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Autore: Ella_Sella_Lella    10/08/2011    2 recensioni
Percy viene "incastrato" in una "misteriosa" (Anche per lui) missione dalla Divina Artemide.
Aiutato da una profezia, come sempre poco chiara.
Una fidanzata "troppo" sveglia, un cugino con un "Pass" per l'oltretomba.
Quattro abigue divinità minori.
Una sala da tè, nel cui retro c'è il Servizio Cliente dell'Ermes Express.
Sogni che riguardano un gigante ed un cane splendente.
Ed una costellazione che ha la forma di una macchina per il caffè. Che nasconde in realtà un "tragico(mico fore un po')" amore.
Ma perchè?
*
Buona lettura
Baci baci
EsL
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Avventure scolastiche

Titolo:  Percy Jackson e  La Costellazione della Macchinetta del Caffè
Titolo del Capitolo: Messaggi dall’Oltre Tomba
Fandom: Percy Jackson
Personaggi: Percy Jackson, Annabeth Chase, Amazzoni, Grover Underwood, Nico di Angelo, Juniper, varie divinità minori
Genere:  Sentimentale, comico, Avventura
Rating: Giallo (Prevenire meglio che curare, ma penso mi manterrò sul verde)
Avvertimenti: What if
Conteggio Parole: 4069
Note: 1. Pur troppo non è betata

2. Ostracismo non dovrebbe essere usato in questo caso, ma per varie motivazioni l’ho usato, c’ho messo comunque un (*) comprendetemi. Significa esilio forzato, allontanamento. È una pratica che facevano i greci.

3. Ok, uno di quelli che da i messaggi è incompresibile, dal prossimo comincio a disseminare indizi vari. Uno c’è scritto e l’ultimo, libera immaginazione xD

4. Mi sento orgogliosa di questo capitolo, non lo so perché, sarà perché c’è una bionda a noi molto cara?

5. Be, le amazzoni sono un po’ emotive, prossimamente vedremmo anche Poly emotiva, per Lea non si può far molto è già un miracolo se rida.

Buona lettura

 

