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Autore: Ashbear    05/04/2006    2 recensioni
[Rinoa e Squall, Quistis e Seifer] Si può fare sempre la scelta giusta, se ci viene data la possibilità di realizzare i nostri sogni tramite una semplice risposta: sì o no? Una bugia che cambierà per sempre una nazione, una settimana che cambierà per sempre la storia.
Attenzione: la traduzione è stata completamente rivista e corretta; attualmente, abbiamo aggiornato i primi 22 capitoli con la nuova traduzione, fatta sulla base dell'ultima versione della storia rilasciata dall'autrice originale.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quistis Trepe, Rinoa Heartilly, Seifer Almasy, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sometimes your nearness takes my breath away;
And all the things I want to say can find no voice.
Then, in silence,
I can only hope my eyes will speak my heart.

--Robert Sexton

CRIMSON LIES
scritto da Ashbear, tradotto da Erika, Shizuru117, Alessia Heartilly, Shu e Youffie
~ XIX. COLLISIONE ~

Era una cosa che le dava la nausea, ma allo stesso tempo era la più incomparabile felicità del mondo. Rinoa sapeva che Squall aveva preso la sua decisione; ora sarebbero stati dei fuggitivi... insieme. La vita di lui al Garden era finita; anni passati ad allenarsi sin dall'infanzia... che adesso erano solo ricordi distanti. Tutto quello che lui era sempre stato non aveva più importanza. Era come lei; era un criminale.

Raggiunsero il veicolo, e, grazie al cielo, il SeeD aveva lasciato le chiavi inserite nel cruscotto. Trabia era probabilmente il gruppo più disorganizzato a memoria d'uomo, anche peggio dei 'Gufi del Bosco', in una scala in proporzione. I due entrarono svelti nell'abitacolo, e subito Squall mise in moto.

Lacrime silenziose scivolavano giù per il viso della ragazza mentre lo guardava prepararsi per la partenza. Ogni cosa di lui ancora la affascinava... il modo in cui la sua mano guantata stringeva il volante. Dita che sapevano dominare, ma anche essere dolcissime. Lei conosceva entrambi i lati, e con autentica devozione lo considerava un onore concesso a lei sola. Il suo controllare e regolare meticolosamente gli specchietti, anche in quell'immensa fretta: ancora seguiva le norme di sicurezza fino ad un certo punto. Il modo in cui il suo cavaliere si passava le dita tra i capelli... alcune cose non erano mai cambiate. Infine, si accorse di come i suoi occhi guardavano in direzione di lei, come a volersi sempre accertare che fosse ancora lì. Che guardasse di lato o negli specchietti retrovisori, o che addirittura si arrischiasse a controllare da una visuale periferica, aveva bisogno di una rassicurazione visiva; ma lo faceva cercando di far sì che lei non se ne accorgesse. Aveva bisogno di lei, aveva bisogno di sapere che c'era ancora.

Non una fantasia. Vera.

Con un profondo sospiro, inserì la prima e cominciò ad allontanarsi dalla baita immersa nel bosco. Rinoa si girò un'ultima volta a guardare la sagoma della casetta che spariva dietro agli alberi. Per tre giorni, era stata casa, e per una meravigliosa notte, era stata il paradiso. In un certo senso, il vuoto di quella terra spoglia non aveva più importanza; il suo cavaliere era tornato, e con lui il colore del paesaggio.

"Squall?" chiese esitante.

Lui desiderava disperatamente guardare il suo viso d'angelo, ma il fondo stradale ghiacciato richiedeva tutta la sua attenzione. Le colline e le montagne rendevano le strade un terreno infido, era facile sbandare e precipitare giù per un burrone, e non essere ritrovati fino al disgelo estivo. Perciò continuò a guardare la strada, pur facendole capire senza parole che la stava ascoltando.

"Squall, io... io non capisco. Non fraintendermi, ti sono grata... ma tutto quello che hai sempre avuto, tutto quello che hai sempre desiderato dalla vita... l'hai perso. Con un solo gesto, l'hai perso. Squall... tu hai tradito la SeeD."

