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Autore: Jaded_Mars    09/08/2011    5 recensioni
“Allora deal?” disse la ragazza sporgendo un po’ la mano verso di lui aspettando una risposta. Jeff non proferì parola. Prese una manciata di sabbia invece, e la fece ricadere a terra attraverso il pugno semichiuso. Guardò un po’ negli occhi la ragazza prima di rispondere.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jade. Era stanca Jade, dopo quel pomeriggio passato allo skate park. Era infantile Jade, con quei capelli castani arruffati in una coda improvvisata e le gambe incrociate sulla sabbia. Era la sicurezza Jade, con quegli occhi nocciola che ti facevano sentire a casa con un solo sguardo. Era dolce Jade, quando ti  sorrideva con quella sincerità che in pochi hanno. Era felice Jade, felice sul serio, questo Jeff poteva dirlo senza pensarci un attimo. Bastava guardarla per poterne essere certi. Però non avrebbe saputo dire perché. Jade era… beh Jade era tutto. Tutto quello che lui aveva mai avuto. 

“Ti sei mai innamorato?”  chiese lei a bruciapelo, col candore che contraddistingueva ogni sua azione, facendo ruotare distrattamente la rotella del suo skateboard. Era sempre stata così, senza malizia. Osservandola in quel momento, Jeff la rivedeva bambina, quando giocavano in campagna poco fuori Lafayette, in quella fattoria in disuso dove nessun genitore voleva che i propri figli andassero. Sconfinati cieli azzurri, attraversati da pennellate di innocue nuvole bianche sopra le distese di campi di grano dell’Indiana. Non era pericoloso, era semplicemente divertente, un posto in cui stare lontani e inventarsi mille avventure, lasciando scorrere libera la fantasia, senza nessun adulto che imponesse  regole. Qualche volta anche Bill li raggiungeva, quando riusciva a sfuggire al controllo dei suoi genitori. Arrivava come saetta sfrecciando in sella alla sua bicicletta di seconda mano, lanciando un urlo di guerra come saluto, “Hai oh!”. Quella era una sorta di isola che non c’è, in quei semplici giorni d’infanzia che avevano preceduto la sua a dir poco incasinata adolescenza.

“No.” Bugia, ecco la prima. Non era vero che non si era mai innamorato, lo era stato e lo era ancora, ma non aveva avuto il coraggio di rivelarlo a nessuno, era una faccenda troppo delicata per essere condivisa. C’era la buona possibilità che potesse essere la causa di dolorose separazioni. No, sarebbero state insopportabili. Oppure una confessione, forse, avrebbe portato solo gioia. Ma Jeff era un tipo avverso a certi tipi di rischi, quelli che non coinvolgevano solo lui ma anche altri. Quando commetteva azioni sconsiderate, lo faceva con la sicurezza che l’unico a soffrirne sarebbe stato solo lui, in modo da limitarne i danni. Ma non era  questo il caso. Così, come era solito fare, aveva tenuto tutto per se. Custodiva i suoi pensieri dentro la cassaforte della sua mente, come preziosi gioielli, e raramente ne consentiva l’accesso alle persone. E questa volta, nemmeno a Jade.

“Davvero?” Si sentiva osservato da quegli occhi nocciola che sapevano leggergli dentro. Jeff non riusciva a spiegarsi per quale strana magia Jade sapesse sempre esattamente cosa pensasse o come si sentisse, anche quando la distanza che li separava era di centinaia di miglia. Le bastava un’occhiata, o un cambio dell’intonazione della voce del ragazzo per capirne le variazioni d’umore, se stesse dicendo la verità o no. A lei risultava tanto facile decifrarlo quanto per gli altri era enigmatico. Lo scrutò attentamente ancora per qualche secondo, levandogli i capelli dalla fronte, in attesa di una risposta che non arrivò. “Sai, nemmeno io.” gli disse lei con un mezzo sorriso, interrompendo il piacevole silenzio che era calato tra loro. Stare zitti con Jade era diverso, era… bello. Semplicemente, con lei non erano sempre necessarie le parole. Non era mai intrusiva o insistente quando non necessario, a differenza di altri suoi amici che erano tutto il contrario.‘Quanto mi sei mancata Jade’ sospirò mentalmente Jeff mentre si toglieva le ginocchiere.

