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Autore: Lindar    08/08/2011    0 recensioni
Idril è un'elfa della casa di Dior,discendente di Luthien Tinuviel, cresce con sua Nonna Celebdil nelle Falas di Lhun presso i porti grigi ma il suo cuore la porterà lontano seguendo un sussurro
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La finestra rimandava all’albeggio la tenue luce d’una candela, il vento gonfiava la seta delle tende..pallide vele che, spettro di casa nell’argento della culla del giorno, cantavano la nascita d’Anar.
Ella era ancora persa nei ricordi, seguiva il volo malinconico dei gabbiani…l’argentina voce della giovane Idril la scosse dal sogno.. “Cos’è successo nonna…cosa l’ha allontanato da te…
Estelamin…” sorrise Celbdil “ il legger cuore della giovinezza spesso non comprende i discorsi del raziocinio..” si mosse,statua d’alabastro, verso la nipote, una veste azzurra d’Ithlan sottolineava i sentieri di melo delle sue linee d’eterna freschezza serbanti il ricordo della nascita delle ere.
 
Tutto ebbe inizio ad Imladris la bella” si lasciò cadere sospirando sul letto ov’Idril sedeva, la nipote differiva da lei pel colore dei capelli bruni come il bosco nella stagione della morte delle foglie, riprese “Ero nata lì sotto la guida saggia d’Elrond Peredhel, ancella di Celebrian l’argentea ero”… riportò l’iridi chiare oltre le finestre, tornò con lo sguardo oltre le Chitaeglir…i monti nebbiosi..a lì..Forraspaccata l’ultima casa accogliente.
 
Il potere di sire Elrond era grande a quel tempo e ad ovest scotevano le radici della terra..Sauron l’ingannatore aveva dichiarato guerra ai popoli liberi..” trasse un sospiro come se l’antico orrore avesse nuova ferita al suo cuore “ Un grande esercito giunse dal Lindon,ove ora risiediam piccola mia, v’era Gilgalad a capo e molti degli elfi della costa,con loro molti Noldor e Sindar che tra i boschi dell’Eriador avevano dimora, ad’Imladris,inoltre,  molti esuli dell’antico Doriath trovavano accoglienza e molti principi del Sud erano giunti col mutar del vento, v’erano inoltre i messaggeri di Thranduil dell’Eryn Lasgalen meglio noto come Bosco Atro”.. pose lo sguardo su Idril che bramosa divorava ogni parola, quello sguardo saggio celante ere di viaggi tra le stelle e l’alba…l’arco delle labbra s’increspò in sorriso prima di riprendere il racconto..
E con loro venne anche lui” continuò a sorridere,come se riguastasse quella scena,lo sguardo sognante di chi ama ma è costretta a dimenticarlo.. “ Fiero avanzava nella sua armatura leggera,d’oro e verde colorato, possanza cantava il suo passo e saggezza la sua fronte, aveva la luce della grande distesa d’Ulmo negli occhi e la voce recante l’accenti di sogno..era lui Cirdan il Timoniere dei Mithlond.”
Alla giovane Idril parve di vedere l’elfo attraversare il suo pensiero..Celebdil continuò “ Elrond organizzò un consiglio per decidere il da farsi… noi preparammo la sala del fuoco ove dopo i principi si sarebbero trattenuti.. Celebrian mi chiese di cantare.. Pari all’allodola il tuo canto..mi disse”..
Dalla finestra giunse lo stridio d’un falco..il giorno nasceva.
 
Già Menelcamar s’allineava alla luna quando giunsero nel salone..Daeron sonava l’arpa e io cantai il canto di Beren e Luthien…quando giunsi al punto ove la vergine Luthien danzava tra le cicute al chiaro delle stelle  egli mi sorrise ed io toccai le benedette sponde di Aman “…
La voce di Celebdil ora divenne realmente tremante come sofferente, gli occhi s’inumidirono ma ella continuo forzando un sorriso alla nipote; continuò raccontando della dolcezza del vino che quella sera a fiumi empiva i calici, della danza del fuoco e dell’abile mano di Daeron sull’arpa… e forse evitò per un po’ di tuffarsi nel suo dolore,ma poi si sa rimandar non lenisce l’acutezza d’una lama e giunse al momento in cui la festa finì e per incanto ad Idril parve di volar col pensiero in quel momento ove silente spettatrice osservava l’accaduto attraverso l’incantevoli parole della nonna.
 
