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Autore: Kimmy_90    10/08/2011    0 recensioni
In Principio era il Caos: quello che seguirà lo decideranno le cinque partecipanti al concorso che mira a costruire questa storia - o meglio, questa Genesi.
Partecipanti: Rolly Too, _ki_, Prisca Turazzi, Micchan, Fabi_Fabi.
Per favore, niente intromissioni.
I capitolo: Rolly Too
*Liberi di recensire ma le recensioni non fanno testo sul giudizio finale ;)* ENJOY!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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10 agosto 2011 Untitled

Ma non era così semplice. Tiala lo sapeva benissimo, e, nonostante le parole del Creatore l'avessero rassicurata sul suo potere su Azra, continuava a essere covinta che qualcosa sarebbe andato storto.

«Non puoi lasciare il regno, Sacerdotessa.» mormorò Jules, inginocchiata accanto ad Auren. «Non puoi. Ti cercheranno, ti faranno del male!»

«Potrebbero attaccare il nostro paese.» considerò ancora Auren, annuendo tra sé.

«Devo recuperare la Sacra Ampolla.» replicò seccamente la donna. «Chi altri può farlo? Sono io la Sacerdotessa. Il Creatore l'ha affidata a me, devo proteggerla.»

«Non ha mai detto che devi andarla a recuperare, Tiala.» mormorò la ragazza. «Sacerdotessa, ascolta, ti prego. Il regno ha bisogno di te, del tuo potere. Se te ne vai, le persone che vivono qui potrebbero essere orribilmente torturate, attaccate dagli uomini di Azra, mentre tu puoi impedirlo! Ti prego, dimostra di avere pietà di queste persone! Andrò io, andrò io con Auren a cercare l'Ampolla. Noi non serviamo a nulla, qui, ma forse insieme potremmo avere successo...»

«Devo vedere Alan, convincerlo a lasciare Azra. Lui ha bisogno del mio amato per regnare, non è abbastanza potente per farlo da solo, ha bisogno di un umano che faccia da mediatore. Lui ascolterà solo me, cercherà di uccidervi se vi avvicinate.»

«Auren sa combattere.» replicò Jules. «Lo porteremo qui, Sacerdotessa, te lo faremo incontrare.»

«No.» rispose la Sacerdotessa, e il suo tono era tanto deciso che né Jules né Auren trovarono la forza di replicare. «No, ma verrete entrambi con me.»

Chinarono entrambi la testa, obbedienti. Non potevano disobbedirle di nuovo, sarebbe stata una mancanza di rispetto imperdonabile.

«E Ysaye verrà con noi.» continuò Tiala dirigendosi a passo svelto verso l'ingresso del Tempio per poi svoltare, decisa, verso il Padiglione delle Sacerdotesse dove sapeva che avrebbe trovato la ragazza. «Tradurrà le mie parole agli uomini di Azra. Diremo loro che vogliamo arrenderci, che non vogliamo far loro guerra. Che possono tenersi l'Ampolla a patto che ci portino da Alan. Lo costringerò a parlarmi...»

«Non accetteranno.» considerò Auren. «Loro hanno già l'Ampolla.»

«Anche loro temono il mio potere.» replicò Tiala. «Li minaccerò di scatenare su di loro ondate di malattie da cui non riusciranno mai a guarire. E lo farò, se non mi porteranno da Azra.»

Trovarono Ysaye nel Padiglione. Non le diedero spiegazioni, non le concessero di prendere nulla con sé. Ma insieme a lei, che ancora tremava e piangeva, si diressero con passo svelto verso la foresta che circondava il palazzo.

Quando toccò con il piede la terra umida della foresta, fu attraversata da un brivido.

Era la loro unica possibilità.


Come Tiala aveva previsto, trovare gli uomini di Azra non era stato troppo difficile. Ysaye aveva gridato a lungo, nella loro lingua, parole che loro non capivano per attirarli, e alla fine loro erano giunti. Tiala, tramite la giovane sacerdotessa, aveva fatto la propria proposta. Loro avevano accettato molto più in fretta di quanto Auren e Jules si sarebbero aspettati.

Furono condotti nelle terre di Azra su un carro malandato, e impiegarono solo pochi giorni per arrivare al palazzo dell'imperatore Alan. Auren non avrebbe mai immaginato che quel regno fosse così vicino.

Li fecero entrare in una stanza magnifica, dalle splendide decorazioni, assicurandosi solo di tenere con sé la giovane Ysaye, che venne condotta via da una donna. Al centro della stanza, in piedi, c'era un uomo, un umano. Jules immaginò che quello fosse Alan, perché i due che erano con lui avevano dei tratti fluidi e indefiniti che non potevano appartenere ad altri se non a dei.

