Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: EffieSamadhi    11/08/2011    7 recensioni
Il destino, per Petunia Evans Dursley, è prendersi cura di Harry. Nel bene e nel male. A ricordarglielo, forse, basteranno un paio di vecchie scarpe.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dudley Dursley, Petunia Dursley, Vernon Dursley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Chi Sei Tu?

Disclaimer – Personaggi, luoghi, vicende ecc. non appartengono a me, ma a J. K. Rowling© (che non ringrazierò mai abbastanza per averci fatto dono di questa saga).

Genere – Introspettivo, Slice of life

Rating – Verde

Avvertimenti – One-shot

Personaggi – Petunia Dursley, Vernon Dursley, Dudley Dursley

Contesto – II Guerra Magica/Libri 5-7

Introduzione / nda – [Scritta in occasione del concorso “One-shot dell’estate”] E’ estate, e come ogni anno i Dursley si apprestano ad andare a prendere Harry a King’s Cross. So che probabilmente Petunia mai e poi mai avrebbe tenuto un paio di scarpe della sorella, così come avrebbe bruciato le lettere di Silente, ma… non so, in qualche modo mi piace pensare che questa possa essere una versione giusta.

 

:-:

 

Spesso ci si imbatte nel proprio destino sulla strada presa per evitarlo.1

 

 

4, Privet Drive – Little Whinging, Surrey

 

“Diddino, finisci il tuo porridge, caro.” La risposta fu un grugnito. “Su, dobbiamo andare a prepararci.”

Vernon Dursley, sepolto dietro il giornale, sbuffò. “Parola mia, non capisco proprio perché tutti gli anni dobbiamo andare a prendere quello squinternato.” Petunia non rispose. “Pensavo che quei… cosi sprizzassero genio e inventiva da tutti i pori.”

“Forza, Dudley, vai a vestirti” tagliò corto la donna, sfilando il piatto da sotto il naso del figlio.

“Ma… ehi, io stavo finendo!”

“Vorrà dire che a pranzo mangerai più lasagne. Corri, su.”

Dudley iniziò la propria ritirata lenta e ciondolante. Petunia strizzò gli occhi, strinse i denti e iniziò a lavare le ultime stoviglie. Grattò con forza il piatto di Dudley, quasi avesse voluto cancellare anche le decorazioni floreali. Alle sue spalle, Vernon ripiegò il giornale e si alzò, emettendo un lungo, pesante sospiro. “Che seccatura, non si può stare in pace nemmeno d’estate” borbottò. Petunia lasciò correre. Sapeva ormai da tempo che dire qualcosa, qualsiasi cosa, avrebbe scatenato in Vernon l’irrefrenabile desiderio di rispondere, e quel giorno lei non era davvero dell’umore adatto per parlare, o anche soltanto per ascoltare le esternazioni dell’uomo che aveva sposato.

Aspettò che l’eco dei passi del marito sulle scale scemassero, prima di svuotare il lavello. Si sfilò i guanti di gomma, tolse il grembiule e lo appoggiò malamente su una sedia. Tese l’orecchio verso l’alto, senza cogliere altro che il rumore dell’acqua che scorreva nei tubi. Raggiunse il ripostiglio, quello che per anni era stato il rifugio notturno di Harry.

Harry. ‘Lo squinternato’, come lo chiamava Vernon. Chiuse gli occhi per un attimo, rivivendo all’improvviso tutto ciò che dovevano avergli fatto passare. Riaprì gli occhi, e tastando il buio con le mani cercò una vecchia scatola da scarpe, trovata mesi prima in un angolo della cantina. Sollevò il coperchio, e dal cartone le sorrise un paio di ballerine nere, esattamente del suo numero. Erano vecchie, con la suola consumata e la punta un po’ rovinata, ma Petunia le aveva tenute. Guardò le scarpe che indossava, perfettamente in tinta con il leggero abito verde che indossava. Guardò di nuovo le ballerine nella scatola. Le prese in mano, calciando via quelle che aveva ai piedi, e le indossò. Le stavano bene. Le stavano bene, così come erano state bene a sua sorella. Erano la sola cosa di Lily che avesse conservato, a parte suo figlio – e in quel caso non era nemmeno sicura di aver fatto un buon lavoro.

Sospirò, guardando le due pergamene adagiate sul fondo della scatola. Una era più vecchia, più sgualcita, con l’inchiostro macchiato dalle lacrime per la scoperta della morte di Lily. La seconda era più recente, aveva appena un paio di settimane, e brevemente la informava della morte di Sirius Black, padrino di Harry, al quale il ragazzo era particolarmente affezionato. Erano state firmate dalla stessa mano, sigillate con lo stesso simbolo, ed entrambe dicevano la stessa cosa: Prenditi cura di Harry, fai in modo che si senta a casa. Buffo, il modo in cui entrambe sembravano rivolgersi a lei, soltanto a lei, come se Vernon e Dudley non fossero nemmeno esistiti, come se non avessero fatto parte di lei.

“Ah, Silente, tu sì che la sai lunga, eh?” sospirò, richiudendo la scatola. Sentì Vernon e Dudley scendere lentamente le scale, e allora si affrettò a raggiungere l’ingresso. “Siamo pronti?” cinguettò.

“Mamma, perché ti sei cambiata le scarpe?”

Petunia si guardò i piedi. “Le altre mi facevano un po’ male, Diddino. Devono essermi cresciuti i piedi” scherzò, aprendo la porta per invitarlo a uscire.

Vernon la fissò, cercando di capire cosa stesse succedendo. Mio caro, temo che tu sia troppo ottuso per capire cosa sta succedendo, pensò lei, sorridendo per dissipare ogni dubbio. Aspettò che anche il marito fosse uscito, e con un gesto teatrale li seguì, chiudendo la porta.

Era arrivata l’estate, e come ogni estate stavano andando a riprendersi Harry.

 

:-:

 

1 “Spesso ci si imbatte nel proprio destino sulla strada presa per evitarlo” è una citazione tratta dal film Kung Fu Panda.

   
 
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: EffieSamadhi