(Ossia come
conquistare il bagnino)
Sulla costa
calda e dorata della
California, punteggiata di ombrelloni colorati, correvano due ragazze
sui
tredici anni.
Non badavano al fatto che la
sabbia fine fosse scottante e fastidiosa tra le dita dei piedi; non si
curavano
del sole che picchiava spietato sulle loro spalle, pronto ad
abbrustolirle.
Niente contava se c’era in ballo l’attenzione di lui.
Era da qualche minuto che
Caroline Forbes e Elena Gilbert, migliori amiche sin dai tempi
dell’asilo,
correvano in circolo. Il cerchio che avevano formato solcando in
continuazione
la sabbia negli stessi punti aveva un chiaro centro: la postazione
bagnino.
“Elena! I piedi mi vanno a
fuoco!” si lamentò Caroline, iniziando a
incespicare nei suoi stessi passi per
la fatica. Era una ragazza carina dai boccoli biondi, il viso dalle
curve
morbide e delicate, le labbra piene anche se leggermente screpolate dal
brutto
vizio che Caroline aveva di mordersi il labbro inferiore quando era
nervosa.
Portava anche l’apparecchio ai denti, che erano visibilmente
storti sotto i
ferri, ma era complessivamente una bella ragazza con la voglia di
crescere e la
piena consapevolezza della bellezza dei suoi grandi occhi verdi.
Elena continuava a correre:
“Care! Ricordi? MBE!” urlò senza
fermarsi. Lei era molto diversa da Caroline,
sia fisicamente che interiormente: aveva capelli lisci e castani, due
occhi
color cioccolato e un carattere molto determinato e coraggioso, quando
si
trattava di missioni “avventurose”. Non si poteva
dire lo stesso con i ragazzi,
con i quali si arrendeva quasi in partenza.
“Lo so! Ma non ce la faccio
più!” sbuffò Caroline, esausta. Si
lasciò cadere all’indietro, ignorando quanto
la schiena scottasse sui granelli di sabbia. Era troppo stanca per
curarsene.
Vedendo che la sua amica
stava davvero per svenire, Elena tornò indietro:
“E va bene” acconsentì,
“torniamo alla base”.
Come “base” si intendeva la
loro piccola tenda sulla spiaggia, proprio qualche metro davanti alla
postazione del bagnino. Era un ottimo nascondiglio per ammirarlo, dato
che se
alzavano leggermente la testa sopra l’ombrellone rovesciato
potevano squadrarlo
in tutto il suo splendore. E, al contempo, erano piuttosto comode con i
loro
asciugamani asciutti e con i braccioli per bambini utilizzati come
poggiatesta.
Caroline si rialzò e
rincorse Elena, già rifugiata sotto il loro ombrellone.
Elena era estremamente
sportiva e veloce.
“Accidenti!” imprecò Elena,
bevendo un sorso d’acqua disgustosamente calda dalla sua
bottiglia, “per te Damon
ci ha notate?” chiese preoccupata.
Caroline assunse un’aria
pensosa e rubò la bottiglietta dalle mani
dell’amica: “Probabilmente
sì… mi
sembrava di compiere un rito di stregoneria. Oppure un sacrificio. Sai
quando
la gente gira attorno alla vittima sacrificale? Ecco, mi sentivo come
quei
pazzi. Con l’unica differenza che non ero pazza
cerebralmente, ma pazza
d’amore… e che non intendevamo proprio
sacrificare…” lasciò la frase in
sospeso
con un sorrisetto furbo e degli occhi sognanti.
“… ma vogliamo conquistare”
concluse la frase per lei
Elena. “Ma non ci siamo impegnando abbastanza!”
esclamò poi, alzandosi in
piedi. “La Mission Blue Eyes, come battezzata una settimana
fa alle 17.37 del
pomeriggio di lunedì, dev’essere ben…
scritta, strutturata e programmata punto
per punto” chiarì Elena, improvvisamente seria.
