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Autore: aki_penn    10/08/2011    3 recensioni
I pro e i contro dell'estate da vampiri.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Undici minuti all’alba

 

 

Zach Corona si guardò in giro. Faceva caldo, lo percepiva, ma non lo soffriva. Era come se certi fastidi -  l’umidità, l’eccessivo calore, il sudore – dopo la morte si annullassero.

E in un certo senso era giusto così, i morti mica soffrono il caldo o sudano. Così, nonostante fosse pieno luglio, lui indossava la giacca di pelle che quando aveva comprato gli aveva dato tanto l’idea di vampiro metropolitano. Bubbles, la sua amica d’infanzia, glielo ripeteva sempre. Non avrebbe certo immaginato che prima o poi sarebbe diventato davvero un vampiro. L’aggettivo metropolitano era un po’ eccessivo, data la piccolezza della cittadina dove abitava, ma comunque la sua situazione non cambiava granché.

“Non sento caldo”  disse a un certo punto.

“E’ normale, quest’inverno non  ti darà fastidio nemmeno il freddo. Devi solo abituarti a questa apatia climatica” lo consolò Alejandro leggendo un quotidiano del giorno prima, che qualcuno aveva abbandonato sul divanetto del bar dove stavano in quel momento.

Zach sospirò chiedendosi se fosse vero che si sarebbe abituato a quella vita, l’eternità era un bel po’ di tempo.

E poi non riusciva a non pensare al cadavere dissanguato che in quel momento li aspettava nel bagagliaio della Mustang che avevano usato per arrivare fino a quel bar aperto ventiquattr’ore su ventiquattro, nessuno dei presenti sembrava particolarmente preoccupato, solo Hayley pareva un po’ imbronciata.

Gli aveva fatto schifo per certo aspetti, non aveva mai mangiato una persona, quando al telegiornale si sentiva parlare di cannibali nella società moderna venivano sempre additati come squilibrati, e a Zach avevano sempre suscitato un profondo disgusto, quindi non aveva mai pensato di provare piacere ad azzannare una persona. Si era sentito in colpa, si sentiva in colpa davvero, ma non aveva potuto far altro che pensare che il sangue di quella ragazza che si erano divisi tra tutti – tranne Hayley- era davvero delizioso. Ciononostante a distanza di una mezz’ora gli sembrava di poter avere solo dei conati di vomito. Scacciò via il pensiero di Bubbles, sua madre, suo padre o di qualsiasi altra persona che avesse conosciuto nella sua vita umana al posto del cadavere della ragazza nel bagagliaio.

“Ma della ragazza…che ne facciamo?” chiese poi titubante mentre cercava di non guardare la vena che pulsava nel collo della cameriera.

Alejandro sventolò la mano come a dire che la faccenda era di poca importanza “Da qualche parte la infileremo” rispose sfogliando pagina.

“Se mangiaste gli animali, come me, non avreste tutti questi problemi!” esclamò Hayley adirata dal suo posto a sedere sul ciglio del divanetto rosso.

“Basta con i tuoi ragionamenti moralisti, hippie del cacchio! Non siamo più negli anni settanta!” sbottò Moran distogliendo solo per un attimo la sua attenzione dall’hamburger che stava mangiando con eccessiva voracità. Erano in quel bar solo per lui, era l’unico che mangiava.

“Solo perché tu sei un troglodita non vuol dire che lo siamo tutti qui!” sbottò Hayley minacciando di tirargli addosso la saliera.  

“Mi sembrava che qualche secolo fa li dissanguassi anche tu gli esseri umani, cara la mia perbenista!” continuò Moran che non era famoso per il suo autocontrollo.

“Oh, certo che me lo ricordo, come stavi bene con la gorgiera!” aveva sentenziato Hayley in tono di scherno.

Alejandro sospirò voltando di nuovo pagina “Ogni famiglia ha la sua pecora nera e il suo psicopatico. Ma sarebbe carino se questi due abbassassero la voce” disse tranquillo con l’aria del buon padre di famiglia rivolto a Zach, anche se non lo stava guardando.

