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Autore: Lindar    06/08/2011    0 recensioni
Idril è un'elfa della casa di Dior,discendente di Luthien Tinuviel, cresce con sua Nonna Celebdil nelle Falas di Lhun presso i porti grigi ma il suo cuore la porterà lontano seguendo un sussurro
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La luna nuova si spingeva serena oltre le alte creste delle Evendim,così come gli Uomini chiamavno le Emyn Uial,.le colline del crepuscolo. Le rovine degli antichi palazzi del Reame di Arnor coronavano la piana verdeggiante dell’Eriador; lenta Isil si dirigeva a seguir Earendil verso il suo sonno.
L’estate lasciava il posto all’autunno e le foglie  facevan da tappeto ai pellegrini, nell’aria voci elfiche cantavano delle stelle. Albeggiava quando giunse il convoglio dai Mithlond.., di sotto il Nenuial, il lago Vesproscuro, rifletteva la luce delle ultime fredde stelle e accoglieva la venuta di Anar.
Il gruppo di elfi era formato da diverse stirpi, arcieri Sindar a protezione e un Noldor..Cirthion il suo nome..e lei l`essere più bello che abbia carezzato il mio sguardo Celebdil il suo nome era di bianco vestita e adornata alla vita da una fibbia d`oro.
Mia madre discendente da Dior Tinuviel..era alta al pari dei primogeniti di Iluvatar e fiera di sguardo, Luthienwen di Nenuial il suo nome..a lei molto simile io..Dicono che entrambe serbiamo la bellezza di Luthien Tinuviel e di Melian la maia.
Lontano ancora l’ombra dell’Oscuro e nessun Dunedain aveva ancora ribadito la fierezza della sua genia. Più a sud nelle terre ove scorre il Baraduin..un Periannath,un’Hobbit, iniziava la sua cerca in compagnia di un manipolo di nani e d’un Istar.

La compagnia veniva per me, un elfa della stirpe dell’antico Doriath, benedetta dalla fortuna dei Sindar.Quando le braccia di mia madre mi posero tra quelle di mia nonna..un forte vento si levo dal Lago..e una grande aquila planò poco distante dalla porta del palazzo sulla collina.
"Ecco Figlia di Dior..Manwe Sulimo chiama a se tua figlia Idril...il vento sarà la sua voce"..disse Celebdil. Da quel momento ho avuto la possibilità di parola con gli araldi dei seggi di Taniquetil presso Valinor.
“ Se è questo il volere dei Padri che seggon a Tuna..la casa di Nenuial lo seguirà!”  v’era fierezza nel turchese sguardo di Luthienwen come tutti i figli primogeniti..ma una fierezza antica di chi ha visto il nascer del mondo.
Vivo ancora il ricordo della bellezza del Doriath nel cuore dei Laiquendi..e molti i canti che accompagnavan il peregrinare d’essi sotto le frondose propaggini dei boschi..
 
Crebbi in uno dei palazzi che la costa conserva pari ai gioielli più cari, la bianca spuma carezzava le rive e sulle navi s’odevan i canti dei Solosimpi e nel vento le voci dei Falmari d’Ulmo araldi. Come maestro Cirthion e come madre Celebdil.
Avevo un fratello che amavo e che a mia differenza amava il fulgore dell`Armi. Aerthil il suo nome e che presto partì per l’est.
Una vita terrena formaron il mio essere, bruni capelli come la notte di Lorien, melograno in boccio colorò le mie labbra e albido latte di cerva il mio carnato, molti mi chiamavano Tinuviel a sottolineare la mia somiglianza con la mia antenata. Ma ciò che più donava gioia al mio cuore erano i racconti dell’era d’oro del Mondo.
 
Era sera quando nell’ampio salone del fuoco chiesi a Celebdil per la prima volta il significato d’una sensazione che per me era ancora aliena: “Arwenamin” dissi mentre ella era intenta a ricamare su uno stendardo la grande bussola dello stendardo del signore delle Falas “cos’è l’amore per noi figli dell’eternità?
Ella sorrise nella tenue luce che la sua beltà gli donava,d’oroi capelli in treccia costretti mentre l’azzurro sguardo era intento a seguire il suo lavoro.. “Idril..estelamin…l’amore che sia per i figli maggiori o per gli atani..è qualcosa che non si spiega con il mortale verbo”..seguitò a sorridere sospirando “Poiché le parole costringono come legacci.. al pari d’un destriero da corsa obbligato ad un carro”..trasse un sospiro e seguitò a ricamare. “ Mia signora..” incalzai “ eppure dicono che di tale forza sei stata padrona quando gli anni eran freschi e il tuo cuore leggero..”
S‘alzo lasciando cadere il vessillo sul bianco marmo del pavimento,l’eterna bellezza dei quindi era in lei sublime,mosse qualche passo,scruto il cielo sul mare poi si voltò verso di me..gli occhi umidi..
Ei era già grande d’onore quando l’amore ci chiamò per nome, emerwen nin, la grazia aveva affidato a lui Narya, l’anello di fuoco, ed abile era nel governar ogni vascello” sorrise
Ma tu parli di sire Cirdan,signore delle Falas di Lhùn..” sgranai gli occhi..
Io” risprese “parlo  di tuo nonno..Idril..e del nostro amore..” tacque per osservare il volo di gabbiani giù lungo la scogliera..
 
  
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