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Autore: Black Swan    08/08/2011    2 recensioni
La narrazione riparte da fine novembre 2009.
Hell è a Boston da quasi due mesi, la vita a Tokyo è andata avanti.
Hell sta per tornare, anche se per poco… e sta arrivando anche qualcun altro.
Le catastrofi continuano e sono narrate anche attraverso gli occhi di personaggi che non hanno mai parlato fino ad ora, in una raccolta di one shots.
Credo che leggere the GazettE's Catastrophes ~ The Beginning sia fondamentale per capire l’evolversi della situazione…
Come al solito, so da dove comincio, ma non ho idea di dove andrò a finire.
Armatevi di pazienza, e saltate a cavallo… della moto che preferite.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'the GazettE's Catastrophes'
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The Ultimate Catastrophes 4 The GazettE

 

Reita & Kaori - You Can’t Go Against The DNA

 

 

 

 

 

 

 

 

Legenda:

= ho generato questo Kanji cercando Ryo… poi per sicurezza, ho provato a trasportarlo di nuovo in caratteri romani… me lo ha ritradotto come Akira. o.O’’

Misteri insondabili… ma forse ho capito perché ci sono due opzioni per il vero nome di quest’uomo…

Sarà per questo che per anni è aleggiato il dilemma di come si chiamasse?

Ho letto tempo fa una ff di Cucciola_81 dove ha dato per certo che il vero nome è Akira.

Bon. Per me è stato e resterà Ryo, comunque. Dopo 49 capitoli del ~ The Beginning… ormai mi ci sono affezionata e non credo di poterne usare altri.

E poi il nome Akira lo associo a Devilman… XD

Tornando a noi, questo Kanji è associato al PoV di Reita (come lo girate, sembra sia comunque giusto)… quando non è presente la piccolina dagli occhi viola! XD

 

 

 

 

Dedicata a Mya, che mi ha chiesto espressamente questa shot fra i fratelli Suzuki.

E’ dell’idea che me ne intendo di rapporti fraterni… e purtroppo ha ragione‼ XDDD

Accantono ma non dimentico.

Mai.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

25 marzo 2010

 

Kaori

Non era possibile… non poteva essere… Ryo l’avvisava sempre se era a Tokyo.

Aveva mantenuto un tono tranquillo con obaasan, ma sentirla affermare che Ryo era in città… e anzi era andato a trovarla quella mattina… era arrabbiata, ecco.

Ci mancava solo che quel bel tipo cominciasse ad evitarla! Tanto si vedevano spesso, accidenti a lui!!

Afferrò il cellulare e fece partire la telefonata.

Ryo rispose al secondo squillo.

«Moshi moshi?»

«Dove sei?»

«Oh, sto bene oneesan, arigatou per l’interessamento.»

«So perfettamente che non stai bene, ti volevo risparmiare di dirmi una cazzata. Sei in città, vero?»

Silenzio di pochi secondi che le confermò di aver colpito e affondato.

«Sì, sono in città.»

«E stasera sei a cena da me.»

«E’ un invito?»

«Una domanda retorica senza punto interrogativo. Da quando sei rientrato??»

«La scorsa notte tardi, Kaori, non ti incazzare. Riparto domani l’altro e ho da vedere diverse persone, inclusa te se te lo stessi chiedendo… ho cominciato da obaasan e okaasan.»

Chiuse gli occhi.

Kso… non sapeva cosa fare con il suo otooto san in quelle condizioni.

Stava male per la lontananza della fidanzata.

Non aveva precedenti.

«Se te lo chiedo kudasai e senza incazzarmi, accetti l’invito?»

«Mh… cucini tu?»

«Ryo!!»

Lo sentì scoppiare in una fragorosa risata. «Ok, ok… rischierò per una sera!»

Si trovò a sorridere e avrebbe dovuto strangolarlo a mani nude. «Non accetto commenti sulla mia cucina da uno che non sa neanche da che parte iniziare per cuocere il riso» sentenziò.

«Sei l’unica donna alla quale possa fare commenti del genere, cerca di capire…»

«Sarebbe una giustificazione?» s’informò.

«Sei la mia ane, Kaori-chan, non ci possono essere solo lati positivi.»

«Questa me la segno… e te la rinfaccerò ad intervalli regolari.»

«Ma ovviamente quelli positivi travalicano i due o tre negativi» aggiunse con giusto una punta di ovvietà mista a rassegnazione.

«Troppo tardi per le arrampicate sugli specchi!» lo avvisò «Hai appena ammesso che non è facile sopportarti come otooto!!»

