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Autore: GoldenRose    09/08/2011    9 recensioni
Il suo tono di voce sapeva essere soffice, suadente; almeno quanto, in seguito, le sue parole si rivelavano affilate come una lama. Minerva l'aveva osservato, tentando di carpire il suo segreto. Li affascinava, tutti quanti, senza distinzioni. Li affascinava quando aveva bisogno di loro, di qualunque cosa si trattasse. Minerva lo osservava, e credeva di essere l'unica a vederlo. Sospettava manie di grandezza, di potere. Fantasie che sperò si infrangessero presto.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Minerva McGranitt, Tom O. Riddle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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You don’t frighten me.


Il suo tono di voce sapeva essere soffice, suadente; almeno quanto, in seguito, le sue parole si rivelavano affilate come una lama. Minerva l'aveva osservato, tentando di carpire il suo segreto. Li affascinava, tutti quanti, senza distinzioni. Li affascinava quando aveva bisogno di loro, di qualunque cosa si trattasse. Minerva lo osservava, e credeva di essere l'unica a vederlo. Sospettava manie di grandezza, di potere. Fantasie che sperò si infrangessero presto. Gli rimase lontana, scoraggiando i tentativi di conversazione, e inghiottendo le parole che avrebbe voluto rivolgergli. Non sarebbero stati complimenti. Tom Riddle ne riceveva a sufficenza da tutto il resto di Hogwarts. Di certo, non aveva bisogno anche dei suoi.


«Sei banale. Prevedibile.» Minerva sostenne il suo sguardo, mordendosi la lingua. Non replicò. Non subito. «Pensi di essere intelligente, furba. Ma tutto quello che sei è irrilevante.» La sua voce era delicata, quasi come una carezza. Ma i suoi occhi scintillavano, uno sguardo derisorio ad illuminarli. Minerva lo scrutò, dai suoi capelli color inchiostro alla linea della sua mascella.
«Hai detto che mi trovi irrilevante», iniziò, tranquilla. Sapeva di sfidarlo. «E' questo che tu stai tentando di fare? Di non diventare irrilevante? Di essere importante, un giorno?»
«Tu non hai idea di chi sarò io.» Le sue labbra sottili, dapprima inarcate in un sorriso, si strinsero a formare un'unica linea severa. Minerva piegò appena la testa di lato, incrociando le braccia sul petto.
«Lo so benissimo, invece. Ho occhio nel riconoscere cause fallite in partenza. E persone che si cullano nell'illusione di trovarsi sopra a tutti, un giorno.» La mano di Tom Riddle, dita sottili e pelle lattea, corse alla tasca del mantello. Strinse la bacchetta. Pareva adirato, ma, al contempo, Minerva sapeva di averlo sorpreso, spiazzato. Nessuno, ne era sicura, aveva mai osato rivolgerglisi così, poiché nessuno aveva ancora realizzato chi era il Tom Riddle che si celava sotto la maschera del povero, brillante ragazzo orfano che si ostinava ad indossare ogni giorno. Minerva gli lanciò uno sguardo impenetrabile, immobile, che lui ricambiò con gelida rabbia.
«Ebbene? Dovresti impegnarti di più, Tom. I tuoi tentativi di farmi paura sono così deboli. E' come se non ci stessi provando neanche.» Minerva McGrannitt gli voltò le spalle e se ne andò, i capelli corvini che le ondeggiavano sulla schiena, e un'espressione di compiacimento sul viso allungato, austero.
Se nessuno lo farà, allora sarò io a sfidarti, Tom Riddle. Non sei mai riuscito a nascondere la tua natura ai miei occhi.


Lui provava a spaventarla. Provava a rinfacciarle il suo lento distaccamento da Tom Riddle. Dalla sua umanità. Minerva rideva.
«E' così che ti fai chiamare ora, Tom? Voldemort?»
«Un nome che un giorno incuterà timore in tutti, perfino nel solo pronunciarlo. Terrorizzerà anche te.» Lei sospirò. «Ancora non mi fai paura, Tom.»


Lui ritentò. Era di spalle, Minerva, ma quella presa sul polso, così ferrea e fredda, era facilmente riconoscibile.
«Tom.» Il suo nuovo nome non le sarebbe mai uscito dalle labbra.
«Credi che questo sia un gioco, Minerva?» Lei voltò il capo dall'altra parte, mentre Tom, invece, non distoglieva gli occhi dal suo viso, in un modo simile a quello di un serpente che studia con attenzione la sua preda. Ma anche allora, Minerva non provò paura.
«Allora giochiamo. E ti dò un indizio: non ne uscirai vincitrice.»
«Non è un gioco, Tom», fu il mormorio di lei. «Tu stai iniziando una guerra.» Lo odiava. Lo odiò ancora di più quando non le rispose, limitandosi a voltare le spalle e andarsene, con una camminata di algida eleganza, e lasciarla sola, nel corridoio.
Ti sbagli. Sarai tu a perdere, Tom. Ti avevo avvertito: ho occhio per le cause perse in partenza.
Minerva non aveva idea che la guerra non sarebbe stata solo fra loro due, ma che avrebbe coinvolto l'intero Mondo Magico, cambiandolo definitivamente.


Sapeva perché non aveva mai tentato di affascinarla: perché non aveva nulla da dargli. Nulla che lui volesse, o che potesse accettare. Minerva gli avrebbe volentieri dato il suo aiuto, se solo lui fosse stato il tipo di persona da poter salvare, da poter mettere sulla strada giusta. E Minerva era consapevole che Tom Riddle era perso per sempre, e lei non poteva più raggiungerlo e tendergli una mano.


Tu-Sai-Chi: era così che lo chiamava, ora. Anche quella notte, anche a pochi momenti dallo scoppio della battaglia, ad Hogwarts. E poi lo fronteggiò, per quella che sapeva essere l'ultima volta. Niente più parole, ora: solo incantesimi che fuoriuscivano dalle loro bacchette. Non era più umano, Tom Riddle, nè dentro nè fuori. Minerva McGrannitt osservò i suoi occhi rossi, il suo viso esangue, i tratti come quelli di un rettile. Cercò in lui il ragazzo che aveva conosciuto e disprezzato, ma trovò solo una creatura che non riuscì ad associare a Tom Riddle.
Voldemort.
Combatterono. Fu Harry Potter ad ucciderlo.
Morto.

Allora giochiamo. E ti dò un indizio: non ne uscirai vincitrice.



Ti sbagliavi, pensò Minerva. Tutti ti guardavano, ma io ti ho visto davvero. E ho visto che avresti perso. E ne ho avuto la conferma quando hai deciso di lasciarti tutto ciò che di umano ti restava alle spalle. Ne ho avuto la conferma quando mi hai detto che amore e amicizia sono sentimenti sciocchi, stupidi, di cui poter fare a meno, di cui privarsi. Eppure, è stato proprio il tuo vivere senza di essi a portarti alla distruzione.
Ancora non mi fai paura, Tom. Provo compassione per il ragazzo che sei stato, e pena per ciò che sei diventato.



Tu non hai idea di chi sarò io.



Minerva ne aveva avuto idea prima di lui.


Angolo Autrice
Non so esattamente cosa sia questa cosa - so solo che ho desiderato scrivere su Tom e Minerva dal momento stesso in cui ho scoperto che frequentavano lo stesso anno, ad Hogwarts. Quindi, finalmente, oggi mi sono decisa a buttare giù qualcosa. Non è troppo lunga, più che altro perché caratterizzare due personaggi come loro due pur mantenendoli IC non è cosa facile. Spero di non aver creato una schifezza.
Grazie a chiunque la leggerà. :)

  
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