Ok riscrirvo dopo 5 lustri! lo so dovete perdonarmi ma ero d'esame, cercherò di non far passare più tutto questo tempo. In cambio (non so se questo sia un bene o un male) questo capitolo è immenso! siate clementi mi appello alla vostra pazienza.
Buona lettura!
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Tempo dopo tutta la squadra di Gibbs era in movimento nell’edificio.
Tony si passò
una mano fra i capelli in un gesto stanco mentre,
con una garza in mano si dirigeva verso la sala autopsie.
Entrò in ascensore e
le porte si chiusero dopo qualche istante. Ma
perché era tutto complicato? Tutto
così maledettamente complesso e
controverso. La nebbia nella sua mente era stata cacciata a forza da
quello
accaduto a Jen, gli serviva lucidità, ma quella luce stava
illuminando anche
quello accaduto quel giorno in quel bagno.
Che giornata...di nuovo ripetè il
gesto con la mano sbuffando. Il suo pensiero lambiva di continuo quel
ricordo,
senza mai tuffarcisi del tutto o non ne sarebbe più uscito,
eppure, per quanto
fosse pericoloso e per quanto gli mettesse paura la confusione in cui
lo
mandava, non riusciva a stargli lontano.
Un rumore tipico e le porte dell’ascensore si aprirono. Fece volare e riprese al volo la garza in mano, prima di girare l’angolo ed entrare nella sala autopsie. Jen era seduta su un tavolo e attorno aveva un po’ di gente. Ducky le toglieva un pezzo di vetro dal braccio che la ragazza, colma di adrenalina, non aveva neanche sentito, e la medicava per bene.
A destra Gibbs, a sinistra, una mano sul tavolo e lo sguardo fisso sulla ferita, lei…Ziva. La mente di Tony tentennò pericolosamente..aveva perso quell’equilibrio che di solito riusciva ad avere anche vedendola e sapendo che provava qualcosa, ora tutto era macchinoso, tutto era teso, non riuscivano più neanche a guardarsi negli occhi…troppo l’imbarazzo.
<< Ehi
soldatina come va >
Anche la
sua mente andava snebbiandosi e ciò non era un bene,
tendendo a razionalizzare
la prima cosa che le veinva da dire sull’episodio accaduto
era che fosse stato
solo un brutto incidente. Ma in quel momento preferiva scansare quel
pesiero e
distrarsi.
La scheggia scivolò via e il sangue non fece a tempo a
sgorgare
perche fu subito tamponato dalla medicazione. Piccola disinfettata, una
fasciatura veloce e il lavoro fu compelto. Jen si scrutò un
momento il braccio
tranquilla
<
<<
<<
<< La
traiettoria dei colpi a un primo occhio sembrava
bassa >
<<
<<
<
<
Poi uscì dalla stanza e con un gesto fece cenno a Dinozzo e Ziva di seguirlo. Uscendo incrociarono Abby che entrava nella sala dove stava Jen con altro disinfettante, sicuramente per curare quelle poche abrasioni che, però, stando in un abiente in cui si usavano parecchi materiali particolari, potevano essere pericolose. Gibbs si fermò poco oltre la soglia voltandosi a fronteggiare i due agenti.
<
<<
<<
<< ..anzi facciamo che andate a casa di Ziva, poi se si
rivelerà
troppo pericoloso cercheremo altre soluzioni >>
compeltò, i due fecero un
cenno di assenso con il capo mentre Ziva gelava a poco a poco..quindi
lei stava
sicuramente nel primo turno..notturno..
<<
Ci son problemi per te, Ziva?
<
<
Le loro menti furono, a loro insaputa, tremendamente vicine. Dopo quello avvenuto si erano domandati cosa sarebbe successo in seguito. Ma non si sentivano pronti, non era ancora tempo di scoprire cosa aveva realmente provocato quell’avvenimento tra di loro.
Tony si
ritrovò a pensare a cosa avrebbe fatto tutta la sera, se
avrebbero anche solo
spiccicato mezza parola, visto che non riuscivano ancora neanche a
guardarsi
negli occhi. Lei invece era ancora troppo colpita dalla notizia, prese
a
razionalizzare a caso ma, quella volta, la sua stessa mente non cedeva
ai suoi
ragionamenti. Quando si accorsero che era qualche minuto che stavano
li, in
piedi, immobili come due stupidi, si riscossero.