«Eeeehhhh come corri!!!» ribatté divertito «Ho riconosciuto due o tre lati negativi, Kaori!!»

Scoppiarono a ridere tutti e due.

«Ok, arriverei per le 20.00, daijoubu desu o è troppo tardi?»

«Daijoubu desu, ti aspetto.»

«Quel singolare mi suggerisce che il cognatino non c’è?»

Soffocò una risatina.

Nissho era passato dall’imbalsamato al cognatino, non poteva lamentarsi e anche suo marito preferiva di gran lunga la seconda opzione!

«Parlo sempre al singolare quando si tratta di lui perché siamo una cosa sola!»

«Dei, e pensare che credevo che Yutaka e Thunder fossero un caso disperato!»

Risero di nuovo.

«A dopo ane-chan!»

«A dopo otooto-chan!»

Riattaccò felice.

Sentirlo ridere l’aveva fatta stare meglio.

Si avviò al congelatore per scegliere cosa cucinare per quella sera.

I piatti preferiti di Ryo.

Reita

Riattaccò con Kaori e si guardò intorno ancora con il sorriso sulle labbra.

L’attico di Hell necessitava decisamente di un po’ d’aria.

Thunder lo aveva chiamato per chiedergli di andare al posto suo… aveva un matrimonio da organizzare e ogni tanto doveva anche occuparsi del fidanzato e dormire.

Senza contare il lavoro, che per la pietà degli Shichifukujin non mi separa dal mio itoshii hito, per citare la promessa sposa alla lettera.

Si era trattenuto dall’avanzare teorie contrastanti sull’effettiva capacità di quella donna di trascurare il fidanzato o sui modi più o meno costruttivi di occupare possibili ore da votare al sonno… avrebbe avuto dalla sua anche il fatto che, sul piano lavorativo, per uno speciale su Arena 37, se li erano visti sparire per una giornata intera ed erano tornati con delle foto di Kai assolutamente incredibili, che il giornale aveva comprato in esclusiva a peso d’oro (da sorvolare la parte in cui si erano informati circa il fotografo… Thunder aveva l’esclusiva con loro, e per la bontà degli Shichifukujin non se ne lamentava, anzi. Kai non aveva usato vie di mezzo per informarli della cosa concludendo con un “E’ così esclusiva che me la sposo a giugno‼”).

Comunque, tornando a problemi immediati come l’attico di Hell, aveva colto al volo l’occasione.

D’altra parte la sua fidanzata gli aveva lasciato le chiavi prima di ripartire per Boston quasi un mese e mezzo prima.

Spalancò le finestre che si potevano aprire, vale a dire quelle che davano sulle terrazze coperte… alla fine si trovò davanti alla porta dello spogliatoio ed entrò.

Tirò giù la scala e salì in mansarda.

Hell aveva coperto tutti i mobili o oggetti a terra con dei lenzuoli vecchi o teli di plastica, per proteggerli dalla polvere.

Aveva coperto anche le rose che incorniciavano i lucernari.

Azionò il comando di sollevamento di uno dei due lucernai a tetto.

Inquadrò uno dei lenzuoli non usati diligentemente piegato e lo stese in terra.

Aveva più di tre ore prima di andare da Kaori, e non c’era posto migliore dove passare il tempo.

Era il luogo più vicino ad Hell di tutta Tokyo, quello.

Si distese sul lenzuolo trovandosi sotto il lucernario più vicino all’entrata e, posato il cellulare e le sigarette vicino a sé, intrecciò le mani e le portò dietro la testa, sistemandosi comodamente e accavallando le gambe distese.

Sospirò soddisfatto.

Era, tutto sommato, una giornata nuvolosa e uggiosa, ma la luce lì dentro, anche con un solo lucernaio aperto, era sempre eccezionale.

Saettò con gli occhi a destra e a sinistra e si meravigliò ancora una volta di quanto quella mansarda fosse spaziosa.

Rimase quindi a fissare il cielo per un tempo indefinito, svuotando la mente da ogni pensiero, quando improvvisamente cominciò a piovere.

All’inizio piano, una goccia ogni tanto, quasi stesse chiedendo il permesso… poi sempre più forte.

Sorrise ripensando a quando si era svegliato con Hell la prima volta con il rumore della pioggia in sottofondo.

Aveva scoperto che la sua ragazza adorava la pioggia, ma solo se posso starmene al calduccio ad ascoltare il rumore, senza il pensiero di dover uscire per forza.

