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Autore: Miss Trent    04/04/2006    5 recensioni
   AGGIUNTO IL 6 CAPITOLO!
Immaginate se Nina non fosse la solita musona frigida di sempre.
Immaginate se Jin non fosse anche lui il solito musone asociale.
Da questi presupposti è nata la mia prima fic. Un po' romantica, mooolto OOC. spero solo vi piaccia e che lascerete tanti commenti ^__^''
tanti baci da Miss Trent (ps siate buoni vi pregoooo)
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jin Kazama, Nina Williams
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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03

rieccomi! il 3 capitolo è "di passaggio". serve a sviluppare la storia fino al prossimo, che sarà forse quello "chiave", e che in origine doveva essere quello finale. ma non voglio svelarvi troppo...che dire, spero che anche questo sia di vostro gradimento, e se ci lasciate un commentino...è meglio! baci! ^^

p.s. in fondo alla pagina ci sono alcuni (doverosi) ringraziamenti...

03. scherzi del destino

Il ristorante era lontano dalla casa di Nina, e si trovava nel quartiere cinese della città. Qui si vedevano ovunque lanterne rosse e dragoni, disegnati sui muri o sulle vetrine. C’erano una miriade di piccoli negozi di tatuaggi, erboristerie, bancarelle…e ovviamente ristoranti. Nella via dove si trovava quello di Law ce ne erano minimo altri tre.

Jin parcheggiò la moto lì vicino, quindi entrambi si diressero verso la porta del locale. Quando entrarono era pieno di gente, ma Law venne subito loro incontro.

-Benvenuti al mio ristorante, ‘colleghi’- li salutò.

-Ciao Law…senti è pronto quel tavolo che…- iniziò il ragazzo.

-Ma certo, seguitemi. Non è stato facile tenerlo libero, con tutti questa clienti, ma abbiamo saputo cavarcela. Certa gente non capisce proprio il concetto di ‘prenotazione’ qui. Ma, comunque sia, alla fine l’abbiamo “convinto”.- disse massaggiandosi il pugno - Anche se non credo che tornerà più qui, se si rimetterà…- concluse poi con uno sguardo eloquente. Nina e Jin risero, mentre l’uomo li faceva accomodare ad un tavolo dietro un paravento.

-Se non sono troppo indiscreto, è curioso vedervi insieme. Voglio dire, tu lo volevi uccidere e…- iniziò Law rivolgendosi alla ragazza.

-Penso che siano solo ed esclusivamente fatti miei, Law, grazie. Puoi portarci i menù per favore? E vedi di non sbandierare troppo che siamo qui, sai che potremmo avere problemi sia noi che tu.- disse Nina tranquilla.

-Certo, scusami. Torno subito, allora- rispose Law girandosi e andando verso le cucine.

-Si può essere così…logorroici?- sibilò Nina un po’ stizzita.

-Su, sai com’è fatto Law, ma se deve stare zitto è una tomba. Tranquilla, non lo dirà a nessuno- disse Jin incoraggiante.

-Sarà…-

-Ecco i menù! Scegliete e buon appetito!- disse Law sbucando all’improvviso da dietro al paravento e porgendo loro i menù.

-Che prendi?- chiese Jin.

-Boh…credo…del riso yangzhou e gli involtini primavera. E per dolce…- iniziò Nina

-Ci sono i biscotti della fortuna- disse meccanicamente Jin.

-Si, lo so. Io però prendo anche queste mele caramellate. E tu?- disse la ragazza.

-Io? Oh…- Jin era distratto, e se ne stava imbambolato appoggiato sui gomiti a fissare un punto imprecisato dietro i capelli di Nina. –Penso che prenderò…si, riso al vapore e pollo alle mandorle...-

-Sei sicuro di stare bene?- domandò Nina

-Si, si, è tutto ok…solo che…-

-Allora? Avete scelto?- Law si era nuovamente avvicinato al tavolo.

-Si dunque…- iniziò Nina, ma venne interrotta da un grido proveniente dalle cucine.

-Oh no…sono di nuovo qui maledetti!- sibilò Law mentre sentiva la rabbia montargli in corpo.