Senza dire una parola Ziva
fece dietrofront, tornando verso Jen. Tony invece si
incamminò verso su, al
bullpen.
Durante la giornata decisero che avrebbero interrogato l’uomo che sparava il giorno dopo. Jen fu utile per finire di identificare la madre, Eveline Rose. La ragazza aveva spiegato che la madre era un’importantissima manager che era costretta per lavoro a viaggiare molto e per lunghi periodi. Da bambina Jen era stata costretta a seguirla ovunque, ma ormai essendo lei grande e maggiorenne veniva lasciata a casa, anche perché perdeva sempre tutto, ambiente, scuola, amici. Per questo cercandola al momento non l’avrebbero trovata, era uno dei periodi di solitudine con Kevin, Eveline era appena partita in viaggio.
Il resto della giornata passò in fretta..decisamente troppo in fretta per Tony e Ziva. In poco si ritrovarono in macchina, Tony alla guida, Ziva accanto e Jen nel sedile posteriore che già chiudeva gli occhi esausta. Ancora qualche minuto e raggiunsero destinazione.
La macchina rallentò e si fermò davanti a casa di Ziva. La donna scese dal mezzo, con calma, aprì la portiera posteriore ma si dovette sporgere all’interno perché la ragazza si era addormentata, la testa da un lato, gli occhi chiusi e le braccia abbandonate in grembo. Le fece una gran tenerezza e fu di malavoglia che allungò il braccio per toccarle la spalla scuotendola appena
<< Jen,
sveglia siamo arrivati
Era indescrivibile per lei quanto, in quel
momento, Jen le stesse ricordando la sua Tali…quelle premure
da sorella..ancora
con gli occhi mezzo sbarrati la ragazzina si mosse e scese dalla
macchina. Tony
osservò la scena dallo scalino dell’entrata con un
mezzo sorriso.
<<
Sonno?
<
Quando Ziva si
voltò verso di lei qualche minuto dopo, la vide in una sorta
di trunce, gli
occhi le si chiudevano contro ogni volontà e la testa andava
inclinandosi
sempre più finchè, in uno slancio di coscienza,
la ragazza non la risollevava
di scatto.
Si avvicinò con
dolcezza
<
<<
<< vai
Tony guardò le due allontanarsi, davanti al cammino, le mani affondate in tasca. Quando sparirono alla vista voltando un angolo si girò anche lui e andò a versarsi qualcosa da bere…di analcolico naturalmente…dannato servizio.
Mentre Tony si serviva Jen
affondava tra le coperte. Si sedette con
la schiena contro il muro mentre Ziva le dava delle raccomandazioni
generali.
<<
Ok, tutto chiaro?
<
<<
<<
<<
<< Notte
Quando tornò
nel salone trovò Tony seduto con un bicchiere in
mano
<< Ehi
ma..
<
<<
Stava per
lasciar andare il suo peso sui morbidi cuscini quando si accorse che
sarebbe
finita fianco a finaco con Tony, istintivamente corresse la rotta e
andò un po’
più lontana. Tony versò il bicchiere e si
voltò a porgerlo alla donna…notò la
distanza alla quale stava lei, che sapeva tanto di “ distanza
di sicurezza ”.
Ziva prese il bicchiere e lui si risistemò sui cuscini
affondandoci per bene. Attimi
di silenzio riempiti da pensieri per loro due.
Tony fissava il fuoco semi incantato, mentre la sua mente viggiava a metà tra i mille avvenimenti della giornata e la situazine di quel momento. Era palese che non potesse più ignorare quello accaduto quel giorno con la donna, e iniziava anche a sentire una bruciante e folle voglia di parlarne, di chiarire…il che gli sembrò strano. Non sapeva di preciso cosa avesse significato per lui ma voleva sapere se quella dannata confusione, quello strano annebbiamento era presente anche in lei o se semplicemente lo aveva rimosso ritenendolo un brutto incidente e trovando qualcuna delle sue solite motivazioni razionali…l’impulso di voltarsi e dire qualcosa fu così forte che per un istante l’uomo prese fiato, ma poi alla fine non disse nulla.
