Ron era morto, proprio durante l'ultimo anno di scuola, e proprio sotto i loro occhi, per mano dello stesso Signore Oscuro. La sua perdita era stata incredibilmente dolorosa, per entrambi, lasciando dentro di loro un gran vuoto che ancora adesso non riuscivano a colmare fino in fondo, nonostante fossero cosi' vicini come non lo erano mai stati. Harry non riusciva a scacciare il senso di colpa, quella continua e interminabile vocina che gli diceva che avrebbe potuto fare di piu', che avrebbe dovuto fare di piu', per salvare il loro migliore amico. Non riusciva a fare a meno di pensare che avrebbe dovuto essere lui a morire, perche' era lui che stava cercando, era lui che voleva morto. E invece, come al solito, era stata una delle persone a lui piu' care ad andarsene per colpa sua. Certo, adesso non stava piu' attraversando l'oblio dei primi mesi successivi alla perdita dell'amico, ma c'era comunque e sempre questa sensazione di inquietudine e di incompiutezza che lo accompagnava costantemente. Hermione, da canto suo, aveva sofferto come e forse piu' di lui, ma non attribuiva a Harry la colpa della morte di Ron, perche' non avrebbe comunque potuto fare nulla per salvarlo, tanto era stato veloce e improvvisa la disgrazia. Non avevano quasi fatto in tempo a capire che cosa stava succedendo, che Ron era gia' crollato a terra, esanime. Da allora Hermione aveva iniziato a soffrire di attacchi di panico. Improvvisamente e dal nulla iniziava a mancarle l'aria, iniziava a tremare, e aveva delle fitte dolorose allo stomaco. Harry cercava di lasciarla sola il meno possibile, ma spesso si sentiva male durante la notte, quando lui non c'era, e si svegliava improvvisamente, ansante e in lacrime. Si erano riscoperti incredibilmente fragili in quei tre anni, e avevano cercato l'uno il sostegno dell'altro, trovandolo e accrescendo il loro legame piu' che in qualsiasi altro momento della loro vita. Ormai trascorrevano insieme praticamente ogni momento libero che avevano. Harry era entrato a far parte dell'Ordine della Fenice, e collaborava con il Ministero per la protezione degli oggetti magici pericolosi. Hermione aveva proseguito gli studi e la specializzazione in Trasfigurazione, su consiglio del loro vecchio preside, per poter un giorno diventare insegnante.

 

Harry si sedette al tavolo della cucina, osservando Hermione che posava sulla superfice lignea un vassoio con tue tazze di te' e dei biscotti. - Come stai oggi?- le chiese, pacato, guardandola da sopra la tazza mentre sorseggiava il suo te’. Hermione bevve un sorso a sua volta, poi poso' la tazza sul tavolo e gli sorrise - Molto meglio ora che sei qui... -. Harry abbasso' lo sguardo, di nuovo. Hermione si riprese immediatamente, notandolo e sapendo di averlo messo in imbarazzo - Voglio dire... Sai che non voglio stare sola... -. Sapeva benissimo cosa provava Harry per lei, perche' era la stessa cosa che anche lei provava per lui. La adorava, sotto tutti i punti di vista, e a volte era quasi convinta di non meritarsi tutta quella devozione da parte sua. Per qualche strana ragione pero', pur essendo entrambi perfettamente consapevoli di quello che c'era tra loro, non avevano ancora condiviso il loro amore, almeno non fisicamente. Se fosse stato per lei, Hermione sarebbe stata disposta a concedergli se stessa e tutto l'amore che aveva, piu' di quanto gia' non facesse, in qualsiasi momento, senza riserve, ma percepiva che Harry non era pronto, non ancora almeno. Hermione sapeva che Ron era innamorato di lei, e che se le cose non si fossero messe per il peggio, una volta finita la scuola le avrebbe chiesto si sposarlo. Questo era quello che Harry le aveva raccontato dopo che Ron era morto, quello che Ron gli aveva confidato durante il loro ultimo anno di scuola. Ma Harry non sapeva che, se anche Ron avesse avuto la possibilita' di farle quella proposta, lei avrebbe rifiutato lo stesso, perche' non era lui che amava. Riusciva comunque a capire come potesse sentirsi Harry. Era indubbiamente il senso di colpa a bloccarlo. Sicuramente non si sentiva in diritto di prendere il suo amore. Se Ron non aveva avuto il privilegio di viverlo perche' era morto, e per giunta a causa sua, che diritto aveva lui di farlo?Avrebbe voluto dire tradirlo, e lui non avrebbe avuto la possibilita' di lottare, di arrabbiarsi con lui, di controbattere. Non era giusto, non agli occhi di Harry. Ma a lei non importava. Viveva per lui, da sempre, e avrebbe aspettato tutto il tempo necessario, fosse stata costretta a passare il resto della sua vita al suo fianco anche solo come amica. Naturalmente sperava con tutta se stessa che presto lui si rendesse conto che non ci sarebbe stato niente di male nel vivere il loro amore, che era giusto ed inevitabile, perche' prima o poi quei sentimenti li avrebbero travolti.

