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Autore: LonelyWriter    08/08/2011    0 recensioni
Storia semplice e triste, basata su Pete giovane protagonista della storia, ambientata in un periodo di guerra in un futuro poco lontano. Forse un inizio di una storia più grande.
Genere: Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come ogni giorno, Pete stava aiutando sua madre a mettere in ordine la casa. Spesso lei usciva, per aiutare la gente del paese, diceva. Lui doveva rimanere in casa, Susie, la madre, non gli avrebbe mai permesso di uscire. Certe notti, lei restava fuori molto a lungo e Pete piangeva rannicchiato sotto il letto sentendo l'incessante frastuono delle bombe scuotere le fondamenta della casa, le urla delle persone, e temeva di non rivedere Susie entrare dalla porta. Ma oggi semrava tranquillo. Le nuvole sembravano meno grigie e l'erba meno bruciata, senza il rumore delle bombe. Da quasi cinquant'anni uno spietato generale andava peril mondo conquistando e distruggendo tutto cò che incontrava. La resistenza organizzata contro di lui sembrava perdere possibilità di vittoria, ogni giorno di più. Il suolo, devastato dalle armi esplosive, avvelenato dal piombo e affogato nel sangue, diventava sempre più sterile. Il padre di Pete era partito anni addietro per unirsi alla resistenza. Da allora non avevano più avuto notizie di lui. Pete pensava a suo padre, mentre ramazzava il pavimento, pieno di polvere di intonaco, che le vibrazioni delle esplosioni facevano cadere quasi ogni notte. Pensava che anche lui un giorno sarebbe entrato nella resistenza. Gliel'avrebbe fatta vedere al generale Armox. Poi alzò il capo, in ascolto. C'era davvero molto silenzio in quel giorno. Molto, troppo silenzio. Smise di ramazzare, ma l'unico rumore che riusciva a sentire era il lieve respiro di sua madre, che dormiva profondamente, stremata dalla notte precedente. Poi udì; uno sparo, ma non fu quello a spaventarlo. Seguirono grida, grida di terrore. Gli spari uccidono la gente e i morti non urlano. Che diavolo stava succedendo? Si accostò alla finestra  in frantumi e osservò fuori. Un viso pallidissimo stava di profilo di fronte a lui. Che ci faceva il padre di Sara li fuori? Un forte rumore gli fece rimbombare le orecchie e prima che potesse capacitarsene, un fiotto di sangue sprizzò dalla testa dell'uomo, macchiando i muri circostanti. Chissà se Sara, la sua migliore amica e vicina di casa, stava bene. Il suo cuore martellava fortissimo ora. Un soldato dalla uniforme blu, lucida, avanzò verso il corpo senza vita, comparendo alla vista di Pete. Un soldato del generale. La porta si spalancò e un uomo affannato e sudicio entrò di tutta fretta. Dopo un attimo di stupore, il ragazzino riconobbe negli occhi nascosti dai capelli unti, il volto di suo padre. Il desiderio di abbracciarlo era fortissimo, ma mai come in quel momento , doveva fare silenzio. Una moltitudine di soldati in blu, avanzava tra le vie della città, entrando nelle case e uccidendo la popolazione.
-Mamma dorme- Sussurrò Pete.
Con un cenno di assenso il padre strisciò in camera da letto e lentamente provò a svegliare la moglie. Con un piccolo gesto le sfiorò il collo, accucciato quasi sotto il letto. Però sentì bagnato. E caldo. Si alzò per guardate e vide con orrore le coperte intrise del sangue che sgorgava dalla gola di Susie, recisa con un taglio sottile. Non fece in tempo a versare le sue lacrime. Un rumore alle sue spalle lo distolse dalla sua disperazione. Scartò di lato e balzò in piedi conficcando il lungo pugnale nel petto del soldato dietro di lui. Lo rigirò e poi colpì nuovamente. Tuttavia non era stato abbastanza veloce nel tappargli la bocca con la mano, e un rantolo uscì dalla bocca dell'uomo. Il soldato al di fuori lo sentì e si diresse verso la porta. 
-Pete presto vieni!- gli sussurrò il padre. Il giovanotto di appena dieci anni entrò nella camera e si paralizzò all'orribile vista che il padre non riuscì a nascodergli. Lo sellevò di peso mentre ancora era immobile con le lacrime che gli rigavano il volto e lo fece passare dalla finestra dove era passato il soldato. Passò anche lui, o almeno per metà.
-Corri!- Disse -Corrì più forte che puoi!- E gli sorrise, mentre un filo di sangue usciva dalla sau bocca, e il soldato dietro di lui, estraeva la baionetta dal suo torace. Pete corse, eccome se corse, con il cuore che scoppiava di dolore e il cervello che scoppiava di collera. Corse per chilometri prima di crollare esausto il terra. Poi si sentì toccare ed ebbe paura. Erano venuti a prenderlo, erano lì per lui, per ucciderlo. Ma non erano i soldati del generale Armox. Era una persona sola, dai corti capelli rossi e il bel viso un po' sporco di terra. Era Sara. 
-Sara!- esclamò Pete -Almeno tu stai bene!- 
-Noi siamo vivi- disse sconsolata la bambina, -Ma gli altri... Questa guerra sta uccidendo troppe persone.-
-Hai ragione,- disse Pete risoluto, -Ma noi siamo come le palme! Ci pieghiamo ma non ci spezziamo! Sconfiggeremo il generale prima o poi!-
Sara lo guardò piangendo e rispose - No Pete, No. Noi siamo come le foglie d'autunno.-
  
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