Caroline la guardò con aria
sospetta: “Come mai sei così determinata? Di
solito ti arrendi subito con i
ragazzi! Probabilmente tra qualche ora di tentativi falliti sembrerai
di nuovo
una morta disinteressata alla MBE!” previde lei.
“Damon mi piace tanto. Fra
un po’ mi passerà” rispose solamente
Elena.
Caroline la fissò per un
momento, riflettendo: “Ok… tre, due, uno, si
parte!” annunciò con una voce
carica di voglia di mettersi in gioco. “Carta e
penna” ordinò.
Elena frugò nella borsa da
spiaggia. “Allora, carta e penna!”
ripeté Caroline. Quando vedeva la genialità
in un piano – conquista – ragazzo, era
inarrestabile.
“Arrivo, arrivo!” la calmò
Elena, mentre tirava fuori un quaderno con una penna mangiucchiata
sull’estremità. Caroline le afferrò e
cominciò a scrivere e a parlare
contemporaneamente, per verificare che l’amica fosse
d’accordo su quel che
stava annotando.
“Descrivere il soggetto
interessato… mmmmm, direi bello, abbastanza alto, capelli
corvini disordinati,
occhi azzurri e profondi come l’oceano… che dici
Elena? Può andare?” chiese
conferma la bionda, mentre nel frattempo continuava a inventarsi punti
su punti
da mettere su carta. Questo era lo spirito per fare le cose per bene
fino in
fondo.
Elena approfittò della
situazione per dare una controllata al nuovo bagnino appena assunto dai
genitori
di Caroline, proprietari del bar di quella spiaggia. Si diceva in giro
che Damon
fosse il migliore in circolazione, dato che non aveva paura di tuffarsi
in
acqua da altezze impensabili in acque imperiose. Il bello era che lo
faceva
milioni di volte, e ne usciva sempre illeso, anche quando sembrava che
andasse
a sbattere contro uno scoglio particolarmente appuntito. La gente si
era
convinta che avesse la pelle particolarmente dura e piuttosto veloce
nella
guarigione e Caroline e Elena non potevano essere meno
d’accordo: una bellezza
del genere era in grado di fare tutto, con quegli addominali scolpiti e
quelle
braccia muscolose, quelle spalle possenti e quel volto così
determinato…
“Elena?” la chiamò Caroline,
sventolando una mano davanti al viso dell’amica.
“Ci sei? Oppure Damon il figo
Salvatore ti ha incantata per la… vediamo un
po’… milionesima volta?”
domandò
scocciata. Detestava quando lei si impegnava tanto e Elena si prendeva
le sue
“pause d’ammirazione” o come le chiamava
lei.
Elena sorrise come un ebete:
“Stavo solo controllando se la tua descrizione andasse bene
e… onestamente, la
trovo piuttosto riduttiva” la informò lei.
Caroline sbuffò, arrabbiata
e divertita allo stesso tempo. Si guardarono un attimo e poi
scoppiarono a
ridere assieme: “Ele… forse dovremmo usare queste
riviste per aiutarci un po’”
propose Care, indicando i giornalini per adolescenti che dominavano la
loro
postazione.
“Sì” concordò Elena.
“Ma
facciamo comunque una lista di tattiche di conquista. E fissiamoci un
obiettivo: non vogliamo niente di più di un bacio, che
dici?” suggerì lei.
Caroline annuì: “Perfetto.
Un bacio sulla guancia”
sottolineò
lei.
“Sulla guancia” concordò
Elena. Poi scoppiarono a ridere di nuovo e cominciarono la loro mappa
d’azione.
1. Annega e svieni tra le
sue braccia
“Se vi trovate sulla splendida costa australiana
oppure sulla dorata
sabbia della California (o qualsiasi località marina), noi
di Teen Weekly siamo
pronti a scommettere che vi siete prese una cotta del bagnino supersexy
che fa
attenzione a chi annega nel mare. (Elena e Caroline si erano
lasciate
andare in qualche sospiro e frasi del tipo “ma quanto
è intelligente Teen
Weekly?”)
