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Autore: RondineSapientina    07/08/2011    8 recensioni
-Tu cosa ne sai dall’amore, Severus? Sei talmente glaciale, che in confronto a te un cubetto di ghiaccio è molto più caldo.-.
Piton, allora, si alzò dallo sgabello e, mentre indossava il mantello, rispose
-So solo che, quando arriva il momento, bisogna cogliere la rosa e, tu, idiota di un licantropo, la stai lasciando appassire.-.

Ecco a voi una one-shot su un dialogo tra Remus e Piton, che potrebbe essere avvenuto, quando Lupin è tornato dalla sua missione!
Spero che vi piaccia!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Questa fic in realtà doveva partecipare al concorso, indetto da bethpotter, solo che non ho fatto in tempo a scriverla prima della scadenza e quindi la pubblico ora! Diciamo che ieri sono tornata da una vacanza bellissima e mi sono sentita ispirata a scrivere! Spero che vi piaccia! :D



Cogli la rosa

 

“Cogli la rosa quando è il momento,
 che il tempo, lo sai,
 vola e lo stesso fiore che sboccia oggi,
 domani appassirà”.
 
L’attimo fuggente

 

Dove vai, Remus? Non sei stanco?
 
Certo che lo sei. Chiunque lo sarebbe al posto tuo, no?
 
Ne hai passate tante, forse troppe, per non essere esausto, sfinito, spossato.
 
Dai, alza lo sguardo verso lo specchio e guarda il tuo riflesso.
 
Ah, dimenticavo…non ne hai il coraggio.
 
Hai troppa paura di te stesso per farlo.
 
Troppa paura di quello che sei diventato.
 
Quel posto, quelle persone…scusa, mi correggo…quei mostri, come li chiami tu,
 
ti hanno reso diverso. Un uomo peggiore, diresti tu.
 
Ti hanno trasformato in uno di loro.
 
Hai perso anche quel briciolo di umanità che ti era rimasta.
 
La tua dignità, il tuo animo, il tuo raziocinio, i tuoi sentimenti…
 
Hai perso tutto.
 
Ma non lo senti? Sì, questo rumore ripetitivo…e flebile, molto flebile…eppure lo senti anche tu.
 
Se osservi a sinistra sul tuo petto, capirai certamente cos’è.
 
E’ il tuo cuore…e batte…
 
Quindi significa che è vivo…che tu sei vivo…e che quell’organo piccolo e instancabile pulsa ogni giorno per qualcosa…
 
Ci sarà un motivo, se continua a battere. Ci sarà qualcosa per cui vale la pena vivere.
 
O meglio…qualcuno
 
Già, e tu sai benissimo chi è.
 
Sai anche che non potrai sfuggirle per molto, vero?
 
Lei ama te, tu ami lei, ma tu sei un mostro e lei è troppo giovane per te…
 
Com’è banale. Tanto lo sappiamo entrambi che non riuscirai a resisterle.
 

 
Remus aprì il rubinetto del lavandino e, mettendo le mani a coppa sotto il getto di acqua fredda, se ne buttò un po’ sul viso. Lasciò che le gocce d’acqua gli scivolassero silenziose lungo le guance scavate e gli sciacquassero le ferite, riportate dall’ultima trasformazione. Appoggiando le mani sul bordo del lavandino, alzò lo sguardo verso lo specchio, ma non riconobbe il proprio riflesso. I capelli, ingrigiti, erano cresciuti un po’ troppo e gli cadevano a ciocche sugli occhi. La barba era ispida e incolta e gli adombrava le guance scarne, rendendolo più vecchio di quello che era. Gli occhi sembravano rispecchiare il suo animo svuotato e provato. Il Remus di un tempo, il Remus Malandrino, il Remus dell’Ordine della Fenice, il Remus amico di Sirius, il Remus amato da Tonks era sparito. Non c’era più alcuna traccia di quel Remus. Era solo un guscio vuoto, privo di sentimenti e di forza di vivere.
Chiuse di scatto il rubinetto e, desiderando di voler mandare giù qualcosa di fortemente alcolico, lasciò la stanza che aveva affittato alla Testa di Porco. Così scese al pian terreno dove, dietro il bancone, c’era Aberforth che, come suo solito, puliva un boccale con uno straccio lercio. Lupin si buttò stancamente su uno sgabello e poggiò le braccia sul bancone. Aberforth lo guardò scettico, alzando un sopracciglio.