Aveva fatto sua quella teoria, visto che avevano passato un’oretta a coccolarsi… fra le altre cose… ascoltando la pioggia cadere.

Il lato negativo era che, in quel momento, aveva creato un nuovo precedente: quando pioveva gli prendeva la malinconia perché Hell non c’era.

Sbuffò.

Se non altro, aveva fatto bene a dare retta ad obaasan che gli aveva detto di prendere la macchina. Poteva andare direttamente da Kaori senza fermarsi a casa per cambiarsi i vestiti bagnati.

Lanciò un’altra occhiata alla parte adiacente allo studio di Hell.

Era inutile girarci intorno.

Da quando Hell era ripartita a settembre aveva degli strani pensieri.

Del tipo mollare la sua attuale abitazione e trasferirsi, armi e bagagli, lì.

Lo spazio c’era. Quanto ne voleva.

Potevano fare un muretto di cartongesso, anche a mezza parete, e dividere l’ambiente in due: lo studio di Hell e la sua stanza dei divertimenti.

Tolse una mano da sotto la testa per posarla sul pavimento oltre il lenzuolo.

Tastò con attenzione.

Parquet.

Chissà cosa c’era sotto il parquet.

Riportò la mano dove stava e si accomodò meglio, tornando a guardare il cielo e la pioggia sopra di sé.

Il biliardo era un bel peso… come anche il mobile dove stavano la play station, il Wii e il televisore che lui e gli altri usavano per le loro sfide. Forse per Hell una spessa lastra di cemento era servita come base alla pavimentazione, invece di rappresentare un ostacolo insormontabile dove si erano schiantati i suoi agognati lucernai.

Stava veramente pensando di vivere insieme a lei?

Quando Uruha aveva buttato lì per la prima volta l’argomento, circa un mese prima, alla sua risposta che prima Hell doveva chiudere quella maledetta parentesi americana, Kai gli aveva fatto notare che in pratica lo aveva anticipato anche a Jaylen.

Passato il primo momento dove doveva aver guardato il suo partner-in-crime come un povero pazzo, anche Aoi aveva ricordato la risposta che aveva dato a Jaylen riguardo il futuro di Hell e che era tanto piaciuta a quell’uomo.

Una cosa è stare io a Tokyo e lei a Boston, separati per mesi interi, tutt’altra è vivere insieme.

Uruha lo aveva guardato con tanto d’occhi, offendendosi poi a morte perché non era stato presente ad un così memorabile momento, lui si era ricordato che, effettivamente, si era espresso in quei termini.

Realizzando inoltre di non aver perso smalto nell’arte di complicarsi la vita.

E aveva anche rammentato che la sua fidanzata non aveva battuto ciglio.

Forse stava correndo troppo. Hell aveva vent’anni, la convivenza con un uomo era una cosa seria e stavano insieme da appena otto mesi… dei quali, fianco a fianco come coppia…

Non pensarci adesso Suzuki…

Forse si stava facendo un po’ prendere la mano.

Un po’ tanto.

Sospirò profondamente.

Il suono del cellulare lo scosse, sorrise quando la musichetta di quel folletto riempì la mansarda. «Moshi moshi…?»

«Konnichiwa itoshii! Dove sei?»

«Sdraiato in terra in mansarda in compagnia della pioggia.»

Ci fu un breve silenzio, poi… «Ma tu non hai una mansarda.»

«Infatti sono nella tua mansarda.»

Sentì il sospiro affranto, «E io sono qui… piove anche qui sai?»

Sentì uno strano rumore. «Che fai?»

«Cerco di fare colazione. Sei lì per dare un po’ d’aria a casa?»

«Il piano è questo… sai, Thunder ha un matrimonio da organizzare e un fidanzato che non vuole trascurare…»

«… come se la mia oneesan potesse trascurare il fidanzato…»

Scoppiò a ridere, quasi incredulo. Eppure ormai era appurato che gli leggeva nel pensiero‼

«Ci ho pensato watashi mo‼ Però non mi è sembrato il caso di scatenare una rissa dicendolo ad alta voce!»

«Che fidanzato saggio mi sono trovata…»

«Vero? Ricordatelo. Stavo dicendo? Sì, insomma… sono qui. Prima di pranzo ho fatto visita a obaasan e okaasan che ti salutano e stasera sono a cena da Kaori.»

«Ottimo, stavo per chiederti i tuoi programmi per oggi. Quando riparti?»

«Domani l’altro.»

«Stai bene?»

«Ora sì, ma in linea di massima mi manchi.»

