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Autore: evanss    07/08/2011    14 recensioni
Fissò il suo riflesso allo specchio – i capelli erano un disastro, le guance troppo arrossate - e una smorfia di disappunto le comparve sul viso senza che potesse far niente per impedirlo.
«Lo so, non è un bello spettacolo. Tranquilla, io ormai ci ho fatto l’abitudine. È solo questione di tempo.» fece lui ridendo, evitando la scarpa che puntualmente era stata lanciata nella sua direzione.
Un capitano scoraggiato, tanta pioggia e due ritardatari che nascondono qualcosa.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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lucky bracelet

                                 alle mie squallide, with love. e a tutte le vic’s, vecchie e nuove.

 

 

È un duro lavoro, quello del capitano.

James gli aveva ripetuto quella frase fino allo sfinimento: a Hogwarts, durante gli allenamenti o a casa, quando nel tempo libero trasformavano il giardino in un campetto improvvisato.

Al, per quanto tenesse sempre in considerazione tutti i consigli di suo fratello, non aveva mai prestato troppa attenzione a quella frase in particolare. Insomma, creare schemi, coordinare giocatori, infondere lo spirito di squadra. Non poteva essere così difficile.

Non lo era mai stato. Fino a quel giorno, almeno.

Un tuono più forte degli altri fece sobbalzare Anita Jones – una delle battitrici – che per lo spavento finì per scontrarsi contro il suo armadietto, portando le mani sul naso con aria dolorante.

Al, che in un’altra occasione sarebbe sicuramente scoppiato a ridere, si trattenne dal buttarsi a terra e scoppiare in un pianto disperato. Piuttosto, prese un bel respiro e si fece coraggio.

«Ragazzi, capisco che non sia proprio l’ideale giocare con questo tempo, ma il campionato si avvicina e…non siamo messi benissimo, ecco. Senza contare che quasi sicuramente ci toccherà giocare in queste condizioni, il prossimo mese.» fece lui con un sorrisino accennato, cercando di nascondere agli altri le sue preoccupazioni.

Maledizione a lui e a quando aveva accettato il ruolo di capitano.

Perché c’era quella pioggia?

Perché dovevano allenarsi con quel tempaccio?

Perché Mark starnutiva in modo così rumoroso?

E per l’amor del cielo, perché mancava metà squadra all’appello?

«Non vorrei urlare o comportarmi da psicopatico, davvero. Ma potrei sapere dove sono gli altri?» sbottò poi, sull’orlo di una crisi di nervi.

Nello spogliatoio calò un silenzio improvviso, interrotto solo dal rumore della pioggia e qualche occhiata impaurita.

Al incrociò le braccia al petto, in attesa.

Mark – il portiere – dopo uno starnuto particolarmente eclatante, come l’avrebbe definito Lily o ‘uno di quelli che lasciano parecchi souvenirs’, come l’avrebbe chiamato James, si decise a prendere parola.

«Vanessa dovrebbe arrivare a momenti, era in punizione. Scorpius era impegnato in biblioteca, credo. Cose da Caposcuola. Anche se in teoria dovrebbe già essere qui. E Lily beh, non ne ho idea. Dovrebbe già essere qui anche lei.» concluse il portiere, mentre Scarlett, l’altra battitrice – in modo da prevenire un ulteriore assalto di germi – gli porgeva un fazzoletto.

Dovrebbero già essere qui, certo. E anche da un bel pezzo, si disse Al.

Non bastavano la pioggia, la stanchezza pre-esami e la mancanza di sonno a rendergli la vita da capitano impossibile, adesso ci si mettevano anche quell’idiota del suo migliore amico e sua sorella. Incredibile.

Li avrebbe strozzati, appena si sarebbero degnati di presentarsi, ne era sicuro. Anche se sarebbe stato difficile poi spiegare alla McGranitt che la squadra di Serpeverde non aveva più un Cercatore e neanche una Cacciatrice. Scomparsi, entrambi. In circostanze misteriose, aggiunse una vocina malefica nella sua testa.