Messaggi dall’Oltre Tomba

Il gruppo si era ritrovato a mangiare in una Steak House a Syracuse. “Amo la carne al sangue” aveva escvlamato Lily accanendosi a tagliare un enorme pezzo di carne, Ope sorrideva maliziosa a Percy, sbattendo gli occhi azzurri, che si era valorizzata con un quintale di trucco, Annabeth con la forchetta a mezzaria guardava la figlia di Ares con gli occhi ridotti a fessure, Percy dal canto suo cercava di ignorare gli sguardi di Ope ed anche quelli di Annabeth e cercava di conversare con Deia, che gli illustrava tutti i tipi di veleno di cui era esperta, argomento che non esaltava particolarmente Percy. Lea guardava il suo piatto senza dire niente, mangiava, ogni tanto si toccava la ferita, ma sostanzialmente era solo molto annoiata, aveva anche perso la voglia di offendere l’universo maschile e di litigare con le due sorelle. Poly invece si guardava intorno, era tesa come una corda di violino, aveva avvertito la presenza di qualcuno, poco gradito. “Sorella, che c’e’?” chiese Lea, riprendendo un po’ di vita e giocherellando con una delle sue treccine, “Penso guai” rispose la bionda, lasciando cadere la forcetta sul tavolo e far immediatamente per chinarsi, con l’intenzione di prendere la limetta nascosta nell’anfibio,  “Rilassati amazzone” disse una ragazza (quasi donna), venendo verso di loro, sia Percy sia Annabeth l’avevano gia’ vista, ne erano certi, aveva l’aspetto di un’egiziana, con la pelle bronzea, stonavano pero’ i capelli sabbia, gli occhi scuri erano contornati con tanto eye-liner, riproducendo perfettamente il tradizionale trucco visibile dai gerogrifici egiziani, con lei c’era una ragazzina dalle trecce castane ed il sorriso di una pazza, quella Percy  la conosceva. “Voi sareste?” chiese Ope lasciando la forchetta ma non il coltello, Lea si tocco’ uno degli orecchini e Lily guardo’ Deia, che aveva gia’ infilato una mano nella sua borsa, “Solo due accompagnatrici e non siamo qui per voi”  disse la ragazza con le trecce, con quella sua voce snaturata, lei e la donna guardarono nella direzione di Percy ed Annabeth, entrambi avevano chiuso le mani sulle loro armi, “Lys” aveva detto il semidio e la ragazza si era mostrata entusiata che lui si ricordasse di lei, “Io sono Ophelia, invece” disse con voce altezzosa l’egiziana, portando le dita affusolate sul petto e guardando i due semidei dai suoi alti occhi scuri con superiorita’. Annabeth ricordo’ quando Phil, il giorno prima, gli aveva detto di andare dalla divina Nyx quando erano a Central Park , quando erano tornati a Manatthan, quell’Ophelia era sull’auto assieme all’altro Dio ed Anselma, su cui era poi andata via anche Eris. “Sei un’amica di Heather” si lascio’ sfuggire Annabeth, il pensiero non rincuorò Percy, “Sua sorella in verita’”  rispose Ophelia, le amazzoni ora guardavano confuse i due, “Minore per l’esattezza. Come Lyssie” precisò qualcuno, aveva una voce profonda, oscura, carica d’odio, qualcosa che si avvertiva, si era anche gelata la stessa aria che stavano respirando, poteva sembrare che fosse Eris, ma non lo era, lei aveva un alone più inquietante, quello era spaventoso, insostenibile, quello era la morte. Una ragazza dai capelli grano ardente, gli occhi marroni di una severità inumana ed il volto candido dilaniato da una rabbia interiore, si era fatta strada tra le due, spostandole con un gesto violento, era lei che aveva parlato, Annabeth la guardò allarmata, perché non era a fare la cameriera a New York? Percy si toccò il collo dove c’era ancora il cerotto, “Cheryl” bisbigliò, conscio che quel pranzo sarebbe stato tutt’altro che tranquillo, “Eroe” sibilò lei arcigna.

“E’ una vostra amica?” chiese Poly, afferrando la limetta per le unghia e cominciando a giocarci, Percy si sforzò  di guardare Cheryl negli occhi scuri, che rispondere? Era dannatamente certo che qualunque risposta avesse dato sarebbe stata quella sbagliata, Annabeth si morse le labbra, lei con Cheryl non ci aveva mai neanche parlato, era Percy quello che aveva una faida con la dea. “Si, sono loro amica” sputò fuori la bionda dai capelli di grano ardente, con il tono che più di un’inaspettata confessione di amicizia, sembrava una minaccia di morte, “Non lo sapevo” si lasciò sfuggire Percy, la dea inarcò un sopraciglio e poso le mani sulla vita stretta, cercando di controllare la rabbia che Percy le generava anche solo guardandolo, aumentata maggiormente da quella frase. “Come mai da queste parti?” chiese Annabeth, cercando di rimanere calma davanti le tre dee, le amazzoni erano tutti pronte a scattare all’attacco appena qualcosa si fosse messo male, “Sono qui per voi, non e’ ovvio?” chiese infastidita Cheryl ed anche parecchio irritata, erano millenni che aveva a che fare con i semidei ed ogni volta si convinceva fossero più stupidi. “Inspira” disse Oph, “Espira” aggiunse Lys, entrambe cominciarono a ripetere questo a Cheryl, “Rilassati ...” disse Lys, “Non uccidergli” le consigliò  Ophelia con un sorriso raccapricciante, “Altrimenti Sam si arrabbia” aveva poi sussurrato Lyssie con la voce logorata dalla cattiveria e dalla follia, sia Ophelia sia Cheryl si erano immediatamente immobilizzate, sembravano due statue tanto erano immobili; “Evidentemente e’ meglio non far arrabbiare questo Sam” ridacchiò  Lily, Ope cercò di trattenere una risata e Deia tirò un buffetto alla castana, obbligandola ad essere seria. “Già ...” disse Cheryl, cercando di contrarre la bocca in un sorriso, ma risultò più una smorfia, poi riprese la sua espressione solita, solo meno carica d’odio sembrava più rilassata o forse si costringeva ad esserlo, Percy ed Annabeth l’avevano intuito che Sam era meglio che non si arrabbiasse e la figlia di Atena non dava neanche torto, avere il più potente dio di tutti infuriato non doveva essere una cosa leggera da gestire, Percy invece il suo amico arrabbiato non riusciva neanche a figurarselo, per lui quello non era Moros, per lui quello era Sam che lo aiutava durante letteratura, parlava sempre di divinità e cercava di fregargli il pollo dal piatto, non il dio più oscuro di sempre, quello era solo Sam, che certo aveva una ragazza mortalmente pericolosa.

