Nick: TITTIVALECHAN91.
Titolo: The scent of you.
Avvertenze: One-shot, Raiting Verde.
Genere: Romantico,
Commedia.
Personaggi: Rose/Scorpius
Prompt: Erba, Rosa rossa.
NdA: La fanfiction è stato un
colpo di genio. Appena ho letto i prompt, ho avuto un’illuminazione. Ovviamente
non sono per niente una professionista, quindi ciò che per me è favoloso per
altri potrebbe essere banale. Perciò lascio a chi leggerà il giudizio. Grazie a
chi perderà un po’ del suo tempo a darmi una sua opinione.
The scent
of you
Maledetto
il giorno in cui il professor Lumacorno ci diede come compito in classe la
preparazione di una delle pozioni più difficili del suo repertorio. Lo
conoscevamo ormai da anni. Lui si divertiva nell’assegnarci i compiti più
strambi e la preparazione dell’Amortentia,
ahimé, rientrava in essi. Non mi allarmai più di tanto per la ovvia difficoltà
che imponeva quella pozione, a differenza di mio cugino Albus, bensì di quello
che poteva venir fuori da essa, per
la magia che essa poteva sprigionare,
se capite a cosa alludo. E forse la mia paura più grande si avverò
semplicemente per uno strano scherzo del destino, perché quest’ultimo voleva
mettermi in ridicolo, o perché voleva darmi finalmente la possibilità di crescere e di essere franca con me stessa.
Nulla
di personale, ma la mattina della consegna ce l’avevo col mondo. Avevo più
volte risposto freddamente a mio cugino, che voleva a tutti i costi sapere di
cosa profumasse la mia pozione, dopo essersi vantato, per tutta la durata della
colazione, di aver ottenuto un invitante odore di cioccolata al latte. Non
riuscendo a procurarsi nessuna informazione sul mio segretissimo capolavoro, si era alzato sbuffando, con
l’intenzione di dirigersi dal suo migliore amico e mio peggior nemico, Scorpius
Hyperion Malfoy, pensando forse di avere più fortuna nel ficcare il naso nelle
pozioni altrui. Fatto sta, che me ne liberai fortunatamente.
Non
andò per niente meglio, quando, una volta in classe, il professor Lumacorno
decise di chiamarci uno per uno ad esporre quel che era ciò che amavamo. Le mie mani persero non so quanti liquidi nel
sudare freddo, mentre attendevo il mio nome. Ringraziai il cielo e mio padre,
per essere l’ultima dell’elenco e, di conseguenza, per poter farmi due risate
nel sentire prima l’elaborato del mio peggior nemico.
“Ci
illustri il risultato del suo lavoro, signor Malfoy”, lo incoraggiò il
professore, dopo averlo chiamato.
Lui,
perfino più nervoso di me, con la boccetta tra le mani tremanti, sussurrò:
“Sento profumo di rosa… Di rosa rossa”.
Mi dissi
che era uno stupido. Il profumo non cambia a seconda del colore della rosa!
Anche se…
“Weasley
Rose, la promessa di questa scuola. Venga!”.
Mi
riscossi dai miei pensieri, mentre il sorriso a trecentosessantacinque denti
del Lumacone, come lo chiamava James,
mi invitava ad alzarmi. Una volta raggiunta la scrivania, piena di fiale
lasciate lì dagli studenti che mi avevano preceduta, stappai la mia con un
gesto che definii teatrale e tentai di far uscire le parole dalla mia bocca.
“Io
sento… odore di erba appena tagliata,
professore”, dissi incantata, ricordando quel caldo giorno di primavera.