«Anata mo mi manchi tanto… sto cercando di trovare un momento per ripartire… ma…»

Ebbe un tale sussulto che si trovò a sedere, «No. Seiko, ascoltami. Non si tratta di salire in macchina e fare un viaggio di tre ore… e già questo mi farebbe girare le palle. C’è un volo intercontinentale e un fuso orario allucinante. Non voglio che tu faccia la pendolare Boston - Tokyo - Boston, intesi?»

«Intesi…» rispose con voce da bambina.

Poteva vederla, testa leggermente incassata, occhi socchiusi, sorrisino malizioso.

Contò fino a cinque prima di riaprire bocca, «Me la ricorderò questa quando torni…»

Hell scoppiò a ridere, «Lo spero bene‼ Sei piacevole quando vuoi farmi scontare qualcosa!»

Si trovò a ridere mentre lo stomaco faceva le capriole.

«Tu come stai?» riprese dolcemente.

Gli mancava da morirne.

«Stanca, ma sto bene.»

«Hanno stabilito la data per la discussione della tesi?»

Ormai fra tutti quanti l’avevano quasi imparata a memoria a furia di leggerla.

«Ancora no.»

«E’ normale che aspettino così tanto?»

«Non ne ho idea itoshii, è la prima tesi di laurea che mi appresto a discutere…»

«Ah-ah-ah…» ironizzò mentre Hell rideva di nuovo.

«Reita, non lo so» ripeté più seria. «Anche il Prof. sta cercando di smuovere la situazione. Lui ha intenzione di togliere le tende entro metà giugno.»

«Lo spero bene‼! Devo rammentarti che il ventidue si sposano Kai e Thunder?? Kami-gami, non voglio neanche pensare all’ipotesi che la tesi sfiori così da vicino il matrimonio… fioccano infarti!‼»

«Lo sa anche il Prof.» disse Hell pensierosa.

«Hai fatto bene a dirglielo.»

La sentì sospirare. «Ok, devo andare itoshii.»

«Ok. Ci sentiamo dopo?»

«Chiamami quando sei a casa, non voglio disturbarti quando sei da Kaori.»

«Capirai… rischi di salutare anche lei, non sia mai…»

La sentì sbuffare… quel tipo di sbuffo che di solito usava con un sorriso. «Daijoubu desu, riconosco che hai ragione. Allora chiamami quando sei da lei, ok?»

«Affare fatto. A dopo itoshii.»

«A dopo.»

Chiuse la chiamata e tornò a sdraiarsi.

Era assurdo che più giugno si avvinava e più gli sembrava che il tempo rallentasse.

Assurdo e masochista.

Ogni notte per quanto lunga e buia non è eterna.

Chiuse gli occhi cercando di svuotare la mente.

Kaori

Ryo era puntuale come un orologio svizzero, quindi quando il campanello suonò e vide che erano le 20.00 corse ad aprire e non chiese neanche chi era.

Nissho comunque aveva le chiavi.

Tornò ad occuparsi della cena.

«Oneesan?» la chiamò Ryo dall’ingresso.

«Sono in cucina! Gomen se non sono lì ad accoglierti, ma ho ancora qualcosa al fuoco!»

Ryo entrò in cucina che si era già tolto il giubbotto. Le posò un bacio sulla guancia cingendole la vita con un braccio, «Konbanwa Kaori-chan.»

Girò il viso verso di lui per trovare a sua volta la guancia, «Konbanwa Ryo-chan. Sei in macchina vero? Mi sono scordata di chiedertelo al telefono.»

Sbuffò appena, «Certo. Obaasan è infallibile. Se mi dice di prendere la macchina possiamo aspettarci solo un diluvio.»

Rise divertita. «Mettiti comodo, se vuoi qualcosa da bere sai dove trovarlo.»

«Sono a posto così oneesan. Mh, che buon odorino.»

«Stai cercando di farti perdonare?» indagò.

«Ho qualcosa da farmi perdonare?»

Cominciarono a ridacchiare tutti e due senza neanche guardarsi.

Reita

Dopo una cenetta buonissima, passarono al caffè.

Fu appena ebbe la sua tazza che Nissho si alzò, «Vado a sistemare le cose per domani mattina, così posso dormire di più.»

Detto questo si eclissò oltre la soglia della porta.

Raccontò a Kaori della chiacchierata iniziale con Jaylen, stupendosi di quanto tempo doveva essere passato dall’ultima volta che la prole Suzuki aveva avuto un attimo per confrontarsi, dell’improvvisa presa di coscienza di stare bene solo nell’attico, circondato dalle cose della sua ragazza.

