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Autore: kate95    10/08/2011    11 recensioni
Quel liquido che entrò dalle labbra aveva un buonissimo gusto, quello dolce di ciliegia ma poi lasciava in bocca solo quello pungente e forte dell'alcool.
E come quello scendeva nella sua gola bruciando così il ricordo di Kate scottava nel suo cuore.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alcool & sentimenti

Capitolo 2-Flashback parte due

Erano le due di notte ed entrambi erano ancora svegli avvolti solo in parte dalle lenzuola.

Kate tentava di riposare sdraiata su un fianco dando le spalle a Rick che era coricato supino vicino a lei.

Castle si voltò verso di lei abbracciando la sua musa da dietro e facendo aderire il suo petto alla schiena scoperta di lei.

Con una mano cercò quella di Kate stringendola dolcemente.

Poi con l’altra mano scostò i suoi capelli e cominciò a baciarle il collo e a sfiorare la sua schiena alternando piccoli baci a carezze.

Kate rimaneva in silenzio godendo di quella dolce tortura che la faceva impazzire.

Inarcò la schiena soffocando un piccolo gemito di piacere.

Nella sua testa si alternavano mille pensieri ma bastò quel suo tocco delicato e poi poco alla volta più deciso per farla confondere fino a non riuscire più a concentrarsi su nulla se non su quel piacere che i baci Rick le provocavano in tutto il corpo.

"Rick.. io…" lo chiamò voltandosi verso di lui.

Castle le posò un dito sulle labbra interrompendola: "Sei bellissima, Kate"

Sentire quelle tre semplici parole fu come un colpo al cuore.

Poi lui continuò: "E’ tutto così bello. Voglio soltanto godere di questo tempo a disposizione, voglio viverlo con te, attimo dopo attimo, soltanto noi due, senza pensieri, solo io e te. Voglio poter tenerti stretta a me, ancora"

Poi riprese a riempirla di attenzioni, di carezze, Kate sentiva le sue labbra dischiuse posarsi sulla sua pelle e ripercorrere lentamente il percorso dal suo ventre al volto con estrema lentezza passando per il suo petto, baciandole e accarezzandole il seno, risalendo fino alle spalle, scorrendo con la bocca il collo e giunto al viso ponendo fine a quella piacevole tortura facendo incontrare le loro labbra, che per l’ennesima volta quella notte, si cercarono avidamente, mai sazie le une delle altre.

La mattina seguente Kate si svegliò alle prime luci dell’alba.

Si rigirò lentamente senza rendersi conto di non essere nel suo letto né da sola.

Al suo fianco sentì un respiro regolare solleticarle il viso e solo allora aprì gli occhi, vedendolo.

Rick era lì, accanto a lei, che le cingeva la vita con un braccio: le loro gambe erano intrecciate mentre lei aveva la testa appoggiata sul suo petto.

Senza far troppo rumore si mise a sedere rendendosi conto di essere ancora nuda insieme ad un uomo che non era il suo fidanzato.

Sì alzò e si diresse in bagno decidendo di riflettere sotto una doccia.

Rimase immobile sotto il getto della doccia con gli occhi chiusi mentre gocce d’acqua le bagnavano il volto e si mescolavano alle lacrime che le rigavano le guance.

Era strano. Era da tanto tempo che non piangeva.

Perché doveva farlo proprio ora?

Era consapevole di ciò che aveva fatto: aveva tradito Josh facendo l’amore con Castle.

Non era riuscita a resistere alla tentazione, non era stata capace di mettere da parte l’ardente desiderio di restare con Rick.

E ciò che la spaventava più di tutto era che le era piaciuto, era stato assolutamente fantastico.

Non aveva mai provato così tante sensazioni nello stesso istante e a quella intensità.

Josh non era mai riuscito a farla sentire così viva, mai.

E cosa faceva più male era la consapevolezza di aver commesso un terribile errore . Lei non avrebbe dovuto e ora avrebbe pagato caro il prezzo del suo sbaglio.