"Rinoa, continui a non capire. Smettila di pensare a tutto quello che ho perduto... pensa solo a tutto quel che ho guadagnato. Te. Due anni fa, ho perso te, e mi rimase solo la SeeD. Era l'unica vita che conoscessi prima, ma dopo di te... non aveva alcun senso. Comandante dei SeeD era il titolo che avevo, ma Cavaliere era quello che desideravo... quello di cui m'importava davvero."

Questa volta si arrischiò a guardarla, voltando un poco il viso per incontrare il castano scuro e intenso dei suoi occhi. Sorridendogli con tenerezza in risposta, Rinoa pronunciò la stessa parola che aveva detto la notte prima. "Grazie."

Per alcuni istanti rimasero in silenzio... senza parlare, cercando solo di immaginare l'enormità della situazione. E per un breve momento, si godettero la semplice serenità di essere lì. Insieme. Ma gli dei del fato non sorridevano mai loro per molto, e infatti in quel momento la radio si accese.

"Garden di Trabia al veicolo 427, si prega di rendere nota la vostra attuale posizione."

Squall controllò il numero d'identificazione corrispondente inciso sulla placchetta metallica; merda, erano inequivocabilmente... loro. Veramente ironico come la situazione rispecchiasse quella sulla Lagunarock di cinque anni prima, quando stavano andando alla deriva nell'infinito vuoto dello spazio, e il loro unico contatto con la civiltà erano la radio per le comunicazioni e i bastardi dall'altro capo. Allora la rivolevano indietro per i suoi poteri... poteri che alla fine erano stati manipolati contro lei stessa. Senza colpa, senza rimorso. Adesso non ci sarebbe stata nessuna reclusione, solo la morte, senza appello. Fanculo a loro.

Allungando un braccio a prendere il ricevitore, si preparò a rispondere. In ogni caso, gli avrebbero chiesto il suo numero di matricola da SeeD, cosa che di certo li avrebbe traditi... Rapido, porse il microfono a Rinoa.

"Rinoa, ripeti dopo di me... parola per parola. Non aggiungere niente." Lei annuì per mostrare che aveva capito, allora lui continuò. "ST-0303-BLM, posizione attuale 40° di longitudine, 65° di latitudine."

Rinoa lo ripeté lettera per lettera, parola per parola.

"Selphie Tilmitt, Garden di Balamb," rispose la voce un po' disturbata dall'altra parte.

Squall annuì di nuovo, confermando. "Affermativo."

"Affermativo," ripeté lei con sicurezza.

"Accidenti!" riprese la voce. "Mi scusi, signorina Tilmitt, abbiamo sbagliato foglio... un'altra volta. Continui la sua ricerca."

"Roger," disse lei, premendo il bottone. Gli occhi di Squall si spalancarono di botto a quella parola. Si morse il labbro, e poi scosse debolmente il capo, cercando di concentrarsi sulla strada davanti a lui.

"Come, scusi?" fece in risposta la voce.

Rinoa aveva pensato che fosse quello il modo in cui avrebbe dovuto rispondere; ma adesso, semplicemente dalla reazione di Squall, capì che non lo era.

"Scusa, pensavo fossi tu... Roger. È passato così tanto tempo." Si maledì per non essersene stata zitta; ogni secondo che passava non avrebbe fatto che aumentare il loro sospetto grazie al suo discorso assurdo.

"Oh, no, signorina Tilmitt... Roger oggi non c'è, però glielo dirò che ha chiesto di lui."

Rinoa non disse nient'altro, e rimise rapidamente il ricevitore al suo posto sul sostegno. Girandosi verso Squall, inclinò un po' la testa com'era solita fare. Sorrise in segno di scusa; era consapevole che lui non poteva vederla, ma sapeva lo stesso cosa stava facendo.

"Continui a non darmi mai retta, non è vero?" fece Squall, con un tono scherzoso che solo lei avrebbe potuto scorgere dietro la rabbia. "Fortuna che c'era un 'Roger' all'ufficio comunicazioni."