Al sbuffò, poi prese posto su una delle panche dello spogliatoio, con aria afflitta, in attesa.

Difficile da credere ma sì, James aveva ragione.

Era proprio duro, il lavoro da capitano.

 

 

*

 

 

Le chiuse la bocca con un bacio più lungo degli altri, prima di districarsi da quel groviglio di gambe e vestiti - che era diventato ormai troppo familiare - e sdraiarsi al suo fianco.

La sentì ridere, come al solito. Lily rideva spesso quando erano insieme; specialmente quando erano insieme a fare cose che non avrebbero dovuto fare in una scuola, ma questo era un dettaglio più che trascurabile.

«Abbiamo ancora cinque minuti, dopo di che l’ira funesta di mio fratello si abbatterà su di noi e non avremo scampo.» fece lei divertita, mentre si voltava su un fianco - le dita di Scorpius ancora tra i suoi capelli.

Lui scosse la testa, un po’ divertito e un po’ contrariato.

«Dici che si incazzerà più del solito se stavolta non ci presentiamo?» sbuffò, mentre con un riflesso quasi involontario la mano di Lily scendeva a cercare la sua.

«Odio volare con questo tempo.» aggiunse poi, come se la cosa non fosse minimamente importante per lui. Lily sorrise nella penombra della stanza, mentre fissava con insistenza le loro mani intrecciate. Non era mai stata una tipa particolarmente romantica, eppure le sembrava strano e in un certo senso bello, il modo in cui le loro mani combaciavano quasi perfettamente.

Si voltò a fissarlo, la luce fioca che filtrava nella stanza gli illuminava a malapena il viso.

«Certo che lo odi, hai la pelle troppo sensibile. Per non parlare dei danni permanenti che la pioggia potrebbe causare alla tua splendida chioma.» lo prese in giro lei, mentre si alzava dandogli le spalle, rischiando di inciampare nella camicia buttata a terra.

Lo sentì sospirare, mentre la stanza si illuminava all’improvviso, probabilmente rispondendo ai desideri di Scorpius.

«Divertente, ma no. Odio questo tempo perché tuo fratello diventa intrattabile. E indovina un po’ chi è il fortunato che deve sorbirsi le sue lamentele?»

Lily sorrise, di nuovo.

«Ma se non aspetti altro!» sbuffò lei, spostandosi poi alla velocità della luce per evitare il cuscino lanciatogli da Scorpius. Era abituata, ormai.

Fissò il suo riflesso allo specchio – i capelli erano un disastro, le guance troppo arrossate - e una smorfia di disappunto le comparve sul viso senza che potesse far niente per impedirlo.

«Lo so, non è un bello spettacolo. Tranquilla, io ormai ci ho fatto l’abitudine. È solo questione di tempo.» fece lui ridendo, evitando la scarpa che puntualmente era stata lanciata nella sua direzione.

«Abitudine o no, non sembravi molto schifato fino a cinque minuti fa!» gli rispose lei, con un sorrisino finto, prima di dargli le spalle e iniziare a sistemarsi la divisa. Scorpius la squadrò da capo a piedi, poi sorrise. Se gli avessero chiesto di stilare una classifica delle cose che più adorava al mondo, far incazzare Lily Potter sarebbe rientrata di diritto nelle prime posizioni.

Non riusciva a scegliere cosa esattamente lo divertisse di più: gli occhi che si infiammavano di quella strana luce battagliera, le guance più rosse che mai o forse i capelli - di quel rosso così intenso - che sembravano prendere vita come fiamme quando lei era arrabbiata.

Fece qualche passo per avvicinarsi a lei, ancora di spalle e ancora visibilmente contrariata. Scorpius non poté fare a meno di sorridere.

«Senti un po’, ti piacciono ancora i Foster Brothers?» domandò lui, fingendo indifferenza e cercando in tutti i modi di sistemarsi la cravatta in maniera decente.

Lei si bloccò di colpo, come se improvvisamente la camicia avesse perso tutto il suo fascino. Cercò di non mostrarsi troppo colpita – come diavolo faceva a ricordarselo? - e spostò gli occhi su di lui.