Allora? Siete
ancora lì? Sveglia!
La risposta è chiara e scritta proprio poche righe sopra:
dovete fingere
di annegare oppure annegare sul serio (la seconda opzione
avrà risultati
migliori) e aspettare che lui venga a salvarvi. Può essere
un buon punto di partenza.
Buona fortuna,
il Team di Teen Weekly”
“Sì,
e poi? Già che ci siamo
mi faccio mordere da un riccio marino e avvelenare da un
granchio” sbuffò
Caroline, lanciando la rivista con aria scettica, arrabbiata ma anche
ancora
molto determinata. “Teen Weekly fa schifo”
commentò.
“I ricci pungono, non
mordono. E i granchi ti pizzicano, non ti avvelenano”
precisò Elena. “Ma
comunque… insomma, possiamo provare!
Dov’è finita la Caroline di prima? Quella
determinata e pronta a morire pur di farsi notare da Damon?”
chiese la mora,
sfogliando riviste con aria distratta.
Gli occhi di Caroline si
illuminarono: “Hai ragione! Ora vado… non
morirò, te lo prometto. Ma metterò in
scena una scivolata su uno scoglio e una puntura di medusa
fenomenale” promise,
sicura di sé. Si alzò in piedi e
cominciò la sua marciata verso la battigia.
Elena tentò di fermarla: “E
come farai a simulare la puntura di medusa?” chiese
preoccupata.
Caroline alzò le spalle:
“Ieri mi ha punto una zanzara. Userò la sua
puntura” spiegò rapidamente, poi si
lanciò nel mare correndo.
Elena la guardò un momento,
poi si decise a togliere lo sguardo. Osservò con insistenza
i motivi del suo
asciugamano, ma poi il pensiero che Damon non riuscisse a salvare
Caroline
l’assalì. Se lui non ci fosse riuscito? Se non
fosse arrivato in tempo? Allora
la risposta era facile: lei doveva
salvarla.
Si alzò e corse a
riprendersi Caroline che urlava come una matta tra le onde e gli
scogli. Nuotò
contro la corrente, cercando di non farsi trascinare da
tutt’altra parte.
“Ele! Ma che fai? MBE!” le
ricordò, urlando.
“Non rischieremo la vita per
la MBE! Torniamo fuori! Il punto uno è stato ufficialmente
bocciato!” gridò in
risposta Elena. Tese una mano che Caroline afferrò con uno
sbuffo scocciato, e
insieme uscirono per trovare un punto due che non prevedesse la
simulazione di
morte.
2. Ti
guarda e il
costume va giù
“Questa
è oscena” chiarì
Elena appena lesse il nuovo suggerimento di Teen Weekly.
Caroline guardò la pagina
che la sua amica aveva già classificato nelle
“brutte idee”. “Beh, non è
necessario fare come dicono qui. Possiamo trovare qualcosa di
simile” propose
la bionda.
Elena la guardò storto: “E
che vuoi perdere? Le mutandine?” chiese scettica.
Caroline sbuffò, impaziente:
“Qui dice: se vi trovate al mare
potete
benissimo farvi cadere ‘accidentalmente’ il pezzo
sopra del vostro costume.
Ovviamente dovete solamente fare qualche risatina per farvi notare, ma
il
costume non deve scendere! Quindi non è
così tremendo! Nessuno dovrà vedere
quello che hai sotto il reggiseno!” esclamò
Caroline trionfante.
Elena sbuffò inviperita,
toccandosi il petto piatto: “Qui sotto non
c’è proprio niente!
Anche per questo non può funzionare! E comunque, sarebbe
alquanto imbarazzante se per errore dovesse scivolarmi il pezzo sopra.
Quindi
no: o fai tu questa proposta, oppure niente”
chiarì decisa Elena.