"Ehm... mi dispiace. Pensavo che..." e poi tacque, non voleva continuare con quell'argomento. "Ehi, a parte tutto, come mai hanno creduto che fossi Selphie?"

"È l'unico numero di matricola che mi ricordo oltre al mio. Due anni fa abbiamo assegnato dei nuovi numeri... il suo mi è rimasto in mente. ST, per Selphie Tilmitt, e BLM, dato a tutti i SeeD che frequentano il Garden di Balamb... ma lo 0303... è il giorno del tuo compleanno, il tre di marzo. È per questo che me lo ricordo. Non potrei mai dimenticare quella data."

Mentre la ragazza guardava fuori dal finestrino, le sfuggì dalle labbra una piccola risata. Non riusciva a impedirsi di sorridere. Allungò la mano con un filo di esitazione, e poi gliela posò sulla gamba. Accarezzò piano piano il tessuto della sua uniforme, e poteva sentire ogni muscolo, il modo in cui il corpo di lui si tendeva al suo tocco. La scossa di elettricità che quel contatto faceva correre dentro tutti e due... Era una sensazione che fece rendere conto a Squall che era vivo, e, cosa ancor più importante, che era con la sola persona che avesse mai amato.

La sua strega, il suo amore, la sua vita... Rinoa Heartilly.

*~*~*~*~*

Innocenti. Erano innocenti. Bambini di non più di dieci anni, e l'autista che era responsabile per la loro sicurezza. Una bomba. Un'esplosione. Un istante. Che aveva spazzato via tutti i loro sogni, e tutti i battiti dei loro cuori. Un uomo, vile, aveva accusato del disastro un altro uomo, uno senza neanche una casa, e lo aveva fatto ammazzare; ancora una volta un'altra morte priva di senso. Ma per il Presidente Jefferson Mitchell la vita non contava niente, le persone non contavano niente - erano tutte superflue, tutte pedine del suo gioco. L'unico problema era che nessuno conosceva quel gioco, tranne Quistis, e le regole non esistevano.

Questo sarebbe stato il momento decisivo sua della vita... girare le spalle e fuggire via, rifugiarsi nel Garden come aveva fatto in passato. Oppure restare immobile e affrontare il nemico, contando sulla propria forza, e su quella di chi le stava intorno. E, cosa incredibile, era con Seifer e Squall, due alleati inusuali, ma i migliori compagni che si potessero desiderare. Questo era il loro momento. Forse da sola non avrebbe avuto il coraggio, ma insieme a loro... ce l'aveva.

Questa volta non se ne sarebbe andata via in silenzio nella notte; sarebbe stata l'ombra che avrebbe seguito Mitchell... sempre lì, sempre in attesa.

La folla di cittadini e di giornalisti lo stava praticamente acclamando mentre lui teneva quella che sembrava più una campagna elettorale che non una conferenza stampa. Un giorno o l'altro avrebbero scoperto tutto il dolore che aveva causato. Un giorno... e lei sarebbe stata là quando quell'uomo sarebbe caduto, senza nessuno a salvarlo. E quel giorno sarebbe arrivato presto.

Buttando un occhio sul vialetto, vide Seifer che stava lì, nella sua uniforme da SeeD. Chissà se sarebbero andate diversamente le cose se avesse passato l'esame, se ci fosse stato lui quel giorno con Ellione, e non lei. Per un istante, si ritrovò immersa in un sogno, un sogno che non avrebbe mai potuto essere realtà... di loro due in missione insieme, o magari insieme a passeggiare per il Garden. Niente di speciale, magari una cosa semplice come stare alla mensa, con lui che mangiava patatine fritte e lei che piluccava la sua insalata. Cose semplici. Cose che, per quanto potesse desiderarle, non sarebbero potute accadere mai. Il loro destino era già stato deciso da molto tempo. Eppure lui ancora le dava forza semplicemente con la sua presenza. Quell'uomo stava rischiando la sua libertà per lei, e lo sapeva. D'altronde, lo amava anche per questo.