“Voi due venite con me, se poi morite di fame, portatevi i piatti” disse Cheryl con freddezza, guardò poi Lea, assottigliò lo sguardo, sembrava che stesse cercando di riconoscerla, Lea guardò con attenzione la bionda, poi emise un secco Oh, la prima volta che era morta, sotto le mura di Troia, per mano del Pelide, l’oscura Ker aveva raccolto la sua anima e l’aveva trascinata nell’orco, come aveva fatto a non riconoscerla? Si che aveva un aspetto umano, ma il sorriso freddo, al forma del viso e l’aura che emanavano erano gemelli alla prima volta che i suoi occhi ormai vitrei l’avevano veduta: “Pentissilea, dalla bellezza imperturbabile” bisbigliò  Cheryl, ricordando la bellezza che non era scesa negli inferi con l’anima, ma era rimasta attaccata al corpo, concedendo ai guerrieri di poter mirare ancora quello spettacolo che non apparteneva più ai vivi, “Divina Ker” disse Lea, con la voce piatta, nessun odio, nessun rancore, nessun sentimento. Cheryl ignorò poi l’amazzone ed ordinò di nuovo ai due mezzosangue di seguirla, lascinado le due dee accompagnatrici con le cinque ragazze, “Non fatemi perdere più tempo del necessario” aveva sibilato Cheryl, dirigendosi verso un tavolo in penombra che era appena stato sparecchiato. Si era seduta ed aveva imposto ai due di accomodarsi davanti a lei, “Mi manda Sam, ovviamente” aveva detto Cheryl, dando un occhiata alle sue unghia, “Era dannatamente sicuro che vi foste dimenticati un offerta per Eos ...”aveva aggiunto, sollevando gli occhi duri, “E riteneva che dovevate farvi sentire con i vostri amici”, Annabeth e Percy avevano abbassato lo sguardo, un offerta ad Eos non l’avevano proprio pensata, forse la cintura di Orione? Non lo sapevano, Percy aveva dato per scontato che con la collana di Harmonia, la dea dell’Aurora avrebbe acconsentito ad ogni richiesta, “So cosa pensavi, si vede che non conosci Eos” aveva sibilato Cheryl, “Si, aiuta i mezzosangue, si innamora di loro, ma non e’ la dolce dea che i miti raffigurano ... E’ decisamente instabile ... Può essere l’amante più dolce del mondo ...” stava dicendo la dea, guardando prima la figlia di Atena poi il figlio di Poseidone: “Ma può essere solo quello ...” aveva aggiunto, i due semidei la guardarono confusa, Cheryl sbuffò: “Se Eos non e’ contraccambiata. Lei non aiuta” aveva spiegato, accompagnandoci anche uno schiocco di dita, Annabeth serrò gli occhi, un’idea le si insinuava nella testa ma non poteva farla avverare. Percy guardò la dea, stava per parlare, ma quella aveva già fatto comparire un orrido cappello color pesca, enorme con del raso, un nastro ed un fiocco pomposo, “Cos’e’ ?” chiese accigliato il figlio di Poseidone, “Inutile merluzzo, questo e’ il pegno che dovete dare ad Eos ...  Non statevi a chiedere cos’e’, basterà” sibilò la dea, alzandosi dalla sedia, “Poi in futuro parleremo del pagamento che spetta a me” aveva puntualizzato indicandosi il petto, Annabeth aveva annuito, Percye deglutito, avendo ricevuto dalla dea uno sguardo di fuoco. “Perdonate l’inopportunità ...” cominciò la figlia di Atena, fermando la dea che si allontanava, “Gli altri sono riusciti nei compiti?” terminò, Cheryl sbuffante si era voltata verso la bionda, poi l’aveva fissata con aria di sfida, aveva fatto apparire tra le sue mani un piccolo obolo d’oro, “Ecco a te la risposta” aveva detto, lanciando la moneta ad Annabeth che quando l’aveva afferrato aveva potuto notare che era una dracma, “Capito” aveva detto Percy, posando gli occhi sulla moneta ed interpretando la risposta della dea, “La ringraziamo divina Ker” disse, afferrando il capello lasciato sul tavolo, la dea emise un suono non ben edificato, un prego camuffato da uno sbuffo. “Oph, Lys, andiamo” aveva richiamato le altre due dee, che cercavano di chiacchierare con le amazzoni e come un generale che lascia la truppa dopo un profondo ed emotivo discorso era uscita dal locale con passi pesanti. “Un cappello?” chiese retorico Percy guardando l’affare che aveva tra le mani, “Un orribile cappello oserei dire” disse Annabeth, scherzosa, appena Ker aveva lasciato il ristorante, l’aria si era improvvisamente alleggerita.

