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Autore: Stukas are Coming    11/08/2011    3 recensioni
Questo è il seguito della mia prima storia, Tra cuore e anima una brucerà. I personaggi sono gli stessi, ma ce n' è uno in più che in pochissimo tempo prenderà le redini sia del gruppo dei vampiri, sia delle situazioni che si verranno a formare. Una persona con una mente geniale, tanto intelligente quanto perfida. Una persona ossessionata dalla morte, dalla perdita, dal sangue, ma capace di donare un' amicizia senza pari... E con un hobby a dir poco macabro.
spero vi piacerà.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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L' ennesimo incubo mi ha fatto visita stanotte: stavo uscendo da un' abitazione e vedevo che era caduta moltissima neve, mentre altra stava ancora fioccando.

Mi chiudevo il giaccone per uscire e andare a prendere dei biscotti (che idiozia) quando qualcuno da dietro mi aveva spinto ed ero caduto in un mucchio di fiocchi candidi davanti all' uscio. Avevo cercato rialzarmi ma improvvisamente la neve aveva iniziato a macchiarsi di puntini rossi che avevano aumentato diametro dando la possibilità di capire di che sostanza erano fatti: sangue.

Il sangue stava ricoprendo tutto il cumulo, anzi il cumulo stesso stava diventando formato di liquido scarlatto. Poi si scioglieva in un istante e io scomparivo assieme ad esso.

Mi sono svegliato angosciato e mi sono toccato il braccio per sapere se sono ancora concreto... Si.

Che ore sono ? Sbadigliando rotolo su un fianco e acchiappo l' orologio: le nove del mattino. Fortuna che ci sono le vacanze di Natale.

Un vento teso e piuttosto forte soffia dai monti e spazza via le nubi, così c'è un cielo che pare uno zaffiro.

Indosso dei calzoncini da stare in casa, sorprendendomi come al solito della leggerezza che ha preso la mia testa senza dreads e giocherellando con i cornetti ai lobi.

Credo sembri un tossico con questi pantaloncini vecchi di millenni, niente maglia e le treccine sparate in ogni verso; salgo la scala per vedere se sia solo in casa e trovo solo Dafne, che sta fabbricando qualcosa di lungo e sottilissimo. La saluto e spiega che le ho fatto venire una buona idea, un ago da vampiri serviva proprio.

Bill se n' è andato per i fattacci suoi, penso a trovare gli altri.

Che ne dici, un' altra passeggiatina nei vicoli ?

Propone la vocina con fare invitante, ma la butto in un angolo senza ascoltarla: mi verrà il vomito se percorro due volte al giorno quelle straduncole maledette !

E Sabina ?

Eh ? Oh ! Un momento, non ci siamo neanche dati un luogo per trovarci, come farò a sapere dov'è ?! Deficiente.

Apro Facebook con l' account di Dafne e digito, nel riquadro della ricerca, “Sabina”. Ne vengono fuori una ventina, e mi accingo a studiare la foto dei profili per riconoscere quella che interessa a me.

Ce n'è una che potrebbe appartenere a lei ma è quasi nascosta e non capisco bene. Torno e perlustro le città che hanno inserito nella loro posizione. Finalmente becco una Genova, ma poi mi accorgo che ce ne sono tre di questo luogo. Apro i profili in schede separate e guardo con attenzione: una non può essere lei, è biondiccia e ha un' aria da scema. L' altra sta sorridendo ed è castana ma non è la quella che cerco. La terza foto raffigura una ragazza magra e pallidissima con pantaloni larghi in stoffa marrone scura e dal cavallo quasi all' altezza delle caviglie, come hanno tanti alternativi che vedo. E' lei, lo vedo subito. Ha una canottiera verde militare sformata che le lascia scoperta una striscia di pelle sopra il bordo dei pantaloni, una collana fatta con palline di feltro colorate, due rondini tatuate sulle spalle sotto le clavicole, un polsino nero e un taglio di capelli diverso da quello che aveva nei vicoli. Là erano raccolti in una frettolosa coda di cavallo, qui ha una frangia più lunga da un lato, la chioma tenuta alzata con un bastoncino giapponese a parte due ciuffetti che le scendono ai lati del viso.

Ha un piercing all' ombelico, noto deglutendo. Un piercing all' ombelico e un bellissimo sorriso.

Alzo lo sguardo per vedere il nome: Sabina Lanfranco.

<< Papà ? >>

Dice Dafne entrando in camera mia.

<< Oh scusa, non ho bussato >>

E se ne va. Riemergo nella realtà.

<< Vieni bella, stavo cercando una persona. >>

Ritorna e mi chiede se avessi voglia di aiutarla nella lavorazione di un osso che le da qualche problema. Intanto domanda chi sia questa persona e se ciò fosse il motivo della visita su Facebook.

Annuisco vergognandomi di nuovo e lei si alza per curiosare la foto.

<< Che alternativa >>

Commenta.

