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Autore: Komadocchi    08/08/2011    0 recensioni
Kagura, la ragazza dalla testa dura e Okita, il ragazzo più sadico della terra (Takasugi è fuori classifica causa età) si incontrano mentre Kagura si trova sotto un potente temporale e lui si offre di accompagnarla a casa. Cosa succederà mai?
"I ciliegi erano stati rovinati dalla tempesta, notò Kagura quando ripassarono di fronte al parco dal quale era scappata di corsa.
Non si era salvato nemmeno un singolo fiore.
Era triste, ma con un sorriso si ritrovò a pensare che aveva fatto bene ad uscire per ammirarli. Non aveva solo visto quegli splendidi boccioli, ne aveva trovato anche uno da tenere tutto per se." OkitaxKagura
Genere: Erotico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kagura, Okita Sogo
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio tantissimo Elisabeth_smile per la sua recensione ^_^  spero che questo capitolo ti piaccia.



In macchina era calato un silenzio imbarazzante. Sogo aveva lo sguardo fisso sulla strada e Kagura guardava fuori dal finestrino, starnutendo ogni tanto e cercando di scaldarsi.
Come se non bastasse, tutti i semafori che trovavano lungo il percorso erano rossi.
Mentre erano fermi all'ennesimo incrocio, sentì qualcosa di caldo e pesante posarsi sulle spalle. Era la giacca di Sogo.
“Va meglio?”
Kagura arrossì e boccheggiò. Come poteva uno come lui fare un gesto tanto carino? Era come vedere un lupo che canta una ninna nanna ad un agnello.
“Si, grazie.” fu la cosa più intelligente che la ragazza riuscì a rispondere.


Mentre attraversavano una zona con parecchi cantieri dismessi, il temporale imperversava, rendendo la visibilità quasi a zero. Sogo guidava quasi a passo d'uomo e Kagura cominciava a ringraziare il cielo che quel sadico fosse apparso sulla sua strada.
All'improvviso la pioggia temporalesca si trasformò in grandine. Il ragazzo dovette parcheggiare nel primo riparo che trovò, ovvero una tettoia per auto piuttosto grande in un cantiere di un grattacielo e poi scese dall'auto per controllare i danni.
Kagura invece si spostò sui sedili posteriori, per stare più comoda. Non si aspettava che Sogo si sedesse dietro insieme a lei. Si stese appoggiandosi fra portiera e sedile, con i piedi infilati tra le gambe di Kagura e il sedile posteriore ed indossò la sua mascherina per dormire.
“Faresti meglio a riposare... Tanto anche se finisse la grandinata, con tutta questa pioggia non me la sento di guidare.”
Kagura si fece piccola piccola, ben attenta a non sfiorare nemmeno le gambe del ragazzo. Purtroppo però, si ritrovò a battere i denti dal freddo.

Come fa a dormire con questo gelo? E' talmente insensibile da non sentire nemmeno le condizioni climatiche?

Fuori dall'auto un gattino si era appartato con loro sotto la tettoia. La ragazza lo osservò mentre leccava via la pioggia dal pelo.
“Ti assomiglia.” Le sussurrò Sogo in un soffio accanto al suo orecchio. Non si era accorta che il ragazzo si era svegliato, e nemmeno che la stesse abbracciando.
“Cosa stai facendo? Lasciami!” Kagura si stava agitando nell'abbraccio, cercando di sgusciare via.
“Credevo avessi freddo, ti sto solo scaldando!”
“No, sei solo uno schifoso maniaco!”
Sogo la lasciò andare e uscì dalla macchina per tornare a sedersi sul sedile anteriore.


Un silenzio di tomba si protrasse per parecchi minuti. Il gatto nel frattempo di era posizionato sotto all'auto, vicino al motore, per stare al caldo. Stufa di fissare la pioggia, a Kagura non restò che guardare Sogo e rimase di sasso nel notare che il ragazzo tremava.
Si sentì terribilmente in colpa. L'aveva abbracciata solo perché aveva freddo quanto lei ma non l'avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura.

Maschi.

“Scusa se ti ho trattato male prima... Dai, vieni qui, in due si sta più caldi!”
Non si mosse.
“Ok, ti ridò la giacca... almeno starai più caldo.”
“Sto bene così.”
Il tono era tagliente, ed era piuttosto strano che il sadico mostrasse la sua irritazione, Kagura l'aveva visto rare volte esprimere le sue emozioni.
Ignorando quello che le aveva appena detto, Kagura si sporse e mise la giacca sul petto di Sogo.
Lui la afferrò e gliela lanciò addosso
“Ti ho detto che sto bene così, cazzo!”

Normalmente, se qualcuno l'avesse trattata così, Kagura l'avrebbe riempito di botte. Lei era un'aliena del clan Yato, non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno.

Perché allora sto piangendo?

Si ritirò di nuovo contro il finestrino, fissando le travi in acciaio del grattacielo in costruzione con la vista offuscata dalle lacrime.
Sogo sospirò. Scavalcò i sedili anteriori, afferrò la giacca e la appoggiò sulle spalle di Kagura, lisciandogliela dolcemente sulle spalle e sulle braccia.
La ragazza lo fissò. Aveva gli occhi bassi.
“Scusa, la pioggia mi rende nervoso. Dai, scaldiamoci insieme.”
“E' colpa mia. Tu sei stato gentile con me ed io sono stata malfidente.”

Sogo l'abbracciò dolcemente, stringendola al suo petto. Kagura era imbarazzata, non era mai stata tanto vicina ad un ragazzo, per di più con i vestiti bagnati che le aderivano così tanto al corpo.
“Senti, qui vicino c'è un posto dove possiamo stare al caldo finchè non finisce il temporale. Non devo guidare molto e quindi non è un problema arrivarci. Potresti anche asciugare i tuoi vestiti.”
Probabilmente si trattava di un bar o di qualche locale. La ragazza scosse la testa.
“Non ho soldi.”
“Offro io.”
“Non voglio essere un peso.”
“Non ti preoccupare, ci volevo andare lo stesso. Ma non mi fido a lasciarti qui in macchina da sola, potresti distruggerla. Tanto vale che venga anche tu.”
“Va bene.”

Sogo si rimise alla guida (dopo aver ovviamente allontanato il povero gatto che si trovava sotto all'auto su richiesta di Kagura) e dopo pochi minuti raggiunse una struttura bianca abbastanza grande. Sogo parcheggiò l'auto in un posto vicino all'ingresso.
La ragazza sbirciò l'insegna. Con l'ira che le montava dentro come la lava in un vulcano poco prima di un'eruzione si rivolse a Sogo.

“Tu, pezzo di deficiente, mi hai portato in un love hotel? un albergo ad ore? ”
“Cosa c'è di male?” chiese il ragazzo piuttosto stupito.
“Oh, niente, tranne il fatto che qui di solito la gente viene per fare sesso! Me l'ha detto Gin!”
“C'è una lavanderia a gettoni, ed in più costa poco. Se non ti va bene, puoi restare qui.”







NOTA: nella dicitura “love hotel” su wikipedia, ho trovato l'immagine esemplificativa di un love hotel... a Kabuki-cho :°°°D Kagura e Sogo non erano poi così distanti dall'Agenzia, dopotutto!

   
 
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