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Autore: Laverne    08/08/2011    0 recensioni
Hermione nota che negli ultimi tempi Draco non sembra quasi più lui, ma non sa che lui la guarda di nascosto perchè follemente innamorato di lei. Draco non sa come reagire ai suoi sentimenti, finchè non sembra trovare una soluzione. Ma la vita ha sempre in serbo più di un tiro mancino e quando le cose sembrano prendere una piega favorevole...
“Incendio” sussurrò.
Una scintilla saettò nell’aria, provocando una fiamma.
Draco osservò la pergamena accartocciarsi e annerirsi, consumando in una tomba di cenere la dimostrazione fisica di quel sentimento che era esploso in lui con la stessa potenza dell’incanto.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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II.

Hope

 

Tutto sommato non era stato poi così difficile trovare i libri sull’argomento che stava cercando; il problema era stato cercare di recuperarli dallo stesso scaffale a cui la Granger sembrava interessata.

Quando era entrato in biblioteca, aveva notato un tavolino con una fortezza di libri pericolante e aveva dedotto che fossero della ragazza: non aveva visto nessun altro studente a Hogwarts leggere in contemporanea tutta quella roba se non forse in periodo di esami.

Convinto che lei fosse abbarbicata là dietro, veloce come il vento si era diretto verso il catalogo e aveva cominciato a sfogliarlo con talmente tanta incuranza, che fu trafitto più volte dagli sguardi omicidi della Pince.

E poi era cominciata la volata verso gli scaffali e lì si era interrotto bruscamente, non appena l’ebbe identificata, schizzando bruscamente in un passaggio che portava alla fila di mobili successiva.

Malfoy, quanti anni hai? Giochi ancora a nascondino? Esci fuori di là, o hai paura di trovarti faccia a faccia con una Mezzosangue?”

Sterco di unicorno! Non sapeva cosa fosse questo “nascondino”, ma l’aveva colto in flagrante. Uscì allo scoperto e le si parò di fronte.

Era buffa. Con una matita aveva cercato di intrappolare la massa ingarbugliata di capelli che di solito le cadeva sulle spalle e il risultato lasciava molto a desiderare: intere ciocche cadevano alla rinfusa e altre sembravano schizzare in alto come se qualcuno l’avesse fulminata con la bacchetta.

Avrebbe potuto soffermarsi ore e ore a guardarla, ma la priorità al momento era un’altra: interpretare il ruolo di Draco Malfoy.

Inventati qualcosa di acido da risponderle!

“Sai Granger, mi sono nascosto perché potrei morire di paura se ti vedessi in faccia. Medusa!”

“Non moriresti di paura ma per pietrificazione!” sottolineò la ragazza, con fare petulante “E se ti si paralizzasse la lingua, sarebbe un bene per l’umanità.”

“Allora per fortuna nessuno ti si può avvicinare, così la probabilità che nascano altri sangue misto si abbasserà.”

Hermione lo stava squadrando con odio. Con un minimo di consolazione, pensò che stava recitando la sua parte con perfezione. Avrebbe potuto avere un futuro come attore.

“Se continuerai a riprodurti con i tuoi amichetti Purosangue, alla fine si manifesteranno parecchie tare genetiche. Già si può vedere il meraviglioso risultato che ho qui di fronte a me. Furetto senza cervello.”

Male.

Faceva molto male, sentirla parlare così.

Pur essendo cosciente che stava prendendo parte a un copione di quotidiano a cui avrebbe voluto mettere la parola fine, si preparò a controbattere; ma una volta tanto la fortuna fu dalla sua.

“Mi sono rotta di sprecare il mio prezioso tempo con te, sottosviluppato. Vado a studiare, che è meglio!”

“Fila, Mezzosangue! Dove passi tu, l’aria è talmente viziata che chiunque potrebbe morire di asfissia!”

“Cambia bagnoschiuma!” furono le ultime parole di Hermione, prima che questa si dileguasse.

