Libri > Altro - Sovrannaturale
Segui la storia  |       
Autore: Mork    07/08/2011    1 recensioni
Il viaggio di un Personaggio Letterario alla ricerca del proprio Autore. Si ringrazia S. King per l'ispirazione! :3
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il Personaggio aveva tutto l’aspetto di uno scolaro in punizione, seduto com’era tra Neil e Stephen, davanti al fuoco che quest’ultimo aveva acceso.
«Hai fame, ragazzo?», chiese Neil sfilandosi il cappotto.
Il Personaggio si accorse con un certo stupore di non averne affatto: eppure non aveva mangiato niente da quando era venuto al mondo, e benché non se ne intendesse ancora nulla di quelle cose, sospettava che a quel punto avrebbe dovuto provare un minimo di appetito. Scosse la testa e vide i due Autori rilassarsi.
«Meglio così. Significa che non ti stiamo condizionando troppo», borbottò Stephen, mettendosi più comodo.
«Che vuol dire?»
«Inizierai a provare appieno i bisogni e gli istinti di un essere umano solo quando avrai trovato il tuo Autore», spiegò Stephen «Finora non hai mai passato tanto tempo con un Autore come stai facendo con noi, vero? Stare troppo tempo con un Autore che non è il tuo potrebbe influenzarti negativamente, rendendoti poi un Personaggio di scarsa qualità»
«Cioè poco originale. Un cliché», aggiunse Neil, «Immagino che tu non abbia neanche sonno, vero?»
«Mi fa male la testa», si lamentò il Personaggio.
«Quello non è necessariamente sonno», lo rassicurò Neil, avvicinandosi a lui «Deve essere stata una giornata faticosa, vero?»
Il Personaggio annuì, corrugando la fronte. Neil gli passò un braccio intorno alle spalle e gli diede una stretta amichevole: «Vedrai che in tre riusciremo a trovare il tuo Autore in un batter d’occhio. Noi conosciamo questi posti meglio di te, sappiamo dove si radunano gli scrittori e possiamo andare a colpo sicuro»
Per la prima volta dopo molto tempo, il Personaggio stiracchiò un sorriso.
«Certo, sapere dove sei stato prima di incontrare noi ci potrebbe essere di qualche aiuto», osservò Stephen, incrociando le braccia «Non mi hai ancora detto da dove sei uscito fuori»
Il Personaggio esitò, prima di rispondere: non gli era mai capitato di dover condurre una conversazione alla pari con qualcuno, ed era un po’ a disagio. Era strano dover raccontare la propria storia a dei semisconosciuti. Il ragazzo li guardò dubbioso, ma si vide restituire solo sguardi pieni di interesse, comprensione e affetto; sapeva che non avrebbe dovuto provare un simile sentimento, ma si sentiva come in presenza dei suoi genitori.
«Sono emerso in una spiaggia oscura», cominciò il Personaggio, fissando il fuoco «E c’era un uomo vestito di nero che guardava il mare. Era un Autore, e ha detto di chiamarsi Howard Philips Lovecraft»
Si interruppe stupito quando sentì i suoi compagni trattenere il fiato; alzò lo sguardo e vide che Neil aveva spalancato gli occhi e si era voltato verso Stephen con un misto di entusiasmo e stupore stampato in faccia.
«Tu... tu hai incontrato Lovecraft?», balbettò Neil rivolgendosi di nuovo al Personaggio.
Il ragazzo annuì, sconcertato di fronte a quella reazione.
«E non gli hai chiesto un autografo?», sussurrò Neil in preda alla commozione.
«Cosa?!»
«Lascia perdere quell’idiota», troncò Stephen, sebbene anche lui avesse l’aria leggermente turbata.
«Ehi!», protestò Neil, ma Stephen  lo ignorò: «Bene, dopo di lui dove sei andato?»
«Ehm... Ho visto un corvo, e sono andato in una foresta di alberi avvizziti, piena di scheletri... C’era un Autore anche lì, un uomo...», il Personaggio cercò le parole più adatte per descriverlo «Era tetro e faceva paura, ma mi è sembrato anche molto triste. Beveva qualcosa di ambrato da un teschio rotto. E aveva un gatto, un gatto nero con un occhio solo e una macchia bianca sul ventre»
Il Personaggio fece scorrere lo sguardo da Neil a Stephen per capire se la sua descrizione fosse stata compresa: Neil si era piegato all’indietro e si sorreggeva con entrambe le mani, e aveva tutta l’aria di aver ricevuto in pieno una secchiata di acqua gelida; Stephen si schiarì la voce: «Hai detto di aver visto un corvo... Il corvo ha parlato?»
Il Personaggio annuì: «Solo una volta... ha detto qualcosa come “mai”... “Mai più”»
Neil si lasciò cadere a terra: «Non posso crederci», gemette.