L’ansia più assoluta mi prese quel pomeriggio in
cui iniziai la preparazione di quella dannatissima Amortentia. Soltanto Salazar sapeva quanto fossi nervoso e quali
istinti omicidi avessi nei confronti del mio insegnante di pozioni. Sperai
ardentemente, per tutta la preparazione di quell’intruglio, che non venisse
fuori quello che pensavo, ma purtroppo ero fregato. A salvarmi forse sarebbe
stato il fatto che ognuno poteva sentire un odore diverso, oppure che il
professore non si sarebbe messo ad esaminare tutti i suoi allievi per sapere
cosa sentissero. Ma quanto ero cretino!
La
mattina della consegna ero già esasperato di mio, non serviva di certo un Albus
Severus Potter che si vantasse del favoloso odore della cioccolata al latte. Lo
fanculizzai in meno di due secondi e lui borbottò qualcosa come: “Ma che hanno
tutti oggi?”.
Dopo
essermi ingozzato di uova e bacon per calmare i miei nervi, mi diressi a passo
più che sostenuto nei sotterranei, dove si svolgeva la lezione del mio attuale professore preferito. Quasi subito mi maledissi per non essermi inventato una
scusa qualsiasi, una malattia improvvisa, una gamba rotta, per non presentarmi
lì. Il professore aveva deciso di chiamarci uno per uno alla cattedra e devo
dire che fu abbastanza veloce ad arrivare al mio nome.
“Ci
illustri il risultato del suo lavoro, signor Malfoy”, mi incoraggiò lui.
Boccheggiai
per qualche secondo, prima di proferire parola. Fissai il suo sorriso
smagliante e deglutii. “Sento profumo di rosa… Di rosa rossa”, sussurrai, dopodiché emisi un forte respiro, come per
liberarmi di un peso, mentre Lumacorno si complimentava con me per il colore
vivace della mia Amortentia.
Subito
dopo mi andai a sedere e fu il turno di quella rompiballe della Weasley. In quel momento però non ero in vena di
insultarla, di pensare a quanto fosse petulante, perfettina e suscettibile,
seppure esclusivamente nella mia testa. Ripensai solo al profumo della mia
Amortentia e inevitabilmente mi persi nei ricordi di quel caldo giorno di
primavera.
Ero
seduta in riva al Lago Nero.
Ero a
cavallo della mia scopa.
La mia
mente era tutta per Wordsworth e il suo Daffodils.
In quel
momento, pensavo soltanto all’ebrezza del volo.
Il rumore
tipico di un Bolide da Quidditch, mi distrasse e mi costrinse ad alzare gli
occhi al cielo.
Il
rumore tipico di un Bolide da Quidditch, mi indusse a voltarmi. Scansai la
palla per un pelo, ma persi il controllo della scopa. Precipitavo.
Qualcosa
precipitava.
Tentai
di ristabilirmi o perlomeno di fare un atterraggio decente, ma non ebbi il
risultato che volevo.
Stava
per venirmi addosso e non riuscivo a muovermi. Chiusi gli occhi.
Chiusi
gli occhi e, quando li riaprii, il mio naso era a due centimetri dal suo collo.
Un peso
morto mi stava sopra, ma non sentivo dolore. Sbattei le palpebre un paio di
volte.
Lei
profumava di rosa.
I suoi
vestiti verde-argento erano sporchi di terra e lui era coperto di filetti d’erba, che gli regalavano il
loro profumo.
Ovviamente
quando scoprii che si trattava di Rose
Weasley, volarono insulti a non finire.
Naturalmente
quando mi resi conto che quello era Scorpius
Malfoy, lo obbligai ad alzarsi a suon di pugni.
Era per
questo motivo che se lui si fosse anche solo ricordato minimamente del profumo
di erba appena tagliata che quel giorno ci aveva avvolti a causa del suo
ruzzolone, io sarei stata rovinata.
Non c’era giustificazione più plausibile per
voler nascondere quello che amavo sentire e, se a lei fosse venuto in mente,
per caso, che quel giorno si era spruzzata il profumo di rosa rossa, che Albus Potter le aveva regalato il Natale
precedente, io sarei stato rovinato per il resto della mia vita.
FINE