Accertato che la ragazza non tornasse, si affrettò a prendere i libri che gli servivano e cercò un posto a sedere che fosse lontano alla vista di altri frequentatori della biblioteca. Nessuno doveva vedere cosa stava leggendo e tantomeno non voleva inventare spiegazioni assurde: in nessuna materia si era trattato dell’argomento e nessuno gli avrebbe creduto se avesse detto che era solo una lettura di cultura generale.

Doveva fare in fretta, prima che la Pince lo sbattesse fuori. Era più sicuro non prendere nulla in prestito, già immaginava la Grifondoro spulciare l’elenco prestiti per vedere se qualcuno avesse cercato qualcosa a riguardo.

Prudenza, prima di tutto.

Già scrivendole si sarebbe parzialmente esposto, perlomeno aveva il sacrosanto dovere di farlo come Merlino comandava.

Si mise all’opera, annotando sulla pergamena tutti gli incantesimi e le pozioni che gli servivano: la dissimulazione calligrafica era sempre buona cosa e l’esecuzione della magia non era così complicata.

Il pandemonium, poi, era senz’altro geniale: chi avesse cercato di ricavare informazioni dall’uccello messaggero, avrebbe ricavato solo informazioni del nome della nazione di spedizione e la specie che l’aveva scritto. Già si immaginava un bel “Inghilterra, Umano” tradotto dal gufo della scuola.

Addirittura era riuscito a scovare un filtro utilissimo da spruzzare sulla pergamena, in modo da rendere anonimi sia il tipo di materiale usato, sia il fabbricante; non solo, ma con un dosaggio di betulla e polvere di petali di crisantemo, si poteva mascherare pure l’origine dell’inchiostro.

L’indomani avrebbe cercato di soffiare alcuni ingredienti dall’aula di pozioni, mentre alcune erbe le avrebbe sottratte dalle serre di Erbologia.

Osservò soddisfatto le annotazioni scritte e quando la Pince arrivò per cacciarlo dal suo posto, riuscì a farlo senza lanciarle maledizioni mentali.

Lanciò un’occhiata fugace alla postazione della Granger e vide che era già sparita, insieme al suo cumulo di tomi.

Fece d’un soffio il percorso per arrivare al dormitorio e si infilò sotto le coperte, sorridendo per la geniale idea e pregando che l’indomani arrivasse presto.

 

***

Un tocco delicato e gentile gli stava sfiorando la pelle del volto, come la carezza morbida di una piuma.

Aprì lentamente gli occhi e focalizzò Daphne Greengrass, che gli sorrise dolcemente.

“Se non ti dai una mossa, la colazione la salti!”

“Non si usa più dire ‘buongiorno’ per salutare le persone?” bofonchiò lui di risposta, scostando le coperte e mettendosi a sedere sul bordo del letto.

Daphne si sedette al suo fianco e continuò a fissarlo, come se si stesse aspettando qualcosa.

“Per la Barba di Merlino, ma cosa ci fai tu nella camerata dei maschi?” esclamò il Serpeverde, che finalmente aveva fatto ritorno dal mondo dei sogni.

“Ho bisogno di parlarti” rispose lei, senza staccare gli occhi dai suoi.

“E non potevi aspettare fino alla pausa pranzo?” chiese un po’ scocciato.

“A dire il vero ho atteso fin troppo. Ti devo parlare ora.”

Draco non proferì parola, una parte di lui aveva capito quello che la ragazza voleva dirgli, ma sperò profondamente di essere in errore.

Daphne distolse lo sguardo da lui e arrossì lievemente, cominciando a dondolare le scarpe con fare nervoso.

“Ecco, non posso negare che, come dire, hai un certo ascendente su di me.”

Malfoy deglutì; se avesse potuto, se la sarebbe filata a gambe levate per correre a nascondersi nello sgabuzzino delle scope.

Cercò invece di mantenere uno sguardo impassibile e curioso per non mettere la ragazza a disagio più di quanto già non lo fosse.

“Sì, insomma, mi piaci.”

Il volto di Daphne era paonazzo e lui stesso stava cominciando a sentirsi male.

Calò un silenzio imbarazzato, interrotto dal ticchettio delle scarpe della ragazza sul pavimento di pietra.