Donnie accanto a Zach si appoggiò coi gomiti sul tavolo che, come per tutti tranne Moran, era vuoto. Il ragazzo lo vide fissare la cameriera con estremo interesse “Odio l’estate” proferì.

“Io invece la amo!” esclamò Moran terminando la conversazione con Hayley per ingombrare completamente il campo visivo di Donnie che non poté così più fissare la cameriera scollata.

“Cosce, colli, polsi al vento, le vene si vedono che è una meraviglia. Guarda come scorre il sangue nel corpo di quella. E poi sono sempre tutti ubriachi quindi se qualcuno cade accidentalmente nel fiume” ammiccò mentre diceva accidentalmente “e viene ritrovato in stato di avanzata decomposizione qualche mese dopo nessuno pensa che ci sia qualche cosa di strano” spiegò allegro.

Donnie alzò le spalle. “A me viene solo più voglia di addentare qualcuno…” commentò Donnie con un’aria un po’ ebete “E’ difficiel controllarsi con tutta questa carne a portata di denti. Perché dobbiamo stare qui, è solo un posto pieno di tentazioni?”  domandò poi leccandosi le labbra.

Zach seguì lo sguardo dell’amico che si appoggiò sulla vena pulsante di un camionista sovrappeso.

“Perché siamo andati a ballare in discoteca, e dopo la discoteca mi viene sempre fame!” strillò Moran con la voce estremamente stridula di chi si sente chiamato in causa.

Donnie alzò gli occhi al cielo “A dire il vero più che ballato abbiamo abbordato e dissanguato una cubista. E tanto il tuo apparato digerente non funziona più da diversi secoli, tra un po’ vomiterai tutto. Che schifo. Non potevamo usare gli umani che teniamo chiusi in cantina invece di uscire?” chiese accigliato.

“Perché quelli sono per la cena con Ragina Sparks, infatti ho mandato Moran a chiedere i loro nomi per metterli sul menù” spiegò Alejandro bonario mentre sul volto di tutti gli astanti si dipingeva una smorfia.

Zach guardò Donnie con aria interrogativa “Ragina chi?”

Donnie sbuffò “Sono cinquecento anni che quei due si corrono dietro. Noi non la sopportiamo, ma se piace a lui deve piacere anche a noi”spiegò in un sussurro.

“In estate viene sempre a trovarmi Regina, è un altro motivo per amare l’estate, no?” aggiunse Alejandro solare. Donnie e Hayley grugnirono, e Moran si rimise a mangiare il suo hamburger con eccessivo entusiasmo, finché non si accorse che un ragazzino lo guardava dal tavolino di fianco.

“Che hai da guardare? Non hai mai visto nessuno che soffre di fame nervosa, eh?” strillò isterico mentre il suo povero interlocutore distoglieva lo sguardo spaventato.

“Comunque sia, l’estate è la stagione migliore. Il sangue sembra più caldo, gli umani escono di casa più volentieri e non devi convincerli a concederti un invito a casa loro ipnotizzandoli, che tra l’altro è una cosa che mi fa venire delle emicranie pazzesche!” continuò Moran con aria svenevole.

“E’ perché il sangue umano ti infeltrisce il cervello!” azzardò Hayley che non vedeva l’ora di farlo arrabbiare.

“Io non mangerò mai un coniglio, brutta stronza! Da quando sono morto sono animalista. Tu e i tuoi Love & Peace del cacchio potete tornarvene negli anni settanta!” ribatté l’uomo facendo gesti inconsulti che secondo lui dovevano essere il simbolo della pace.

“Troglodita!” sentenziò lei battendo il pugno sul tavolo mentre tutte le collane di perline e conchiglie che portava al collo tintinnavano. La discussione sarebbe sicuramente degenerata in una rissa tra se Alejandro a quel punto non avesse chiuso con uno scatto il suo quotidiano e guardato l’ora attirando l’attenzione di tutti i vampiri presenti.

“Mancano sei minuti alle cinque, tra undici albeggerà, credo che sia meglio tornare a casa se non vogliamo rimanere tutti inceneriti. D’estate la notte è così corta…” proferì allegro.

Moran fece una smorfia “Odio l’estate” commentò acido infilandosi in bocca l’ultimo boccone.

 

   
 
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