Il silenzio
cominciò a pesare ad entrambi. Ziva che cercava di
non pensare a nulla si posò allo schienale, portò
la testa all’indietro e
chiuse gli occhi.
Tony voltò lo sguardo posandolo su di lei, rimanendo per
qualche istante incantanto a guardarla. Non visto fece scivolare i suoi
occhi
lungo i tratti del viso di lei..i suoi occhi chiusi, i capelli, il
profilo che,
sarà stata una sua suggestione, ma a lui sembrava perfetto
e, infine, le labbra
rosee semi chiuse, il collo rilassato dopo una giornata stressante.
L’uomo fu
costretto a voltarsi preso da un istinto che fu costretto a domare e
che lo
preoccupò ad un tempo solo…la
desiderava…l’aveva appena desiderata con una
forza che non aveva mai sperimentato.
<
<
Ziva
dal canto suo conosceva Tony come le sue tasche e fu senza pensare che
come
sempre si mise a psicoanalizzarlo, come aveva fatto ai tempi di Jeanne,
come
quando lui era stato il capo o un po’ come sempre quando era
stato in crisi.
Si
alzò in piedi
<
Tony in piedi sulla porta si sentiva il cuore pulsare forte sulle tempie…perché ora lei voleva sapere…perché lo metteva così in difficoltà? E poi…poteva anche essere facilmente comprensibile cosa avesse dopo quello successo quel giorno…o lei se n’era già dimenticata? Era possibile anche quello visto il carattere della donna, non l’avrebbe stupito.
La sua mascella
si contrasse un'altra volta e lui si voltò.
<< Nulla
te l’ho detto, abbiamo avuto una giornatina
leggera no? Sparatorie, una ragazzina recuperata che ha perso il
fratello, un
sicario da interrogare, la protezione 24 ore su 24 e…
>
In quella
il ricordo del momento in bagno tornò con forza nei pensieri
della donna come
una botta in testa.
Ziva si oscurò
e abbassò lo sguardo da quello di Tony.
<< So
a cosa ti riferisci ma..
<<
<<
<<
Tony fece alcuni pasi
verso di lei furioso
<<
<< Non
è stato uno sbaglio
<
Ma per Tony fu troppo la
prese dietro la nuca con la
mano, la tirò a se e la baciò. Ziva resistette
per qualche istante poi però fu
vinta e si lasciò andare. Il bacio durò qualche
istante poi si separarono
<<
<<
Lo maledisse con tutte le sue forze, perché le stava facendo quello, perché non riusciva a resistergli….quando riaprì gli occhi trovò quelli familiari di lui chiari, belli, quasi rassicuranti…sembrava la invitassero a lasciarsi andare sembrava dicessero che non c’era nulla di male.
La mano
dell’uomo era ancora sulla nuca della donna, leggera.
Ziva e il suo
sitema erano stati messi come sempre knock-out da quello sguardo. E
dunque i
pensieri di lei vagavano liberi..ma in fondo, sul serio, che
c’era di male? Non
c’era nulla di così terribile o
sbagliato….la sua mano si portò sul viso di
lui…al
diavolo le regole, Gibbs non era li non avrebbe potuto comunque
sapere….il suo
volto si fece sempre più vicino.
Infine con dolcezza riportò le labbra su quelle dell’uomo attirandolo in un altro bacio che divenne quasi subito più passionale di tutti i precedenti. Alla cieca la donna fece alcuni passi indietro completamente presa da quel bacio. Le mani dell’uomo la accarezzavano e la avvolgevano, infine Ziva urtò il divano, lentamente vi ci sedette e poi si sdraiò, Tony sopra di lei.
E, arrivati a quel punto era quasi impossibile fermarsi. La spirale di passione e dolcezza si era fatta ormai troppo forte e travolgente era ormai tardi per recuperare il controllo, quello preso all’ultimo anche lo stesso giorno in bagno. Era ormai tempo di far sofgare tutta quella forza prima che, implodendo, li facesse impazzire entrambi. E così per una volta si lasciarono del tutto andare a loro stessi…l’uno dell’altro.