lucky
bracelet
alle
mie squallide, with love. e a tutte le vic’s, vecchie e nuove.
È
un duro lavoro, quello del capitano.
James
gli aveva ripetuto quella frase fino allo sfinimento: a Hogwarts, durante gli
allenamenti o a casa, quando nel tempo libero trasformavano il giardino in un
campetto improvvisato.
Al,
per quanto tenesse sempre in considerazione tutti i consigli di suo fratello,
non aveva mai prestato troppa attenzione a quella frase in particolare. Insomma,
creare schemi, coordinare giocatori, infondere lo spirito di squadra. Non poteva
essere così difficile.
Non
lo era mai stato. Fino a quel giorno, almeno.
Un
tuono più forte degli altri fece sobbalzare Anita Jones – una delle battitrici –
che per lo spavento finì per scontrarsi contro il suo armadietto, portando le
mani sul naso con aria dolorante.
Al,
che in un’altra occasione sarebbe sicuramente scoppiato a ridere, si trattenne
dal buttarsi a terra e scoppiare in un pianto disperato. Piuttosto, prese un bel
respiro e si fece coraggio.
«Ragazzi,
capisco che non sia proprio l’ideale giocare con questo tempo, ma il campionato
si avvicina e…non siamo messi benissimo, ecco. Senza contare che quasi
sicuramente ci toccherà giocare in queste condizioni, il prossimo mese.» fece
lui con un sorrisino accennato, cercando di nascondere agli altri le sue
preoccupazioni.
Maledizione
a lui e a quando aveva accettato il ruolo di capitano.
Perché
c’era quella pioggia?
Perché
dovevano allenarsi con quel tempaccio?
Perché
Mark starnutiva in modo così rumoroso?
E
per l’amor del cielo, perché mancava metà squadra all’appello?
«Non
vorrei urlare o comportarmi da psicopatico, davvero. Ma potrei sapere dove sono
gli altri?» sbottò poi, sull’orlo di una crisi di nervi.
Nello
spogliatoio calò un silenzio improvviso, interrotto solo dal rumore della
pioggia e qualche occhiata impaurita.
Al
incrociò le braccia al petto, in attesa.
Mark
– il portiere – dopo uno starnuto particolarmente eclatante, come
l’avrebbe definito Lily o ‘uno di quelli
che lasciano parecchi souvenirs’, come l’avrebbe chiamato James, si decise a
prendere parola.
«Vanessa
dovrebbe arrivare a momenti, era in punizione. Scorpius era impegnato in
biblioteca, credo. Cose da Caposcuola. Anche se in teoria dovrebbe già essere
qui. E Lily beh, non ne ho idea. Dovrebbe già essere qui anche lei.» concluse il
portiere, mentre Scarlett, l’altra battitrice – in modo da prevenire un
ulteriore assalto di germi – gli porgeva un fazzoletto.
Dovrebbero
già essere qui,
certo. E anche da un bel pezzo, si disse Al.
Non
bastavano la pioggia, la stanchezza pre-esami e la mancanza di sonno a rendergli
la vita da capitano impossibile, adesso ci si mettevano anche quell’idiota del
suo migliore amico e sua sorella. Incredibile.
Li
avrebbe strozzati, appena si sarebbero degnati di presentarsi, ne era sicuro.
Anche se sarebbe stato difficile poi spiegare alla McGranitt che la squadra di
Serpeverde non aveva più un Cercatore e neanche una Cacciatrice. Scomparsi,
entrambi. In circostanze misteriose, aggiunse una vocina malefica nella sua
testa.
Al
sbuffò, poi prese posto su una delle panche dello spogliatoio, con aria
afflitta, in attesa.
Difficile
da credere ma sì, James aveva ragione.
Era
proprio duro, il lavoro da capitano.
*
Le
chiuse la bocca con un bacio più lungo degli altri, prima di districarsi da quel
groviglio di gambe e vestiti - che era diventato ormai troppo familiare - e
sdraiarsi al suo fianco.