Immersa nei suoi pensieri, alla fine Quistis avvertì un tocco sulla spalla. Si girò e vide Lauren, con uno sguardo confuso in viso, che le faceva segno di seguirla. Ancora mancava un poco per il suo turno al podio, ma se Lauren la stava trascinando via dal palco di fronte a centinaia di persone... doveva esserci una dannata buona ragione. Si alzò senza far rumore e scese le scale sul retro, mentre la SeeD più giovane la faceva passare con lei dietro le tende.

Parlando il più a bassa voce possibile, Lauren riferì: "ero al posto di comunicazione a controllare a che punto fosse la ricerca del Comandante Leonhart. Uno dei veicoli inviati in perlustrazione nei boschi di Trabia ha risposto ad una richiesta d'identificazione con il numero di matricola di Selphie. Gli operatori hanno pensato di aver preso il documento sbagliato, però mi hanno chiesto se conoscessi Selphie... ho risposto di , e che credevo fosse andata lì con l'ultimo gruppo di SeeD. Me ne sono andata, e poi ho usato un contatto diretto con Balamb... avevo ragione, Selphie era ancora là."

Eccolo... quello era il minuscolo frammento di speranza in cui Quistis aveva sperato. Primo, sapeva che era Squall che cercava di trasmettere un messaggio, e di nascondere ancora la sua identità. Secondo, se era una voce di donna... era Rinoa. Oh Dio, era vero che era viva... ed era con Squall. I pensieri di prima di lasciare il palco ancora le pesavano, schiaccianti, nella mente; ma adesso il loro piccolo gruppo di tre era diventato di quattro. E per di più, un membro della compagnia era una strega. E questo poteva fare la differenza, grazie a Hyne.

"Oh..." continuò la SeeD più giovane. "A questa non ci crederà. Selphie dice che ha contattato Irvine e Zell... sono in fuga con l'assistente di Richard Bennett, Alexandra Williams, e sono a Dollet. E hanno con loro Allison Bennett... la figlia di Renee... ehm, cioè, di Rinoa. La bambina sta bene, ma ora sono tutti ricercati anche dalle autorità."

"Maledizione," fece Quistis. "Avrebbero dovuto informarmi di una cosa come questa. Credo che il Consiglio voglia che io ne rimanga all'oscuro... okay, ecco cosa faremo. Vai alla sala comunicazioni e dì che si ordina di trasmettere il mio discorso. Inventa qualcosa, se devi... tipo che bisogna far sapere ai SeeD che tutti i Garden sono uniti in questa ricerca, e che in primo luogo siamo SeeD, e dopo amici... o qualche altra cazzata del genere. Basta sia credibile, e che tu gli dica che il discorso deve essere trasmesso. Usa tutti i mezzi possibili."

Dando una rapida occhiata alla confusione laggiù in platea, la professoressa continuò, "poi vai a cercare Seifer... chiedi di Nicolas, o qualcosa di simile. Mi ha visto andar via dal palco, quindi è probabile che ti troverà lui. Riferiscigli di imbarcarsi direttamente sulla nostra nave, e di dire a Capitano di tenersi pronto a partire immediatamente. Tu torna al Garden di Balamb e lavora con Selphie... non posso più coinvolgerti... ci sono già troppe vite in pericolo."

Dopo aver salutato la SeeD più grande d'età, Lauren fece per andarsene, finché Quistis non la richiamò. La raggiunse rapida e aggiunse in sussurro, "Lauren, non potrò mai ringraziarti abbastanza, ti dobbiamo tutti veramente tanto. Qualsiasi cosa accada, qualsiasi cosa la gente dica su Squall e Rinoa... non ci credere. Erano solamente due persone che si amavano davvero. Ti prego, ricordali in questo modo. E poi, se anche senti voci su di me e Seifer, ricordati qual è la verità. Eravamo due persone perse nei nostri sogni, ma alla fine abbiamo riconosciuto i nostri errori. Non mi interessa quello che dicono gli altri... solo, promettimi che ci ricorderai così. Promettimelo."

