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Autore: mrsdianablack    08/08/2011    18 recensioni
La sua ultima notte da uomo libero ...
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Sirius Black si sentiva stranamente inquieto, quella sera. Era la notte di Halloween ma tutto era tranquillo, fin troppo forse.
Aveva trascorso il pomeriggio con i suoi amici: Remus, Peter, James, Lily e il piccolo Harry. Era stata una giornata piacevole e allegra. Nessun pensiero, nessuna preoccupazione. Non avevano parlato di Voldemort o del pericolo incombente. Si erano semplicemente divertiti, come era giusto che fosse per una giovane coppia sposata che aveva appena avuto un figlio e i loro migliori amici.
Eppure, da quando si erano lasciati ed era rientrato a casa non riusciva a rimanere sereno. Era come se presagisse un pericolo imminente. D’impulso decise di uscire.
Afferrò la giacca e le chiavi della moto. Doveva assicurarsi che tutto fosse effettivamente a posto. Non c’era molta gente in giro, e questo non faceva che aumentare la sua preoccupazione.
Raggiunse prima il nascondiglio di Peter. Nessuno, a parte James e Lily, sapeva che si erano scambiati all’ultimo momento e che era diventato Peter il custode segreto dei Potter.
All’inizio gli era sembrata una buona idea. Chi avrebbe mai pensato che a un ragazzino fragile e ancora tanto insicuro fosse stata data una tale responsabilità?
Ora però iniziava a dubitarne. Se fosse successo qualcosa sarebbe stata solo colpa sua.
Il primo indizio che qualcosa non andava furono le luci accese e la porta socchiusa. Con la bacchetta in mano spinse il battente ed entrò in casa.
Peter non c’era.
Sirius si guardò intorno, inquieto. Non c’erano segni di lotta e tutto era ordinato, il che significava che il ragazzo se n’era andato di sua spontanea volontà. Ma non erano quelli gli accordi. Se si muoveva o usciva doveva avvertire qualcuno, non doveva mai andare in giro da solo.

A meno che …

No.

Il panico prese il posto dell’inquietudine mentre si precipitava fuori e correva dai Potter. Mentre guidava cercava di scacciare quel pensiero tremendo che si era impossessato della sua mente.
Non poteva essere vero. Non potevano essersi sbagliati così tanto su di lui. Sicuramente c’era una spiegazione logica.
Eppure man mano che si avvicinava a Godric’s Hollow i suoi sospetti si facevano sempre più reali.
A poco meno di un isolato di distanza vide una piccola folla davanti alla casa di James e Lily.
L’abitazione era illuminata a giorno e in parte distrutta. Abbandonò la moto in strada e corse verso l’ingresso, facendosi largo tra le persone riunite lì attorno. Nessuno faceva caso a lui.
Per primo vide il corpo senza vita di James, in mezzo alle macerie di quello che solo fino a poche ore prima era il soggiorno. Lily ed Harry non c’erano.
Con il cuore in gola salì le scale, dove si trovava la cameretta del piccolo, con una minuscola, anche se vana, speranza di trovarli ancora vivi.
La stanza era quasi completamente distrutta e notò qualcuno, chino sulla culla di Harry.
Allungò la bacchetta per allontanarlo poi l’uomo, molto alto e di stazza robusta si voltò, con un piccolo fagottino tra le braccia.

Era Hagrid.