La
sentì ridere, come al solito. Lily rideva spesso quando erano insieme;
specialmente quando erano insieme a fare cose che non avrebbero dovuto fare in
una scuola, ma questo era un dettaglio più che trascurabile.
«Abbiamo
ancora cinque minuti, dopo di che l’ira funesta di mio fratello si abbatterà su
di noi e non avremo scampo.» fece lei divertita, mentre si voltava su un fianco
- le dita di Scorpius ancora tra i suoi capelli.
Lui
scosse la testa, un po’ divertito e un po’ contrariato.
«Dici
che si incazzerà più del solito se stavolta non ci presentiamo?» sbuffò, mentre
con un riflesso quasi involontario la mano di Lily scendeva a cercare la
sua.
«Odio
volare con questo tempo.» aggiunse poi, come se la cosa non fosse minimamente
importante per lui. Lily sorrise nella penombra della stanza, mentre fissava con
insistenza le loro mani intrecciate. Non era mai stata una tipa particolarmente
romantica, eppure le sembrava strano e in un certo senso bello, il modo in cui le loro mani
combaciavano quasi perfettamente.
Si
voltò a fissarlo, la luce fioca che filtrava nella stanza gli illuminava a
malapena il viso.
«Certo
che lo odi, hai la pelle troppo sensibile. Per non parlare dei danni permanenti
che la pioggia potrebbe causare alla tua splendida chioma.» lo prese in giro
lei, mentre si alzava dandogli le spalle, rischiando di inciampare nella camicia
buttata a terra.
Lo
sentì sospirare, mentre la stanza si illuminava all’improvviso, probabilmente
rispondendo ai desideri di Scorpius.
«Divertente,
ma no. Odio questo tempo perché tuo fratello diventa intrattabile. E indovina un
po’ chi è il fortunato che deve sorbirsi le sue
lamentele?»
Lily
sorrise, di nuovo.
«Ma
se non aspetti altro!» sbuffò lei, spostandosi poi alla velocità della luce per
evitare il cuscino lanciatogli da Scorpius. Era abituata,
ormai.
Fissò
il suo riflesso allo specchio – i capelli erano un disastro, le guance troppo
arrossate - e una smorfia di disappunto le comparve sul viso senza che potesse
far niente per impedirlo.
«Lo
so, non è un bello spettacolo. Tranquilla, io ormai ci ho fatto l’abitudine. È
solo questione di tempo.» fece lui ridendo, evitando la scarpa che puntualmente era stata lanciata nella
sua direzione.
«Abitudine
o no, non sembravi molto schifato fino a cinque minuti fa!» gli rispose lei, con
un sorrisino finto, prima di dargli le spalle e iniziare a sistemarsi la divisa.
Scorpius la squadrò da capo a piedi, poi sorrise. Se gli avessero chiesto di
stilare una classifica delle cose che più adorava al mondo, far incazzare Lily
Potter sarebbe rientrata di diritto nelle prime
posizioni.
Non
riusciva a scegliere cosa esattamente lo divertisse di più: gli occhi che si
infiammavano di quella strana luce battagliera, le guance più rosse che mai o
forse i capelli - di quel rosso così intenso - che sembravano prendere vita come
fiamme quando lei era arrabbiata.
Fece
qualche passo per avvicinarsi a lei, ancora di spalle e ancora visibilmente
contrariata. Scorpius non poté fare a meno di sorridere.
«Senti
un po’, ti piacciono ancora i Foster Brothers?» domandò lui, fingendo
indifferenza e cercando in tutti i modi di sistemarsi la cravatta in maniera
decente.
Lei
si bloccò di colpo, come se improvvisamente la camicia avesse perso tutto il suo
fascino. Cercò di non mostrarsi troppo colpita – come diavolo faceva a
ricordarselo? - e spostò gli occhi su di lui.
«Ehm,
certo. Li adoro. Faranno un concerto durante le vacanze di Natale. Volevo
andarci con Rose, ma ovviamente data la mia immensa fortuna tutti i biglietti
sono già stati venduti.» sbuffò lei con una scrollata di spalle, voltandosi
finalmente a fissarlo.