«Tiala...» mormorò quando vide la Sacerdotessa, e fece un passo per raggiungere la donna. Ma uno dei due dei, talmente rapido che Auren non riuscì a distinguere il suo movimento, lo bloccò posandogli una mano sulla spalla.

«Con calma, Alan. Io e Loki discutevamo... sull'importanza di questa donna. Non la lasceremo andare via con l'Ampolla, vero, Alan? Sarebbe sbagliato... Dopo tutto quello che abbaimo fatto per ottenerla!»

«L'Ampolla non ti appartiene, Azra!» esclamò Tiala con voce vibrante. «E' un dono del Creatore. Rendimela, e una guerra verrà evitata. Alan,» proseguì rivolgendosi all'amato, «Alan, dammi l'Ampolla. Fallo per me. Una volta dicesti che avresti fatto qualsiasi cosa per rendermi felice. Fallo ora, Alan, è il momento adatto. Se mi dai quell'Ampolla, sarò felice.»

«Lo sarai davvero, Sacerdotessa?» domandò in risposta, con voce vellutata, Loki. «Vedo nella tua anima... Non saresti più contenta di abbandonare quel tuo compito così gravoso? Noi te ne offriamo la possibilità. Azra ha progetti interessanti per questo luogo. E io, in alleanza con lui, ne ho altrettanti. Tu saresti liberata dal tuo giogo, una volta che sia io che lui avremo ottenuto ciò che vogliamo...»

«Ti permetterò di vivere con il tuo amato, Tiala.» disse Azra guardando la Sacerdotessa. «Scioglierò per te il vincolo che la tua condizione ti impone. Potrai vivere come una donna qualsiasi accanto all'uomo che ami, e che ti ama. Non è quello che vorresti? Non è forse questo il sogno, il desiderio che ti ha attraversata in questi millenni?»

Jules vide gli occhi di Tiala dubitare, davanti a quella proposta. Fin dall'istante in cui la Sacerdotessa aveva messo gli occhi su Alan, dopo tutto quel tempo, la ragazza aveva colto nel suo sguardo una passione vibrante impossibile da frenare. Quanto doloroso poteva essere, per lei, essere costretta a rinunciare al proprio amore?

«Rimarrai qui, starai sempre con lui. Io rimarrò con voi, e ti consentirò di mantenere i tuoi poteri di Sacerdotessa. Dovrai solo rinunciare all'Ampolla. Solo a quello. E in cambio, otterrai l'uomo che ami e la tua piena libertà. E stai tranquilla, perché non intendo distruggere il mondo. L'Ampolla è solo il modo migliore per controllarlo. Ma nessuno avrà da lamentarsi della nostra guida.» aggiunse, facendo con la mano un gesto che voleva inculdere sé e Loki.

Tiala scosse la testa. Quelle due divinità malefiche a governare insieme, a muovere guerra al Creatore! Non poteva, non poteva. Ma Alan... Tutto ciò che desiderava era stare con lui. Era solo una donna, non una dea. Aveva sacrificato la propria intera esistenza per il Creatore e tutto ciò che lui sembrava essere in grado di fare era rimanere a guardare, immobile, il mondo che si distruggeva. Era questo l'amore che dimostrava alle sue creature? Era questo quello a cui l'avevano educata? No, non lo era, e allora... Era un'essere umano. Poteva sbagliare. Poteva permettersi di cedere alla tentazione.

«Mi rifiuto. Alan, amore mio, ti desidero più di ogni altra cosa al mondo. Ma non posso farlo. Il mondo mi è stato affidato insieme a quell'Ampolla, e io devo proteggerlo. Non accetterò la proposta. Ma sappi, amore mio, che lo faccio anche per te.»

Dopo quelle parole Auren riuscì solo a vedere la luce, e il corpo delicato di Tiala che sembrava disgregarsi, avvolto dai raggi luminosi. Sentiva la mano di Jules stretta nella sua, tremante, ma, abbagliato, non riusciva a scorgerla, al suo fianco.

Negli anni successivi, nel ricordare quel momento, sarebbe riuscito solo a rammentare un candore opalescente e il calore della pelle di Jules contro la sua.

Quando riaprì gli occhi, non avrebbe saputo dire perché, si trovò sdraiato a terra. Jules, stesa accanto a lui, aveva il volto premuto contro il pavimento di pietra e i capelli rossi, spettinati, che le ricadevano ai lati, fino a toccare terra. Quando si accorse che poteva muoversi e che riusciva a parlare, si inginocchiò in fretta e scosse la ragazza.

