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Autore: agatha    05/04/2006    15 recensioni
E se il sesto libro fosse andato diversamente? Ginny e Draco si troveranno ad un punto cruciale della loro vita e dovranno decidere quale strada percorrere. Seguiranno il loro cuore? Le loro vite si divideranno?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny, Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Prima ff che scrivo su HP e sulla coppia che adoro Draco e Ginny.
Devo ringraziare la mia sis LaurenSmith che mi ha fatto da beta, mi ha consigliato e ha anche scritto tutte le parti kicker (stupende). Grazie di cuore perchè senza di lei non l'avrei mai postata (anche perchè mi ha spiegato come funzionano tutti i tag).
Spero vi piaccia.

Capitolo 1°

L’espresso per Hogwarts cominciò a sbuffare.
Ginny aveva appena attraversato il binario 9 e ¾ quando lo sentì. Si concesse un sorriso perché era un suono familiare e le era di conforto udirlo.
Stava per cominciare un nuovo anno, il suo quinto anno di scuola.
Si era fermata, indugiando su questi pensieri e non si era accorta che Ron, Hermione ed Harry erano già saliti sul treno e lei era rimasta indietro. Cominciò a correre, spingendo il carrello con il suo baule. All’improvviso qualcuno si spostò mettendosi davanti a lei e lo scontro fu inevitabile. Ginny cadde per terra e il baule si aprì rivelando alcuni vestiti. Aveva appena realizzato cos’era successo quando una voce interruppe i suoi pensieri.
“Ma che diavolo…. Weasley! Solo una stupida come te poteva correre per il binario senza guardare dove andava”
Lei si alzò in piedi, massaggiandosi il sedere, che aveva sbattuto nella caduta. Strinse i pugni maledicendosi per la sua sfortuna. Con tutti gli studenti che affollavano la stazione lei aveva sbattuto proprio contro il più odioso di tutti.
“Non l’ho fatto apposta. Stavo cercando di raggiungere…”
Lui la interruppe.
“San Potter si è dimenticato il suo fedele cagnolino? Forse devi imparare ad abbaiare più forte o il tuo caro eroe sfregiato si dimenticherà di te”
Rise per la sua battuta mentre Tiger e Goyle sopraggiungevano alle sue spalle.
Ginny decise di non rispondere alle provocazioni e, in silenzio, cominciò a raccogliere le sue cose. Aveva quasi recuperato tutto, stava afferrando la sua gonna quando qualcuno l’agguantò prima di lei.
Ancora Malfoy.
Tenne sollevato l’indumento mostrandolo ai suoi due amici.
“Che ve ne pare? Sarà di seconda o di terza mano?”
Risero tutti e tre, poi lui lasciò di nuovo cadere la gonna e si pulì le dita sul mantello di Tiger.
“Spero di non essermi preso qualche strana malattia da pezzenti”
Alcuni sportelli cominciarono a chiudersi e il treno sbuffò di nuovo, segno che stava per partire.
Draco si allontanò facendo segno agli altri due Serpeverde di portare il suo baule.
“Muoviti Weasley o quest’anno rimarrai a casa, anche se credo che nessuno noterebbe la tua assenza”
Con quest’ultima battuta salì sul treno.
Rimasta sola Ginny chiuse il suo baule e, con fatica, riuscì a caricarlo sull’espresso. Purtroppo il nuovo anno non stava cominciando sotto i migliori auspici. Raggiunse uno scomparto e lo vide occupato solo da Dean Thomas. Si fermò, esitando, ma lui con un sorriso d’incoraggiamento la invitò ad entrare aiutandola con il bagaglio. Era davvero molto carino.
“Forse dopotutto l’anno non stava cominciando così male”

*****

La lezione di Pozioni era quasi finita e Ginny sperava proprio di arrivare alla fine senza essere ripresa da Piton. Purtroppo questa era una materia dove aveva molte difficoltà ed essere sempre presa di mira dall’insegnante certo non contribuiva a darle sicurezza.
“Avete ancora un minuto per finire la pozione, poi passerò a controllare com’è venuta”
Lei non potè trattenere un sospiro. Doveva creare una pozione per rendere gli oggetti più leggeri e, secondo il libro, prima di aggiungere l’ultimo ingrediente il liquido dentro il calderone doveva colorarsi di un pallido azzurrino.
Perché invece il suo intruglio aveva un brutto colore verdastro?
Eppure lei aveva seguito perfettamente le istruzioni. Forse non aveva mescolato abbastanza.
Ma era inutile pensarci adesso, con un solo minuto a disposizione per terminarla. Si fece coraggio e aggiunse le scaglie di rospo pregando tra sé che tutto funzionasse. Riprese a mescolare velocemente.
“Fa’ che la pozioni diventi azzurra. Fa’ che la pozione diventi azzurra”
Quando guardò all’interno del calderone vide che il suo desiderio era stato esaudito.
Finalmente ce l’aveva fatta! Questa volta Piton non avrebbe avuto niente da ridire e non l’avrebbe presa in giro, come il suo solito, l’incapacità dei Grifondoro. Si voltò verso l’insegnante aspettando che arrivasse da lei.
Fu questo a tradirla.
Convinta di aver eseguito tutto perfettamente si era disinteressata del liquido che gorgogliava. Non vide quindi che lentamente le bolle diventavano sempre più grosse, che la pozione stava rapidamente diventando nera e che la temperatura era salita notevolmente.
Piton si stava avvicinando e lei già pregustava il momento in cui avrebbe dovuto ammettere che aveva svolto correttamente il compito.
Questo fu il suo ultimo pensiero.
Poco dopo il suo calderone esplose come una bomba e lei venne scagliata lontano, contro il muro della classe.