Con un coltello e l’acqua nella bottiglia, avevano creato l’arcobaleno ed avevano sacrificato la dracma per parlare con Grover. Il satiro era apparso davanti a loro mentre mangiava una vecchia lattina di panna spray, con Juniper dietro di lui indaffarata che litigava con una vecchia signora dall’aria Arcigna, “Ma Ginger ...” ripeteva ininterrottamente, nel campo visivo c’era anche un uomo che muoveva sempre il capo sconsolato e pronto a commentate con biasimo ogni sbagliata azione della ninfa. “Percy, Annabeth che gioia vedervi” esclamò  il satiro smettendo di mangiucchiare la lattina, sentendo quello che il satiro aveva detto, anche Sam era corso da loro, aveva l’aria trafelata e una sigaretta posata sopra l’orecchio sinistro,“AvetegiàricevutolavisitadiCheryl?” chiese tutto affrettato, non permettendo a nessun’altro di dire niente, “O si, grazie Sam” disse Annabeth, toccandosi la punta dei corti capelli, mentre Percy esibiva quell’orrido coso, che qualcuno avrebbe chiamato cappello, “Per Zeus e’ veramente orribile ...” esclamò  divertito il moro, “I gusti di Eos sono sempre stati discutibile” disse l’uomo, “Morris, si più’ rispettoso. Per la tua boccaccia che sei stato cacciato dall’olimpo” disse la vecchia Ginger, prima di riprendere a dare di matto con un’esasperata Juniper. “Come e’ andata con la divina Selene?” chiese Percy guardando il suo migliore amico, “Divinamente. La Signora ha detto che ci darà senz’altro una mano. Voi siete arrivati da Eos?” rispose quello, toccandosi un po’ le corna, Sam anche gli guardava, “No, siamo a Syracuse ... Però entro sera dovremmo arrivare” aveva detto Annabeth, lanciando uno sguardo al tavolo delle amazzoni. Phil si era avvicinata anche lei alla visione e di forza era entrata nel campo visivo, “Che gioia sapervi vivi. Fate attenzione a Syracuse vive Echidna”aveva detto Phil con la dolcezza emotiva di una mamma, “Non più” rispose Percy, Annabeth annui, “Che bravi” esclamò Sam facendo l’occhiolino.  “Eris ha costruito l’Auriga e l’armatura?” chiese il figlio di Poseidone, con una certa curiosità, “L’armatura l’ha finita questa mattina presto ... Poi lei e Nico sono andati da nostro padre a prendere la stella della notte infernale” rispose Phil, lasciando Grover e Sam a bocca aperta, perché  entrambi erano intenzionati a rispondere, “Sonogia’tornatiedadessoErissie’chiusanellesuestanzealavorareall’auriga” disse velocemente il satiro, per assicurarsi che i due dei non lo battessero su tempo, Percy aggrottò le sopraciglia ed Annabeth lo guardò confuso, Grover ripeté  tutto più lentamente (Sono già  tornati ed adesso Eris si e’ chiusa nelle sue stanze a lavorare all’auriga) perché  i due capissero. “Il figlio di Ade vuole parlarvi” disse Sam, accompagnando tutto con un sorriso, molto strano, “D’accordo” disse la bionda figlia di Atena, Phil si allontanò per chiamare Nico, che era arrivato subito dopo, aveva gli occhi ancora sognanti, i capelli in disordine, una penna in bocca, un blocchetto degli appunti in mano, un enorme macchiata di rossetto che raffiguravano la sagoma perfetta di due labbra rossissime sulla guancia sinistra ed una stanchezza che gli si leggeva addosso: “Cos’hai?” chiese Percy, Nico si tolse la penna dalla bocca ed abbozzò un sorriso, “Gli spiriti sono inquieti e non mi lasciano in pace da questa mattina” aveva risposto, facendo fatica a concentrarsi, “Io parlavo del rossetto” disse scherzoso, e malizioso, Percy, anche se non era vero, per qualche istante Nico l’aveva guardato confuso, stava anche per chiedergli, probabilmente, di che rossetto stesse parlando, quando si portò una mano sulla guancia sinistra, la schiaccio e la tolse, quando vide che la sagoma si era trasferita sulla mano, divenne rosso, molto, molto rosso, tant’e’ che non distinguevi più il rossetto dalla pelle, Nico si era voltato verso Grover e l’aveva guardato in una maniera terrificante, “Sono andato in giro fino ad esso con questo sulla faccia, non vi e’ venuto in mente di dirmelo?” Annabeth ridacchiò, sentendo la risposta poi di Grover, un belato di spavento, Morris scosse ancora la testa, poi improvvisamente i due notarono che l’ambiente circostante agli altri stava tremando, “Un terremoto” ridacchiò  Sam, Phil pregò Nico di calmarsi, con quel suo tono così ipnotico e dolce, “Non vi abbiamo detto nulla, perché  era una cosa carina” aveva giustificato il tutto la dea e il; figlio di Ade era diventato del suo solito colore e si era calmato.

