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Autore: 365feelings    07/08/2011    4 recensioni
In quel vino ci sono le luci basse, il mobili pregiati, l’argenteria luccicante, le portate succulente, le sete e i gioielli di Walburga, il gelido silenzio di una cena in casa Black. In quel sapore intenso e speziato ci sono i litigi e le grida, le porte sbattute, i dispetti, i vasi rotti e i pianti sommessi. In quel retrogusto amaro ci sono il disappunto e il disgusto dei Black, la loro follia e la rabbia di Sirius.
[Quarta classificata al De Solitudine Contest di Wynne Sabia e vincitrice Premio Esordiente]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Regulus Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Autore: KumaCla (Amaranth93 sul forum)
Titolo: Il vino della solitudine
Personaggio scelto: Numero 10, Regulus Black
Citazione: La mia ombra è l'unica cosa che cammina al mio fianco (Bouleverd of broken dreams- Green Day)
Eventuali altri personaggi: Accenni alla famiglia Black
Genere: Malinconico, Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti: FlashFic
Eventuali NdA: Regulus Black è un personaggio che merita attenzione almeno quanto il fratello. Spero che non mi sia sfuggito di mano e di non aver scritto un mucchio di cavolate.

 

 

Il vino della solitudine

La mia ombra è l'unica cosa che cammina al mio fianco


Il vino nel bicchiere è scuro, sembra una pozza in cui affogare, ma basta un lieve movimento della mano perché quel cupo rubino si accenda di mille riflessi.
Le labbra di Regulus ne catturano un lungo sorso.
In quel vino ci sono le luci basse, il mobili pregiati, l’argenteria luccicante, le portate succulente, le sete e i gioielli di Walburga, il gelido silenzio di una cena in casa Black. In quel sapore intenso e speziato ci sono i litigi e le grida, le porte sbattute, i dispetti, i vasi rotti e i pianti sommessi. In quel retrogusto amaro ci sono il disappunto e il disgusto dei Black, la loro follia e la rabbia di Sirius.
Regulus allontana il bicchiere dal volto, sembra stordito, quasi impreparato a ritrovare in quell’innocua bevanda il suo passato, ma continua tenerlo in mano: la presa sul vetro è salda ma elegante, come sua madre gli ha insegnato da piccolo.
Il fuoco, nel caminetto davanti a lui, crepita allegramente e le fiamme allungano la propria ombra sul pavimento. Regulus si perde a contemplare l’arancione del fuoco, che in alcuni momenti sembra screziarsi di rosso, come la divisa di suo fratello, come le scintille della propria bacchetta, come il sangue.
Riporta alle labbra il bicchiere e riprende a bere fino a svuotarlo, per poi riempirlo di nuovo.
Il senso di lieve ebbrezza che gli annebbia dolcemente la mente ha il sapore della solitudine, aspra all’inizio, ma che col tempo diventa inebriante.
Regulus ripensa al passato, ai giorni in cui era un tormento limitarsi ad esistere nell’assoluto silenzio della propria camera, senza una carezza o un bacio materno.
All’epoca Sirius monopolizzava l’attenzione con le sue malefatte e non aveva tempo per nessuno, tanto meno per il fratello minore colpevole di essere un vero Black.
Al bambino che era, ripensa Regulus, non restava altra compagnia che la propria ombra.
Ripercorre col pensiero quella strada solitaria, l’unica mai conosciuta, che l’ha portato dov’è ora, davanti a quel caminetto e con quel vino nostalgico.
Sono stati anni bui e terribili i suoi, sempre segnati dal desiderio di accontentare una madre troppo fredda e distante. Anni di apprendistato, che lo hanno reso ancora più silenzioso e solo, sordo e cieco ai richiami della vita, ma più forte e deciso.
Regulus assapora l’ultimo sorso di vino, lascia che il sapore della bevanda esploda sul suo palato come i suoi ricordi e poi posa il bicchiere su un tavolo.
È arrivato il momento di incamminarsi per una nuova strada, di decidere da sé il proprio futuro: vuole fare un tentativo, vuole fare pace con il passato, mettere fine a un’infanzia priva di amore, sentirsi all’altezza di un fratello che avrebbe voluto conoscere meglio.
Regulus è solo, solo con la sua ombra che da sempre è stata l’unica ad aver camminato al suo fianco, ma per la prima volta va incontro a un destino che sente appartenergli.

 

   
 
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