La ragazza più giovane vide le lacrime affiorare negli occhi del suo capo, e la sincerità che vi stava dietro. Trattenendo anche lei le lacrime, rispose, "glielo prometto." Quistis abbracciò la ragazza e poi voltò lo sguardo verso il palco. Lauren notò che mentre saliva le scale, la donna aveva appallottolato il foglio del discorso che aveva preparato e l'aveva gettato in un cestino lì vicino. Per qualche ragione, la SeeD più giovane si sentiva come se Quistis le avesse appena detto addio. Non semplicemente per quel giorno, ma per sempre.

Ritornando al suo posto nella fila di seggiole pieghevoli, Quistis si sedette, e sentì il freddo del metallo penetrarle fin dentro le ossa. Cercò di riscaldarsi le mani sui termosifoni che erano stati disposti tutto intorno al palco, ma quelli erano solo un tentativo risibile in confronto alla temperatura pungente. Infine, l'ultimo giornalista fece la sua domanda a Mitchell, che gli diede una risposta ambigua come solo un politico avrebbe saputo fare: all'apparenza sembrava un ottimo discorso, ma in realtà non aveva detto un bel niente. Tipico.

Sentendosi addosso gli occhi dell'inferno, Quistis vide l'uomo venire a sedersi accanto a lei. Lui allungò la mano, e la poggiò lascivo sulla gamba di Quistis, senza smettere di guardarla negli occhi.

"Spero che lei abbia avuto un po' di tempo per pensare, mia cara signora Leonhart. So quanto prega che suo marito ritorni sano e salvo... deve sentirsi sola a letto, senza di lui a scaldarla. Adesso che lui è di nuovo a cercare la sua piccola puttana, direi che posso considerarla libera."

Togliendogli la mano dalla sua coscia, la donna lo guardò ad occhi stretti. Quell'uomo era davvero l'essere più spregevole, più disgustoso della terra. Avrebbe voluto gridargli contro, avrebbe voluto prendere la sua arma e colpirlo senza pietà. Eppure, alla fine, il Presidente avrebbe ricevuto il suo... e in quel momento lei sarebbe stata là... con un sorriso sulle labbra. Si limitò a scuotere il capo, non voleva sprecare fiato. Quistis raccolse il suo fascicolo e prese il suo posto sul podio, volgendo lo sguardo sulla folla implacabile.

*~*~*~*~*

Sembrava un'eternità, ma in realtà era passata più o meno solo una mezz'ora. Erano in viaggio da venti minuti verso i sobborghi di Trabia. Rinoa era in qualche modo riuscita ad avvicinarsi a Squall durante il tragitto, ma non ancora quanto avrebbe desiderato: in quel momento, la sua attenzione doveva essere dedicata alla guida, e non a lei. Però, sì... alcune cose non erano mai cambiate. La sua mano era ancora appoggiata sulla gamba di lui, non aveva voluto interrompere completamente il contatto. Le dava forza, le dava speranza.

Al calar della notte, sarebbero stati su una nave cargo, nascosti tra le casse, come aveva fatto lei due anni prima. Ma soprattutto, la mattina dopo avrebbero raggiunto Dollet... e Allison. Per un attimo, avvertì un senso di nausea nello stomaco. Al mattino, Squall avrebbe incontrato sua figlia... la figlia di Squall Leonhart. Dio, era così bello poterlo pensare liberamente. Doveva dirglielo. Adesso non era proprio il momento più opportuno, con la strada che esigeva tutta la sua concentrazione, ma aveva paura ad aspettare ancora. Più che ci pensava, più qualcosa la tratteneva. Eppure le aveva provato la sua sincerità e il suo impegno; però, nel profondo... continuava a non credere completamente nella sua onestà. Si sentiva come se ci fosse qualcosa che tratteneva anche lui.

"Squall," disse improvvisamente, con uno scarto che non si riallacciava a nulla di quanto stesse pensando prima. "Devo dirti una cosa..."