-Chi?- chiese Jin allarmato.

-Mafia…NON HANNO ANCORA CAPITO CHE NON HANNO NIENTE DA SPARTIRE CON QUESTO RISTORANTE!!! – gridò l’uomo scagliando il taccuino e lanciandosi verso e cucine.

I clienti, che avevano capito cosa stava succedendo, iniziarono subito ad abbandonare i loro tavoli in tutta fretta. Dalla cucina proveniva un gran baccano di pentole e piatti rotti.

Tra la confusione, Nina guardò Jin. Lui la lesse nel pensiero perché entrambi scattarono in piedi e si avvicinarono alla porta della cucina. La ragazza fece scattare la lama del coltellino che teneva in tasca ed entrarono.

Cinque uomini vestiti di nero stavano mettendo a soqquadro le cucine, e un sesto minacciava i cuochi con un katana dall’aria letale. Law stava lottando strenuamente cercando di cacciarli via. Jin prese subito di mira uno dei mafiosi e iniziò a picchiarlo a sangue, e Nina ingaggiò una rapida lotta per disarmare l’uomo con il katana. Riuscendo a schivare la lunga lama lo stese con due calci ben assestati, per poi passare ad aiutare Law, che era un po' in difficoltà combattendo contemporaneamente altri due mafiosi. La lotta continuò per alcuni minuti, e alla fine tutti i malviventi erano stati messi al tappeto. Anche Nina e Law portavano i segni, seppure lievi, di quel combattimento.

-Grazie, ragazzi, non so se ce l'avrei fatta senza di voi oggi. E' la terza volta questo mese. Vengono, fanno casino e hanno pure il coraggio di chiederti il pizzo. Non hanno capito che da me non avranno mai niente.- disse Law.

-Beh, la mafia a volte è...ehi, ma Jin dov'è?- chiese Nina -Jin! Jin! eppure era qui...-

-Eccolo! è qui dietro!- esclamò Law indicando il corpo del ragazzo a terra. -Voi andate via!- intimò poi ai cuochi che erano rimasti nella stanza.

Nina lo vide e subito si avvicinò. Aveva una ferita profonda che attraversava tutto il torace e un rivolo di sangue che scendeva da un angolo della bocca. Ma...c'era anche qualcosa di strano...sulla pelle erano comparse strane macchie, simili a tatuaggi. Sulla fronte, una zona rossa, che però sembrava solo un accenno di ciò che avrebbe dovuto essere realmente.

-Si stava trasformando. La sua natura demoniaca stava prendendo il sopravvento.- mormorò la ragazza prendendo un fazzoletto e asciugando il sangue sul viso.

-Dobbiamo portarlo all'ospedale- sentenziò Law.

-No. Vuoi che lo vedano in queste condizioni? Inizierebbero a fare delle domande e allora tutti verrebbero a sapere del suo segreto. E i Mishima non lo devono venire a sapere. Loro non aspettano altro che un'occasione come questa...- rispose Nina. - E poi, il suo sangue di demone lo salverà. Basta curare bene questa brutta ferita.

-Rimane il fatto che non può rimanere qui.- fece notare Law. -Insomma, ha bisogno di tranquillità no? e io...non credo di potergliela garantire. Sicuramente quelli torneranno.-

Rimasero in silenzio, quindi Nina disse quasi a fatica:

-Verrà a casa mia. Si, lo curerò io. Dopotutto, se tu non puoi...-

Law era stupito, ma capiva la difficoltà con cui la ragazza pronunciava quelle parole.

-Il problema è come arrivarci- continuò lei sforzandosi di avere un tono distaccato. -Siamo venuti in moto, e non saprei proprio come fare a portarlo...-

-Tu prendi il mio furgoncino, e io vengo dietro con la sua moto.- concluse Law con semplicità.

-Bene. Aiutami a tirarlo su allora...- disse la ragazza.

Con grande sforzo riuscirono a prenderlo e portarlo fino al furgone, dove lo sistemarono come meglio poterono cercando di tamponare la ferita.

-Ecco le chiavi- disse Law porgendole a Nina. -Dove sono quelle della moto?