“Ma io ho simulato
l’affogamento e la puntura di pesce palla o quel che diavolo
era!” disse
piccata Caroline. “Ora tocca a te!” aggiunse
incoraggiante.
Elena scosse la testa: “No, io
proprio non…” cominciò, ma Care
l’aveva già tirata su con la forza e si era
posizionata dietro la mora, pronta a slacciarle il costume.
“Care!” protestò Elena.
“Ele! Un po’ di coraggio!
Vuoi o non vuoi conquistare il figo della California?”
domandò risolutiva.
Elena annuì con un sospiro:
“Sì, lo voglio” cedette.
Caroline sorrise: “E allora…
tre, due, uno!” e slacciò il costume.
Elena andò nel panico e si
coprì il petto con le braccia, starnazzando come
un’oca vanitosa. “Oddio!
Caroline perché lo hai fatto? Caroline, ora ti
uccido!” urlava Elena, poi si
lanciò sulla sua amica che intanto faceva cenni con la testa
che Elena non si
curava di decifrare.
“Ele! Cavoli, non dovevi far
vedere che ero stata io a slacciartelo!” esclamò
ansimando dopo la breve lotta
con l’amica.
Elena si portò una mano alla
bocca: “Che stupida… hai ragione. Non ci avevo
pensato!” sussurrò colpevole.
Caroline scosse la testa:
“Non importa, passiamo al punto tre” la
consolò.
La mora annuì, ma nessuno
delle due si era accorta che il volto di Damon Salvatore si era aperto
in un
largo sorriso divertito. Avevano davvero parlato così forte
da farsi sentire da
lui?
3. La
stella marina
che lo incanta
Erano passate
due ore
dall’inizio della ricerca di sistema-conquista delle due
ragazze, e i primi due
risultati erano falliti miseramente. Si sa: i risultati migliori non
sono
sempre nelle prime pagine.
Caroline sbuffò: “Questa
volta dobbiamo impegnarci di più!” disse, decisa.
Elena annuì debolmente: “Sì.
Hai ragione. Quindi andrai tu in azione!” decise, senza
ammettere repliche da
parte della bionda.
Caroline era pronta a
protestare, ma la mora la fermò con un cenno della mano:
“Facciamo così.
Dopotutto è il tuo turno!” le fece notare.
Caroline si arrese e riprese a
cercare qualcosa da mettere in pratica.
Dopo altri minuti di
ricerche, l’indole creativa di Caroline ebbe la meglio:
“Elena! Ma che idea!
Senti qui: questa sarà la
soluzione
migliore che potete trovare! Siete al mare o in montagna? Non importa!
Ogni
paesaggio ha aspetti molto suggestivi che riescono a colpire il vostro
amato.
Conoscete le sue abitudini o i suoi gusti? Se sì, meglio per
voi. Se no, non
importa! Trovate qualcosa sulla spiaggia o nel bosco che gli possa
piacere,
stendetelo con il vostro dono e sarà vostro. Perfetto:
noi troveremo
qualcosa che gli possa piacere…” concluse
soddisfatta Caroline.
Elena la trovava un’idea
perfetta: peccato che non sapevano proprio niente di Damon Salvatore se
non che
era bello come un dio e che usciva con una ragazza diversa al giorno.
“Ehm… sì.
Ma che raccoglieremo?” chiese, cominciando di nuovo a
sfogliare la rivista che
aveva lasciato accanto a sé.
Caroline pensò così bene che
Elena poté vedere lo sforzo stampato in faccia:
“Troveremo… delle stelle
marine!” esclamò, urlando.
“Delle stelle marine?”
ripeté scettica Elena.
Caroline annuì convinta:
“Forza Elena! Andiamo a cercare delle stelle marine per la
MBE!” la incoraggiò.
La mora si alzò e la seguì,
decisamente poco convinta dell’idea della sua pazza amica.