-Dammi del Whisky Incendiario…

Dopo poco gli furono messi davanti una bottiglia dall’etichetta consumata, contenente del liquido marrone all’interno, e un bicchiere opaco, ma Remus non ci fece troppo caso e si versò del Whisky. Lo buttò giù tutto d’un sorso, lasciando che il liquido gli bruciasse la gola. Rimase così per qualche minuto, girandosi il bicchiere tra le mani e aspettando che quella prima bevuta gli desse alla testa. Dopo poco la porta del locale si aprì, accompagnata dal suono del campanello. Lupin non si voltò nemmeno a guardare il nuovo cliente, ma stancamente versò dell’altro Whisky.

-Buonasera Aberforth-.

Remus riconobbe immediatamente il tono di voce forzatamente pacato e composto. Aveva un ché di viscido e fastidioso. Sentì il rumore dei passi avvicinarsi al bancone, ma non aveva alcuna voglia di voltarsi.

-Buonasera Severus.-, disse lui nel modo più glaciale possibile.

Non voleva essere né gentile, né delicato come era solito fare. Bevve un altro lungo sorso di Whisky e, dopo aver posato il bicchiere sul bancone, domandò

-Vuoi un po’ di Whisky Incendiario, Severus?-.

Quando si voltò verso la figura al suo fianco, si trovò di fronte un Severus Piton che lo osservava inorridito.

-Puzzi Lupin.- rispose l’altro, alzando scetticamente un sopracciglio.

Remus emise una risata bassa e roca e, passandosi stancamente una mano tra i capelli, esclamò

-Grazie Severus, lo prendo come un complimento!-.

-Non dovresti.- ribatté impassibile Piton –Puzzi talmente tanto che faresti scappare anche un Troll di montagna.-.

-Suppongo che tu sia venuto qui per un preciso motivo e non per il solo piacere di infastidirmi…- tagliò corto Remus, passandosi una mano dietro il collo indolenzito.

Severus si sfilò svogliatamente il mantello e, dopo averlo poggiato accuratamente sullo sgabello lì vicino, disse

-Purtroppo Silente mi ha mandato a controllare le tue condizioni di salute, ma mi sembra che tu stia splendidamente, visto che vivi nel modo che più si addice alla tua specie.-.

-Ti risparmio la fatica di visitarmi, Severus. Sto bene. Ora puoi anche ritornare da Silente.- disse l’altro, con tono di voce quasi atono.

Ci fu qualche secondo di silenzio, in cui Lupin bevve avidamente l’ultimo bicchiere di Whisky.

-Ho anche un messaggio…per te.- continuò Piton, che appariva alquanto disgustato all’idea di dover fargli un favore.

Remus si voltò verso di lui e lo osservò con uno sguardo interrogativo.

-Un messaggio?-.

-A quanto pare sei diventato anche sordo. Sì, un messaggio per te.-.

-E da parte di chi?- domandò l’altro, diventando sempre più impaziente.

Sul volto di Piton si dipinse un ghigno divertito, quasi come se stesse già pregustando la reazione del licantropo.

-Da parte di Ninfadora.-.

