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Autore: blackmoral    10/08/2011    6 recensioni
Federica ha dentro di sé un'idea di perfezione che un giorno la ucciderà. [Storia incentrata sull'anoressia nervosa, astenersi dalla lettura se facilmente influenzabili]
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Desclaimer: La frase finale appartiene a T.S. Eliot. La citazione iniziale è dalla canzone Courage delle Superchick.  L’intera storia è incentrata sull’anoressia, chi è facilmente influenzabile o particolarmente sensibile si astenga dalla lettura, per favore.

Lovely to the bones

I don't know the first time I felt unbeautiful,
The day I chose not to eat.
What I do know is how I changed my life forever.

Non mi ricordo quando ho mangiato l’ultima volta. A dire il vero non mi ricordo molto in generale, eccetto il fatto che mi chiamo Federica, peso 43 chili e ho un indice di massa corporea di 15.4.

Che cosa questo voglia dire, non lo so. O meglio, so perfettamente che 43 chili vuol dire disgustosamente troppo e 15.4 significa fallimento, ma non ho idea di come comportarmi al riguardo. Posso continuare a non mangiare e a fare esercizio fisico per bruciare quel grasso che mi si attacca addosso con tanta orribile tenacia. Ma quello che non so è: quando sarò perfetta? Quando finalmente potrò sorridere e dire: basta così, ora mi amo? Non so se arriverò mai alla meta, che sembra allontanarsi ogni giorno di più, ma per ora mi illudo di trovarla nei 38 chili. 38, peso perfetto, è una specie di dogma tra noi estete. Solo che ne ho sentite tante, di estete, che arrivate ai 38 hanno preteso di più e di più e di più, finché non si sono consumate come candele, ripiegate su loro stesse e divorate dalla loro fame. Fame che non è quella di cibo (perché io lo odio, lo odio così tanto che non potete nemmeno immaginarvi, quello strumento di Satana), fame che è quella di affetto, di ammirazione, di perfezione, di essere così piccole e belle e perfette bambole che un giorno arriverà un principe azzurro a tenerci tra le sue braccia e potrà circondarci la vita con le sue sole mani e riderà tra i nostri capelli sollevandoci da terra senza il minimo sforzo. Noi estete siamo delle inguaribili romantiche, in fondo.

Comunque sia, io non mi ricordo molto della mia vita passata e ho letto che è normale, che dopo un po’ che tagli il cibo, anche il cervello comincia a fare cose strane. Ma non è importante, giusto? Giusto, perché quello che interessa a noi estete non è ricordarci tutto, è essere bellissime, perché quando lo saremo tutto tornerà magicamente al suo posto e tutti ci ameranno e noi saremo perfette. Belle, intelligenti, divertenti. Se nel processo si perde qualcosa, che importanza ha. Tutti dobbiamo fare sacrifici se vogliamo raggiungere uno scopo. E il mio scopo è quello di essere perfetta, pulita e luminosa, leggera tanto da poter spiccare un salto e alzarmi, alzarmi sempre di più fino a sparire dietro al sole e non tornare mai per terra, perché sarei talmente leggera che la forza di gravità non avrebbe effetto su di me.

Quei giorni sono ancora lontani però. Ora tutto quello che ho sono le giornate passate a mentire “No, grazie, oggi non mi sento molto bene, salto il pranzo”, perché essere un’esteta richiede a volte anche il sacrificio della fiducia di qualcuno. Ma cosa importa, perché quando saremo belle e perfette, avremo così tanti amici che si fideranno di noi. Ora però mi rimangono solo le notti insonni (dormire non è un’attività troppo sciocca? Non è meglio sfruttare quelle ore per qualcos’altro, ad esempio fare duecento addominali, o qualcosa del genere?). Ed è proprio delle notti che ho paura, perché di notte, quando la casa dorme, le stanze stesse sembrano respirare con il dolce e calmo ritmo del sonno; allora inizio a pensare e non è che pensare mi riesca molto bene, perché perdo sempre il filo del discorso, mi si spezzano i pensieri a metà, non mi ricordo più cosa stavo pensando. E’ una situazione strana, ma in quei momenti fa davvero paura. Mi giro e rigiro nel letto, e nelle ombre scorgo inconfessabili fantasmi del passato pronti a ghermirmi. Allora mi alzo, mi chiudo nella stanza e accendo tutte le luci, per iniziare il mio allenamento notturno. In quel momento tutti i fantasmi si ritirano in qualche via buia là fuori, tramando nell’ombra per colpire di nuovo la prossima notte. Ma intanto io sono stata più intelligente e per ora li ho sconfitti, li ho annientati con il mio luminoso sacrificio. Perché credo che i fantasmi siano invidiosi. Non so cosa mi invidino, perché io non sono ancora perfetta, ma nel mio cuore esteta nascondo un piano, un’immagine di me stessa quando avrò raggiunto la mia meta.

E’ una specie di immagine chiusa dentro di me, si tratta di scavare e scolpire, eliminare i rotoli di grasso che ricoprono quell’immagine, per farla emergere in tutta la sua radiosa bellezza. Intanto, continuerò a contare le calorie, a contare i piegamenti fatti, a contare quanti chili mi restano per arrivare al mio scopo.

Continuerò a misurare la mia vita a cucchiaini di caffè.

 

Note dell’Autrice: Questa fan fiction non vuole assolutamente incoraggiare o giustificare i disturbi alimentari. Tuttavia, ho notato che sono molto poche le storie che trattano di questo argomento, anche perché non è facile capire cosa passa per la testa una persona affetta da anoressia nervosa, bulimia, ortoressia e in generale cosa pensano tutti quelli là fuori che vorrebbero solo sentirsi dire “Sei perfetto/a così come sei”. Ho scavato a fondo per scrivere questa one-shot, perché mi sentivo in dovere di farlo, trattando un argomento così importante. Sono testimonianze reali, quelle qui riportate. E’ una sintesi di tutti i pensieri che ho raccolto, leggendo libri, ascoltando persone, spulciando forum. Spero che per questo lavoro ne valga la pena.

  
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