«Ehm, certo. Li adoro. Faranno un concerto durante le vacanze di Natale. Volevo andarci con Rose, ma ovviamente data la mia immensa fortuna tutti i biglietti sono già stati venduti.» sbuffò lei con una scrollata di spalle, voltandosi finalmente a fissarlo.

Scorpius la guardava con uno strano sorrisino, che di solito non prometteva nulla di buono.

«Perché mi guardi così? Ti ricordo che qualche secondo fa mi hai definito ‘non un bello spettacolo’, perciò piantala Malfoy, non attacca. Sono ancora arrabbiata con te.» rispose lei incrociando le braccia al petto, con aria di sfida.

«Capisco. E se casualmente, e sottolineo casualmente, dovessi avere due biglietti per il concerto, saresti ancora arrabbiata con me?»

Lily aprì la bocca più volte, senza riuscire ad articolare nessuna parola di senso compiuto. Poi lo guardò con aria incredula.

«Stai scherzando. Non è divertente.»

Scorpius si avvicinò di qualche passo.

«Non sto ridendo» disse con una scrollata di spalle.

Lei continuò a squadrarlo, senza staccargli mai gli occhi di dosso. Era serio, non stava scherzando. Aveva preso dei biglietti per un concerto del suo gruppo preferito.

Concerto. Foster Brothers. Con Scorpius. Wow.

Saltargli addosso per ringraziarlo le sembrava un’idea troppo prevedibile. Troppo vista-e-rivista. E soprattutto, troppo dannatamente invitante.

«Forte. Voglio dire, grazie.» se ne uscì alla fine mordendosi il labbro, ferma davanti a lui, consapevole di essere arrossita almeno un po’.

Lui rise, si avvicinò per passarle una mano tra i capelli. Le rubò un bacio a fior di labbra, poi si piazzò davanti allo specchio.

«Beh, prego. Ma chi ti ha detto che voglio andarci con te?»

Lily alzò gli occhi al cielo, gli lanciò contro una scarpa che stavolta lui non riuscì a evitare e poi scosse la testa contrariata. Inutile cercare di infondere un po’ di buonsenso alla conversazione, tanto lui non avrebbe mai smesso di prenderla in giro.

Non aveva mai pensato che potesse esistere qualcuno più insopportabile e piantagrane – come amavano definirla i suoi fratelli – di lei, ma si era ricreduta qualche mese prima, quando aveva iniziato la sua frequentazione  top secret col piantagrane più biondo di tutti. Lo fissò di sottecchi, mentre le strizzava l’occhio e finiva di annodarsi la cravatta.

Beh, non le era andata poi così male.

Invasa da una sorta di dolce allegria, prese il braccialetto malandato che aveva al polso, lo tenne tra le mani per qualche secondo e poi – senza pensarci due volte – glielo lanciò.

«La tua intenzione era di farmi male con questo?» ghignò lui, mentre teneva il braccialetto di cuoio tra le mani. Lily alzò gli occhi al cielo. Perché i ragazzi non capivano mai niente?

«No, per quello ci sono le scarpe. Te lo sto regalando.» fece poi, senza guardarlo negli occhi, come se la cosa non fosse neanche minimamente importante per lei. «…è il mio braccialetto portafortuna.» aggiunse poi, alzando lo sguardo, come se questo spiegasse tutto.

Scorpius le rivolse uno dei suoi sguardi limpidi, indecifrabili. Lily li adorava, perché i suoi occhi assumevano una tonalità quasi più chiara – ma forse era solo una sua impressione – e li detestava anche, perché non riusciva mai a capire cosa gli passasse per la testa.

Non quando la guardava così.

«E’ una cosa stupida. Voglio dire, visto che tu mi hai regalato la tua medaglietta qualche giorno fa…e mi porti al concerto! E poi è magico, ci sono dei ciondoli speciali, vedi? Tiene lontani i Nargilli e le maledizioni…potresti averne bisogno, con tutte le tue ammiratrici – aggiunse sbuffando – mi sembrava carino.  Per condividere, no?» sbottò alla fine Lily, più rossa che mai.