-Dovrebbe averle in tasca...eccole!- rispose lei estraendo un piccolo mazzo di chiavi dalla tasca di Jin.

-Andiamo allora. Stai attenta però.-

Nina percorse il tragitto che la separava da casa guidando veloce, senza quasi credere che tutto quello stesse accadendo veramente. Aveva fatto di nuovo qualcosa che altrimenti non avrebbe mai fatto. (Perché mi guardate? NdAutrice ^__^) In altre circostanze avrebbe lasciato chiunque steso a terra mezzo morto. Ora, guardando quel corpo straziato, aveva provato una sensazione completamente nuova. Aveva sentito il bisogno di aiutarlo, il dovere di aiutarlo. Non capiva se fosse perché il ragazzo era ferito o perché era Jin, e questo la spaventava.

La vista della sua casa la distrasse da questi pensieri. Parcheggiò proprio davanti alla porta e sentì dietro Law spegnere la moto. Insieme riuscirono a far uscire dal furgone il ragazzo svenuto, e sempre a fatica a portarlo su per le scale, tenendolo per le braccia dietro la nuca.

-Speriamo che non ci abbia visto nessuno...senò sai i casini che potrebbero succedere?- sussurrò Nina.

-No, non credo. Dai che siamo quasi arrivati Jin, tieni duro!- fece incoraggiante Law.

-Ecco, la porta è questa.- disse Nina tirando fuori le chiavi. Aprì la porta e prese di nuovo Jin per il braccio. Entrarono e subito si diressero verso la camera di Nina, dove si trovava un grande letto a due piazze.

-Pensavo vivessi sola!- esclamò Law con il fiato corto per lo sforzo.

-Ma ti sembra il momento questo?- rispose Nina stizzita. -Aiutami a stenderlo, dai. E stai zitto quando non hai niente di intelligente da dire.-

Dopo che Jin fu sistemato, Law disse:

-Questa ferita va disinfettata subito. Hai il disinfettante e delle garze?-

-Piuttosto ci vorrebbero dei punti lì, non vedi com'è profonda? Inizia a togliergli la maglia. Fortuna che mi hanno insegnato a fare anche la crocerossina...- rispose Nina scomparendo nel bagno.

"Dici niente..." pensò Law accingendosi a sollevare la maglietta di Jin e stando attento a non toccare la ferita.

Nina tornò con tutto l'occorrente per curare il ragazzo. Iniziò a disinfettare la ferita e quindi, con un ago sterile, ad applicare dei punti. Aveva proprio l'aria di una che sa esattamente quello che fa. Quando ebbe finito, fasciò tutto il torace e asciugò il sudore che imperlava la fronte di Jin. Intanto Law la osservava immobile.

-Mi dispiace per quello che è successo, davvero, io...- esordì.

-Non è colpa tua Law. Non è di nessuno di noi la colpa.- lo interruppe Nina.

-Ecco, io...devo tornare lì ora...- Law era un po' in imbarazzo.

-Capisco perfettamente. Vai, non ti preoccupare. Me ne occupo io di lui.- rispose gentile la ragazza mentre lo accompagnava alla porta. -Ah, tieni le chiavi del furgoncino. Grazie di tutto, Law.-

-Ciao. E mi raccomando, se hai bisogno...- disse l'uomo.

-Ti chiamo. Si, non ti preoccupare. Ciao.-

-Ci vediamo.- salutò l'uomo scendendo le scale.

-Ci vediamo.- rispose Nina chiudendo la porta.

Rimase appoggiata alla porta, travolta da nuovi pensieri. 

La serata ha preso una piega completamente diversa. Jin è stato ferito. E' svenuto mentre si stava trasformando in demone. Ora è steso incosciente nel mio letto. Io l'ho curato. Mi sono sentita male a guardarlo ferito. Mi sono sentita male a guardarlo ferito?

Quest'ultima frase si ripeteva nella sua mente facendola sentire diversa.