"Qui parla il comando della base del Garden di Trabia. Stiamo ricollegando tutte le comunicazioni SeeD alla rete radio centrale. State per ascoltare la conferenza stampa che si sta tenendo in questo momento nella città di Trabia, alla presenza del Presidente di Deling City e del Capo del Consiglio Mondiale Jefferson Mitchell, di Galbadia. Abbiano ricevuto l'ordine che tutti i SeeD ascoltino la trasmissione."

"Aspetta un attimo, Rinoa," disse semplicemente Squall, accostando il veicolo da un lato della strada. "È una cosa mai successa prima d'ora, non hanno mai trasmesso niente su questa frequenza."

Lei sospirò, scrollandosi nervosamente di dosso tutto il coraggio che aveva accumulato. Mentre rallentavano, Rinoa lo guardò, e lui restituì lo sguardo. Si tese a darle un rapido bacio, e poi le sfiorò la guancia col suo guanto di pelle, rimpiangendo già il distacco da quelle labbra tenere.

"Te lo prometto, Rinoa, quando sarà finito avrai tutta la mia attenzione."

Non poté far altro che annuire, e posargli il capo sulla spalla mentre lui le avvolgeva col braccio la vita.

*~*~*~*~*

Quistis si guardava intorno nervosamente. Finalmente, vide Lauren spuntare dalla parte opposta del palco, e fare con la testa un cenno affermativo. Era il momento. Adesso iniziava la loro manovra difensiva, e che Mitchell lo sapesse o no, era quello il momento in cui avrebbe cambiato il corso delle onde del destino per farle abbattere su di lui.

"Compagni SeeD, ci stringeremo tutti insieme per essere uniti. Mai più dovremo fare differenze tra i nostri Garden; oggi siamo una cosa sola. Balamb è comprensibilmente preoccupata per le accuse e la scomparsa del Comandante Leonhart. Chiederemo tutti insieme che il nostro leader si sottoponga alle autorità per essere interrogato in merito all'omicidio di Richard Bennett."

Nessuno dei due si mosse... erano entrambi impietriti per lo shock suscitato da quella frase. Squall tolse il braccio dalla vita della donna e alzò il volume della radio, pregando di aver sentito male quel che era stato trasmesso; beh, o almeno la parte che riguardava l'accusato. Rinoa era sconcertata per il fatto che Richard fosse morto, ma soprattutto, che Squall fosse incriminato...

"Squall?" domandò.

Guardandola negli occhi, Squall scosse la testa in segno di diniego. La ragazza poteva scorgere la perplessità nel suo sguardo, e una ferita nei suoi occhi; gli prese la destra fra le mani, e lui la strinse, in un reciproco capirsi e confortarsi.

La voce di Quistis continuava a riecheggiare all'interno del veicolo. "Siamo tutti amici e compagni, ma soprattutto siamo SeeD, e seguiremo i nostri principi. Vorrei che ognuno di voi ripensasse al giorno in cui è diventato SeeD, a quel giorno in cui andaste in missione per il vostro esame. Con quella sola esperienza vi siete guadagnati il vostro posto tra di noi. Adesso chiedo a tutti voi di ritornare a quel giorno, e di tirare di nuovo fuori quei sentimenti, i motivi per cui siete entrati nella SeeD."

Girandosi verso Rinoa, Squall si portò la sua mano al petto. "Ecco cos'è. Un messaggio in codice." Addirittura rise per la semplicità del messaggio. "Quistis sta comunicando con noi in codice... Rinoa, lo sa. Dobbiamo tornare alla Torre di Trasmissione di Dollet, dove ho fatto il mio esame da SeeD."

Ancora sconvolta, Rinoa fece un cenno d'assenso con la testa, ma le parole non le si erano realmente registrate nella mente.

"...e, ancora, è importante che tutti i vostri genitori sappiano che le loro figlie o i loro figli sono al sicuro. Non ci butteremo alla cieca in questa missione..."

Gli occhi di lui erano ancora fissi in quelli di Rinoa. "E adesso... ci sta dicendo che Allison è ben protetta. I genitori che devono sapere che le loro figlie sono al sicuro."