 

Allungo' timidamente una mano verso la frangia di Harry e la scosse leggermente per eliminare un ultimo fiocco di neve, mentre un Harry color porpora si irrigidiva immediatamente nel percepire le dita affusolate di Hermione che gli sfioravano la fronte. -Gra-grazie...- riusci' a balbettare a stento, sfuggendo il suo sguardo dolce e intenso. - Allora... ehm... di cosa avete discusso nella riunione di oggi?- gli chiese Hermione, cercando di spazzare via l'imbarazzo. Harry raddrizzo' la schiena e si mise seduto piu' composto, addentando un biscotto - Oh, be'... da quello che ho capito pare che verranno importati dal Ministero Bulgaro un paio di oggetti particolarmente pericolosi, che verranno chiusi in due stanze diverse dell'Ufficio Misteri e che dovranno essere sorvegliati notte e giorno...-. Hermione assunse un'espressione perplessa - E non vi hanno detto di cosa si tratta?-, -No...- rispose Harry, sospirando - Lo sapremo solo al momento della ronda. Io saro' in coppia con il Professor Silente pare...-, - Una ronda doppia?!Deve essere qualcosa di molto pericoloso allora... - si preoccupo' immediatamente Hermione. - Si, be'... hanno rafforzato la sorveglianza perche' vogliono essere sicuri che se qualcuno tentera' di rubarli non ci saranno rischi... - disse Harry, raccogliendo le tazze vuote e depositandole nel lavello - Comunque stai tranquilla, davvero... - le sorrise, voltandosi - Saro' con il Professor Silente, quindi non mi succedera' nulla!-. L'espressione di Hermione che si rilassava di nuovo lo tranquillizzo'. Non voleva che si preoccupasse troppo per lui, quindi cercava sempre di rassicurarla. Agitarsi troppo non faceva per niente bene al suo stato psicologico. - Allora... - esordi' nuovamente Harry - Che cosa vuoi fare ora? -. Hermione osservo' l'orologio al suo polso - Mancano ancora un paio di ore alla cena... non so... ti va di leggere un libro? -. Harry sorrise, entusiasta - Si, certo! -.

 

Circa dieci minuti piu' tardi erano entrambi seduti sul divano del salotto dell'appartamento di Hermione. Lei era appoggiata allo schienale imbottito, e teneva il libro tra le mani, mentre leggeva ad alta voce. Harry invece era sdraiato, le gambe penzolanti da uno dei braccioli e la testa appoggiata sulle ginocchia di Hermione, gli occhi chiusi. Gli piaceva moltissimo ascoltarla mentre leggeva. La sua voce calma e leggera lo rilassava piu' di qualsiasi altra cosa. Dopo circa un'ora, Hermione interruppe la sua lettura, avvertendo un sonoro brontolio proveniente dallo stomaco. Guardo' di nuovo l'orologio e vide che mancava ancora un'ora alla cena, ma doveva prima preparare qualcosa. - Harry, io ho fame... vado a cucinare qualcosa! - disse, posando il libro sul bracciolo del divano, ma Harry non rispose. Lo osservo' meglio. Si era addormentato, e aveva i capelli tutti spettinati che gli schermavano gli occhi. Il cuore di Hermione rimbombo' sonoramente a quella vista stupendamente dolce e conturbante allo stesso tempo. Non voleva svegliarlo, pero' doveva alzarsi, e aveva anche un certa fretta di andare al bagno. Cerco' di muoversi lentamente, finche' la testa di Harry non ricadde quasi impercettibilmente sul cuscino del divano. Lo osservo' ancora un paio di minuti, perso in un sonno profondo, poi si allontano' silenziosamente.

