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Autore: N i s h e    10/08/2011    4 recensioni
Dalla storia:
"Matt si è finalmente alzato. Un'occhiata alla finestra gli mostra un sole quasi coperto dalle nuvole. Meglio tenerla chiusa.
Si dirige, con difficoltà, verso quello che sembra il bagno e gli basta un' occhiata allo specchio per capire che non è il ritratto della salute. Si fissa le mani, sopra il lavandino. Qualcosa simile a uno strano presentimento si mescola al sonno ancora fresco nei suoi occhi. Sarà stata la sua faccia a farglielo venire? Cerca di non pensarci.
Accigliato inizia a lavarsi mentre la voce di Dom gli scaglia ogni insulto che conosce. E' un pò permaloso quando non gli viene riconosciuto il suo talento alla batteria."
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Christopher Wolstenholme, Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Feeling Good Muse Primo capitolo di quattro, è una storia che pubblicai tempo fa. Ho riscritto e modificato le cose che non mi avevano soddisfatto, allora.
Spero non sia tutto da buttare (di nuovo), buona lettura.



Un tardo pomeriggio nuvoloso. Un tour bus. Una camera. Una stanza disordinata. Un ragazzo. O meglio un uomo.

Il suo viso è diretto verso il grande finestrino oscurato dall'esterno, dove i suoi occhi fissano il vuoto, nonostante la vita che freneticamente gli passa davanti senza senza sapere che il suo cervello si è fermato.
E' nervoso. Angosciato. I suoi occhi fissano nervosamente quell'enorme finestrino da ore. Le sue dita tamburellano sulle gambe allungate verso qualcosa che le sostiene. Ogni tanto si tormenta i capelli.
Il tour bus è in un silenzio assolutamente innaturale, diverso dal solito quando si urla quasi tutto il tempo per ogni sciocchezza, ma non è solo. Ci sono anche Dom e Chris dall'altra parte della porta che Matt si è chiuso alle spalle. Hanno provato a parlare con lui. Hanno bussato tante di quelle volte che alla fine hanno deciso di lasciare perdere, rassegnati. Lui è voluto rimanere da solo, senza la compagnia delle persone che ritiene due fratelli di sangue. In compagnia dei suoi timori, ha preferito restare.
Per ore a fissare il vuoto e a tormentarsi, ansioso. In silenzio.
Matthew Bellamy non era mai stato in silenzio.

Cinque ore prima, il mondo in una stanza d'albergo.

Dom sta bussando alla porta di una camera da cinque minuti, l'umore decisamente incazzato e scontroso. L'ennesimo tonfo è accompagnato dalle imprecazioni quasi sommesse del batterista: si è fatto male alla mano.
-Matt! Maledizione, quanto ancora dobbiamo aspettare? Cazzo se ti svegliassi faresti un favore all'intera umanità!
Sbotta il batterista, gesticolando contro la porta, inesorabilmente chiusa.
La voce di Dom lo raggiunge parecchio innervosita, quasi ovattata, nella camera. Bussa come un dannato per svegliarlo ma Matt non ne ha voglia, la sbronza della sera prima dopo il secondo concerto della giornata, sembra pesargli addosso come un macigno e gli occhi non ne vogliono sapere di aprirsi. Però è già sveglio anche se non si decide ad alzarsi, gli mette allegria sentire Dom incazzarsi per ogni cavolata che gli combina.
-Se vieni a bussare di nuovo ti stacco le orecchie e me le mangio...! Mormora Matt mentre cerca di capire dove si trova. Ma Dom l'ha sentito lo stesso.
-Si, dai! Magari! Staccami anche le mani prima che te le possa mettere al collo e farti schiattare!
Il biondo è sempre più nervoso. Oltretutto Chris sta ancora facendo colazione in camera, collegato su  Skype per vedere la sua famiglia e lui è l'unico che è pronto. Ci tiene alla puntualità, stranamente. Ma sa che solo quando Matt uscirà da quella dannata porta, Chris si deciderà a chiudere Skype e finalmente potranno andare a fare la prima stramaledetta intervista della giornata.
-Si, magari... Così la smetti di cazzeggiare con quella batteria, che sarebbe anche ora.
Matt si è finalmente alzato. Un'occhiata alla finestra gli mostra un sole quasi coperto dalle nuvole. Meglio tenerla chiusa.
Si dirige, con difficoltà, verso quello che sembra il bagno e gli basta un' occhiata allo specchio per capire che non è il ritratto della salute.  Si fissa le mani, sopra il lavandino. Qualcosa simile a uno strano presentimento si mescola al sonno ancora fresco nei suoi occhi. Sarà stata la sua faccia a farglielo venire? Cerca di non pensarci.
Accigliato inizia a lavarsi mentre la voce di Dom gli scaglia ogni insulto che conosce. E' un pò permaloso quando non gli viene riconosciuto il suo talento alla batteria.

-Ah, finalmente! Ciao, testa di cavolo! Siamo ufficialmente in ritardo di tre ore e con te faccio i conti dopo ora muovi quel culo, Chris aspetta noi.
Che bel buongiorno.
Dom lo precede giù nella Hall, lasciandosi dietro un Matt vestitosi con le prime cose che ha trovato, ancora insonnolito.
Vorrebbe digli che loro se lo possono permettere di essere in ritardo di tre ore ma si annoia anche di aprire bocca, è troppo stanco. Cerca di dormire mentre cammina, tanto ci sono gli occhiali da sole a proteggerlo dall'ira di Dom, ma non ha mai funzionato, sbanda sempre dappertutto.
Decide di lasciare perdere quando incontra le scale. Non vuole morire prima dell'intervista, Dom e Chris troverebbero il modo per ucciderlo lo stesso.

