Lost in this moment, for the rest of time.

Il fuoco nel caminetto illuminava la sala comune di Grifondoro, lanciando lunghe ombre sui tappeti rosso-oro.
L’orologio di legno segnava mezzanotte e cinquantacinque, e fuori dalla finestra non si vedeva altro che la luna, quasi piena. Sui tavoli c’erano i più svariati oggetti: da mazzetti di carte Spara Schiocco a penne d’aquila abbandonate; persino un tomo rilegato in pelle rosa che recava la scritta ‘I cento modi per affascinarlo: guida ai gusti del mago moderno’.
Tutto era fermo e silenzioso, tranne un raschiare insistente di qualcosa su una pergamena e il rumore continuo di qualcuno che scartava qualcosa. Perché la sala comune era deserta, fatta eccezione per due anime in pena chine su due pergamene.
   Una di queste era una ragazza di circa quindici anni, capelli cespugliosi marroni e testa china su un blocco di appunti dai quali non riusciva evidentemente a trarre alcun insegnamento: continuava a pasticciare i bordi del foglio, mordersi le labbra e scuotere la testa fino a far diventare la sua chioma – se possibile – ancor più intricata.
   A due tavoli di distanza sedeva un ragazzo alto e magro, sui diciassette anni e capelli rossi infuocati, anche lui alle prese con una pergamena – era macchiata di cioccolato, intitolata ‘La Pozione Polisucco’. Oltre a quelle tre parole c’era solo un appunto scritto a matita, molto disordinato: Almeno cinquanta centimetri!!
   Ma mentre la sua vicina si stava struggendo sugli appunti, lui sedeva con le lunghe gambe appoggiate sul bracciolo della poltrona ricoperta di velluto rosso, scartando Cioccorane e mangiandole emettendo versetti come “Mmm... Ma che buono...”, lanciando sguardi sfuggenti alla giovane Grifondoro vicino a lui.
Hermione stava incominciando a perdere la pazienza. Gli appunti di Incantesimi sugli Incantesimi Rallegranti che le aveva prestato Ron erano incompleti, proprio come quelli di Harry; ma il suo libro di testo della materia era probabilmente sotto il banco dell’aula del professor Vitious, al secondo piano. Inoltre Fred continuava a distrarla con i suoi versi. Non riusciva a capire come facesse a rimanere così tranquillo sul non svolgere i compiti quando mancava poco meno di un mese ai suoi M.A.G.O..
   “Fred! Puoi tacere un attimo, per favore?” Provò a chiedere, cercando di mantenere un tono di voce calmo. Sapeva che non doveva perdere la pazienza per non dargliela vinta.
   “Si da il caso, Hermione, che io non ne abbia la benché minima intenzione.” Rispose, sorridendo largamente.
   La ragazza si girò di scatto. “Sono sicura che la penseresti in modo diverso se ti mancassero le conoscenze su incantesimi fondamentali che potrebbero essere chiesti agli esami!” Soffiò.
   Fred rise ad alta voce. “Fondamentali, eh? Fa’ vedere un po’, Prefetto.” Prese la sua pergamena con le mani macchiate di cioccolato e si spostò sulla poltrona di fianco a lei. In un attimo aveva agguantato il foglietto con le tre righe di appunti disordinati di Ron. “Ah... vedo... gli incantesimi Rammendanti.” Alzò un sopracciglio. “Beh, io questi non li ho mai imparati... forse dovresti chiedere a Ginny, è brava in questo genere di-“
   “Non Rammendanti, ma Rallegranti, imbecille.” Sbottò Hermione, incrociando le braccia.
   “E chi ha scritto ‘sta roba, un troll?”
   “Ron.”
   “Dovevo immaginarlo,” Sospirò Fred, fingendo disperazione. “Ronnino il Prefetto dalla calligrafia di fata.” Si girò verso di lei, vedendo che al posto dell’espressione imbronciata di prima c’era un sorrisetto che non vedeva da un bel pezzo.
   “Beh, d'incantesimi Rallegranti sono un esperto,” Iniziò lui, strizzandole un occhio. “Sai, è il mio lavoro.” Rise di nuovo, quella risata lieve e furba che dava voglia di ridere a tutti quelli che la sentivano. Hermione pensò che solo la sua risata aveva l’effetto di dieci incantesimi Rallegranti.
   “Quindi... Mi aiuterai?” Chiese la ragazza, arrossendo per la richiesta inusuale.
   “Beh, certo – in cambio del tuo aiuto per questo maledetto castigo dell’Unto.” Sorrise, facendo un cenno con la testa verso la pergamena vuota.
   La ragazza la prese in mano, leggermente disgustata. “Cosa hai fatto a questa povera pergamena? Un esperimento con le caccabombe?”
   “Annusa.” La sfidò.
   “Ma ti prego.”
In un attimo le posò l’indice sporco di cioccolato sulla punta del naso.
   “Cosa?... Fred!” Esclamò Hermione, sorpresa.
   “Volevo provarle che non stavo maneggiando caccabombe, Prefetto.” Disse, in tono falsamente riverente.
Lei cercò di pulirsi il naso, con il risultato di sporcarlo ancora di più. Beh, almeno non è essenza di caccabomba, pensò, abbandonando l’impresa.
   “Ti sta bene.” Sorrise il ragazzo. “Sei deliziosa,” Proseguì, ammiccando.
   “Ma grazie.” Disse lei, incapace di trattenere un sorriso imbarazzato.
   “Allora, mi aiuti?” La scrutò, divertito dal suo improvviso silenzio.
   “Uh, sì, okay.” Sorrise.