Scorpius
la guardava con uno strano sorrisino, che di solito non prometteva nulla di
buono.
«Perché
mi guardi così? Ti ricordo che qualche secondo fa mi hai definito ‘non un bello
spettacolo’, perciò piantala Malfoy, non attacca. Sono ancora arrabbiata con
te.» rispose lei incrociando le braccia al petto, con aria di
sfida.
«Capisco.
E se casualmente, e sottolineo casualmente, dovessi avere due biglietti per il
concerto, saresti ancora arrabbiata con me?»
Lily
aprì la bocca più volte, senza riuscire ad articolare nessuna parola di senso
compiuto. Poi lo guardò con aria incredula.
«Stai
scherzando. Non è divertente.»
Scorpius
si avvicinò di qualche passo.
«Non
sto ridendo» disse con una scrollata di spalle.
Lei
continuò a squadrarlo, senza staccargli mai gli occhi di dosso. Era serio, non
stava scherzando. Aveva preso dei biglietti per un concerto del suo gruppo
preferito.
Concerto. Foster Brothers. Con Scorpius. Wow.
Saltargli
addosso per ringraziarlo le sembrava un’idea troppo prevedibile. Troppo
vista-e-rivista. E soprattutto, troppo dannatamente invitante.
«Forte.
Voglio dire, grazie.» se ne uscì alla fine mordendosi il labbro, ferma davanti a
lui, consapevole di essere arrossita almeno un
po’.
Lui
rise, si avvicinò per passarle una mano tra i capelli. Le rubò un bacio a fior
di labbra, poi si piazzò davanti allo specchio.
«Beh,
prego. Ma chi ti ha detto che voglio andarci con te?»
Lily
alzò gli occhi al cielo, gli lanciò contro una scarpa che stavolta lui non
riuscì a evitare e poi scosse la testa contrariata. Inutile cercare di infondere
un po’ di buonsenso alla conversazione, tanto lui non avrebbe mai smesso di
prenderla in giro.
Non
aveva mai pensato che potesse esistere qualcuno più insopportabile e piantagrane
– come amavano definirla i suoi fratelli – di lei, ma si era ricreduta qualche
mese prima, quando aveva iniziato la sua frequentazione top secret col piantagrane più biondo di
tutti. Lo fissò di sottecchi, mentre le strizzava l’occhio e finiva di annodarsi
la cravatta.
Beh,
non le era andata poi così male.
Invasa
da una sorta di dolce allegria, prese il braccialetto malandato che aveva al
polso, lo tenne tra le mani per qualche secondo e poi – senza pensarci due volte
– glielo lanciò.
«La
tua intenzione era di farmi male con questo?» ghignò lui, mentre teneva il
braccialetto di cuoio tra le mani. Lily alzò gli occhi al cielo. Perché i
ragazzi non capivano mai niente?
«No,
per quello ci sono le scarpe. Te lo sto regalando.» fece poi, senza guardarlo
negli occhi, come se la cosa non fosse neanche minimamente importante per lei.
«…è il mio braccialetto portafortuna.» aggiunse poi, alzando lo sguardo, come se
questo spiegasse tutto.
Scorpius
le rivolse uno dei suoi sguardi limpidi, indecifrabili. Lily li adorava, perché
i suoi occhi assumevano una tonalità quasi più chiara – ma forse era solo una
sua impressione – e li detestava anche, perché non riusciva mai a capire cosa
gli passasse per la testa.
Non
quando la guardava così.
«E’
una cosa stupida. Voglio dire, visto che tu mi hai regalato la tua medaglietta
qualche giorno fa…e mi porti al concerto! E poi è magico, ci sono dei ciondoli
speciali, vedi? Tiene lontani i Nargilli e le maledizioni…potresti averne
bisogno, con tutte le tue ammiratrici – aggiunse sbuffando – mi sembrava carino.
Per condividere, no?» sbottò
alla fine Lily, più rossa che mai.
Scorpius
distese le labbra in un sorriso.