Nissho aveva avuto l’intuizione della vita lasciandoli soli.

Se avesse ascoltato una confessione del genere, sarebbe stato poi costretto ad ucciderlo.

La sua oneesan rimase in religioso silenzio ad ascoltarlo, seduta all’altro lato della tavola.

La lavastoviglie rimase, dimenticata, aperta.

«Non so neanche come… sentirmi. Mi sembra quasi di non stare a pensare a qualcosa che mi riguarda. Hell ha sentito quello che ho detto a Jaylen-sama, ma non ha battuto ciglio.»

«E cosa doveva dirti, con pochi giorni a disposizione per stare con te e il suo compleanno in mezzo?» lo polverizzò Kaori con un tono a metà fra il curioso e l’incredulo.

Rimase a fissarla incredulo.

«Cielo otooto, si vede che non sei pratico di relazioni stabili.»

«E’ chiaro che debba parlarne con lei.»

«E poi?»

«Cosa poi? E’ tutto fermo fino a giugno. Poi tornerà… ma si sposano Yutaka e Thunder poi probabilmente sarò io a partire.»

«Ryo-san, se stai veramente aspettando un momento in cui tu e lei sarete tranquilli a Tokyo senza impegni per parlare con lei di convivenza… l’esservi messi insieme diventerà una passeggiata al confronto.»

Rimase in silenzio.

Non aveva tutti i torti.

Peggio ancora: non ne aveva neanche uno.

«Come al solito Yutaka ha centrato i tempi in maniera incredibile, andando a vivere con Thunder nell’unico momento in cui ricordo di avervi visto a casa da quando è nato il gruppo» riprese Kaori. «Yuu da parte sua è riuscito a rendere la situazione così naturale che si è trasferito da Butterfly ancora prima di deciderlo a voce. Come al solito, tu rendi complicato anche versare l’acqua in un bicchiere.»

Le lanciò un’occhiata. «Si direbbe che ti ho beccata in una giornata particolarmente saggia, oneesan.»

«Giusto una come Hell può sopportarti.»

«Anche su questo hai ragione.»

«Entro la fine dell’anno getterai alle ortiche anche l’ultima roccaforte del tuo essere indipendente.»

«Il mio appartamento?» si informò giusto per la cronaca.

«Il tuo appartamento» confermò. «Sicuro sarai tu a traslocare, Thunder e Butterfly potrebbero ucciderti per molto meno.»

«Ne hai azzeccate quante? Cinque di fila? Sarà il matrimonio che ti ha resa così giudiziosa?»

Kaori scosse la testa rassegnata. «Mentalmente tu già vivi con lei… e lei sta dall’altra parte del pianeta. Io non so cosa ti frena così.»

«Ha vent’anni, Kaori. Ne ho ventotto. Quanto tempo siamo stati fisicamente insieme? Dopo quanto tempo hai deciso di sposare Nissho e di vivere con lui? Lascia perdere che io e Seiko salteremo il passaggio del matrimonio, per la bontà degli Shichifukujin ne ho trovata una che la pensa esattamente come me, ma quanto tempo ti ci è voluto per stabilire che Nissho è l’uomo con cui volevi passare il resto della tua vita?»

«Mi stai prendendo in giro?» s’informò Kaori basita.

«No, perché?»

«Fermo restando che sai perfettamente che io e Nissho siamo stati fidanzati quasi sette anni prima di sposarci, la tua fidanzata è in una posizione completamente diversa dalla mia.»

«Non avevi molto più di lei quando ti sei messa con Nissho.»

«No, ma avevo te che gli avresti staccato la testa a morsi se solo mi fossi azzardata a ventilare una convivenza prima del matrimonio. Io ero pronta dopo un anno a seguirlo in capo al mondo.»

Rimase troppo sbalordito per ribattere subito.

Aprì bocca senza esito per due volte prima di… «Ma stai dicendo sul serio?»

«Come è vero che siamo seduti entrambi a questa tavola. Sai cosa penso? Fondamentalmente hai la testa di un uomo della generazione di nostro padre. Con me in particolare, anche per rispetto verso di lui, hai voluto che si seguissero le regole standard, ma sostanzialmente anata mo sei un tradizionalista per certe cose. Fino a quando hai avuto a che fare con donne che si infilavano nel tuo letto ancora prima che avessi il tempo di realizzare come erano vestite non ti importava, ma con Hell… tu sei innamorato perso di lei e ti muovi su un terreno pressoché sconosciuto. E ne sei perfettamente cosciente. Non… non dare per scontato che se tu hai gettato le armi dopo i ventotto anni per forza anche lei ci andrà con i piedi di piombo… perché Hell sa cosa vuole e ha deciso che sei tu l’uomo con cui vuole passare il resto della sua vita al più tardi il giorno che si è messa con te.»

