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Autore: Zubenelgenubi    10/08/2011    1 recensioni
Harry Potter, pensò Colin asciugandosi le lacrime, Harry Potter era coraggioso. Harry Potter era forte. Harry Potter non sarebbe rimasto nascosto dietro una colonna dopo aver deciso di rimanere a combattere. Harry Potter avrebbe agito anche senza la bacchetta e avrebbe trovato una soluzione. Ma, ricordò Colin, lui non era Harry Potter e non lo sarebbe mai stato.
Genere: Guerra, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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O for a voice like thunder!
 
 
 
[…] When Sin claps his broad wings over the battle,
and sails rejoicing in the flood of Death;
when souls are torn to everlasting fire,
and fiends of Hell rejoice upon the slain,
O who can stand? O who hath caused this?
O who can answer at the throne of God?
O for a voice like thunder, William Blake

 
La guerra imperversava con crudeltà, distruggendo tutto ciò che trovava sul suo cammino. I corpi martoriati degli studenti di Hogwarts giacevano a terra, inermi, e lui li fissava nascosto fra le macerie; aveva disobbedito agli ordini della McGonagall, aveva deciso di combattere e aveva perso. La sua bacchetta era andata distrutta e lui era solo. Solo e indifeso. Colin Creevey aveva perso l’occasione di dimostrare interamente il suo valore e l’unica cosa che gli rimaneva da fare, ormai, era stare lì ad aspettare che arrivasse la morte. Oh, come avrebbe tanto voluto avere la voce tonante; una voce così potente da poter fermare quel massacro*. Avrebbe voluto farsi ascoltare da tutti, mettere fine a quell’idiozia. Perché quella guerra? Perché tutti quei morti? Perché quell’odio?
Colin fece scivolare lo sguardo velato di lacrime sul campo di battaglia, deglutendo nel tentativo di inghiottire il magone; vide i corpi dei suoi amici cadere a terra uno ad uno, vide un ragazzo supplicare un Mangiamorte di non ucciderlo, lo vide piangere fino all’ultimo istante e poi il suo corpo crollò sul ponte in un lampo di luce verde; vide Remus Lupin urlare ad una donna di tornare dentro, di non fare sciocchezze, poi la vide scivolare a terra senza vita. Il professore urlò il nome della ragazza, si lanciò verso di lei ma fu intercettato da un altro Mangiamorte; gli tenne testa per un po’ e poi lasciò cadere la bacchetta a terra, affrontando la morte con il sorriso sulle labbra. Colin Creevy si trattenne dal singhiozzare, gattonando dietro una colonna: sarebbe mai finita? Avrebbero vinto o perso?
Guardò Neville Longbottom schiantare un Ghermidore, spalleggiato da Ginny Weasley; ricordava di aver immortalato spesso lo sguardo risoluto e attento di quella ragazza quando giocava una partita di Quidditch, oppure lo sguardo sognante e innamorato che rivolgeva ad Harry quando si guardavano. L’anno prima Colin aveva affermato che erano una coppia perfetta e aveva chiesto a Ginny di poter scattare una foto di lei insieme al suo eroe, perché voleva tenere il ricordo della sua prima ragazza. Quello scatto doveva ancora essere in un cassetto della sua camera.  
Harry Potter, pensò Colin asciugandosi le lacrime, Harry Potter era coraggioso. Harry Potter era forte. Harry Potter non sarebbe rimasto nascosto dietro una colonna dopo aver deciso di rimanere a combattere. Harry Potter avrebbe agito anche senza la bacchetta e avrebbe trovato una soluzione. Ma, ricordò Colin, lui non era Harry Potter e non lo sarebbe mai stato. La bacchetta di Oliver Wood sfrecciò accanto al suo orecchio e quando spostò lo sguardo sul ragazzo vide le spalle del Mangiamorte che gli stava di fronte tremare in una muta risata:
<< Vinceremo questa guerra, ragazzino! >> Gli sentì dire con un tono aspro e roco: << La vinceremo noi! >>. Ma quella guerra, si disse Colin, non avrebbe avuto nessun vincitore: avrebbe lasciato dietro di sé solo il dolore della perdita. L’assassino puntò la bacchetta contro il vecchio capitano della squadra di Quidditch, pronto a dargli il colpo finale, e le gambe di Colin si mossero da sole. Gli balzò addosso, cercando di disarmarlo, ma l’altro fu più lesto; sentì la bacchetta del Mangiamorte affondare nella carne e il lampo di luce verde lo avvolse, sbalzandolo su una grossa pietra. Lui non era Harry Potter, ma aveva provato ad essere coraggioso come lui e c’era riuscito.
La morte lo colse di sorpresa come il flash accecante di una fotografia.
 
 

 
 
 
"Then Neville nearly walked into him. He was one half of a pair that was carrying a body in from the grounds. Harry glanced down, and felt another dull blow to his stomach: Colin Creevey, though underage, must have sneaked back just as Malfoy, Crabbe and Goyle had done. He was tiny in death."
Harry Potter and the Deathly Hallows.

 
 
*riprende il testo della poesia.

 
 

 

  
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