<< Ha un central labret >>

<< Eh ? >>

<< Un piercing. >>

<< Si, lo so. Sotto la lingua e all' ombelico >>

<< Si, ma ce n'è anche un altro qui >>>

Indica un punto e sono costretto ad alzarmi per vedere. In effetti mi era sfuggita una pallina sotto al centro del labbro inferiore.

<< Carina. Come l' hai conosciuta ? >>

Fa, con un ghigno complice.

<< Beh, stavo camminando per i vicoli, per cercare Judith.... >>

<< Ma sei matto ?! Non farlo mai da solo ! >>

<< ...E lei, che è una vampira, stava scappando proprio dalla stronza perchè voleva farle del male. >>

<< No, sul serio ? Che coincidenza. >>

<< Si, davvero. >>

<< Ti piace ? >>

<< Mmh ? >>

Cerco disperatamente una risposta da farle bere, anche se so che sarà difficile.

<< Lei ti piace ? >>

<< Ma no ! >>

<< Un bambino saprebbe raccontare bugie meglio di te, papà. >>

<< Guarda, è vero ! >>

<< Si, si vede quant' è vero, a giudicare dallo sguardo che avevi prima... >>

<< Prima quando ? >>

<< Non fare l' ermetico ! Prima davanti al pc, mentre studiavi il suo profilo, ma penso più l' immagine, eh. >>

<< E'... E' carina, basta. Hai smesso di farmi il terzo grado ? Non vuoi lavorare il tuo osso ? >>

Domando, spingendola via scherzosamente. Lei punta i piedi e si aggrappa a me per rimanere.

<< Stavo per portarti al pronto soccorso, pensavo ti fosse successo qualcosa alla mandibola, era caduta … >>

Continua, sghignazzando.

<< Da ora in poi sarai Crudelia de Dafne. >>

<< Su, che aspetti, telefonale ! L' elenco è giù. >>

Ribatte dandomi un colpetto sulla spalla, infine -alleluia- se ne va.

Proprio non posso.

Solo per dirle dove trovarvi, cretino, mica devi sposarla.

Con un senso di colpa addosso scendo le scale e tiro fuori il tomo con scritto sopra “Pagine Bianche”.

Scorro fino alla L, non ci sono molti Lanfranco; solo alcune donne e un uomo, Silvano. Potrebbe essere suo padre.

Decido di lanciarmi pur con la vergogna e digito il numero sul telefono di casa. Dafne, seduta su un gradino della scala, mi guarda sorridendo.

Uno squillo, due, tre, quattro, cinque, sei, sette... Sto per buttare giù quando sento una persona alzare la cornetta dall' altro capo e ritorna la pioggia di brividi al napalm.

<< Pronto ? >>

Risponde la voce di un uomo. Speravo nella madre. Ho la gola stretta e come al solito, in queste situazioni dove mi agito, il mio italiano peggiora.

<< Si, sono un amico sua figlia Sabina... >>

<< Chi sei ? >>

Interrompe lui, minaccioso.

<< Chiamo Tom >>

Balbetto, sentendomi come un perfetto demente.

<< Senti Tom, non so chi tu sia, è meglio se riagganci. >>

<< Ma... >>

Sento un trambusto e qualcuno domandare chi sia al telefono.

<< Un tizio non italiano di nome Thomas >>

Dice il padre, e alzo gli occhi al cielo. Sto per precisare che sono Tom, e che comunque in tedesco non si scrive Thomas ma Tomas, però in sottofondo c'è la voce di una ragazza e mi zittisco.

<< Si papà, non preoccuparti, dammi la cornetta >>

Il simpaticone ribatte sorpreso qualcosa e poi se ne va.

<< Ehi ? Come hai fatto a trovarmi ?! >>

Esclama Sabina con una nota di meraviglia. Sorrido.

<< Facebook fa miracoli. Mi sono ricordato che non ci siamo dati appuntamento ieri, volevo avvertirti che potremmo essere in piazza Ferri alle dieci di sera. >>

<< No caro, non è Ferri... Ferrari. >>

<< Oh si, è vero >>

Balbetto, mentre l' autostima si frantuma.

<< Comunque va benissimo. Magari ti do il mio numero. Allora... Papà anche se non giri qui vicino come un piranha è lo stesso, sai ? E' un mio compagno di classe >>

Ghigno. Quando giudica che il padre sia sufficientemente lontano mi detta il numero di cellulare e lo scrivo su un foglietto.

Poi, a bassa voce, domando:

<< I tuoi sanno che sei una vampira ? >>

<< No, non lo immaginano neanche. Sono sempre stata pallida, non ho mai preso un raggio di sole. >>

<< Ah, di' a tuo papà che sono tedesco. >>

<< Sarà fatto. Ti ha steso, eh ? >>

Ride e mi unisco anch' io.

<< Un po' ringhioso, si. Bene, allora ci troveremo là. A stasera, Sofia >>

<< Ciao, Tom ! >>

Appena schiaccio il tasto per terminare la chiamata mi accorgo di averla nominata Sofia.

Mi volto verso Dafne e allargo le braccia, come a dire: sei contenta ?

Lei solleva il pollice tutta allegra.

<< Bravo Tomi. Come ti senti ? >>

Viene a sedersi accanto a me.