Un'ora e mezza dopo, il sonno sempre vivo.

-Quella giornalista te le doveva cavare col cucchiaino le parole, eh Matt?
Dom è più rilassato adesso, l'abituale ghigno è ritornato al suo posto, mentre escono da quello studio televisivo.
-Che hai oggi, amico? Gli chiede Chris girandosi a guardarlo.
-Secondo te, Chris? Sarà la sbronza di ieri o il sonno, o questa cacca vivente di Blond Girl che non mi lascia dormire; forse perchè ho avuto un brutto presentimento prima, mentre mi lavavo...  
Matt, si toglie gli occhiali. Si passa una mano sugli occhi, stanco, e sbadiglia vistosamente davanti alla faccia di un Chris che lo guarda perplesso. Ha anche uno sguardo che dice: "Non basta spazzolarsi i denti un minuto, per eliminare la puzza di tutto quell'alchool dalla tua bocca."
-Comunque su, amico, le rockstar campano anche con le interviste. Beviti una tazzona di caffè o non reggerai ancora per molto.
Chris gli batte una mano sulla spalla prima di raggiungere Dom nel tour bus. Matt si guarda le scarpe assonnato e all'improvviso odia l'intero mondo universo: non riesce a dormire decentemente da settimane, ormai. Con uno sforzo sovrumano di staccare i piedi da terra, si avvia dietro agli amici.
Si lascia cadere su una poltrona lì vicino, appena dentro.
E' quando il tour bus inizia a muoversi che il cellulare di Matt squilla.
Con fatica si contorce mentre tenta di tirarlo fuori dalla tasca dei pantaloni, praticamente un tutt'uno con la pelle.
Riesce a strappare una risata a Dom e Chris mentre lo guardano sconsolati... Ride anche lui. La prima risata della giornata.
Sbadiglia ancora.
-Uhm... Si, pronto? Chi è che rompe?
Domanda Matt sfumando il suo sbadiglio tra le parole quasi incomprensibili.

-Matt, grazie al cielo ti sei deciso a rispondere. 
Una voce maschile proviene dall'altra parte del cellulare, è suo fratello, è una vita che non lo sente. Ha una strana frenesia nella voce.
Paul?!
-Paul? Cosa diavolo è successo? Stai male?
Paul non l'ha mai chiamato, quando si trovava in tour. Non lo chiama praticamente mai al cellulare.
-No. Non si tratta di me, Matt. Sono ore che cerco di rintracciarti ma non riesco mai a parlarti.
E' irritato. Preoccupato, anche. Matt si mette a sedere, mentre le tracce di sonno spariscono pian piano. Cerca di capirci qualcosa.
-Perchè? Cos'è successo, Paul?
Sono fratelli, ora, uniti dalla preoccupazione. Anche se non ha un nome, per Matt. Non ancora, è qualcosa di indefinibile ancora per lui. Un sospiro, lento e rassegnato, dall'altra parte del telefono.
-La mamma, Matt. E' la mamma... è peggiorata all'improvviso, ieri.
Finalmente gliel'ha detto; finalmente divide la preoccupazione e qualcosa di più, insieme a suo fratello. Non è più il solo a doversi mangiare il cuore dalla paura.
Il rumore ipnotico del tour bus invade le orecchie di Matt. Forse il suo cuore ha deciso di fuggire senza far rumore, inizia ad avere le mani intorpidite. Rimane in silenzio, attonito  e incredulo, non vuole sapere altro. Dom alza lo sguardo dalla rivista che sta svogliatamente sfogliando. Chris si avvicina piano, una muta preoccupazione negli occhi.
Matt vuole solo chiudersi in una camera buia e dormire.

Suo fratello riprende a parlare, fa fatica.
-E' stata operata d'urgenza. Non è andato come avevamo previsto, lei... Non le rimane che poco tempo da vivere, io...
Paul è sempre stato quello responsabile. Paul è il più grande dei due, si è messo ad incollare i cocci rotti della sua famiglia, quando suo padre se n'è andato di casa. Paul ha regalato la sua prima vecchia chitarra al fratello, quando si era reso conto che lui non l'avrebbe di certo trascurata. Vorrebbe abbracciarlo, adesso, ma mantiene la calma.
-Matt...?
E' precisamente in quel momento che Matt si alza. Confuso, il fiato corto. Cerca di farsi largo in quel casino per raggiungere la prima camera più vicina a lui.
Il cellulare a terra, ancora aperto alla conversazione con Paul... Chris cerca di afferrarlo per un polso, ma agilmente lui gli sfugge. Gli ha già sbattuto una porta in faccia.
Dom ha raccolto il cellulare da terra, si fa dire l'ospedale dove si trova Marilyn e annulla tutto. Interviste, session fotografiche, tutto.
Ora nel Tour Bus regna il silenzio.



Well, hi. Ho voluto riscrivere l'intero primo capitolo (probabilmente farò così con gli altri tre) e pubblicarlo.
Capite da soli il motivo del perchè cancellai questa storia, non ci vuole molto.
Spero non sia stato un mattone da leggere, fatemi sapere se posso pubblicare - di nuovo - tutto il resto.

N.
   
 
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