“Cosa dovevi dirci Nico?” chiese Annabeth, il piccolo Di Angelo, annui, prese il blocchetto e lo riportò di qualche foglio indietro rispetto a quello dov’era, i due poterono vedere che era scritto tutto fitto in una grafia disordinata, con parecchie correzioni o meno, non era inglese, questo lo capivano, ne greco antico, “Annabeth secondo te in che lingua e scritto?” bisbigliò Percy, la bionda alzò le spalle, “Tra i vari spiriti che mi lasciano messaggi, tre anonimi l’hanno lasciati per voi” spiegò Nico, mentre faceva scorrere il dito sul blocchetto, “Ecco il primo” disse raggiante, stava per cominciare a leggere quando si era interrotto, dannata dislessia, aveva poi imprecato in greco antico, aveva passato il blocchetto a Grover e gli aveva ordinato di leggere, “Amico lo farei, se capissi quello che c’e’ scritto. Non e’ inglese, ne Greco, non mi sembra neanche Latino, ma ci assomiglia. Questa la devo leggere A o Ei?” chiese il Satiro confuso, guardando le parole, Nico sbuffò, “Passa a me” disse con spavalderia Sam, allungando il braccio verso il satiro, “Sai leggerlo?” chiese confuso Grover, tutti quelli nel campo della visione guardarono confusi il ragazzo capra, “Io so tutto” rispose Sam, con un sorriso beffardo. Il dio prese il blocchetto e lo guardò, “Sai perché  hai scritto in questa lingua?” chiese Sam, guardando Nico, il ragazzino fece cenno di no, gli era venuto spontaneo, “Tutti pensano che gli sfoghi dei semidei vengano in greco, o latino, invece no, vengono nella lingua che senti più tua” aveva risposto con orgoglio Sam, mostrando la sua onniscienza, “Peccato che io quella lingua la sappia capire a stento e scrivere solo di foga, quando devo riportare i messaggi” aveva risposto Nico; Annabeth aveva tossito di forza per richiamare l’attenzione su lei e Percy.