“A volte penso agli amici che avevo a casa, prima di venire qui. Ci credi che sono rimasta in contatto solo con un paio? E per di più quelli più improbabili! È pazzesco come cambino le cose …” continuò la ragazza. Si sciolse la coda, lasciando ricadere i capelli lisci sulle spalle e posò lo sguardo sul disco rovente del sole che tramontava sull’oceano. Faceva ancora caldo in quella giornata di fine settembre in California, così diversa eppure così uguale a quelle giornate di fine settembre in Indiana, quando finite le lezioni loro due si trovavano a fumarsi una sigaretta sulla panchina dietro la scuola, guardando le prime foglie ingiallite cadere a terra  prima di tornare a casa. ‘È pazzesco invece come certe cose non cambino’ pensò Jeff. Erano passati 14 anni  da quei pomeriggi, tante cose erano successe, la vita li aveva cambiati, ma il loro legame era sempre uguale. Forte, saldo come il primo giorno.

“Jeff noi saremo sempre amici vero?”

“Sì.” Bugia, ecco la seconda.  Non avrebbe mai potuto restare per sempre suo amico, non esisteva il ‘per sempre’, un periodo indefinito nel futuro. Eppure sapeva che con Jade questo non sarebbe successo, aveva 17 anni quando si erano separati per la prima volta, ed ora che ne aveva 28 le loro strade erano ancora incrociate. I tempi cambiavano, le persone cambiavano. Aveva già visto come era andata a finire con altri con cui aveva fatto la stessa promessa, non si parlavano più o peggio erano usciti dalla sua vita come fossero state silenziose comparse invece che importanti compagni di esperienze. No, non era per quello che non poteva giurarle sinceramente eterna amicizia. Anche dopo una vita di conoscenza non riusciva a trovare la giusta disinvoltura per spiegarle che per lui esisteva il presente e nient’altro. Nonostante fosse la persona che meglio lo conosceva al mondo, oltre a Bill, non sapeva come dirle che non era in grado di fare grandi promesse senza poi immancabilmente finire per deludere le aspettative di chi contava per lui. Era una finzione quella del ragazzo inscalfibile, del riservato, silenzioso musicista che si era costruito da solo il suo destino di gloria. In realtà lui non era speciale, certo aveva lavorato sodo per realizzare il suo sogno, ma non senza lasciare indietro qualche ferito lungo la sua strada. Non voleva dirle la verità perché non voleva deludere anche lei, non voleva che lo vedesse fallire ancora. Non avrebbe mai in alcun modo fatto del male a Jade.

“Promettimi che non ci perderemo mai di vista, che fra quarant’anni staremo ancora a parlare seduti sulla sabbia come ora, che resteremo sempre amici.” Era come se la ragazza avesse bisogno di costanti riconferme da lui, come se avesse paura di perdere quel pezzo importante del puzzle della sua vita. Ed in parte aveva ragione, perché Jeff, pur non volendo, troppe volte nel corso degli anni era stato trascinato nel turbine degli eventi, perdendo il contatto con il mondo reale, e se non fosse stato per lei, le sue chiamate, le sue visite, probabilmente in quel momento non sarebbero stati lì insieme. Jade si mise in ginocchio, di fronte al moro che la guardava con affetto, lasciando sospesa la mano col mignolo teso a metà strada tra lei e il ragazzo.

“Non cambi mai Jade” fece lui divertito. Solevano fare così da piccoli, per suggellare una promessa importante. Avevano anche fatto un patto di sangue, si sarebbero sempre aiutati e mai dimenticati, questo si erano promessi davanti al vecchio pick up grigio del ragazzo, poco prima che Jeff lasciasse quel buco di mondo di Lafayette per andare a Los Angeles, prima di diventare Izzy Stradlin, prima di diventare una rock star, prima di dimenticare chi fosse davvero. Ma non aveva scordato Jade. Lei che sapeva più di sua madre dove fosse stato e cosa avesse passato in quegli anni. Quando aveva avuto bisogno, quando non aveva saputo a chi rivolgersi, Jade c’era stata. L’unica vera ancora alla realtà. L’unica che l’avesse mai visto piangere. L’unica presenza costante nel corso della sua intera vita. Più realisticamente, l’unica persona a cui aveva permesso di restare nella sua vita.

“Allora deal?” disse la ragazza sporgendo un po’ la mano verso di lui aspettando una risposta.

Jeff non proferì parola. Prese una manciata di sabbia invece, e la fece ricadere a terra attraverso il pugno semichiuso. Guardò un po’ negli occhi la ragazza prima di rispondere.