Scorpius distese le labbra in un sorriso.

Non le disse che ricordava perfettamente quanto lei tenesse a quel braccialetto, a come durante il suo primo giorno di scuola l’avesse mostrato praticamente a tutti – più che entusiasta. Era convinto che in cuor suo Lily già sapesse ed era per questo che adorava stare con lei, perché le parole si riducevano solo a inutili cornici.

Lily lo capiva, meglio di chiunque altro.

«Mi piace. E mi piace condividere con te, te l’ho mai detto?» aggiunse con un sorrisino malizioso, mentre si avvicinava e le depositava un bacio sul collo.

La sentì ridere contro la sua spalla, il braccialetto intrecciato tra le loro mani strette.

«Perché non condividiamo un altro po’?» le sussurrò poi, continuando a ridere, mentre con la mano saliva tra i suoi capelli.

La sua di mano, invece, era già sotto la camicia di Scorpius.

Ci mise qualche secondo per capire che forse stava dimenticando qualcosa di fondamentale.

Ma cosa?

Non era proprio quanto di più facile al mondo, pensare. Non in quella situazione, almeno.

Poi, come se fosse la cosa più naturale del mondo, il viso furioso di Al apparve nella sua mente, come una sorta di promemoria.

«O MERLINO L’ALLENAMENTO!»

 

 

*

 

 

Al si passò l’asciugamano tra i capelli bagnati, beandosi del silenzio dello spogliatoio.

Anche la pioggia aveva smesso di cadere e l’unico rumore che riusciva ad avvertire era solo quello del ticchettio delle dita di Scorpius contro l’armadietto.

«Beh, non è andata così male, in fondo. No?» chiese Al, mentre si infilava i calzini.

Lo sentì ridere, una delle sue solite risate bastarde.

«Infatti. Forse se ci impegniamo riusciremo a piazzarci al quarto posto. L’anno prossimo.» rispose Scorpius ridendo, mentre raccoglieva l’asciugamano lanciatogli da Al.

«Stronzo.» sbottò lui, buttandosi sulla panca più vicina.

Il biondo lo guardò di sottecchi, alzando gli occhi al cielo.

«Piantala con queste scenette drammatiche da reginetta del ballo. Sai benissimo che siamo i più forti, hai il Cercatore migliore della Scuola, cocco. Per non parlare della Cacciatrice.» aggiunse – come se fosse la cosa più naturale del mondo - mordendosi la lingua subito dopo.

Merda.

Al alzò lo sguardo su di lui, un po’ disorientato.

«Beh, sarà anche insopportabile, ma devi ammettere che tua sorella è una Cacciatrice coi fiocchi. Migliore di te, senza dubbio.» aggiunse subito ridendo, scampando al pericolo, mentre Al gli depositava un pugno sulla schiena, avvicinandosi al suo armadietto.

«Ma guardali, ecco perché siete sempre gli ultimi a uscire dallo spogliatoio. Vi fate le coccole?» sbuffò una voce decisamente familiare alle loro spalle.

Al e Scorpius si voltarono nello stesso istante, giusto in tempo per godersi il sorrisino di scherno comparso sul viso di Lily, rossa e accaldata dopo la doccia, vestita e pronta per tornarsene al castello.

«Lily, siamo mezzi nudi! Scorpius è in mutande!» sbottò suo fratello con un cipiglio contrariato. Scorpius invece - che dava le spalle a entrambi mentre si vestiva - stava ridendo sommessamente, Lily lo capiva dal modo in cui gli tremavano le spalle.

«Oh Merlino Al, da piccolo giravi nudo per casa, ho già visto tutto! E ho già visto anche Scorpius in mutande, quindi piantala!» rispose lei velocemente, bloccandosi subito dopo.

Scorpius aveva smesso di ridere, si era voltato e la fissava con uno sguardo un tantino spiazzato. Un misto tra “sei impazzita?” e “è questa la tua idea di ‘diciamolo ad Al’?’”.