“Dunque, dunque ..” disse Sam, prima di leggere i messaggi con gli occhi: “ Noi che dal cielo il tutto vediamo, con ansia aspettiamo la vostra venuta. Io, per prima, vi attendo con gioia battente nel petto. Son’io la vostra perduta anima. E son onorate che tu, possa concedere ad Orione, l’addio che ivi in tempi remoti gli abbia ostracizzato (*). Vi aspetto sul sentiero di luce. La vostra anima persa, redenta dal male causato” aveva letto Sam, con enfasi, Percy aveva ricollegato la profezia, che diceva che mentre l’uno sarebbe arrivato dalla propria amata, l’altro avrebbe incontrato leggende ed una perduta anima  o qualcosa di simile: “Sai chi e’?” chiese Annabeth un po’ a tutti, Nico mosse il capo, Percy alzò le spalle, Grover non disse niente e Sam sorrise malinconico, lui sapeva, ma non avrebbe parlato. Il figlio di Ade, aveva afferrato di nuovo il blocchetto, ed aveva voltato le pagine, “Questo non e’ scritto difficile, posso leggerlo anche io” aveva detto a Sam, facendo scorrere il dito sulla prima riga, “Non vivo nel cielo, dunque vi vedrò dal confine dell’Averno. Venite, al mondo dei vivi le mie scuse dovete portare. Una persona le aspetta da troppo tempo. Vienite Percy, perché  a voi devo anche un grazie” lesse Nico, poi si blocco’, “Quest’anima ha lasciato anche un Post Scrittum” commentò, prima di leggerlo: “E dite ad Annabeth che le voglio  bene” aveva poi posato i suoi occhi neri sulla bionda, come avevano fatto tutti gli altri, Annabeth aprì appena la bocca confusa, “Qualche idea?” chiese Grover, Percy mosse il capo come tutti gli altri, la figlia di Atena sembrò riprendersi dalla confusione che l’aveva presa prima ed aveva accennato un sorriso di compiacimento, “Solo una” aveva detto,  Percy aveva guardato la sua ragazza, “Chi?” aveva poi chiesto, con curiosità. “Non distraiamoci c’e’ ancora un’altro messaggio” aveva detto Nico, prima che Annabeth potesse esporre la sua idea, i due erano tornati a concentrarsi su Nico, che aveva ripreso a sfogliare le pagine del suo blocchetto, interrogante il vuoto su dove fosse il messaggio, “Eccolo” aveva detto prima di passarlo a Sam, “E’ scritto in maniera eccentrica” aveva giustificato, il dio aveva sorriso bonariamente, “Bene” aveva detto il moro, prima di cominciare a leggere: “Chino d’onore il capo a voi fratello. Perché  avete deciso di concedermi una notte per dire addio all’unico amore reale della mia vita. Indossate la cintura così che all’ingresso del sentiero bianco, con la strada creata dalla reietta, possano le nostre anime invertirsi i ruoli, non liberatevi mai di essa, così che saremo sempre legati da uno stesso sentimento. Ancora grazie fratello  Sam sorrise, “Direi che questo e’ semplice” disse Percy, toccandosi la pietra più luminosa della cintura di Orione, “Grazie Nico, direi che quest’ultimo messaggio era d’aiuto” aveva detto Annabeth, Percy aveva toccato ancora la cintura, già in precedenza Artemide gli aveva detto che era un collegamento tra lui ed Orione, ma saperlo da egli stesso aveva un’altro significato, capiva che come l’arco era legato in quello in cielo, anche la cintura era legata a quella che Orione indossava e se non l’avesse avuta al momento giusto, lo scambio non sarebbe potuto avvenire.