«Jules!» la chiamò, «Jules, apri gli occhi! Sei ferita? Puoi sentirmi?»

«Sto bene.» sussurrò lei tirandosi lentamente a sedere. Scostò i capelli dal volto con un gesto delicato della mano impolverata, poi si voltò a guardare Auren.

Era vivo, anche lui come lei, e sembrava stare bene. Era vivo e stava bene. Si sporse verso di lui, che aveva allargato le braccia per accoglierla, e con lentezza si poggiò al suo petto, lasciando che la stringesse a sé. Gli carezzò la lunga treccia di capelli biondi e rimase immobile qualche secondo per assicurarsi che non era un sogno. Auren non era morto. Il loro amore non era stato sacrificato. Ma allora, questo significava che, se l'Ampolla giaceva a terra, intatta – proprio lì, a pochi metri da loro – e non c'era nessuno nelle vicinanze che faceva una guerra, e non c'erano divinità malefiche che si contendevano l'Ampolla e la Sacerdotessa, allora significava che ce l'avevano fatta. Un'epoca era finita, e ne era iniziata un'altra. Un amore che non era il loro era stato sacrificato. Sarebbero rimasti insieme, ancora, fino a che avessero avuto vita.

«Guarda.» mormorò Auren alzandosi in piedi e tendendole la mano per aiutarla a fare altrettanto. «Guarda, è l'imperatore Alan, che giace a terra?»

«E' morto?» domandò Jules muovendo cautamente il piede nudo verso l'uomo riverso a terra, «Auren? L'hai visto morire? L'hai visto cadere? Io ricordo solo una luce bianca, e nulla di più. E prima... prima c'era Loki, e c'era Azra, ed entrambi volevano l'Ampolla. Ma non c'era più... Perché non c'era? Dov'era? Non riesco a capire, Auren. Ho un forte mal di testa. Non riesco a ricostruire gli eventi.»

«E' morto, sì.» confermò Auren parlando lentamente. «E guarda dov'è l'Ampolla, a pochi passi da lui. L'aveva con sé, Jules, ne sono certo. Gli è caduta dalle mani quando Tiala si è sacrificata, quando è arrivata quella luce. L'aveva con sé. Voleva aiutarci... Voleva aiutare Tiala, avrebbe assecondato la sua richiesta, ma i due dei gliel'hanno impedito costringendo Tiala al sacrificio...»

«Dopo aver visto Tiala...» continuò in un soffio Jules «Lui ha capito. Ha ritrovato il suo amore perduto, e ha deciso di aiutarla. Ma non hanno potuto nemmeno parlarsi, Auren, non hanno potuto vivere felici nemmeno per un momento.»

«Si sono sacrificati.» replicò Auren, serio. «E' quello che aveva detto il Creatore, ricordi? Un amore dovrà sacrificarsi perché un altro possa nascere. Il loro ha dovuto essere sacrificato.»

«Il nostro è nato?»

«Il nostro era nato anche prima, Jules. Io ti ho sempre amata, sempre.»

«Io amo te.»

«La Sacerdotessa è scomparsa.» continuò Auren, cambiando discorso. «Dov'è il suo corpo? Dove le sue vesti?»

«La Sacerdotessa Tiala ha terminato il suo compito sulla terra.» spiegò all'improvviso una voce che non aveva corpo. I ragazzi la riconobbero, era la stessa con cui il Creatore aveva parlato a Tiala, solo pochi giorni prima. «La sua anima riposa in pace, anche se non potrà mai ricongiungersi a quella di Alan. Ma anche lui avrà il riposo che merita.

«E Loki? E Azra?» domandò Jules aggrappandosi al braccio di Auren, incapace di trattenere le domande?»

«Non per il momento.» rispose il Creatore. «Verrà il momento in cui torneranno, più forti di prima, ma voi sarete pronti. Dovete continuare a proteggere il mondo, e conservare l'Ampolla. Un giorno, Jules, capirai che è arrivato il momento di trovare qualcuno che ti succeda, una giovane da allevare in modo che possa diventare Sacerdotessa, così come ora tu stai per diventare. Dovrai raccontarle la storia, e spiegarle qual è il suo compito. Capirai quando sarà il momento giusto. Avvertirai che l'equilibrio del mondo si va affievolendo, e insieme ad Auren, che rimarrà sempre con te, cercherete la persona che lo salverà dalla minaccia.»