<< Normale >>

<< Sei felice ? >>

<< Si, si. >>

Rimaniamo un po' in silenzio, poi lei dice:

<< Se dovessi innamorarti... >>

<< Non mi innamoro di nessuno ! >>

Esclamo agitato.

<< Ma se dovessi farlo, guarda che ti fa solo bene. Hai bisogno di ricevere ma soprattutto provare di nuovo amore, perchè ti fa bene qui. >>

Mi picchietta contro lo sterno.

<< Cosa ti fa pensare che possa amare un' altra ragazza ? >>

<< Lo so perchè sei umano. Infatti le hai subito chiesto se fosse fidanzata >>

<< Come lo sai ?! >>

<< Ci sono arrivata. Non è difficile sapere cosa provi in questo periodo. Sei diviso tra il bisogno di amare una ragazza viva, ma questo lo reputi inaccettabile perchè sarebbe un tradimento verso Sofia, no ? Papà, devi capire che lei non è più qui, non puoi escludere un bisogno che ha il tuo cuore perchè ami ancora una che è sotto terra. Non sto dicendo di dimenticarla, anzi guai se fosse così; dico solo di amarla con tutte le tue forze ma al tempo stesso fare stare bene te stesso amando anche una viva. >>

<< Non è possibile, Dafne, come posso farlo... La tradirei, sarebbe come lasciarla. >>

<< Ma perchè ? Tu l' hai già lasciata. >>

<< No ! No, no no ! Mai ! >>

Urlo, e stringo l' anello appeso alla collanina che porto da qualche giorno.

<< Se continui con questa illusione finirai per ammattire, papà ! Non sai quanto mi dispiaccia del dolore che hai dovuto subire, ma devo farti venire a contatto con la realtà, la vera realtà. Lei è morta e pur essendo ritornata qui a farti visita, come dici, e pur avendole dato l' anello e promesso di rimanere fidanzati, questa cosa esiste nella tua mente, Tom. Sofia può anche essere venuta, se esistono i vampiri esisteranno anche i fantasmi, ma ciò non è un motivo per toglierti tutto ciò che ti fa stare bene nel nome di una persona che non c'è più. Lei sarebbe felice se vedesse che tu guarisci anche nell' anima, pensi che le farebbe piacere vederti sempre triste, depresso, che distruggi la vita per rimanere nell' oscuro, un oscuro inutile ? Lei sa benissimo che non potrà tornare e dunque vuole tu faccia ciò che i vivi fanno, compreso amare. Il vostro è un amore che durerà per sempre, inalterabile, e non sarà un' altra cotta a intaccarlo. Anche perchè lo vedo che ti piace. Sei andato a sceglierti una vampira perchè hai il terrore che possa succederle qualcosa se fosse umana, ma va benissimo. Da come ti parla mi pare anche lei sia interessata a te. E allora ? Non allontanarti emozioni di cui hai bisogno per una motivazione bella, commovente anche, fedelissima, ma inutile. Voglio vederti tornare felice, Tom. Lo farai ? >>

La mia mente è un susseguirsi di pensieri impazziti che schizzano da una parte all' altra freneticamente. Ha ragione, ha ragione in pieno, ma è così difficile... Alla fine annuisco e prometto di provarci. Lei mi abbraccia e mi schiocca un bacio sulla guancia.

Alle dieci sono già in piazza Ferrari, no, De Ferrari, e passeggio nervosamente avanti e indietro continuando a guardare l' orologio.

Sono vestito come al solito: jeans larghi come barche, maglietta ancora più larga, felpa immensa sopra e le Reebok. Sto iniziando ad abituarmi ai cornrows.

Quando sento la vibrazione nell' aria mi giro di scatto e vedo Sabina trotterellare verso di me con un sorrisone.

<< Ehi, ciao ! Ammazza quanto sei alto ! >>

Esclama.

<< Ciao ! Perchè devo ammazzare ? >>

<< E' un modo di dire. Sei una stanga ! >>

<< Un metro e ottantacinque >>

<< Faccio schifo, sono solo 157 centimetri. E non potrò manco crescere ancora... Beh dai, andiamo. >>

<< Hai voglia di bere qualcosa ? >>

<< No grazie, ho già bevuto. >>

Annuisco e iniziamo il cammino. Intanto la guardo.

Anche lei ha dei jeans larghi; una maglietta verde scuro e delle grosse Etnies nere con i lacci verdi fluo. Due bandane legate le coprono i polsi e i capelli sono raccolti come nella foto di Facebook, solo che al posto del bastoncino ha un elastico. Ha tutti i piercing, compreso quello al labbro che non avevo visto. Le sta benissimo. Vorrei vedere i tatuaggi ma li ha sotto la maglia.

Parliamo di musica e di come ci siamo trasformati, del cibo che ci piaceva e della scuola. Ad un certo punto lei passa avanti e vedo un altro disegno sulla sua nuca, piuttosto lungo, che continua lungo la schiena. Tossicchio e mi porto al suo fianco.

Si, decisamente: il mio umore non è mai stato così frizzante da mesi.

   
 
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