“Non posso.”

Jade spalancò i suoi begl’occhi in un’espressione sbigottita e ritrasse la mano. Quelle parole erano state uno schiaffo per lei e il moro ne era cosciente. Come era cosciente che tutto quello che stava per fare andava contro le promesse fatte a se stesso, compresa quella di pochi istanti prima di non ferire mai la ragazza. Ma d’altronde, quella era la sua natura e infrangere le regole ne faceva parte. No…il fatto era che non riusciva più a tenersi dentro tutto, a mentire a se stesso e a lei. Voleva dirle la verità, fino in fondo, se lo meritava più di chiunque altro al mondo. Aveva bisogno di scoprire le carte in tavola una volta per tutte, essere onesto per potere finalmente giocare correttamente, per potere fare giocare lei correttamente. Questa volta Jeff aveva deciso di rischiare, per Jade.

 “Jade…”

“Dimmi Jeff…”

“Prima ti ho mentito.”

“Riguardo cosa?”

“Tutto.”

L’attenzione aveva sostituito lo stupore nell’espressione di Jade. Si era seduta e stava ascoltando il ragazzo con più serietà che mai, lo sguardo concentrato fisso su di lui in attesa di una spiegazione. Jeff alzò gli occhi sul viso di lei, stano come le persone più care, gli amici di vecchia data, sembrino non invecchiare mai, eppure solo in quel momento si era reso conto che nonostante tutto, Jade non era più quella bambina con cui giocava da piccolo e nemmeno la ragazza che al liceo lo aiutava a studiare e che aveva imparato con lui a suonare la chitarra, era diventata una donna. Chissà se anche lei vedeva in lui un uomo o sempre il solito vecchio adolescente taciturno e riservato.

“Tanto per cominciare non è vero che non mi sono mai innamorato …”

Lasciò quella frase in sospeso, non sapeva come continuarla. Lui che di solito era bravo con le parole, nonostante non fosse ciarliero, trovava sempre il modo giusto per esprimere le sue emozioni o verbalizzare i suoi pensieri. In quel momento era in difficoltà. Non esistevano parole perfette per spiegare il caos che in quei secondi aveva preso forma nella sua testa. Un sentimento cristallino meritava la semplicità. Jeff decise di lasciare perdere i grandi discorsi razionali e di parlare col cuore, come meglio gli riusciva.

“Il fatto è che amo te. Da quando eravamo ragazzini. Quando studiavamo seduti al tavolo della tua cucina, quando ci salutammo prima che partissi, davanti a quel pick up scalcagnato e cigolante, quando suonavo negli stadi, ti amavo. Ed è l’unica certezza che ho, oltre che la musica è la mia vita e non riuscirò mai a smettere di farla. Non riuscirò mai a smettere di amarti, Jade. È per questo che non posso prometterti che sarò sempre tuo amico, perché non potrò mai esserlo fino in fondo. Non potrò mai essere ciò che tu vuoi.”

L’aveva detto. Finalmente. Si chiedeva se avesse fatto la cosa giusta, aveva paura di cosa sarebbe venuto in seguito, perché le conseguenze del suo gesto non erano più in suo controllo. Era Jade che doveva decidere se lui avrebbe continuato a fare parte della sua vita oppure se sarebbe stato condannato a diventare un ricordo sbiadito dagli anni nella sua memoria. ‘Non ti voglio perdere Jade.’. Quelle cinque parole avevano iniziato a martellare nella sua testa incessantemente, facendo eco al martellare del cuore nel suo petto. Era ansioso. Aveva paura. ‘Non ti voglio perdere Jade.’. Quel mare di emozioni che lo attraversavano contrastava con la sua apparente tranquillità. Non un gesto nervoso, non un tremore nella sua voce, non un respiro accelerato che tradisse il suo vero stato d’animo. Poi vide qualcosa che lo sorprese. Una lacrima, una singola, solitaria lacrima, stava rigando il volto di Jade, sfiorando il sorriso che le aveva appena illuminato il viso.

“Jeff, mi chiedevo se me l’avresti mai detto …”

Il ragazzo le prese la mano e gliela strinse forte tra le sue, portandosela alle labbra, le diede un piccolo bacio. Gli occhi nocciola di Jade erano ancora felici, Jade era ancora felice.

Jeff finalmente si era messo in gioco pienamente, aveva rischiato, e aveva vinto. 

   
 
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