Vide la Biblioteca d’Imladris,ampia e ben areata, mille suoni d’uccello annunciavano il giorno e dal giardinetto interno filtrava la luce, il colonnato tutt’intorno era adornato di foglie d’oro ad abbraccio deii capitelli e sulla parete posteriore campeggiava un arazzo con Laurelin e Telperion, gli alberi oscurati della benedetta Aman, e v’erano loro..
Lei una giovane elfa vestita di verde, in capo recava una tiara a foggia di mille boccioli di rosa, era di mithril e l’argentovero si perdeva tra la dorata chioma di lei..Cirdan abbigliato d’argento,alla vita una cinta con una fibbia intagliata a ricordare il profilo d’un cigno…si guardarono,giovani rampolli d’un mondo che s’allungava alla fine, essenze di un ricordo che sbiadiva ad est.
Ei parlò per primo “Mai avrei pensato di scorgere Luthien tra le colonne d’Imladris”..sorrise avvicinandosi a Celbdil..Ella arrossi, le gote s’imporporarono e per poco scelse il silenzio,almeno fino a quando la mano di lui non giunse a carezzarle il viso “Mio sire,sono solo un indegno passero che cerca d’imitar l’Usignolo”…lo sguardo di lei poi cercò riparo nelle fughe del pavimento..
Perche mi privi delle stelle Celebdil… non sai forse che per un marinaio sono vitali” sorrise Cirdan “ e senza esse mi vedrei perso?”
Ella alzo lo sguardo allora ma il respiro quasi le mancava,egli era l’unico che aveva toccato la sua candida pelle, il ruvido dorso della mano,solcato da ricordi di mare, in lei scuoteva il desiderio; poteva sentire l’odor della salsedine sulla pelle di lui e del vento marino che riporta a casa i viandanti.. “Se siete un sogno eruammin non svegliatemi,poiché mi sembra di sentir la fraganza delle benedetti coltri altr’acque in voi…” socchiuse per un’attimo gli occhi e successe..
Le labbra d’ei carezzaron quelle di Celebdil… e nacque in lei quel selvaggio desio che spinge alla fuga da quanto più al mondo conosci, mille pensieri turbinaron nella sua mente per compiersi in quell’istante, l’abbraccio delle labbra si spinse a lungo, la mano che prima aveva carezzatole dolce la gota andò a sorreggerle la nuca e la manca libera si pose sul suo fianco..era avvinta come l’argenteo pesce tra gli artigli dell’aquila di mare.
Ella dunque si fece sfacciata ed entrambe le sue mani avvolsero il viso del Timoniere e mentre lo baciava sorrideva…indi ei parlò ancora.. “Celebdil,in voi trovo la mia pace..in te lascio il mio cuore…”
 
Il racconto s’interruppe per un’istante ed Idril potè scorgere sull’alabastro del viso di Celebdil un’amara lacrima..poi finse un sorriso e continuò..
Mi trasferii con lui qui ove ora è la mia casa e vivemmo felici per un po’.. Ma a noi spesso è diniegata la felicità e le sorti di Arda ci chiamano inesorabili.. la guerra lo chiamò a se..e lui partì senza sapere che in grembo portavo suo figlio… tuo padre..”
Indi il silenzio s’impadroni di Celebdil…una carezza lasciò sulla guancia della nipote e si portò al cospetto d’uno specchio…un’ultima volta parlò..”Vedi Idril,l’amore è come una guerra..sconvolge il tuo mondo dalle radici, ma senza di esso non vale la pena attraversare i sentieri terreni poiché..sebbene sia crudele è l’unica forza che vince la morte”… indi s’affacciò verso il porto ancora come era consuetudine..
 
Più in basso, sulla banchina, ove le grandi navi dal rostro di cigno aspettano la partenza un sire d’elfica nobiltà sedeva a poppa su una di esse..lo sguardo antico saliva verso i palazzi della costa, cercava una finestra…e dalle labbra sfuggi un sussurro.. “Amin meles lle Celebdil ò Imladris…” egli era lui..
Egli era Cirdan Il Timoniere…
  
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