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Autore: I love magic    05/04/2006    8 recensioni
E se Ron si rivelasse un patito della poesia? Una ff da leggere tutta d'un fiato! Vi prego dicendovi che ci tengo molto! Ah, recensite in tanti!
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Dov’è Hermione?” chiese Ron rivolto ad Harry, con un boccone di pancetta in bocca.

Harry alzò le spalle, “Forse è andata in biblioteca…”

“Vado a cercarla…” esclamò Ron, alzandosi dalla panca su cui era seduto.

“Mi sembra un po’ strana ultimamente…”

Harry fece un cenno di consenso.

Poco dopo entrò nella grande biblioteca della scuola, dove venne colpito da un libro volante, e scorgendo un po’ più in fondo una grande chioma marrone.

Ron non la chiamò, perché voleva farle una sorpresa.

Convinto che Hermione non l’avrebbe scoperto, si avvicinò a lei con passo felpato.

“… Ciao, Ron…”

Lui emise un urlo per poi cadere a terra, spaventato; e, ansimando, disse: “Miseriaccia…come hai fatto a sentirmi e a capire che ero io?”

“Perché” disse girandosi Hermione, con un’aria da intellettuale e con un dito alzato, indicando i punti salienti della camminata di Ronald,”primo, sei troppo rumoroso; secondo, perché solo tu cammini con un’andatura da papero che ha appena bevuto un calice di wisky!” detto questo, si mise a ridere.

Ron assunse un espressione da cane a cui era stata tolta una spina. Poi incrociò le mani e disse: “Che ci fai qui di sabato?”

Lei fece un giro di trecentosessanta gradi alle sue povere pupille. Poi con un cenno indicò a Ron di sedersi allo sgabello vicino al suo.

“Sto studiando Babbanologia…”

“E ti pareva…”

“Dai, Ron, non scherzare su questa materia! Ho scoperto che i Babbani non erano poi tanto sciocchi, sai?"

“Ah… e perché?”

“Perché….” Disse Hermione esasperata “ce ne sono stati alcuni tanti anni fa, che hanno scritto delle poesie bellissime!”

Ron non capiva bene. Ma per la prima volta in vita sua cominciava a interessarsi ad una materia che non fosse il Quidditch.

“Spiegami un po’…”

“Wow, Ronald, fai grandi progressi giorno dopo giorno!”

Lei si sistemò meglio sul suo sgabello, e provo un certo interesse a vedere Ron che cercava di capire una materia.

“Allora, devi sapere che alcuni poeti Babbani scrivevano e scrivono tutt’ora poesie legate al sentimento…”

“… e cioè?”

“Ti faccio un esempio. Giacomo Leopardi, vissuto verso la fine dell’Ottocento, aveva un animo molto triste, perché cresciuto nella dimora di suo padre per circa vent’anni.”

“Oh, mio Dio! Ma comunque che c’è di strano! Poteva uscire in giardino a giocare con i suoi amici!”

“E’ questo il punto! Non è mai uscito di casa, non ha mai avuto un amico, non ha mai assaporato il piacere di giocare davvero…”

“Ah, povero lui! Se fossi stato al posto suo a quest’ora mi sarei fucilato!”

“Vedi che anche tu riesci a capire una buona volta? È proprio per questo che era triste; aggiungiamo poi che i suoi genitori lo rifiutavano… Ma il modo in cui ha scritto le sue poesie, mettendoci dentro tutto il dolore che provava, che sentiva, che avvertiva… lo ha reso speciale, come poche persone riescono a fare…”

Parlarono di questo tutto il giorno, e non si curarono di ciò che li stava intorno. Si dimenticarono perfino di Harry…

Il giorno dopo Ron era allegro come non mai, e mangiava con gran gusto.

“Ron, che hai?” si allarmò Harry.

“Sono straextrasupermegafelice!”

“Oh, che parolona!” esclamò Hermione, che per fortuna quel giorno non era immersa nei libri.

“Be’, Hermione, allora te lo dico in un altro modo…”

Lei e Harry attesero che Ron prendesse la parola. Dopo un istante, recitò:

“Vi arriva il poeta

e poi torna alla luce con i suoi canti

e li disperde.

Di questa poesia

mi resta

quel nulla

d’inesauribile segreto.”

“Oh, mio Dio, Ron!” Esclamarono i due amici all’unisono.

Lui assunse un’aria da uno che la sa lunga.

“Che genio, eh?”

“Cavolo, Ron! È… è stato… è stato praticamente magnifico!”

“Ma che vi succede a tutti e due?!?!” si intromise Harry.

Loro spiegarono del giorno precedente e delle poesie.

Poi Hermione chiese: “Ma almeno sai chi l’ha scritta questa poesia?”

Ron rispose subito, e si mise in posizione come se stesse cantando l’inno inglese.

“Giuseppe Ungaretti, nel 29 giugno 1916, dedicata al porto di Alessandria d’Egitto, il posto in cui Ungaretti trascorse la gioventù, che è stato sepolto dal mare.”

Hermione e Harry rimasero letteralmente di sasso.

Non credevano ai loro occhi.

Nei giorni seguenti Ron si applicò ancora di più alla poesia, tanto da competere quasi con Hermione; solo in quel campo però.

Il giorno della grande partita di Quidditch di Grifondoro contro Serpeverde, Harry e Ron corsero nello spogliatoio, per andare a mettersi la divisa.

Hermione arrivò in tempo per augurargli buona fortuna.

La partita si svolse con un primo vantaggio dei Serpeverde. Ma dopo qualche minuto Ron parò così forte la pluffa che era stata lanciata verso gli anelli, che finì verso quelli della porta avversaria, e Harry raccolse una carica tale da togliere il Boccino d’Oro dalle mani di Malfoy.

“GRIFONDORO VINCE!!!!!”

Tornando nello spogliatoio, Hermione corse incontro ai due campioni, abbracciandoli forte.

“Oh, ragazzi, sono così felice quando vincete una partita!”

Ron fece cenno agli altri giocatori di andare dentro lo spogliatoio.

“E io, Hermione…”

Lei rivolse i suoi grandi occhi neri al suo amico.

“… m’illumino d’immenso quando ti guardo.”

Lei rimase meravigliata, con gli occhi spalancati, ansimante. Lui proseguì: “Mattina, di..”

Lei gli mise un dito sulla bocca.

“No, Ron… non dire niente…”

Detto questo, si avvicinò a lui, chiudendo gli occhi. Ron la imitò, facendo sfiorare le loro labbra.

Quando si resero conto di quello che stavano facendo, si allontanarono di scatto.

Poi lei scoppiò in lacrime, abbracciando Ron..

“…Ti voglio bene…”

“… Anch’io ti voglio bene, Herm…”


  
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