Come sarebbe riuscita a lavorare giorno dopo giorno con lui al fianco senza pensare a quella notte meravigliosa? Forse non era capace di farlo, forse avrebbe ceduto di nuovo e rischiare di compromettere tutto quello che avevano creato in quei tre anni.

La soluzione migliore era non doverlo più vedere per non cadere in quella trappola un’altra volta.

Forse la cosa da fare era interrompere la loro collaborazione, impedirgli di tornare da lei, di starle vicino.

Ma sapeva di non avere abbastanza coraggio, non ce l’avrebbe fatta.

La verità è che non avrebbe resistito senza di lui a lungo.

Era da egoisti, lo sapeva bene, ma era così: lei lo voleva accanto sempre, tutto per sé anche se non lo ammetteva, e quando lui baciava un’altra donna lei aveva sempre avuto un irrefrenabile istinto omicida nei confronti di coloro che si facevano stringere nel suo abbraccio, che lo toccavano, che lo accarezzavano.

Era gelosa e non ne comprendeva il motivo.

Non capiva perché lui avesse il potere di farla stare così bene e al tempo stesso male come nessun altro era in grado di fare.

Non si capacitava di come un suo tocco la mandasse in tilt, di come il suo cuore non rispondesse più ai suoi comandi quando lui le era vicino.

Non ci riusciva perché non ammetteva quello che da tempo provava dentro di sé, quell’amore così profondo e così passionale per quell’uomo un po’ infantile e pazzerello.

E poi c’erano quelle parole che più la confondevano, che la turbavano.

Quelle che lui le aveva sussurrato per tutta la notte, tra un gesto e l’altro, tra un bacio passionale e uno estremamente romantico e lento, tra una carezza e un suo tocco sulla pelle: "Ti amo, Kate"

Castle si stava risvegliando lentamente a poco a poco e, a differenza di Beckett, già quando era ancora in dormiveglia si ricordava tutto.

E in quei momenti si pregustava il piacere di potersi svegliare abbracciato alla sua Kate.

Prima ancora di aprire gli occhi la cercò accanto a sé, senza trovarla.

A tastoni con la mano sperava di toccare la sua morbida pelle ma si accorse che il letto al suo fianco era vuoto.

Di Kate neanche l’ombra.

Solo il suo intenso profumo sulla fodera del cuscino e le lenzuola un po’ ammucchiate nella parte di letto dove aveva dormito.

In quell’istante Castle si sentì solo e triste come non mai immaginando come sarebbe stata la sua vita senza di lei.

Terribile.

Non poteva più fare a meno della sua musa.

Avrebbe voluto svegliarsi vicino a lei tutte le mattine, passare ogni istante della sua vita con lei.

Notò l’asciugamano che aveva indossato una volta uscita dalla doccia per terra dove lui l’aveva lasciato cadere, dopo averglielo tolto di dosso desideroso di vedere e toccare il suo corpo dappertutto, anche dove non avrebbe mai pensato di arrivare.

Vide le sue scarpe abbandonate al centro della stanza e i vestiti qua e là insieme a i suoi.

Si accorse sul pavimento di quel pigiama che lui stesso le aveva portato ma che non aveva avuto alcun bisogno di indossare.

L’aveva appoggiato sul letto e gli venne in mente di come ora non era più al suo posto. Probabilmente doveva essere caduto durante la notte ma entrambi non se ne erano accorti.

Scese dal letto e si diresse in bagno da dove si sentiva lo scrosciare dell’acqua.

Sicuramente si stava facendo la doccia e si perse ad immaginare che avrebbero potuta farla insieme, certamente sarebbe stata più piacevole.

Kate si accorse subito che lui era entrato e per poco non prese un infarto.

"Castle che diavolo…" cominciò cercando qualcosa per coprirsi.

"Volevo assicurarmi che non fossi scappata" le rispose avvicinandosi alla doccia.

Kate ancora sotto il getto dell’acqua rimase immobile mentre pensava a cosa dirgli.

"Senti…" iniziò "…. Volevo dirti che…"

Aveva incrociato i suoi occhi e le parole le morirono in gola.