“Be, eroi ... Seguite il vostro destino” disse Phil, con un sorriso onesto, dando a Nico, Sam e Grover appena il tempo di salutare i due, poi dissolse il messaggio. “Avete strane conoscenze” disse una voce alle loro spalle, Lea, i due si voltarono colti un  attimo di sprovvista, l’amazzone fissava vacua il punto in cui era scomparsa l’immagine degli altri, “Oh ... Be ... Ker è molto particolare” rispose Percy grattandosi la testa, “Non parlavo di lei, parlavo di quella zolletta di zucchero dagli occhi inviolabili” rispose Lea, laconica, senza guardarli in faccia, c’era qualcosa che non andava, “Phil?” domando Annabeth, aggrottando le sopracciglia pallide, “E’ la dea Philotes, vero? Emanava bontà  da ogni poro” aveva commentato Lea con un po’ d’emozione, acidità ed asprezza, quasi quella dea la disgustasse, “O Be Phil è  così, La dea dell’amore per il tutto” aveva detto Percy, che stravedeva per quella dea. Lea aveva sbuffato sonante, “Si, più o meno, se vi piace vederla così fatelo” aveva detto poi sbrigativa, “Cosa intendete dire?” invece aveva insistito Annabeth, Lea aveva roteato gli occhi e di malavoglia aveva risposto: “ Philotes è la dea dell’amore per il tutto. Il platonico, l’atto d’amore e l’amicizia. Di fatti si dice Filosofia, amore per la sapienza. Ma il suffisso Filo, si usa anche per la Zoofilia, la Necrofilia. Quelli non sono amori, quelle sono perversioni” aveva lo stesso tono di chi quelle cose le aveva provate su pelle, cosa che fece venire i brividi ad Annabeth e Percy, “Phil è  perversa quanto le sue sorelle e i suoi fratelli. È cattiva quanto loro, non lasciatevi ingannare dalla bontà che emana. Etere ed Emere sono gli unici buoni figli di Nyx ed Erebo”aveva aggiunto Lea, aggiustandosi meglio gli occhiali, Percy era scioccato, Annabeth che conosceva la storia dell’Amazzone Pentissilea, sapeva bene lo scempio che ne era stato fatto del suo corpo, anche dopo che la sua anima era scesa nell’orco ed era stata opera di quella Phil bellissima e dolcissima che gli aveva sempre aiutati e difesi dalle altre divinità, anzi ora che ci pensava aveva sempre notato che lei riusciva a calmare chiunque e zittire chiunque, aveva anche impedito ad Anselma ed Heather di prenderla in giro per il taglio di capelli, tutti erano agli ordini di Phil al Chaos Ton Gefson, tranne Sam, ovviamente. Anche Percy aveva pensato allo stesso modo della ragazza, aveva ricordato la prima volta quando Eris non aveva offeso Harmonia perche’ Phil non voleva, aveva ordinato a Cheryl di portargli un dolce e giusto qualche attimo prima aveva calmato Nico. Ma se Philotes non era la buona dea che credevano, perché con loro era così gentile? E quanto realmente era pericolosa?