Albus invece, con una mano ancora nell’armadietto e l’altra nel borsone alla ricerca dei jeans, fissava entrambi con un’espressione abbastanza sbigottita.

«Al lago, idiota. L’estate scorsa!» fece prontamente Lily, cercando di suonare convincente e di non arrossire più del dovuto. Non si voltò a guardarlo, ma poteva giurare di aver sentito Scorpius tirare un sospiro di sollievo, accompagnato dalla sua solita risata bassa.

«Era un costume, tecnicamente.» fece Al, tornando a respirare regolarmente e buttandosi a capofitto verso il borsone.

«Lascialo perdere, Lily. È geloso, detesta condividermi con gli altri.» sbottò Scorpius, sorridendole di sottecchi e facendole l’occhiolino nel momento in cui Al non li fissava.

Lei scoppiò a ridere, suo fratello la seguì a ruota.

«Comunque, io sto morendo di fame e voi qui ne avete ancora per molto. Ci si vede a tavola!» sbottò lei - felice di avere un motivo per svignarsela - voltandosi e lasciandoli soli.

Al sbuffò sonoramente.

«E’ buio Lily, non dovresti andare da sola in giro a quest’ora. Che ti costa aspettare cinque minuti?» fece lui ad alta voce, avvertendo la riposta contrariata di sua sorella, che ormai era già all’esterno dello spogliatoio.

«Tranquillo, vado anch’io. Vedi di muoverti, però.» disse poi Scorpius, mentre prendeva la scopa in spalla e si passava una mano tra i capelli.

Fu un attimo.

Al gli sorrise riconoscente, poi si voltò a fissarlo di nuovo, mentre il biondo si dirigeva a passi lenti verso la porta.

Aveva notato un oggetto familiare sul polso di Scorpius.

Troppo familiare.

Era il bracciale di Lily, il suo braccialetto portafortuna! O almeno, gli era sembrato di vederlo, ma era impossibile.

Al sorrise tra sé e sé, quasi per prendersi in giro. Idiota, cosa andava pensare…

Poi invece – come se la verità fosse stata davanti ai suoi occhi da sempre – la sua mente cominciò a lavorare di fantasia, analizzando coincidenze e sospetti.

Il bracciale di Lily. Sul polso di Scorpius.

Lily e Scorpius in ritardo.

Lily e Scorpius che in quel periodo litigavano molto meno del solito e anzi, sembravano andare inaspettatamente anche troppo d’accordo.

Lily e quella medaglietta che ultimamente usava come ciondolo e che gli era sempre sembrata troppo familiare.

Tranquillo, vado anch’io.

Ho già visto Scorpius in mutande.

La verità gli piombò addosso come una secchiata d’acqua fredda. Ci mise all’incirca cinque secondi per collegare bocca e cervello.

«TORNATE SUBITO QUIII!»

 

**

 

Nella mia testa questa shot doveva essere carina, corta e divertente. Più la rileggo e più mi convinco che non rientra in nessuna delle tre categorie, quindi la smetto XD è passato un bel po’ di tempo dall’ultima volta che ho pubblicato qualcosa, sono cambiate parecchie cose (tipo il mio nick - miss nina non si poteva sentire, dai lol), ma ho sempre continuato ad amare questi due. OTP, punto. Non so che altro dire. Ah, stavolta ho messo tutti a Slytherin, era un’idea che mi piaceva troppo. E se non si fosse capito, Lily e Scorpius erano nella Stanza delle Necessità! Ah, un’altra cosa. Non penso assolutamente che Al sia uno sfigato incapace di fare il Capitano, anzi. Lo adoro e penso sia grande, nel Quidditch come a scuola, ma ognuno ha i suoi momenti no e beh, Al si trovava in uno di quelli XD e prima o poi doveva scoprire cosa combinavano quei due, quindi questa è la mia versione lol eeeeh, ho detto tutto.  Ah, e i Foster Brothers non esistono, almeno credo. Parlo troppo, sempre. Scappo davvero, dai.

Commenti graditissimi!

vals

 

  
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