L’orologio sopra il caminetto segnava le due quando finalmente la ragazza mise giù la bacchetta e Fred arrotolò la pergamena, che contava non meno di ottanta centimetri di lunghezza. Entrambi avevano larghi sorrisi stampati sul viso.
   “Beh... allora, a domani.” Disse Hermione, con l’espressione di un bimbo davanti a un uovo di cioccolato.
   “A domani, Prefetto-Polisucco,” Ghignò il Weasley, passandole la bacchetta. Mentre la prendeva, le trattenne le dita. Lei alzò gli occhi, le guance in fiamme, il naso ancora sporco. “Grazie.”
   “Non ci pensare.” Rispose, abbassando lo sguardo.
   “Perché, ti da’ fastidio se ti penso?” Chiese il ragazzo, abbassando la testa verso di lei.
   Alzò lo sguardo, incontrando i suoi occhi scuri, vicinissimi ai suoi. “Veramente no.” Rispose, cercando di combattere il rossore che vedeva riflesso negli occhi del ragazzo.
   “Ne sono felice.” Sussurrò lui. In fretta come quando l’aveva sporcata di cioccolato si chinò sul viso della Grifondoro e, così lievemente che quasi non se ne accorse, le stampò un bacio sulla fronte. Poi, le lasciò le dita e le fece un ultimo cenno. “Buona notte, Hermione.” Il suo tono era lieve, dolce, quasi tenero, e rimbombò ancora a lungo nelle orecchie della ragazza, mentre lo seguiva con lo sguardo finché sparì dietro la porta del suo dormitorio, senza sbattere le palpebre per paura di perdersi anche solo un’immagine di quel momento.
Quando salì le scale per raggiungere il suo letto, sentì ancora il breve contatto delle sue labbra sulla sua fronte, e un pensiero balenò nella sua mente piacevolmente vuota e intorpidita: Vorrei che quest’attimo durasse per sempre.

I don’t want to close my eyes / I don’t want to fall asleep ‘cause I’d miss you babe /
And I don’t want to miss a thing

Angolo dell'Autrice;
Questa one-shot è, come avete probabilmente notato, una Fred/Hermione.
E' un pairing un po' strano, che mi affascina già da un po'. Mi piace l'idea che loro due potessero essere un po' più che amici, anche se spesso hanno dei... dissapori.
Spero vi piaccia!
Un bacio :)

Note;

- La citazione in fondo al testo e il titolo sono tratti dalla canzone "I Don't Want To Miss A Thing" degli Aerosmith.
- Molti di voi saranno rimasti scandalizzati che Hermione non aveva gli appunti su~~gli incantesimi Rallegranti~~ qualunque cosa - in realtà non aveva appunti sull'argomento perchè quando, al terzo anno, Vitious li aveva trattati lei non c'era (ricorate la GiraTempo e i mille casini che ne sono scaturiti?).date QE',