«Non ci credo neanche un po' a quello che mi hai raccontato.» sentenziò la bambina poggiando una mano sulla sua e costringendola a chiudere il vecchio libro che aveva portato con sé. «Non è vero che era una storia vera.» continuò. «E' una favola come quelle che mi racconta la mamma.»

Jules scosse la testa, osservando la bimba che si puliva la mano sporca di cioccolato sulla salopette di jeans. Quella bimba era un demonio. Ventunesimo secolo! Le aveva esclamato quella mattina Auren, salutandola con un bacio, mentre usciva di casa per andare ad assolvere il proprio nuovo dovere di scrupolosa baby-sitter. Sarai pure la Sacerdotessa, ma non ti crederà. Questi bambini sono diversi da come eravamo noi, amore. Non credono più alla loro storia.

«Guarda quest'Ampolla, Jenny. Non vedi che è proprio come quella del racconto? Non senti il potere che racchiude?»

«A me sembra solo un vaso piccolino.»

«Be', non è così. E' un dono del Creatore. E un giorno dovrai essere tu a proteggerlo. Il Tempio è stato distrutto ormai da così tanti anni... Ma tu sarai la prossima Sacerdotessa. Tesoro, cerca di capire. I tempi sono vicini. Azra e Loki stanno recuperando il loro potere e...»

«Quando torna la mamma, glielo dico che sei pazza.» si limitò a replicare la piccola grattandosi il nasino coperto di lentiggini. «Non ti fa più venire, vedrai.»

«Ma non vorresti essere la Sacerdotessa, la prediletta del Creatore, l'unica che può parlare e comunicare con lui?»

«Io non lo so che cosa vuole dire preletta. E il creatore non m'interessa.»

«Prediletta.» la corresse dolcemente Jules. Ci sarebbe voluto molto, molto tempo per abituare quella ragazzina all'idea che tutta quella storia era reale e che lei avrebbe davvero dovuto proteggere l'intero mondo, entro pochi altri. «Jenny, vieni qui e ascoltami. Lascia stare quel verme. Tua madre non vuole che giochi con gli insetti.»

Ma la bimba, già china su un cumulo di fango nel giardino ancora umido di pioggia, aveva infilato le manine paffute in quella poltiglia umida e ne aveva tirato fuori un lombrico rosato.

«Guarda in che razza di mani sudice si ritroverà questo mondo!» esclamò Jules, spazientita, avvicinandosi alla piccola peste e portandola di peso in casa. La costrinse a stare ferma davanti al lavandino e si chiese nuovamente, mentre l'aiutava a sciaquarsi le mani, se quella bionda creaturina non fosse altro che un'altra prova che il Creatore, evidentemente colmo di un profondo senso dell'umorismo, le aveva mandato.

«Ma alla fine,» interloquì all'improvviso Jenny, strofinando le mani sulla salopette, invece che aspettare che Jules le porgesse l'asciugamano, «alla fine, Jules e Auren si sono sposati e hanno vissuto sempre felici e contenti?»

«Non si sono sposati, perché la Sacerdotessa non può farlo. Però hanno sempre vissuto insieme, e sonon stati felici. Ma» aggiunse prima che la bimba potesse aprire la bocca, «se tu non capisci che sarai la nuova Sacerdotessa, e non credi alla storia che ti ho raccontato, e non la impari, allora saranno infelici. Capisci? Dipende tutto da te. Allora? Che ne dici? Diventerai la nuova Sacerdotessa?»

«Devo controllare la mia agenda per i prossimi vent'anni.» replicò Jenny, mettendo su un broncio serio che somigliava tanto a quello della madre, ma già concentrata su una lumaca che riusciva a vedere dalla finestra. «Magari ne riparliamo.»

Jules sorrise e le lasciò andare la mano, permettendole di tornare a tormentare il povero animaletto.

Non sarebbe stato facile, ma era convinta che quelle piccole manine paffute sarebbero state le migliori a cui affidare la salvezza del mondo.

Azra e Loki non sarebbero riusciti, neanche volendo, a contrastare quel demonietto. Forse lei sarebbe riuscita a sconfiggerli per sempre, come né Tiala né lei erano riuscite a fare. Sì, sarebbe andata sicuramente così. E poi, avrebbe trovato un ragazzo che l'avrebbe amata e lui l'avrebbe amata nello stesso modo in cui lei e Auren si amavano. Sarebbe andato tutto bene.

Glielo diceva sempre Jenny che tutte le storie finiscono con un E vissero tutti felici e contenti.

   
 
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