«Al più tardi?» riuscì ad articolare.

Kaori annuì. «Probabilmente ti ha scelto quando ti ha visto, si spiegherebbe la pazienza titanica che ha avuto, ma diamo una data certa… quando vi siete messi insieme?»

Sorrise ripensando alla teoria del quando si erano messi effettivamente insieme e di quando lo aveva espressamente chiesto a quella creatura, «Ventotto luglio.»

«Bene, al più tardi il ventotto luglio dello scorso anno quella donna ha scelto di viverti accanto per il resto della sua vita. Personalmente sono convinta che la scelta a livello inconscio risalga addirittura al ventisette maggio… e lo stesso vale per te, otooto adorato. Okaasan non ha dormito la notte del tuo compleanno, non riusciva a credere a quello che aveva visto. Obaasan da quel giorno sorride in maniera diversa. Hai una vaga idea dell’espressione che avevi mentre la guardavi ballare?»

Si trovò a ridere, «Posso immaginarmela!»

«Hai passato mesi a lottare contro te stesso.»

«Era evidente vero?» Prese la decisione in quel preciso momento, non aveva mai pensato di parlarne con qualcuno. «Hell era vergine, oneesan. Dovrai credermi sulla parola, ma ho capito istintivamente quanto valesse quella donna… e la cosa mi ha spaventato a morte all’inizio.»

Kaori sembrò pietrificarsi. «Wow…» disse solo… poi sembrò riprendersi, «cioè, voglio dire…»

Scoppiò a ridere, «Oh, la mia reazione è stata peggiore. Un perfetto baka!» Sospirò, «Credo che io e Hell potremo parlare quando Thunder e Yutaka sono in Luna di Miele, che dici?»

«Ottima idea otooto!»

«Ok, ti aiuto a finire di caricare la lavastoviglie»

«Oh accidenti, me ne sono completamente dimenticata!»

Kaori

Ryo aveva le idee più confuse di quanto avesse immaginato.

Per la pietà degli Shichifukujin aveva a che fare con una donna dalle idee chiare‼

Doveva parlare anche di questo con Hell quando si fossero risentite.

Seriamente.

Riempì la lavastoviglie e Nissho, con un tempismo da primato, fece capolino. «Sono in tempo a renderti la tazza per lavarla in…?»

«Certo, dai qua.»

«Un tempismo da primato cognatino» fu il commento divertito di Ryo.

Scoppiò a ridere, non riuscì a trattenersi.

Nissho sorrise.

 

 

 

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NOTE:

 

L’ho dedicata a Mya, vero?

Ok, queste sono le foto di Kai che avevo in mente quando ho parlato dei 2 piccioncini che si sono “dileguati”… XD

https://public.fotki.com/blackswanworld/theg4zettes-catastrophes/kai-da-urlo/

 

 

POI…

 

Visto che non aggiorno da… lasciamo perdere quanto… insieme a Aelite e grazie a lei ho organizzato una sorpresa per voi.

Aelite disegna… e lo fa anche, a mio modesto avviso, benissimo.

In questi mesi si è fatta in quattro per sollevarmi un po’ il morale, e c’è riuscita alla grande. Arigatou chibi.

Andate un po’ a vedere qui… XDDD

https://public.fotki.com/blackswanworld/theg4zettes-catastrophes/disegni-di-aelite/

 

 

Mi perdonate per la latitanza, vero?? XD *paraculo mode: ON!*

 

News: mi opererò a novembre e saprò il giorno esatto solo 15 gg prima… al lavoro mi licenziano con la scusa di problemi economici dopo più di un mese di intensa guerra psicologica (che ovviamente non ha funzionato) perché non vogliono pagarmi per l’assenza che farò a causa dell’operazione… insomma… non va proprio benissimo, ma non mi lamento. Può sempre venire peggio.

Adesso mi godo le ferie pagate. XDD

 

 

Pargoletta Mya: … non credo ci sia bisogno di aggiungere altro. Watashi mo ho sentito la tua mancanza.

 

The Resurrection: spero che ci sei ancora! XDD Manca poco al ritorno di Hell. Tieni duro! XD

   
 
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