No, le avrebbe voluto dire.

Ma nella sua natura codarda, la parola gli morì in bocca sul nascere solo del pensiero.

“Lasciami il tempo di assimilare la cosa. Non è un no definitivo, però mi prendi un po’ contropluffa.”

“Va bene” fu la laconica risposta della ragazza “però promettimi che ci penserai su.”

“Certo!”

“Beh, ci vediamo dopo a Incantesimi! Io raggiungo Pansy e le altre.”

Daphne si defilò in un battere di ciglia e lasciò il Serperverde solo a se stesso.

In quel momento Malfoy si fece proprio schifo.

No, che non voleva mettersi insieme a lei! E invece, come al solito, non era riuscito a tirare fuori le palle e a esprimere chiaramente quello che aveva in testa.

Sentiva di aver come insultato il coraggio della ragazza, che gli si era dichiarata e si era esposta per lui.

Si alzò dal letto e si vestì in fretta e furia, per non saltare la colazione.

 

***

 

L’occasione buona per reperire alcune erbe per i suoi incantesimi gli si presentò solo nel tardo pomeriggio, dopo l’ora di Trasfigurazione.

Voleva anche approfittarne delle ultime ore di luce e godersi lo stupendo panorama che Hogwarts offriva al tramonto.

Non vedeva poi l’ora di staccarsi dal gruppo di Serpeverde per evitare Daphne, che per tutto il giorno lo aveva contemplato sognante, tanto che la McGranitt l’aveva ripresa più volte.

Hermione invece l’aveva intravista di sfuggita mentre correva da una lezione all’altra.

L’unica nota positiva della giornata era stato il pensiero della lettera che le avrebbe scritto.

Cosa meno facile di quello che aveva creduto, tanto che alla fine aveva pensato di ripiegare su una delle sue poesie preferite, per sfidare un po’ la Grifondoro nelle sue conoscenze del panorama letterario magico.

“Donna che legge” era il titolo del poema che voleva inviarle; l’ispirazione gli era venuta, ricordandosi ogni volta che l’aveva vista seduta sugli scalini, china a leggere l’ennesimo libro.

Sì, un gioco letterario era forse il modo migliore per stuzzicare una mente acuta come quella della ragazza.

Uscì nel giardino, diretto verso le serre.

Il tempo era magnifico: un ottobre non ancora gelido, nonostante il vento che serpeggiava tra i fili d’erba, agitando dolcemente il suo mantello e scompigliandoli i capelli.

Era quasi arrivato alla meta, quando vide una ragazza correre nella sua direzione.

Si nascose dietro un albero, vedendo la figura di Hermione che stava come scappando da qualcuno; e quel qualcuno era Weasel.

“Fermati!” urlò il Grifondoro, che più veloce della ragazza, le afferrò un polso.

“Lasciami!”

Lenticchia mollò la presa ed entrambi ripresero fiato.

“Ma che ti succede? Perché ti comporti così? In quest’ultimo periodo sei proprio strana!”

Hermione cominciò quasi a singhiozzare.

Hermione…

“Vattene! Vattene via!”

“E invece no, fino a quando non parli chiaro e tondo!”

Che cosa stava succedendo?, si chiese Draco, che impotente decise di assistere alla scena dal suo nascondiglio.

 

(continua…)

 

 

Chiedo scusa alla gentile utenza se ci ho messo un po’ a postare, ma quando avevo deciso per una cosa, poi mi è balenata in testa un’altra idea. Sto già preparando un nascondiglio per il prossimo capitolo, in cui sono certa che molti mi uccideranno per il mio sadismo. :D

Spero abbiate passato un buon week end e vi ringrazio per aver seguito la mia storia. Mi fa veramente piacere.

E speriamo che Draco finalmente si decida a tirare fuori le palle, una volta tanto!

Spero di non metterci troppo tempo a postare il prossimo capitolo, alla prossima! ^^

(Sempre che non mi passi qualcos’altro di bislacco per la testa, il che non è infrequente).

  
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