Abbassò o sguardo e continuò: "volevo dirti che stanotte è stato uno sbaglio, un grosso sbaglio. Siamo adulti, può succedere, tutto tornerà come prima. È un errore che non accadrà più, che non ricommetteremo"

Si guardarono un istante in silenzio.

Poi tutto accadde velocemente.

In un secondo i due corpi si ritrovarono di nuovo attaccati e le loro labbra a contatto.

Castle non sarebbe riuscito a resistere un minuto di più senza baciarla mentre Beckett sentiva la passione crescere insopportabilmente e un ondata di calore la invase.

Ormai Rick era entrato insieme a lei nella doccia e continuava ad accarezzarla delicatamente mentre le gocce d’acqua si depositavano sui loro corpi.

Beckett sapeva che se avessero continuato non sarebbe più riuscita a sciogliere quell’abbraccio e il senso di colpa nei confronti di Josh sarebbe stato ancora più duro da sopportare.

Non poteva farlo. Non di nuovo.

Appoggiò le mani sul petto di Castle cercando invano di allontanarlo da sé.

"Rick" lo chiamò cercando ancora una volta di aumentare la distanza tra loro.

Lui si fermò guardandola negli occhi in attesa di sentire ciò che doveva dirgli. Anche se già sapeva che cosa gli avrebbe riferito.

"No, Rick. Non posso. Non è giusto" la sua voce si affievoliva nascondendosi fin quasi a spegnersi sotto il rumore dell’acqua.

Lei fece per uscire ma lui la bloccò senza lasciarle via di scampo.

"Lasciami andare, ti prego" la sua era quasi una supplica, sapeva di essere sull’orlo delle lacrime e non voleva farsi vedere così di fronte a lui.

"Aspetta Kate" le rispose "perché? Perché fai così?"

"Castle, per favore. Non sarei mai dovuta venire qui"

"Stanotte è stata fantastica. Insieme per la prima volta. È qualcosa che non riesco neanche a descrivere"

"Io ho Josh… ed è lui il mio fidanzato"

"Josh non c’è mai per te. Non c’è mai stato. Quando tu avevi più bisogno di lui, dov’era?"

"E’ il suo lavoro, ed è qualcosa di straordinario, lui fa del bene a tanta gente"

"Lo so. E lo stimo moltissimo per questo. Ma lui fa del bene a tutti tranne che a te. Sei davvero felice con lui?"

"Josh mi ama ed è questo ciò che conta" sussurra.

"Anche io ti amo. Ti amo come nessun’altra prima"

"Castle, io non riesco a fidarmi di te! Non voglio soffrire ancora, non a causa tua. Che cosa ti dice che un giorno non trovi qualcun’altra su cui far colpo, qualcuna sicuramente più bella di me, qualcuna che preferisci? Io non ci riesco. Fa troppo male" in quell’istante quando le lacrime stanno per scendere prepotentemente scappa da quell’abbraccio ed esce dalla doccia.

Prima che esca dal bagno Castle la ferma bloccandola tra le sue braccia contro il muro.

"Kate aspetta. Perché non pensi a me? Come credi che mi senta? Non puoi andartene, ti prego non lo fare. Non lo sopporterei"

"Io non lo so. Non so più nulla a parte il fatto che non avrai nessuna difficoltà a trovare una donna disposta a darti quello che vuoi, una meno complicata di me"

"Ma non capisci? È vero: io posso avere tutte le donne che voglio ma non potrebbero mai darmi ciò che voglio. Forse potrebbero farmi dimenticare di te per qualche tempo ma poi nulla, proprio come Gina l’estate scorsa. Lei mi ha dato l’opportunità di non pensare a te e Demming insieme, ma la verità è che non l’amavo. Voglio te, soltanto te"

Kate sentiva la rabbia bruciarle dentro all’argomento Demming, non l’aveva ancora superata: "Castle!!! Io avevo lasciato Tom quel giorno. E l’ho fatto perché volevo te, volevo venire in vacanza con te e speravo che in quell’estate saremmo potuti diventare qualcosa di più che buoni amici. Ma mi sono illusa. Era quello che volevo dirti quando ti ho chiesto di parlare in privato ma poi è arrivata quell’oca di Gina e ho scoperto che mi avevi rimpiazzata!" confessò rendendosi conto solo in un secondo momento di aver dato dell’oca alla sua ex-moglie "non so perché ho detto che è un’oca. Mi dispiace, è che non la sopporto, forse non merita tutto quest’odio ma è più forte di me.