Il Personaggio lo guardò sbigottito, poi cercò di appigliarsi a Stephen, che sembrava quello più calmo e controllato: l’Autore era a bocca aperta, e nonostante lo fissasse con intensità, il Personaggio ebbe l’impressione che non lo stesse vedendo affatto. Impassibile, Stephen scrutava qualcosa al di là di lui: «Edgar Allan Poe», gracchiò «Tu hai visto Edgar Allan Poe»
Quel nome non diceva nulla al Personaggio, ma le reazioni parossistiche dei due Autori sì: aveva sospettato l’importanza di quello scrittore quando era in sua presenza, istintivamente, ma ora poteva vedere con i suoi occhi l’influenza che effettivamente aveva sugli altri Autori.
Stephen fu il primo a riprendersi: «Neil, smettila di fare la donnetta svenevole e ascolta il resto del racconto», intimò, ma sembrava che quel comando lo rivolgesse anche a se stesso.
«Non c’è molto altro da dire», si affrettò a spiegare il Personaggio, e notò che mentre parlava dei cavalieri che aveva incontrato, Stephen inarcava sempre di più un sopracciglio, e alla fine della narrazione Neil si rimise a sedere e lo guardò divertito: «Hai fatto un percorso davvero assurdo»
«Già, hai fatto una deviazione molto particolare», concordò Stephen «Se invece di tagliare per le colline e fare tutto quel pezzo di strada in più, avessi semplicemente attraversato la spiaggia di Lovecraft, ti saresti ritrovato in un batter d’occhio a Boo’ya Moon»
«Boo’ya Moon?», ripeté il Personaggio senza capire.
«È il nome del posto in cui ti trovi ora», chiarì Stephen.
Il Personaggio meditò per qualche attimo, poi tentò di spiegarsi: «Non avrei sopportato di stare neanche un altro minuto in quel posto. L’aria era nauseante. Anche la foresta, all’inizio, mi aveva fatto lo stesso effetto, poi però sei arrivato tu...», il ragazzo si voltò verso Stephen, che sorrise.  Imbarazzato, il Personaggio concluse: «In quella pianura, invece, respiravo benissimo. »
«E adesso come ti senti?», intervenne Neil, premuroso.
Il Personaggio si concentrò, chiuse gli occhi e respirò a fondo. La sera aveva fatto scendere sulla radura un profumo delicato e carezzevole, che non intossicava affatto l’aria, ma anzi la rendeva ancora più piacevole. Quando riferì queste impressioni, il Personaggio vide Neil e Stephen scambiarsi un occhiata e poi, come se si fossero detti qualcosa telepaticamente, alzare in contemporanea gli occhi al cielo.
Il Personaggio li imitò: nel cielo viola tenue del crepuscolo non era ancora sorta la luna, e la stella del vespro era l’unica a brillare, solitaria e superba. I due Autori si alzarono in piedi.
«Credo che sia l’ora», osservò Stephen «Alzati, ragazzo. Si va a fare una passeggiata»
Il Personaggio sgranò gli occhi: «Dove? Nella foresta? Ma non è più pericoloso andarci dopo il tramonto?»
Stephen scrollò la testa: «Non andrai lì infatti. Ma ci sono molti sentieri a Boo’ya Moon, sai? Quello che hai attraversato tu porta allo Spilungo, che è come dire morte certa. Quello che invece percorrerai stasera di porterà...»
«Oh, basta, così gli rovini la sorpresa!», piagnucolò Neil, dando una gomitata al collega, che gliela restituì.
«E va bene. Lo vedrai quando ci arriverai», si arrese Stephen, allungando una mano «Ci si rivede in giro»
Il Personaggio si era alzato perché credeva di dovergliela stringere, ma l’Autore gli scompigliò i capelli.
«Quindi tu non vieni con noi?», chiese il ragazzo, e la sua voce suonò, suo malgrado, triste.
«Non ti preoccupare», sdrammatizzò Stephen passando un braccio intorno alle spalle di Neil «Anche se sembra un completo imbecille, posso assicurarti che è il massimo dell’affidabilità»
Il Personaggio sentì qualcosa di morbido strusciargli il fianco, e quando abbassò lo sguardo vide la testa di Cabal sotto il suo braccio. Si rivolse di nuovo agli Autori, e li sorprese impegnati in una lotta silenziosa, in cui appariva evidente che Stephen stava avendo la meglio. Sentendosi osservati, comunque, smisero di buon accordo.
A quel punto il Personaggio scoppiò a ridere, inconsapevole di aver fatto conseguire ai due Autori uno dei loro obiettivi: «Va bene, sono pronto», esclamò, il viso ancora raggiante.
Neil recuperò il cappotto, tentò di dare un ultimo pugno a tradimento a Stephen, ma venne bloccato e ricambiato con un’energica spettinata di capelli, e si mise a fianco del Personaggio.
«Andiamo allora»
Il vento che scendeva dalle stelle era frizzante e giocoso, la pelliccia di Cabal era calda e soffice sotto la sua mano, e la presenza di Neil accanto a lui gli trasmetteva un naturale senso di sicurezza. Sul punto di uscire dalla radura e immergersi nell’oscurità ignota ma amichevole, il Personaggio si guardò indietro e vide Stephen in piedi, le spalle al fuoco, salutarlo con un piccolo ma gentile cenno della mano. Il ragazzo ricambiò con slancio, e si voltò di nuovo verso l’avventura.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Altro - Sovrannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Mork