Nota:
Ho deciso di iniziare questa FanFiction
dopo aver letto alcune delle innumerevoli storie Harry/Piton tutore,
che
circolano sul Web in inglese.
No Slash.
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Se
Hagrid fosse impossibilitato ad
andare a prendere Harry dai Dursley, a chi affiderà la
missione Silente?
|Cambio di
Previsioni|
“Professor
Silente, non so come scusarmi!” le grandi mani
aperte del guardiacaccia imploravano perdono, gli immensi occhi
spalancati
minacciavano l’improvviso allagamento dell’ufficio
del Preside.
“Professore, se si potesse fare domani, io ci andrei. Ma
Aragog -lei lo sa
com’è fatto- e sta invecchiando, e non
c’ha altri amici oltre a me…” I preziosi
oggetti argentati di cui lo studio era ricolmo tremavano con ogni
agitato passo
che il mezzo gigante muoveva in tondo, una neo-rinata Fanny estrasse
riluttante
la testa da sotto l’ala, sospettosa.
“Caro Hagrid, cosa ti porta qui a quest’ora a
causare un così enorme disappunto
nei miei ex-colleghi?”
Silente
indicò le pareti dalle quali sguardi severi ed assonnati
osservavano la scena indispettiti… furiosi, nel caso di
Phineas Nigellus.
“Professor Silente, signore, sono qui per pregarla di
perdonarmi!” dichiarò
costernato Hagrid, soffermandosi solo un secondo a guardare il Preside,
per poi
dedicarsi alla minuziosa analisi dei suo grandi scarponi, sopraffatto
dalla
vergogna.
“Via, via caro Hagrid! Cosa mai puoi aver fatto di tanto
grave?” domandò
Silente distratto, impegnato in un’attenta pesca dal suo
cestino di dolci
“Caramellina al limone?”
“Forse,
Signor Preside, il ‘caro Hagrid’ si sta giustamente
scusando per aver fatto irruzione nel suo ufficio senza preavviso nel
cuore
della notte… ” La voce ed il tono inconfondibile
con cui erano state
pronunciate le parole ‘caro Hagrid’, e la scelta
dell’espressione ‘fatto
irruzione’ anziché ‘entrato’,
lasciarono pochi dubbi sull’identità del sincero
parlante: Severus Piton osservava la scena da un angolo dello studio.
“Ovviamente,
commettere un’azione disdicevole col solo scopo
di scusarsene non ha molto senso. Ma chi può dirlo, Hagrid?
Infondo sei sempre
così…
‘sorprendente’” l’insegnante di
Pozioni non nascondeva certo il suo
divertimento mentre un ghigno attraversava le sue labbra.
“Severus, il tuo sarcasmo è come sempre tagliente
e repentino, ma sono certo
che anche tu fremi di impazienza nel conoscere i motivi che portano il
nostro
carissimo Hagrid qui, stanotte!” Gli occhi di Silente
brillavano di pura
curiosità ed eccitazione mentre si spostavano da Piton al
guardiacaccia.
“L’unica cosa per cui ‘fremo’,
Signor Preside, è il posto di insegnante di
Difesa contro le Arti Oscure di cui stavamo parlando.”
dichiarò Piton deciso.
“Oh, mio caro ragazzo, sia tu che io sappiamo che
è di ben altra natura ciò per
cui fremi.” il dolce sorriso di silente, ed il luccichio
d’intesa che i suoi
occhi rivolsero al collega furono ricambiati da imprecazioni silenziose
e
braccia conserte.
“Molto
bene Hagrid, ora che Severus ha qualcosa su cui
riflettere, liberami dalla morsa della curiosità e
raccontami tutto.” Mentre il
Preside prendeva posto su una delle morbide, comodissime sedie, Hagrid
riprendeva il suo lamento, che poco aveva di comprensibile.
“Signore, so che domani c’è da fare
quella cosa lì, ma proprio non posso
lasciare Aragog da solo, non ce la faccio!” detto questo, i
suoi occhi si
riempirono definitivamente di grossissimi lacrimoni “Io non
voglio che lei non
si fida più di me, ma proprio non me la sento!” la
grossa tovaglia fu estratta
da una tasca interna dell’enorme cappotto e, con un suono
disumano, il
mezzo-gigante si soffiò l’enorme naso.
“Andiamo, Hagrid, sono certo che troveremo una soluzione
senza dover intaccare
la mia smisurata fiducia nei tuoi confronti.” gli occhi
sorridenti di Silente da
sotto gli occhiali a mezzaluna non
furono
di molto aiuto
“Ti ho
già offerto una caramella al limone?” un sonoro
ululato rese chiara l’inadeguatezza della mossa.
