Quarto Capitolo
«Servizio d'Ordine... Servizio d'Ordine...
Si ne ho sentito parlare, ma sono cose che è meglio non dire in giro» fu la
risposta di Alessandro.
Non insistetti neanche.
"Ne approfitto per passare dalla classe di mio fratello".
E si un fratello, alto, con i capelli rossi e di nome Roberto. Uno di quei tipi
che non fumano e vivono fuori dal mondo. Che non si interessano di musica, di
letteratura. Specie in via d'estinzione. Bravo ragazzo, un po' opportunista.
Passava tutto il tempo 'in giro ' non ho mai capito dove e con chi. I suoi
amici, erano tutta un'altra tipologia.
Avevamo un buon rapporto ed eravamo bravi a tenerci compagnia.
«Rob mi serve aiuto...» ero corsa in classe da lui
alla ricreazione.
«Dimmi rappresentante dei miei stivali!»
«Non fare come il tuo amico Alessandro!» abbassai il tono della voce «cos'è con
precisione il Servizio d'Ordine?»
«Rappresentante così mi deludi! È un gruppo i cui componenti sono segreti. Dove
si può entrare solo per raccomandazione dai vertici, ovvero dai ragazzi più
grandi. Influenza molto le scelte del consiglio. In pratica tiene in pugno la
scuola.» a quest'ultime parole aggrottò la fronte «Gloria stanne alla larga.»
Trasalii «Stai tranquillo! Mi conosci non mi metto mai nei guai. Anche ora che
sono rappresentante.»
In quel preciso istante entro Ruggiero.
Un colosso di ragazzo con un corpo altrettanto monumentale.
Mi era sempre piaciuto un po'. E per una come me sarebbe stato impossibile non
essere attratta da lui.
Era una persone disponibile, un amico sempre presente, paziente, sorridente e
capace di cambiare il mio umore. In volto non era il massimo, ma non mi
importava.
Anche solo come amico andava bene.
Mi diede un bacio sulla fronte e uscimmo dalla classe.
«Avrei voluto esserci mentre dicevano il tuo nome, bravissima».
Mi fece arrossire. «Non è stato nulla di speciale...» gli raccontai un po' come
mi ero sentita tralasciando alcuni dettaglio, come l'errore del preside. Gli
chiesi anche se conosceva Davide.
«Si di vista. Va in 5F. È uno di quelli sempre in prima fila alle
manifestazioni.»
Non mi chiese il perché, come al solito aspettava che fossi io a fare
spiegazioni. Cercava a tutti i costi di non essere invadente.
«Mi accompagni in un posto?» lui annuì.
Il giorno delle elezioni si rimaneva a scuola fino alle undici anche se non si
svolgevano regolarmente le lezioni.
Arrivai in orario nel bar davanti scuola.
Ogni volta passando avevo visto sempre
seduti allo stesso tavolino vari ragazzi dall'aria seria e soprattutto macabra,
e non fu una sorpresa trovare quella stessa comitiva riunita lì anche quel
giorno.
Claudio si alzò per cedermi il suo posto.
«Signori, questa è la nostra brava nuova
rappresentante. Gloria.»
Risposi con un cenno e salutai con un
sorriso Ruggiero.
Sei persone, compresa me, erano sedute a
quel tavolo.
Passai in rassegna i volti.
Davide e Marco si trovavano alla mia
sinistra.
Dall'altro lato aveva preso posto Claudio
accanto a Serena e ad un altro ragazzo, che ero quasi certa si chiamasse
Francesco.
Ne approfittai per squadrare meglio
quest'ultimi.
La ragazza era molto minuta e abbastanza
graziosa in volto.
Da quelle poche parole che ci eravamo
scambiate fino ad allora avevo capito che era una persone abituate a comandare
e ad ottenere tutto quello che voleva.
Dell'altro non sapevo molto. La sua fama
era quella di essere il rivoluzionario e il fatto che fosse l'unico in tutta la
scuola ad essere iscritto ad un partito la diceva lunga sul suo conto.
Anche da seduto si riusciva ad identificare
la sua statura tarchiata, le sue sopracciglia sembravano non aver mai riposo e
costantemente rimanevano aggrottate.
«Direi che dobbiamo metterci subito al
lavoro. Non possiamo deludere i nostri cari elettori.»
«Hai perfettamente ragione Marco. Tra due
settimane ci sarà il comitato studentesco, dobbiamo essere pronti.»
"Credo che sia una buona idea rimanere
zitti la prima volta." pensai limitandomi ad osservare i volti dei
presenti.
«Direi di partire dell'attuazione dell'aula
autogestita, vediamo cosa ne pensano gli altri rappresentanti di classe» disse
Davide.
«Che altri argomenti pensiamo di esporre in
comitato?» dissi prendendo parola per la prima volta.
«Tu che idee hai?»
«Pensavo di parlare della manifestazione a
Roma » risposi non molto sicura di aver fatto la scelta giusta.
«Si, ci avevo pensato pure io » disse
Serena bloccando con un braccio Francesco che era sul punto di commentare
l'argomento «Ne riparliamo meglio prima dell'assemblea. Godiamoci la vittoria
di oggi!»
Cercai di sorridere, ma ero troppo nervosa
e mi limitai a fare in modo di non sembrare un'ebete.
«Questa sera c'è una riunione con gli
universitari della rete studentesca. Ci vediamo davanti il padiglione della
facoltà di letteratura?» disse Marco, quando già molti di noi si erano alzati.
Tutti facemmo cenno di si e mi congedai
salutandoli.
Trovai mio fratello e Ruggiero che mi
aspettavano dietro l'angolo.
"Guai in vista".
Lo sguardo inquisitore di Roberto mi
bloccò.
«Io non mi caccio nei guai!» disse.
«Smettila di imitarmi! Ed è vero, per questo
motivo verrete pure voi questa sera. Così nessuno si metterà nei guai.»
«CHE COSA?» risposero in tono entrambi
abbastanza furiosi.
«Su! Fatelo per me!»
«Okay. Mi arrendo, vai a casa in motore?»
«Sisi Rob.» "Un bel sorriso ed è fatta. Confesso che ero
preoccupata per questa sera. Mi sarei trovata in difficoltà ad andarci da
sola."
«Perfetto, allora ti passiamo a prendere
alle sette a casa e ci darai tutti i dettagli di quest'allegra serata» disse
mio fratello salutandomi.
«Okay, siete i migliori! A più tardi!»
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