Mare. Il lento sciabordio delle onde che si infrangevano sugli scogli e coprivano ogni cosa sulla battigia, mi aveva sempre affascinato. Sulla sabbia appena lambita dall'acqua disegnai un cuore, piccolo ed insignificante, rivolto a non so quale principe azzurro sognavo di trovare un giorno. In un attimo poi scomparve, come se volesse farmi capire quanto la felicità sia effimera. L'eternità è solo un'illusione.
Alzai lo sguardo al cielo, perdendomi nel contemplarlo. Sentivo quell'aria salmastra entrarmi sempre più nei polmoni, mentre continuavo a pensare all'anno scolastico passato. Era l'estate della mia seconda superiore, triennio alle porte. Mancavano appena due settimane al nuovo anno. Non ricordo come mi venne in mente, né per quale ragione lo feci, ma presi sovrappensiero a scrivere sulla sabbia, proprio dove poco prima il cuore era svanito. Mi scossi da quell'illusione strana che si era creata ai miei occhi e guardai il mio operato. Si leggeva solo una parola: James. Non conoscevo nessuno con quel nome, eppure mi parve così importante il pensiero di qualcuno che potesse divenire speciale, che mi ci aggrappai con tutte le forze, trascinandomi in un baratro di oblio e perdizione. Immaginai valli e castelli incantati, boschi  e sorgenti, un mondo che fosse solo mio, un posto da condividere solo con qualcuno di speciale. Qualche secondo, tempo che focalizzassi lo scritto, ed il mare se lo prese. Mi chiesi quanti pensieri, quante confessioni d'amore, quante anime di persone Egli si fosse portato via nel medesimo modo.
Il significato di tutto quello? Ancora lo devo capire. È destino il fatto che non conobbi mai un “ James ” nella mia via? Non ne ho idea. I pensieri, le emozioni, tutto è di certo passeggero, mutevole: rammentiamo i più piccoli dettagli ed a volte scordiamo le cose davvero importanti. Un attimo è come l'odore di una fragola: persistente, intenso, che pare cambiare tutto in un istante. Eppure il minuto dopo, ha già meno valore.