“Vede? Lei è così generoso con me, e io
nemmeno faccio quello che lei mi
chiede” ora il Preside si era alzato, e assestava lievi colpi
all’altezza del
fianco di Hagrid, rassicurandolo.
“Sebbene io avessi preferito che fossi tu a svolgere la
missione, affiderò la
tutela di Harry ad un altro fortunato detentore della mia
fiducia.”
“Ma, professore, questa qui è una cosa importante,
è sicuro di poter affidare a
qualcun altro lo spostamento?” chiese Hagrid perplesso,
sorpreso e spiazzato dalla
presunta esistenza di qualcuno affidabile quanto, o più di
lui.
“Oh, si, un piccolo cambio di previsioni non
stravolgerà nulla! Inoltre, non ci
sarà da preoccuparsi: ho in mente uno di fiducia, qualcuno a
noi vicino, che si
trova nel castello in questo preciso momento…” il
tono di suspense rendeva il
racconto del Preside quasi fiabesco ed Hagrid, come un enorme bambino,
ascoltava a bocca aperta.
Silente si voltò entusiasta verso Piton, disegnando con mani
e braccia scenari
inesistenti “Qualcuno che è giunto qui qualche
giorno prima dei ragazzi,
qualcuno al mio servizio…” Silente sorrise a
Piton, che divincolò le braccia
ancora incrociate solo per riporre lentamente le mani in tasca, prima
di
parlare.
“Non deve aver a cuore il bene del ragazzo, se decide di
inviare il cane a tre
teste di Hagrid a recuperarlo…” l’ironia
del consapevole ma indifferente
professore fu ignorata dal Preside, che continuò
“Qualcuno
che si trova in questa stanza, in questo momento…”
“la Fenice?”
“molto
più vecchio…”
“il
Cappello Parlante?” ipotizzò impassibile il
Serpeverde,
deciso a non cedere.
“…molto
più utile in caso di pericolo, che è poi la
nostra
prima necessità!” osservò esultante il
Preside.
“Per
l’amor del cielo, Silente, il ragazzo non è ancora
stato
smistato, e già si aspetta che la Spada di Grifondoro gli
appaia
all’occorrenza?” il botta e risposta sarebbe
continuato per ore, ma con un tono
di sorpresa illuminazione nelle sua voce, fu Hagrid a porvi fine
“Ma è lei,
professor Piton! Naturale: è lei che deve andare a prendere
Harry!”
“Che grandiosa idea, Hagrid!” l’aria
felice e sorpresa del Preside era degna
del premio ‘Ippogrifo d’Oro’ per attori,
pensò Piton.
“Non
vedo perché sia di mia competenza.”
“Ma
andiamo, Severus, chi meglio di un professore? E poi,
l’arrivo di un vecchio conoscente spaventerà certo
meno la signora Dursley
rispetto all’entrata in scena del nostro amato quanto immenso
guardiacaccia,
non trovi?”
“Albus!”
lo minacciò coll’indice Piton, ormai scomposto.
“Molto
bene, Hagrid, credo tu possa andare ora. A presto, e
buona fortuna con Aragog!”
“Grazie,
signore! Arrivederci anche a lei, Professor Piton!”
e così Hagrid uscì senza preoccupazioni, redento
dalla sua brillante idea di
poco prima.
“Albus,
io non mi presenterò a Petunia Evans ed al figlio di James
Potter per il tuo diletto personale!” sbottò
Piton, le braccia di nuovo avvinghiate
su se stesse.
“Sii
ragionevole, Severus: chi dovrei mandare? Non posso
certo andare io, e di chi altro posso fidarmi, oltre a
Hagrid?” il Preside
poteva sentire i complessi ingranaggi mentali lavorare dietro ai quei
capelli
corvini.
“Considererai, almeno quest’anno, la mia proposta
di cambio di cattedra?”
chiese l’insegnante, incerto e sospettoso.
“Ci
penserò molto, te l’assicuro!” Silente
attendeva.
“Molto
bene, allora ci andrò. Ma non credere che non mi
costi, e dovrò essere ripagato adeguatamente!”
“Siamo
d’accordo, allora. Ed avrai la tua ricompensa, ragazzo
mio, parola mia.” dichiarò esultante Silente
“Ora
farai meglio a riposarti, infondo domani sarà una
giornata piena!” Piton non nascose uno sguardo indispettito,
mentre si avviava
fuori dallo studio. Conosceva fin troppo bene il vecchio mago per non
sospettare un trucco.
“Ah e,
Severus?” ‘Ecco’, pensò il
professore di Pozioni: il
Preside stava per tirare fuori la clausola mancante, quella che
l’avrebbe
definitivamente incastrato. Si girò cauto mentre
l’altro parlava “Che sbadato”
continuò Albus Silente con un sorriso troppo ampio per i
gusti del collega “non
ti ho neanche chiesto se volevi una caramellina al limone”.
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