Quando si scosse dai pensieri si accorse di essere stanchissima. Decise quindi di sistemarsi sul divano, per quella notte. Andò silenziosamente in camera per cambiarsi, senza disturbare Jin che ora sembrava dormire. Prese tutto quello che le serviva e si avvicinò al ragazzo. I segni sulla fronte e i tatuaggi erano spariti e ora Jin respirava tranquillo.

-Dormi, dormi...- sussurrò Nina. Quella scena le ricordò qualcosa...aveva qualcosa a che fare con una poesia, forse. Si, una poesia che l'aveva colpita, che aveva sciolto per un attimo il suo cuore altrimenti gelido. Ma non ricordava qual' era...e se ne rammaricava. (indovina qual'e?)

Si stese sul divano e tentò di addormentarsi. Cadde in un sonno tormentato, e si svegliò pochissime ore dopo, sentendo un colpo proveniente dalla stanza accanto. Era ancora buio. Si alzò e andò a controllare. Jin aveva solo urtato nel sonno la spalliera del letto. Falso allarme.

Come le succedeva spesso, non riuscì a riaddormentarsi. Rimase seduta immobile sulla poltrona in camera sua ad osservare il ragazzo che dormiva, ascoltando il flebile suono del suo respiro.

Solo ora si rendeva pienamente conto della maestosità di quel corpo. Certo aveva combattuto contro di lui molte volte, l'aveva guardato molte volte, ma aveva preso sempre le spalle larghe, i lineamenti forti e le braccia possenti come un dato di fatto. Adesso lo vedeva sotto una luce diversa. Era...come dire...attraente?

Un nuovo rumore la mise di nuovo in guardia. Ora Jin si era svegliato. Cercava di tirarsi su, ma senza risultati.

-Come pretendi di alzarti in quelle condizioni?- disse Nina dalla poltrona.

-Ma che...ahi! La mia testa...e tu... che ci fai qui?- fece Jin dolorante.

-Veramente qui l'ospite sei proprio tu...ma non ti ricordi proprio niente?-

-No...che è successo? E perché sono tutto bendato?- rispose il ragazzo a fatica.

-Andiamo bene..- mormorò tra sé la ragazza. -Hai una ferita abbastanza profonda sul tuo bel pancino. Non ti ricordi nemmeno dei mafiosi che abbiamo combattuto nel ristorante di Law? quelli che hanno irrotto all'improvviso, così?-

-Aspetta...c'era anche uno col katana, forse...si ora mi ricordo, mi ha ferito prima che tu lo stendessi, se non sbaglio.-

-Esatto. Sono contenta che ti stia tornando la memoria ma ora devi stare giù e non fare sforzi ok?- disse lei alzandosi dalla poltrona e aprendo la finestra -Se va bene ne avrai per non più di una settimana o due. A te ci penso io.-

-E io che faccio in questa settimana o due?- domandò lui.

-Mediti sulla condizione dell'uomo nell'universo. Conti i granelli di polvere per aria. Elabori una tesi sulle tipologie di piastrelle per il bagno. Ma che domande cretine fai?- disse Nina voltandosi a guardarlo.

-Tipologie di piastrelle per il bagno...sembra interessante!- fece Jin con un grande sorriso che si allargava sulla faccia.

Nina non poté fare a meno di sorridere anche lei. Quello era solo l'inizio.

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(perdonate il mio umorismo da patata nelle ultime battute...non sapevo proprio che inventarmi ^.^)

comunque, ora voglio ringraziare uno per uno tutti quelli che mi hanno lasciato un commento...

Daja88: grazie per la recensione^^, non so se hai ricevuto il messaggio che ti ho mandato con la funzione [contatta]...

_chan_: ho letto le tue fic, le ho anche recensite..."L' ultimo ballo" mi è piaciuta davvero tanto!

Setsuna: non ti ho ringraziato prima, lo faccio ora...sono contenta che ti piaccia!

Marina: anche se l'ho fatto di persona, ti ringrazio anche virtualmente...

ma soprattutto takip: a te non devo dire solo grazie per i complimenti, ma anche per le idee...ci vediamo al 5 capitolo! ;-)

...e grazie anche a chi legge "senza lasciar traccia"!!!(ma se recensite anche voi non dispiace affatto, anzi!) vvtb

Miss Trent

  
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