*~*~*~*~*

"Ripeto, il Garden di Balamb sta lavorando in totale collaborazione con le autorità locali e statali per quest'indagine. Richard Bennett era un membro importante di questa comunità e del Consiglio Mondiale. Il suo assassinio non sarà preso alla leggera. La scorsa notte, un vile crimine è stato commesso, e quest'uomo è stato ucciso in casa sua, solo un giorno dopo la morte di sua moglie. Il rapimento di sua figlia è sempre una priorità numero uno per la SeeD: in questo momento, i nostri migliori esperti sono al lavoro su questo caso. E comunque, l'indagine sull'omicidio non si fermerà finché il responsabile non sarà arrestato. Io vorrei, chiunque questa persona sia... vorrei che lui pensasse a quello che ha fatto. Ve lo garantisco qui ed ora... quest'uomo sarà ricondotto alla giustizia. E in quel momento, la SeeD ci sarà."

Finì il suo discorso con un sorriso. Guardando tra la folla, scorse Seifer e Lauren, l'uno accanto all'altra, che facevano partire l'applauso. Sapevano che cosa aveva appena fatto: adesso era in gioco col Presidente Mitchell. In un istante di sfida, Quistis si girò verso l'uomo che stava seduto là, la pura malvagità incisa nei suoi tratti. Sorridendo, la professoressa si congedò dal Presidente con il formale saluto militare dei SeeD. Non era un avvertimento: era una promessa, rivolta a lui solo. E lui lo sapeva.

Quistis lo guardò, mimando con la bocca la parola che l'aveva così spesso perseguitata nei sogni. "Pensa."

Il rumore dell'applauso, fatto scoppiare principalmente dai SeeD presenti, si placò gradualmente nella folla, mentre i giornalisti si accalcavano per fare domande alla donna a proposito dell'incidente.

*~*~*~*~*

Rinoa stava seduta lì, in preda all'orrore. Prima di tutto, la notizia che Richard Bennett era morto... e poi, il fatto che non provava nessun dispiacere. Aveva passato due anni insieme a quel bastardo... e in lei non affiorava neanche un briciolo di pietà. Quante notti aveva desiderato che accadesse... Dio, aveva anche pensato di farlo lei, ma non aveva mai potuto vincere l'orrore che quell'idea le procurava. Non era nella sua natura; uccidere qualcuno non rientrava in lei.

A meno che non avesse fatto del male ad Allison.

Allora avrebbe potuto ammazzare quel bastardo, senza un attimo di esitazione. Era incredibile come si fosse permessa di sopportare tutta la sofferenza che lui le aveva inflitto, Hyne sapeva quanta ce n'era stata... ogni livido, ogni cicatrice disegnavano il diagramma dalla sua vita negli ultimi due anni, ognuno rappresentava il personale inferno in cui era stata rinchiusa. Ma se avesse toccato Allison... nessuna forza sarebbe stata più potente della sua furia. Adesso lui era morto... e non gliene importava niente.

Cosa curiosa, le aveva fatto più impressione sentire la voce che aveva dato la notizia. Quistis. Non avrebbe mai pensato che uno dei suoi amici avrebbe potuto tradirla. Certo, avevano sempre avuto le loro divergenze a proposito di Squall... ma avrebbe comunque affidato la sua stessa vita alla professoressa. Col senno del poi... Ogni sillaba che la donna aveva pronunciato le scavava più profondamente dentro al cuore. Ogni parola rappresentava il tempo con Squall che aveva perduto, e quello che aveva perduto Squall con sua figlia. Il dolore psicologico che Richard le aveva causato era nulla in confronto a tutto quello che aveva fatto Quistis: essere ingannati da un amico è peggio che essere traditi da un nemico.

L'unica cosa che poteva fare era guardare lontano, verso la foresta distante, cercando di nascondere a Squall la rabbia che le alterava i tratti del viso.

Ma poi successe.

Squall era ancora scosso dalla notizia. Adesso era ricercato per omicidio... per l'omicidio del falso marito di Rinoa. Se ci avesse pensato per un attimo, avrebbe intuito il successivo passaggio logico; se il suo pensiero fosse rimasto su quello che era ovvio, e non perso nei recessi della sua mente... l'avrebbe saputo. Maledizione, avrebbe dovuto saperlo... quello che la radio avrebbe detto adesso. Le parole che lo avrebbero tormentato per sempre, come già tante altre avevano fatto...