Non
le disse che ricordava perfettamente quanto lei tenesse a quel braccialetto, a
come durante il suo primo giorno di scuola l’avesse mostrato praticamente a
tutti – più che entusiasta. Era convinto che in cuor suo Lily già sapesse ed era
per questo che adorava stare con lei, perché le parole si riducevano solo a
inutili cornici.
Lily
lo capiva, meglio di chiunque altro.
«Mi
piace. E mi piace condividere con te, te l’ho mai detto?»
aggiunse con un sorrisino malizioso, mentre si avvicinava e le depositava un
bacio sul collo.
La
sentì ridere contro la sua spalla, il braccialetto intrecciato tra le loro mani
strette.
«Perché
non condividiamo un altro po’?» le sussurrò poi, continuando a ridere, mentre
con la mano saliva tra i suoi capelli.
La
sua di mano, invece, era già sotto la camicia di Scorpius.
Ci
mise qualche secondo per capire che forse stava dimenticando qualcosa di
fondamentale.
Ma
cosa?
Non
era proprio quanto di più facile al mondo, pensare. Non in quella situazione,
almeno.
Poi,
come se fosse la cosa più naturale del mondo, il viso furioso di Al apparve
nella sua mente, come una sorta di promemoria.
«O
MERLINO L’ALLENAMENTO!»
*
Al
si passò l’asciugamano tra i capelli bagnati, beandosi del silenzio dello
spogliatoio.
Anche
la pioggia aveva smesso di cadere e l’unico rumore che riusciva ad avvertire era
solo quello del ticchettio delle dita di Scorpius contro
l’armadietto.
«Beh,
non è andata così male, in fondo. No?» chiese Al, mentre si infilava i
calzini.
Lo
sentì ridere, una delle sue solite risate bastarde.
«Infatti.
Forse se ci impegniamo riusciremo a piazzarci al quarto posto. L’anno prossimo.»
rispose Scorpius ridendo, mentre raccoglieva l’asciugamano lanciatogli da
Al.
«Stronzo.»
sbottò lui, buttandosi sulla panca più vicina.
Il
biondo lo guardò di sottecchi, alzando gli occhi al cielo.
«Piantala
con queste scenette drammatiche da reginetta del ballo. Sai benissimo che siamo
i più forti, hai il Cercatore migliore della Scuola, cocco. Per non parlare
della Cacciatrice.» aggiunse – come se fosse la cosa più naturale del mondo -
mordendosi la lingua subito dopo.
Merda.
Al
alzò lo sguardo su di lui, un po’ disorientato.
«Beh,
sarà anche insopportabile, ma devi ammettere che tua sorella è una Cacciatrice
coi fiocchi. Migliore di te, senza dubbio.» aggiunse subito ridendo, scampando
al pericolo, mentre Al gli depositava un pugno sulla schiena, avvicinandosi al
suo armadietto.
«Ma
guardali, ecco perché siete sempre gli ultimi a uscire dallo spogliatoio. Vi
fate le coccole?» sbuffò una voce decisamente familiare alle loro
spalle.
Al
e Scorpius si voltarono nello stesso istante, giusto in tempo per godersi il
sorrisino di scherno comparso sul viso di Lily, rossa e accaldata dopo la
doccia, vestita e pronta per tornarsene al castello.
«Lily,
siamo mezzi nudi! Scorpius è in mutande!» sbottò suo fratello con un cipiglio
contrariato. Scorpius invece - che dava le spalle a entrambi mentre si vestiva -
stava ridendo sommessamente, Lily lo capiva dal modo in cui gli tremavano le
spalle.
«Oh
Merlino Al, da piccolo giravi nudo per casa, ho già visto tutto! E ho già visto
anche Scorpius in mutande, quindi piantala!» rispose lei velocemente,
bloccandosi subito dopo.
Scorpius
aveva smesso di ridere, si era voltato e la fissava con uno sguardo un tantino
spiazzato. Un misto tra “sei impazzita?” e “è questa la tua idea di ‘diciamolo
ad Al’?’”.
Albus
invece, con una mano ancora nell’armadietto e l’altra nel borsone alla ricerca
dei jeans, fissava entrambi con un’espressione abbastanza
sbigottita.