Remus si irrigidì improvvisamente e strinse convulsamente la mano attorno al bicchiere. Trattenne il fiato per pochi secondi, per le emozioni che sentire quel nome gli aveva procurato. Per tutto il tempo che era rimasto in missione, cercando di vivere in incognito tra quelli della sua specie, aveva cercato di accantonare l’immagine di Tonks in un angolo remoto della propria mente. Il cervello per un po’ aveva ubbidito a quell’ordine perentorio, ma il cuore no. Più volte si era ritrovato a pensare a lei, a cosa stesse facendo, se avesse ancora i capelli color grigio topo e se finalmente avesse deciso di rifarsi una vita e di dimenticare quello che c’era stato tra loro due. La amava più di quanto egli stesso volesse ammettere, ma era solamente per il bene di Tonks che lui la rifiutava ogni volta. Meritava un uomo migliore, che non fosse troppo vecchio, troppo povero e pericoloso. Eppure non riusciva a fare a meno di lei, dei suoi grandi occhi scuri, delle sue labbra rosee e carnose, dei suoi capelli fucsia, dei suoi baci appassionati e desiderosi d’amore.

-Dice che sei un bastardo.- disse, infine, Piton, non nascondendo di proposito il tono compiaciuto della propria voce.

Lupin, sentendo quelle parole, non riuscì a non essere deluso. Aveva sperato che Tonks gli mandasse a dire quanto lo amava e che lo avrebbe aspettato, ma probabilmente anche lei si era stancata di quel tira e molla e finalmente aveva capito. Allora abbassò lo sguardo verso il bicchiere e disse più a se stesso che all’uomo, che gli stava affianco.

-Ha ragione…sono un bastardo e merito tutto il suo odio.-.

-No, lei non ti odia.-.

Remus si voltò meravigliato verso Piton, che lo guardava impassibile. Non si sarebbe mai aspettato una risposta del genere da un uomo che aveva sempre disprezzato lui ed i suoi amici.

-Per qualche bizzarra ragione lei ti ama. Nell’ultimo periodo è venuta spesso ad Hogwarts per avere tue notizie e, quando Silente non c’era, è venuta da me.-.

-Come sta?- domandò ansioso Lupin.

-Tu come staresti, se la donna che ami continuasse a rifiutarti?-.

-Io lo faccio solo per il suo bene!- ribatté l’altro, più per convincersi, che per dare spiegazioni a Piton.

-E’ arrabbiata con te perché hai scelto di andare in missione, piuttosto che rimanere con lei.-.

-Non potevo fare altrimenti!-.

Calò di nuovo il silenzio tra i due, fino a che Severus non parlò di nuovo.

-Sei un vigliacco, Lupin.-.

-Oggi non mi avevi ancora fatto abbastanza complimenti…- commentò ironicamente Remus –E questo a cosa è dovuto?-.

Piton si voltò verso di lui, alzando annoiato le sopracciglia.

-Sei un vigliacco, perché hai paura di amarla.-.

-Io non ho paura di amarla! Io non voglio che venga considerata una reietta. Non voglio che soffra…

-Peccato che con la tua brillante idea tu stia ottenendo l’effetto contrario.- commentò sarcasticamente Piton.

Remus sbuffò e, appoggiando la testa sulla mano, disse

-Tu cosa ne sai dall’amore, Severus? Sei talmente glaciale, che in confronto a te un cubetto di ghiaccio è molto più caldo.-.

Piton, allora, si alzò dallo sgabello e, mentre indossava il mantello, rispose

-So solo che, quando arriva il momento, bisogna cogliere la rosa e, tu, idiota di un licantropo, la stai lasciando appassire.-.

Fece per andarsene, quando Lupin si voltò verso di lui e, sorridendo, gli chiese

-Devo prenderlo come un consiglio da amico?-.

-No, solo come una constatazione e non preoccuparti- continuò l’uomo dai capelli neri, mentre apriva la porta del locale –Dirò a Silente di mandare qualcuno a occuparsi delle tue pulci.-.

Lupin rise e, alzando stancamente un braccio, disse

-Grazie Severus, ne ho proprio bisogno!-.

Così, dopo essere rimasto da solo, prese dalla tasca della giacca delle monete e le lasciò sul bancone per pagare la bottiglia di Whisky. Quando si fu finalmente steso sul letto, inspirò profondamente e, prima di cadere in un sonno profondo, ringraziò nella propria mente Severus Piton per ciò che gli aveva detto. Si addormentò, immaginando James e Sirius che lo canzonavano per quello che aveva fatto.
 
 
  
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