Un giornalista, innocentemente, chiese: "Quistis Leonhart, come si sente per il fatto che suo marito è stato accusato di omicidio?"

E in quell'istante il tempo si fermò.

Nessuna parola avrebbe potuto bruciare più di quelle. Nessuna parola avrebbe potuto generare così tanto dolore. Neanche a Deling City, alla prima conferenza stampa, Rinoa si era sentita pugnalata in quel modo. Quelle parole continuavano a ripetersi nella sua testa come un disco rotto, senza mai andare né avanti né indietro, rimanendo sempre sulla stessa, eterna traccia.

Lui chiuse gli occhi. Guardarla adesso sarebbe stata una cosa che il suo cuore non ce l'avrebbe fatta a reggere. Lo sguardo di disperazione sul viso di lei sarebbe rimasto inciso nel suo per sempre, un altro dei suoi tradimenti a causare dolore. Non c'erano parole che potessero esprimere i suoi sentimenti verso di lei. La sua vita si era fermata due anni prima, i suoi respiri erano diventati solo un conto alla rovescia per quando sarebbe passato all'altro mondo. Perché la vita senza di lei non poteva essere completa, e la morte avrebbe messo fino al suo eterno tormento. Ma nel giro di nemmeno un giorno, aveva trovato la sua salvezza... solo per poi vedersela di nuovo scivolare tra le dita. Il tormento era conficcato dentro di lui sin dalla nascita. Quanto altro poteva sopportarne Rinoa prima di finire in pezzi? Era lui quello che l'avrebbe distrutta - nello spirito e nella vita.

Inspirò profondamente, mentre una lacrima gli scivolava giù sul viso devastato, e cercò di tirar fuori una spiegazione con voce soffocata. "Rinoa, io..."

Ma non aveva importanza.

Se n'era già andata.

Squall si voltò mentre la portiera del veicolo sbatteva, la vibrazione gli rimbombò nella testa. Lo aveva fatto. Ancora una volta, aveva mandato tutto a farsi fottere. La storia della sua vita... l'unica storia che avrebbe mai potuto raccontare. Una storia che non era fatta per finire bene, ma per dare dolore e sofferenza a tutti quelli che toccava. Come era successo con sua madre, come era successo con Ellione, e come era successo con Rinoa.

In quel momento, il suo cuore la chiamava, ma la voce non ce la faceva. Una battaglia infuriava nella sua mente... ricordava la solitudine della compressione temporale, il vuoto deserto che era la sua vita. Quella volta, lei lo aveva ritrovato... adesso era il suo turno di farlo. Era un favore che voleva restituire, che doveva restituire. Aveva passato ventidue anni su questa terra nel dolore, non ne avrebbe passati altrettanti. Se questa volta se n'era andata davvero... lo avrebbe fatto anche lui.

L'amava. Aveva bisogno di lei.

E anche lei aveva bisogno di lui. Col tempo, l'avrebbe perdonato, Hyne, lo aveva sempre fatto. Lei era fatta così... era lei quella forte. No, non fisicamente, la forza ha radici più profonde. È qualcosa di sconosciuto, qualcosa che proviene da dentro... e lui le avrebbe restituito quella sua forza, che risiedeva nella fiducia.

Senza curarsi di togliere le chiavi dal cruscotto, aprì la portiera e corse nel bosco, seguendo le tracce fresche impresse nella neve invernale.

Ce l'avrebbero fatta a superare tutto questo. Dovevano.

*****
Note delle traduttrici: capitolo rivisto da Alessia Heartilly.
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Citazione di apertura: aforisma di Robert Sexton
A volte la tua vicinanza mi toglie il respiro;
E tutte le cose che voglio dire non trovano voce.
Allora, in silenzio,
Posso solo sperare che gli occhi parlino per il mio cuore.
- Alessia Heartilly

   
 
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