«Al
lago, idiota. L’estate scorsa!» fece prontamente Lily, cercando di suonare
convincente e di non arrossire più del dovuto. Non si voltò a guardarlo, ma
poteva giurare di aver sentito Scorpius tirare un sospiro di sollievo,
accompagnato dalla sua solita risata bassa.
«Era
un costume, tecnicamente.» fece Al, tornando a respirare regolarmente e
buttandosi a capofitto verso il borsone.
«Lascialo
perdere, Lily. È geloso, detesta condividermi con gli altri.» sbottò Scorpius,
sorridendole di sottecchi e facendole l’occhiolino nel momento in cui Al non li
fissava.
Lei
scoppiò a ridere, suo fratello la seguì a ruota.
«Comunque,
io sto morendo di fame e voi qui ne avete ancora per molto. Ci si vede a
tavola!» sbottò lei - felice di avere un motivo per svignarsela - voltandosi e
lasciandoli soli.
Al
sbuffò sonoramente.
«E’
buio Lily, non dovresti andare da sola in giro a quest’ora. Che ti costa
aspettare cinque minuti?» fece lui ad alta voce, avvertendo la riposta
contrariata di sua sorella, che ormai era già all’esterno dello
spogliatoio.
«Tranquillo,
vado anch’io. Vedi di muoverti, però.» disse poi Scorpius, mentre prendeva la
scopa in spalla e si passava una mano tra i capelli.
Fu
un attimo.
Al
gli sorrise riconoscente, poi si voltò a fissarlo di nuovo, mentre il biondo si
dirigeva a passi lenti verso la porta.
Aveva
notato un oggetto familiare sul polso di Scorpius.
Troppo
familiare.
Era
il bracciale di Lily, il suo braccialetto portafortuna! O almeno, gli era
sembrato di vederlo, ma era impossibile.
Al
sorrise tra sé e sé, quasi per prendersi in giro. Idiota, cosa andava
pensare…
Poi
invece – come se la verità fosse stata davanti ai suoi occhi da sempre – la sua
mente cominciò a lavorare di fantasia, analizzando coincidenze e
sospetti.
Il
bracciale di Lily. Sul polso di Scorpius.
Lily
e Scorpius in ritardo.
Lily
e Scorpius che in quel periodo litigavano molto meno del solito e anzi,
sembravano andare inaspettatamente anche troppo d’accordo.
Lily
e quella medaglietta che ultimamente usava come ciondolo e che gli era sempre
sembrata troppo familiare.
Tranquillo,
vado anch’io.
Ho
già visto Scorpius in mutande.
La
verità gli piombò addosso come una secchiata d’acqua fredda. Ci mise all’incirca
cinque secondi per collegare bocca e cervello.
«TORNATE
SUBITO QUIII!»
**
Nella
mia testa questa shot doveva essere carina, corta e divertente. Più la rileggo e
più mi convinco che non rientra in nessuna delle tre categorie, quindi la smetto
XD è passato un bel po’ di tempo dall’ultima volta che ho pubblicato qualcosa,
sono cambiate parecchie cose (tipo il mio nick - miss nina non si poteva
sentire, dai lol), ma ho sempre continuato ad amare questi due. OTP, punto. Non
so che altro dire. Ah, stavolta ho messo tutti a Slytherin, era un’idea che mi
piaceva troppo. E se non si fosse capito, Lily e Scorpius erano nella Stanza
delle Necessità! Ah, un’altra cosa. Non penso assolutamente che Al sia uno
sfigato incapace di fare il Capitano, anzi. Lo adoro e penso sia grande, nel
Quidditch come a scuola, ma ognuno ha i suoi momenti no e beh, Al si trovava in
uno di quelli XD e prima o poi doveva scoprire cosa combinavano quei due, quindi
questa è la mia versione lol eeeeh, ho detto tutto. Ah, e i Foster Brothers non esistono,
almeno credo. Parlo troppo, sempre. Scappo davvero, dai.
Commenti
graditissimi!
vals