“Andiamo su, altrimenti non arriveremo mai a Detroit” aveva esclamato Lea, convincendoli ad alzarsi e raggiungere le altre amazzoni. “Abbiamo deciso che al posto di Ope, con noi verrà Lea” aveva detto Poly, quando gli furono davanti, con un tono sbrigativo, la figlia di Ares dai capelli castani aveva sbattuto gli occhi tristi ed aveva lanciato un bacio a Percy; Lily amichevole aveva stretto i due in un abbraccio, “Buona fortuna Ipazia, buona fortuna Teseo” aveva detto, Deia aveva sorriso, poi si era sfilata un guanto di rete dalla mano sinistra e l’aveva dato ad Annabeth, “Può  ingrandirsi e diventare una rete in grado di prendere qualsiasi cosa. Non vi servirà per questa missione, ne sono certa, ma in futuro chi lo sa” spiegò la punk, infilò le mani nella borsa e ne estrasse degli occhiali con le lenti a specchio, “Per te” disse dandola a Percy, “Grazie” rispose lui, confuso ma sorridendo bonariamente, “Vedono attraverso la nebbia” aveva aggiunto Deia, senza smettere di sorridere, “Vorrei che voi faceste un favore a me” chiese poi dolcemente, “Qualunque cosa” rispose Annabeth, tenendo il guanto fra le mani, Deia con i suoi grandi occhi verdi, come i campi inglesi, guardo Percy nei suoi occhi simili, ma così diversi, “Quando sarete in cielo dite ad Ercole che mi dispiace infinitamente e di perdonarmi. Era solo che l’amavo troppo per rendermi conto dell’inganno” disse l’amazzone, con gli occhi che si riempivano di lacrime, “Su, su, non piangere” aveva detto Poly, stringendola, cercando di apparire piu’ dolce possibile, ma si vedeva che non era nella sua natura, “Certamente Deia” rispose Percy, sorridendo all’amazzone, “Grazie ragazzo ... Sei buono” aveva aggiunto l’amazzone cercando di soffocare il pianto, sulla spalla della sua regina, quando si era calmata aveva poi detto più lentamente, “Deianira, devi dirglielo da parte di Deianira, non Deia” aveva aggiunto. “Be, salutate me Zoe, allora. Diteglielo da parte di Liliana, ma potrebbe bastare anche Lily.” aveva detto Lily, battendo una mano sulla spalla della punk per assicurarsi che non piangesse più, “E a me il mio dolce Teseo” esclamò sognante Ope, ricevendo da Poly un pugno sul braccio, l’altra non ci aveva dato peso ed aveva continuato: “Ditegli che la sua Antiope lo ama ancora con l’ardente intensità di mille soli” e a quel punto Poly aveva ringhiato. “Muoviamoci” sibilò Lea, Poly raccomando’ un paio di cosa a Lily che in quel momento sembrava la più lucida, visto il trasognato sguardo di Ope e Deia che si sforzava di fermare le lacrime, “Andrà tutto bene, infondo sono o non sono l’unica che non e’ mai morta?” chiese Lily con spavalderia, facendo ridacchiare Lea e forse quella fu la prima volta che i due mezzosangue avevano visto l’amazzone allegra, “Su, su” disse solo stufa Poly.

*

Anticipazioni? (E perchè no)

Arriveranno i nostri eroi nella casa della divina Eos?
Ma perchè prima non perder tempo a mirare i quadri di chi nella vita è stato grande.
Che fosse un assassino.
Un bel faccino.
Una guerriera.
Un fascinoso.
Una regina.
Vedi l'amazzone piangere, per un amore intramontabile ... Di quelli che non passano mai.
Di quelli più veri che mai.
Un saluto è dovuto.
Ma non dimenticare di andare nell'angolo della memoria, per chi non è stato fortunato.
E siediti a prender il tè, con Eos e co.

   
 
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