Quando c’era un
ragazzo di mezzo, Caroline era così determinata che sarebbe
stata anche in
grado di scavare un buco fino al centro della Terra.
Due ore
dopo…
“Elena,
non stai
contribuendo!” esclamò piccata Caroline, con un
retino in mano pieno di
sassolini. “Scusa” rispose mogia l’amica,
che si passava il suo da una mano
all’altra. “Ma sono passate due ore, sono le due
del pomeriggio, non abbiamo
fatto pranzo, ho fame e abbiamo trovato una
stella marina” sbottò arrabbiata Elena,
lanciando il retino al largo.
Caroline seguì l’oggetto
volare e scomparire in un punto lontano e indistinto, inghiottito dalle
acque
profonde. Poco dopo realizzò quello che la sua amica aveva
appena fatto: “Ma
che combini, Ele? Abbiamo fatto una faticaccia per farcelo prestare da
Bonnie
Bennett, che ci ha pure minacciate di ucciderci se non glielo
restituivamo
intero, e tu ora lo lanci in pasto agli squali?”
esclamò furiosa, presa
dall’improvvisa voglia di prendere a bastonate la sua amica.
Elena alzò le spalle:
“Scusa” disse solamente.
Caroline si voltò
digrignando i denti e buttò il retino di nuovo
nell’acqua. Lo ritirò su con
foga e, con sua grande sorpresa, trovò dentro la seconda
stella marina. Era
color marroncino sbiadito e non rossa come quelle dei cartoni animati,
ed era
ricoperta di piccoli tentacoli che la rendevano irregolare al tatto.
Una delle
sei punte era spezzata sull’estremità, ma era
complessivamente carina. Tuttavia
Caroline la trovò meravigliosa, dopo tutte le ricerche per
trovarla.
La bionda esultò con uno
“yeeeeeeeahhh” scatenato accompagnato da un salto.
I suoi festeggiamenti
durarono così poco che Elena non ebbe nemmeno il tempo di
unirsi a lei, perché
Damon il bagnino arrivò.
“State davvero catturando
queste povere stelle marine?” chiese scettico. A Elena parve
di sentire una nota
di divertimento nella sua voce, ma si convinse di averla sognata.
Caroline balbettò qualcosa
di confuso. “Beh, vedete di non farlo più. Il loro
habitat è l’oceano, non il
secchiello di qualche ragazzina” le informò secco,
indicando la prima stella catturata
da Caroline che se ne stava appollaiata sul fondo del secchiello.
“Sì, ci dispiace tanto…
volevamo solo vederle. Non lo faremo più” rispose
Elena, con tono innocente.
Caroline la guardò un attimo e dimenticò tutta
l’ira nei suoi confronti, e si
affrettò ad annuire.
Damon le squadrò per bene,
scrutandole e volgendo gli occhi da una all’altra.
“Ok… io torno al mio lavoro”
si congedò.
Le due amiche non sapevano
bene come sentirsi: bene perché per la prima volta Damon le
aveva parlato o
umiliate perché le aveva sgridate?
“Non ci arrenderemo” disse
Caroline con un tono che fece sussultare Elena, da quanto era pieno di
determinazione. Mentre la sua cominciava a sgretolarsi…
“Visto che lui non le
voleva potevamo tenercele noi, no?” disse Elena mentre
tornavano alla base.
“Sì” concordò Caroline con
un’alzata di spalle. “Peccato. Al
lavoro!” aggiunse.
4. La
palla vola (e lo colpisce)
Elena era un
po’ spaventata
dall’idea di continuare la MBE: “Forse non
dovremmo… forse non hai visto che
sguardo aveva. Sembrava davvero arrabbiato” tentò
di persuadere Caroline, ma
lei proprio non ne voleva sapere. “Allora? Che fai
lì? Cerchi o no? Cavoli,
ormai sono quasi le quattro e non abbiamo ottenuto niente che una
sgridata da
Damon il nostro amore e da Bonnie la racchia! Ele, chi siamo
noi?” la incitò
Caroline.