 

- Hei... ti sembra questo il modo?Lasciarmi di la' tutto solo e completamente addormantato? - esordi' Harry in tono scherzoso, mentre entrava in cucina stropicciandosi energicamente gli occhi con le mani chiuse a pugno. Hermione si volse a guardarlo, posando sulla tavola due piatti fumanti di minestra di cereali - Giusto in tempo signor Potter!Stavo per venire a svegliarti io!Mi dispiaceva farlo prima... dormivi come un bambino... - gli disse, senza riuscire a nascondere quanto questo la intenerisse. Harry fece vagare lo sguardo assonnato sul pavimento. Non sapeva mai come comportarsi quando lei gli faceva un complimento o si mostrava cosi' stupendamente tenera e affettuosa. Da un lato adorava quando si mostrava cosi' con lui, perche' lo faceva sentire coccolato e importante, dall'altro pero' aveva una paura tremenda che un giorno questo avrebbe fatto crollare le difese che tanto faticosamente aveva eretto davanti a se. Era un'impresa incredibilmente dura riuscire a resistere a una persona tanto splendida, e non era per niente sicuro che sarebbe riuscito a andare avanti in quel modo, facendo finta di non desiderarla, di non avere voglia di dirle quanto la amava e di ricoprirla di baci. Inoltre a complicare la situazione c'era il fatto che passavano insieme ogni momento libero che avevano, e Harry non aveva la benche' minima intenzione di allontanarsi dall'unica persona al mondo che riusciva ancora a farlo sorridere.

Si sedette dal lato del tavolo opposto a quello di Hermione, e cenarono in silenzio, scambiandosi soltanto qualche occhiata e qualche sorriso tra un boccone e l'altro. Fu Hermione e rompere il silenzio quando i piatti furono vuoti - Guardiamo la tv dopo cena?C'e' un bel film sul canale uno... -, - Ehm... si, per me va bene, pero' dovrei tornare a casa presto perche' domani mattina mi devo alzare per andare al Ministero... -. Hermione non riusci' a nascondere la delusione. Di solito la sera Harry rimaneva sempre con lei finche' non si addormentava, il che a volte succedeva molto tardi. Gli sorrise comunque - Va bene, tanto sono un po' stanca, quindi credo che andro' a dormire presto...-.

 

Un'ora dopo Hermione inorridiva davanti a una scena abbastanza agghiacciante di un film dell'orrore, rannicchiata sul divano, la testa nascosta sulla spalla di Harry, il quale a differenza sua rideva di gusto, divertito dal fatto che lei si ostinasse a voler vedere ogni volta quel genere di film pur sapendo che la terrorizzavano. A circa meta' del film Harry si ritrovo' a osservare le scene cruente da solo, perche' Hermione era letteralmente crollata addormentata sul bracciolo del divano, con una mano penzolante nel vuoto. Spense la tv e, cercando di essere il piu' silenzioso possibile, la prese lentamente in collo e la porto' in camera, senza riuscire ad impedirsi di tremare, e non per il freddo. La stese sul letto e la copri' con il piumone, come faceva quasi tutte le sere, poi si chiuse la porta della camera alle spalle e ando' verso l'ingresso. Puntualmente, non appena mise la mano sulla maniglia della porta per uscire, gli arrivo' all'orecchio l'urlo di Hermione. Butto' la giacca in un angolo e torno' indietro di corsa. Lei era seduta sul letto, le ginocchia strette al petto, dondolava avanti e indietro, visibilmente scossa, singhiozzante e con il viso rigato da mille lacrime. Harry le si precipito' accanto e la strinse forte, subito ricambiato, aspettando che si calmasse. -Ti-ti prego Harry- affannava tra un singhiozzo e l'altro - Non te ne andare, non lasciarmi sola, ti prego...-, -Shhh...- le mormoro' lui, accarezzandole i capelli - Calmati, ti prego... Non me ne andro', restero' qui con te. Posso dormire sul divano se ti senti piu' tranquilla...-.

 

Harry chiuse di nuovo la porta della camera quando si rese conto che Hermione si era di nuovo addormentata. C'erano voluti parecchi minuti prima che si calmasse, ma ormai lui c'era abituato. La stessa cosa era successa moltissime altre volte, e lui ogni singola volta le era rimasto accanto, fedele, e la cosa non gli pesava minimamente, anzi, sentiva un disperato bisogno di farlo, di occuparsi di lei, starle accanto e far di tutto perche' stesse bene. Si stese infine sul divano e si copri' con una coperta di lana, conscio che non avrebbe comunque chiuso occhio, troppo preoccupato di alzarsi ogni ora per controllare che Hermione dormisse tranquilla.

 

  
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