La testa le doleva terribilmente, così come la schiena e tutto il resto del corpo. Possibile che quest’anno dovesse sempre farsi male?
“Weasley? Mi sente?”
Ancora la voce di Piton, così irritante mentre pronunciava il suo nome con quel tono odioso, si intrometteva nei suoi pensieri.
“Mmh sì”
“Sta bene?”
Lei aprì finalmente gli occhi e vide che tutta la classe era intorno a lei, occhi incuriositi e divertiti che la guardavano e davanti a tutti il professore, che dall’alto la osservava.
“Non riesce neanche a fingere bene di essere preoccupato. E’ chiaro che mi considera solo una scocciatura”
Lei si sollevò a fatica rimettendosi in piedi.
“Credo di sì. Niente di rotto, ma cos’è successo?”
Vide il ghigno di Piton formarsi lentamente sul suo viso. Ancora una volta aveva detto la cosa sbagliata. Era chiaro che lui non aspettava altro.
“Ha fatto scoppiare il suo calderone. Non che mi aspettassi che lei riuscisse a preparare una pozione così semplice. Credevo che dopo quattro anni avesse almeno imparato che bisogna sempre tenere sotto controllo quello che si sta preparando, proprio per evitare brutte sorprese”
“Ma avevo visto che…”
“Ha anche il coraggio di contraddirmi? Dieci punti in meno a Grifondoro. Non basta il guaio che ha causato, pretende pure di avere ragione? Rimarrà qui a pulire l’aula senza magia e questa pomeriggio, finite le lezioni, la voglio nel mio ufficio per discutere la sua punizione”
Gli studenti di Serpeverde, con cui stava facendo lezione, si misero a ridere malignamente e lei notò, con irritazione, che Piton aveva volutamente ignorato il loro comportamento lasciandoli fare. Si morse la lingua ricacciando indietro la risposta acida che le era venuta in mente. Aveva già fatto perdere dieci punti alla sua Casa e non voleva aggravare di più la sua situazione.
“Va bene”
“Questo è l’atteggiamento da tenere Weasley, se lo ricordi”

L’aula era ormai vuota e lei prese uno straccio cominciando a pulire. Indubbiamente era stato un bello scoppio, dato che l’aveva spinta contro la parete opposta della stanza. Scosse la testa un po’ depressa. Non aveva la più pallida idea di quale punizione le avrebbe dato Piton.
Ma perché dovevano sempre succedere a lei queste cose?
Era inginocchiata a pulire per terra quando sentì dei passi avvicinarsi e fermarsi accanto a lei.
“Professore ho quasi…”
Si interruppe alzando il viso verso il proprietario di quelle scarpe, che poteva competere con l’insegnante in quanto a perfidia.
“Che è successo Weasley i tuoi non hanno più i soldi per mantenerti agli studi? Sei costretta a fare le pulizie per rimanere a scuola? Non mi stupisce per niente”
“Sta zitto Malfoy”
Lui ignorò le sue parole cominciando a camminarle intorno.
“Hai mai considerato che questo potrebbe diventare il tuo lavoro definitivo? E’ meglio che cominci ad abituarti”
Ginny scattò in piedi offesa dalle sue parole.
“Tu sei un essere spregevole!”
“La piccola rossa che tira fuori le unghie invece che correre a piangere da Lenticchia, chi l’avrebbe mai detto?”
“Io non finirò in quel modo. Non rimarrò per sempre una povera cenerentola”
“Cos’hai detto? Mi sembra di ricordare quella favola babbana. E’ questo il tuo sogno?”
Lei si morse le labbra. Non aveva mai rivelato a nessuno quanta voglia avesse di riscattarsi dalla propria condizione e, stupidamente, l’aveva detto proprio alla persona più sbagliata del mondo.
“Non sono affari tuoi”
“E’ un po’ troppo tardi per dirlo. Ormai mi hai rivelato i tuoi segreti”
“Si può sapere perché ce l’hai tanto con la mia famiglia? Parli sempre al plurale quando ti riferisci a noi ma ti sbagli. Abbiamo gli stessi capelli rossi e siamo parenti, ma non abbiamo lo stesso carattere, io sono diversa da loro”
Lui le scoccò un’occhiata annoiata, come se non avesse neanche sentito le sue parole. Alzò le spalle e si girò per andarsene. Lei, furiosa per questo atteggiamento, impulsivamente gli lanciò lo straccio colpendolo alla schiena. Lui si voltò, lo sguardo freddo e inespressivo come sempre. Prese l’oggetto con cui l’aveva colpito e lo tenne in mano.
“Su una cosa hai ragione. Non sei come la tua famiglia. Hai fegato”
Detto questo le rilanciò lo straccio colpendola su una spalla. Ma lei non reagì. Era rimasta troppo stupita dalle sue parole.
“Sbaglio o, in un modo molto contorto, mi ha fatto un complimento?”
Ma ormai era sola nell’aula e nessuno poteva risponderle. Si rimise a pulire sperando di finire il più presto possibile.

  
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