Elena sbuffò: “Le migliori!”
disse, con poco entusiasmo.
“Esatto. Quindi leggi quello
che hai trovato!” ordinò, indicandole una delle
tante soluzioni di quel poco
affidabile Teen Weekly.
Elena non aveva la più
pallida idea di che stesse parlando, ma lesse comunque: “Un’altra soluzione, se i vostri tentativi
precedenti fossero
miseramente falliti, può essere quella di centrare il vostro
lui con una palla.
Vedrete che sorriderà, e ve la ripasserà.
Impossibile non essere notate!”.
Elena avrebbe voluto fare delle piccole correzioni, come ad esempio: ti
noterà se hai un bel sedere e
qualcosa che spunta
sul petto. Ma non disse niente, visto che non voleva spegnere
l’entusiasmo
di Caroline.
“Hai ragione! Perché non ci
avevo pensato prima?” esclamò, colpendosi la
fronte con la mano. “Tre, due,
uno. Ciak, azione. Prendi la palla, Ele!”
sussurrò. Poi corse a mettersi sotto
la postazione bagnino e cominciò a fare passaggi di
pallavolo con la sua amica.
Caroline non era particolarmente
dotata, a differenza di Elena che era una sportiva accanita, e un
po’
accidentalmente e un po’ apposta (cosa che tentò
di mascherare con una caduta
teatrale) lanciò la palla su Damon e lo colpì in
pieno viso.
Caroline emise un gridolino
acuto e si affrettò assieme a Elena verso
l’affascinante bagnino. Anche un
amico di Damon andò a vedere come stesse, perché
si era apparentemente fatto
molto male dato che la palla lo aveva colpito sul naso.
“Ehi, Damon? Tutto ok?”
domandò l’amico.
Il bagnino annuì: “Sì, tutto
ok, Tyler” rispose con un sorriso che nascondeva di certo
qualcosa. Tyler era
molto carino, e Caroline non mancò di notarlo: aveva capelli
neri come quelli
di Damon, ma gli occhi erano scuri e profondi.
“Ci dispiace tanto” dissero
in coro le due ragazzine.
Tyler scoppiò a ridere:
“Ehi, non si è fatto nulla! Tranquille, ragazze.
Quanti anni avete?” domandò
poi, apparentemente curioso.
Gli occhi di Caroline
lampeggiarono di felicità: “Quasi
tredici!” esclamò, con Elena che annuiva
ininterrottamente
accanto a lei. “Voi?” chiese poi, ormai lanciatasi
nella conversazione. Diede
una gomitata alla sua amica per dirle di farsi avanti. Elena le
lanciò
un’occhiataccia, a cui però Caroline non diede
troppa importanza.
“Io diciotto” disse Damon. Lo
sapevo già, pensò Caroline. Elena
invece si era ritrovata a fare il calcolo per l’ennesima
volta di quanti anni
avessero di differenza, ma non se ne addossava la colpa visto che
l’affascinante bagnino non smetteva di fissarla. Le speranze
cominciavano a
riaffiorare…
“E io diciassette” disse
Tyler. Caroline aveva una strana voglia di saltellare. Anche lui la
guardava in
un modo davvero… unico, con cui non si era mai sentita
fissare prima. “Vi va un
gelato?” propose poi il ragazzo.
“Sì” esclamò subito Caroline.
Tyler sorrise e aspettò che gli altri si unissero a loro.
“Io penso che andrò a
fare una passeggiata con Elena” disse Damon, sorridendo alla
mora che arrossì
come non mai, ma tuttavia annuì.
“Perfetto, allora!” urlò
Caroline. “Siamo alla fase finale della MBE! Buona fortuna,
Ele!” parlò in
codice. Tyler e Damon si scambiarono un’occhiata perplessa.
Elena sorrise: “Grazie Care!