Aprì la bocca per parlare e poi lo scorse: il corpo di Lily, privo di vita, riverso sul pavimento e allungato verso la culla, come se fino all’ultimo avesse cercato di difendere suo figlio.
Alzò lo sguardo su Hagrid e vide che anche lui era incredulo e disperato.
Poi guardò il piccolo Harry. A parte una ferita sulla fronte sembrava stare bene. Dormiva ed era completamente ignaro di ciò che stava capitando attorno a lui.
Non sapeva ancora che i suoi genitori erano morti.
“Dammi Harry.” Disse ad Hagrid d’impulso e si allungò per prenderlo. Ora che James e Lily erano morti e Peter un traditore era lui a doversi occupare del bambino. Non gli era rimasto nessun’altro al mondo e lui era il suo padrino, del resto.
Poi avrebbe pensato a vendicarsi di Minus.
Ma Hagrid non parve essere della stessa idea. Arretrò di un passo e strinse a sé il fagottino.
“Silente mi ha detto di tenerlo, e di non lasciarlo a nessuno. Ce lo devo portare ai suoi zii.” Disse, con la voce roca e incrinata dal pianto. Era strano vedere un omone grande e grosso come lui con gli occhi lucidi.
Superò Sirius e lasciò la stanza senza aggiungere altro. Lui lo seguì sulle scale.
“Sono il suo padrino, Hagrid. Mi occuperò io di lui.” Insistette ma l’uomo non gli diede retta.
Uscirono dalla casa. La folla era aumentata; la strada era piena di maghi e streghe, accorsi a vedere cos’era successo. Ma c’erano anche molti babbani, ignari e incuriositi nel vedere tutta quella gente vestita in modo strano. Qualcuno parlava di chiamare la polizia.
Sirius guardò distrattamente tra la folla mentre seguiva Hagrid sul marciapiedi, e poi lo vide.

Era Peter.

La rabbia prese il posto del dolore. Come osava presentarsi lì, in quel momento?
Afferrò Hagrid per un braccio e gli mise in mano le chiavi della moto.
“Prendi la mia moto.” Disse velocemente, senza perdere di vista il suo ex amico. Guardò il piccolo per un istante. “E occupati di lui.” Alzò di nuovo lo sguardo sulla folla. Ma Peter era sparito.
Possibile che fosse stata solo un allucinazione?
“Perché mi dai la moto?” stava chiedendo intanto Hagrid ma lui non lo stava nemmeno ascoltando.
Aveva smesso da un po’ anche di ragionare lucidamente. Il suo unico pensiero ora era quello di trovare Peter. E di vendicarsi.
Se davvero l’aveva visto non poteva essere andato molto lontano.
“A me non serve più.” Rispose distrattamente e poi, senza aspettare la sua replica sparì in mezzo alla gente.

Non sapeva che quello sarebbe stato il suo ultimo giorno da uomo libero …

Trascorse la notte insonne, cercando Peter, ma l’ex amico sembrava essere sparito nel nulla.
Le prime notizie iniziarono a circolare alle prime luci dell’alba.
Dicevano che Voldemort era stato sconfitto, ed era scomparso. Era evidente che gran parte dei suoi seguaci si fossero nascosti. Così doveva aver fatto Minus.
Sfortunatamente tutti ora ritenevano Sirius responsabile di quanto era successo, dal momento che ufficialmente era lui il custode segreto, e quindi il traditore.
Ma poco gli importava, in quel momento. il suo pensiero fisso era di trovare Peter, e costringerlo a confessare. L'unico problema era che non sapeva dove cercarlo ed era solo.
Non si era messo in contatto con nessuno, nemmeno con Remus, e quello era stato il suo primo sbaglio.
Il secondo fu di tornare prima a casa sua, già piantonata dalle guardie di Azkaban, e poi al nascondiglio di Peter, dove fu trovato dallo stesso Minus.
Quando se lo ritrovò davanti Sirius non capì più niente. Accecato dalla rabbia e dal dolore gli puntò contro la bacchetta ma Minus iniziò a gridare, attirando gente.
Quello che successe dopo fu solo un ricordo confuso nella sua mente. Ricordava vagamente una luce accecante invadere la strada, e almeno una dozzina di babbani cadere al suolo, privi di vita.
Poi le urla, la confusione, le guardie che lo arrestavano e la presunta morte di Peter.
Mentre veniva trascinato via vide tra la folla il volto di Remus. Lo guardò con disperazione ma lui distolse lo sguardo, ferito.
In quel momento smise di lottare e si lasciò trasportare, sopraffatto dagli eventi.
Se anche il suo migliore amico lo riteneva colpevole non c’era più niente da fare.

Era tutto finito.


   
 
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