Forse non mi piace solo perché ti sta sempre addosso o perché lei ha potuto averti e io no, forse sono gelosa. Ma questo non cambia il fatto che non sono pronta. Non riesco a fidarmi. Non sai quanto mi abbia fatto male, non lo immagini neanche e pensare di dover riprovare quelle sensazioni mi spaventa. Sono terrorizzata che possa succedere di nuovo e con Josh ho la certezza che non capiterà mai"

Tutta quella rabbia e determinazione iniziale che l’aveva spinta a dire tutto ciò aveva lasciato spazio a tutto il dolore e l’incertezza che provava.

Non riuscì a contenere le lacrime che scesero copiosamente sul suo volto.

"MI dispiace tanto. Io non potevo sapere. Se solo…"

"Se solo cosa, Rick?"

"Se avessi saputo non sarei mai partito, non senza di te"

"Castle non mi basta, non ci riesco"

"Kate…" Castle si sentiva un grandissimo idiota, se solo avesse aspettato prima di invitare Gina.

Istintivamente avvicinò il viso a quello di lei e posò le labbra sulle sue guance asciugando le lacrime con dei piccoli baci.

Beckett, totalmente spiazzata, rimase immobile, in silenzio.

"Kate, non voglio che tu soffra, non lo sopporto"

Indugiò sul suo volto per un attimo, i loro nasi si sfioravano e le labbra di Kate erano così vicine, così invitati.

"No, Rick. Non lo fare" sussurrò Kate dopo aver intuito che lui l’avrebbe baciata "non posso, te l’ho detto"

"Kate, non dirmi che non puoi. Dimmi che non lo vuoi. Guardami negli occhi e dimmi che non hai provato nulla questa notte, che non hai desiderato neanche per un istante che accadesse. Io non credevo fosse possibile provare tante emozioni tutte insieme, mi mancava il fiato quando ti ho baciata e mi batteva forte il cuore quando ho capito che avremmo fatto l’amore.

Non posso pentirmi di quello che ho fatto e vorrei succedesse ancora. Kate, io ti amo"

Lei rimase in silenzio qualche istante senza riuscire a spiccicare parola.

"Io…"

Voleva poter andarsene da lì, non riusciva a riflettere di fronte a lui, così vicino.

Cercò tutto il coraggio che aveva e indossò la maschera che portava ogni giorno, quella cui celava dietro la vera Kate, e parlò sorreggendo il suo sguardo: "No. Non ho provato nulla e mi sono pentita di quello che ho fatto. Non voglio, io non provo niente per te. Amo Josh ed è lui quello giusto per me"

Mentre pronunciava quelle parole si sentì morire: faceva male continuare a mentire.

Vide l’espressione di Rick cambiare e nei suoi occhi lesse lo stesso dolore che lei aveva provato quando era partito con Gina.

Sì liberò dalla sua presa che era diventata quasi inesistente e corse a cambiarsi.

Rick non uscì dal bagno, né provò a fermarla.

Non riusciva a guardarla rivestirsi velocemente per scappare da lui, dal suo sguardo.

Era troppo.

Le sue parole erano giunte al suo cuore come una coltellata. Non avrebbe pensato che glielo avrebbe detto. Di sicuro mentiva ma era riuscita a farlo. E questo faceva male, da morire.

Rimase fermo fino a quando sentì la porta di casa chiudersi sbattendo.

Allora realizzò di averla persa, persa per sempre.

Note: ecco a voi il secondo capitolo!
Spero vi sia piaciuto =)
A presto e grazie a chi ha letto e recensito il primo capitolo, alla mia consulente Amy  per averlo letto in anteprima e a Foxi ;)
baci, Tiziana =D

   
 
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