Anche a te!” e poi si avviò con Damon verso il
pontile, sorridendo.
5. Sii te stessa
“Questo
gelato era
delizioso” disse Caroline, leccandosi le labbra e pulendo per
bene la coppetta
con la sua palettina. Tyler la fissava, divertito.
“Concordo” rispose lui. Era
una ragazza che dimostrava più della sua età,
fisicamente, ma il suo carattere
era proprio quello di una bambina. Forse era per questo che le piaceva
tanto,
nonostante avessero tre anni di differenza. “Raccontami che
cos’è la MBE”
propose lui, incuriosito dal linguaggio in codice che Care aveva usato
con la
sua amica. Era qualcosa di brutto su di lui? O su Damon? Presto lui
avrebbe
dovuto dire a Caroline la sua vera natura di lupo mannaro,
così come Damon
avrebbe dovuto dire a Elena della sua di vampiro. Probabilmente
sarebbero
scappate a gambe levate.
Caroline si mordicchiò le
labbra: “Ok… la Missione Bacia… ehm,
Edmondo” borbottò confusamente, buttandosi
a capofitto sulla sua coppetta di gelato vuota.
Tyler scoppiò a ridere:
“Edmondo?” ripeté divertito.
Caroline annuì: “Sì,
Edmondo” confermò.
“Un giorno mi dirai di che
si tratta. Quando io ti dirò il mio segreto, tu mi dirai il
tuo. Ma mi devi
promettere che non scapperai” disse Tyler.
Caroline non poteva
immaginare di poter scappare da lui: “Te lo
prometto”.
*
Damon e Elena
erano sul
lungomare e passeggiavano. “Allora… come mai vi
siete messe a catturare stelle marine?”
domandò curioso Damon.
Elena arrossì, e questo
dettaglio non sfuggì al vampiro: “Ti sei davvero
arrabbiato?” domandò
timidamente. Lo vide scoppiare a ridere: “No…
figurati. È solo che le ragazze
impazziscono quando vedono il mio lato animalista e autoritario.
Insomma,
quando metto in scena l’affascinante Damon. Hai
presente?” chiese con tono
egocentrico, che fece arrossire ancora di più Elena.
La mora annuì lievemente:
“Sì, ho presente” mormorò.
Era felice di essere lì con Damon, anche se la stava
mettendo in imbarazzo come non le era mai successo prima.
“Sai, ho visto che cosa
cercavate di fare te e la tua amica Caroline” la
informò con un ghigno
divertito. “Conquistarmi”.
Elena arrossì fino a
diventare color pomodoro maturo: “Come… ti sbagli,
noi non stavamo facendo
proprio niente” si difese, improvvisamente arrabbiata.
Damon rise: “Sì, invece. Ma
non preoccuparti, tu mi piaci parecchio” confessò.
Elena si sentì d’un tratto
spuntare il sorriso sulle labbra: “Davvero?”
chiese.
Damon annuì: “Ma lasciami un
po’ di tempo prima di dirtelo con tutto quello che devo
dirti. Sai, potresti
cambiare idea su di me…” disse vagamente.
“Tutto il tempo che vuoi,
basta che non diventi vecchia” lo tranquillizzò
Elena, con un sorriso felice.
In quel momento, si sentiva davvero felice.
6. Non arrendersi.
Mai.
“Ehi,
Care!” urlò Elena
nell’aeroporto. La sua voce rimbombò nella grande
sala e alcuni si voltarono a
guardarla. Elena non se ne curò: Caroline stava per
imbarcarsi e lei non aveva
avuto il tempo di salutarla (era appena tornata da un viaggio con Damon
alle
Hawaii).
Caroline si voltò e vide
Elena, la sua migliore amica, con Damon. Il ragazzo di cui era stata
tanto
innamorata stava rendendo Elena la persona più felice del
mondo. E Caroline era
contenta per la felicità dell’amica ma anche per
la sua stessa felicità. Aveva
Tyler, il ragazzo che amava e che aveva accettato in tutti i suoi
difetti. Il
più assurdo era quello che era un lupo mannaro;
all’inizio si era spaventata,
ma quando Elena le aveva confidato che Damon era un vampiro si erano
fatte
coraggio assieme, e avevano accettato le loro nature. Erano passati
cinque anni
da quando loro stavano assieme a Damon e a Tyler, ossia dal periodo
della loro
piccola vacanza in California.
“Ele!” urlò lei in risposta.
Si scansò velocemente dalla coda di persone che attendevano
di salire
sull’aereo e corse ad abbracciare la sua amica, che era mano
nella mano con
Damon.
Caroline strinse forte
Elena: “Devo andare, Ele. È stato bello alle
Hawaii?” chiese curiosa.
Elena annuì: “Stupendo”
rispose.
Caroline aveva gli occhi
lucidi: “Sono contenta per te. Ora devo andare, scusami
tanto!” disse.
“Non così in fretta,
Caroline” la fermò Damon, con il suo sorriso
misterioso. “Cinque anni fa
eravamo in quella spiaggia della California e… voi avevate
una missione,
giusto?” chiese.
Elena e Caroline si
guardarono complici. La Mission Blue Eyes: come dimenticarla?
“Sì” disse Care.
Damon si avvicinò e la baciò sulla guancia, poi
fece lo stesso con Elena:
“Diciamo che Elena ha già raggiunto di
gran lunga l’obiettivo della vostra missione ma
te… te no” spiegò Damon,
abbracciando forte la sua Elena, che sorrideva e mormorava:
“Un bacio sulla
guancia…”
“Oh mio Dio!” urlò Caroline
abbracciandoli tutti e due. “Hai ragione. Come facevi a
sapere della MBE?”
chiese. Poi puntò un dito contro Elena: “Glielo
hai detto tu!” l’accusò.
Elena scosse la testa: “No,
assolutamente no” giurò.
“No. L’ho sentito con il mio
orecchio vampiresco. E quindi…” disse, frugando
nelle tasche. Tirò fuori due
stelle marine: “Queste sono le stelle che volevate vi
regalassi. Non sono vive
per ovvie ragioni, ma sono simili a quelle che avevate
trovato” concluse.
Elena e Caroline si
guardarono e poi scoppiarono a ridere: “Ti voglio bene,
Ele!” strillò Caroline.
“Ti voglio bene, Care!”
rispose Elena, stringendo forte l’amica.
Angolino
della Fra
Salve gente!
Allora, questa è la mia OS per il concorso
dell’estate e ci tengo a
precisare alcuni aspetti…
L’idea non è completamente mia, ma questa OS
è liberamente ispirata al
film “Aquamarine” con Emma Roberts. Ci tengo a
dirlo perché non voglio che la
gente pensi che sia tutta opera della mia testolina malata. Quella
lavora in
altre mie fan fiction. Voglio anche specificare che la rivista Teen
Weekly
potrebbe esistere come non potrebbe. Non ho alcuna intenzione di
“offendere”
una rivista, perché non ho la più pallida idea se
esista o no.
Questa OS non ha lo scopo di essere romantica ma di narrare
l’amicizia
che ci può essere tra due ragazze e per ricordare a tutte le
“grandicelle” che
c’è
stato un tempo dove si combinavano queste assurdità. Io ci
sono in pieno LOL. E
allo stesso tempo ho utilizzato un linguaggio non troppo ricco per
evitare che
la OS diventasse troppo lunga…
Mi scuso per
eventuali errori che mi sono sfuggiti dopo aver riletto il
testo milioni di volte (è la prima volta che partecipo a un
concorso quindi
sono un po’ fuori di me). Voglio ringraziare in anticipo
tutte le meravigliose
ragazze che passeranno qui e leggeranno. Ovviamente graditi commenti,
brutti e
belli!
Bacioni a tutte
Fra