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Autore: xstaystrongandsmile    11/08/2011    8 recensioni
Sulle note di 'Wish You Were Here' di Avril Lavigne.
La protagonista sono semplicemente io.
Nessuna ragazza inventata, nessuna storia senza fondamenta.
Questa è una lettera, per te.
Te che eri la mia migliore amica.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Avril's lullaby;'
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And I remember all those crazy things we said
You left them running through my head
You’re always there
You’re everywhere
But right now I wish you were here

All those crazy things we did
Didn’t think about it, just went with it
You’re always there
You’re everywhere
But right now I wish you were here

[ Wish You Were Here – Avril Lavigne ]

 
Alice

 

11/08

Cara te,
ormai anche solo il tuo nome mi fa male.
 
Oggi abbiamo fatto un grande passo.
Abbiamo messo un punto.
Dopo due anni e mezzo.
Tra un mese avremmo fatto tre anni.
Le coincidenze della vita, no?
 
E sono da sola.
Era destino che ti affrontassi da sola.
Vedi, mi sono ‘spogliata’ davanti a te.
Ti ho detto che vorrei tornare come prima, ma che allo stesso tempo non voglio, perché non mi fido più di te.
Sarebbe stupido.
 
Però, so che se ora tu venissi qui e mi dicessi ‘Scusa, mentre lo dicevo non pensavo. Facciamo che non sia accaduto nulla, ok?’ io ci cadrei, di nuovo.
Perché sono stupida.
E anche se dico che ‘Sto bene’ io non sto bene, per niente.
Cerco di auto convincermi, però.
 
Sei stata importante.
Oh sì.
Sei stata la sorella che non ho mai avuto, te lo concedo.
E ti concedo anche di aver giocato meglio di me, a questo gioco delle maschere.
Mi hai fregata, presa in giro e usata.
Hai recitato fottutamente bene.
 
Che bel premio, non trovi?
Le mie lacrime.
 
Wow.
Se ci penso, fino a qualche mese fa mi mentivi dicendo ‘Io non ti farò mai piangere’ ‘Non ti farò mai cadere una lacrima, perché te la asciugherò subito.’
Mi mentivi, ma erano delle bugie a cui credevo.
E tu capivi sempre quando stavo male.
E allora venivi e mi facevi ridere, sempre.
Perché io ti volevo bene. E credevo che anche tu me ne volessi.
 
La tua bugia più grande, alla quale ho creduto di più, è stata quella del 23 Dicembre 2010, quando poco prima della fine della scuola per le vacanze estive, mi dissi Io ti voglio bene, e te ne vorrò per sempre. Lo giuro Vale.’.
Hai recitato benissimo quella volta, da Oscar.
Mi hai mentito guardandomi negli occhi, e non è semplice.
Mi hai mentito ed io ci ho creduto, perché mi guardavi negli occhi.
 
Ricordo ogni cosa nostra.
Non le dimenticherò.
E ricordo anche tutte le cose che mi hai detto.
Ed oggi mi girano in testa.
Capisco che non erano vere.
 
‘Ti voglio bene.’ E mentivi.
 
Beh, poi dopo è arrivato il primo luglio duemilaundici.
Ricordo come in un film.
Vedo da spettatrice la scena.
 

‘La ragazza riccia prende per mano la liscia e le sussurra all’orecchio:
- Dobbiamo parlare. – la liscia annuisce, perché sa di cosa dovranno parlare.
Si alzano dal tavolo ed escono dal ristorante, poi vanno nel parcheggio, al buio.
Cominciano a parlare e a camminare su e giù, finchè la riccia dice:
- Abbiamo corso troppo, non dovevamo essere migliori amiche. Forse dovremmo fare, in un certo senso, un passo indietro, tornare ad essere solo amiche… capisci? –
La liscia si ferma, si blocca.
Come se quella frase l’avesse gelata.
Si morde le labbra.
Vorrebbe rispondere.
Ma incassa il colpo.
La riccia si affretta a dire stronzate e giustificazioni, ma la liscia non l’ascolta più.’

 
Sai, ho raccontato di te.
Sei una bella storia da raccontare.
Una bell’amicizia finita male, per me, per te in modo indifferente.
Posso metterti un punto, però.
Ora distruggere tutte le cose non sarà semplice, ma lo dovrò fare.
Incasserò il colpo, come ho già fatto.
 
Io penso che tra le persone sia come in un vaso.
Quando fioriscono, crescono insieme, sono felici, si fidano uno dell’altro, allora il vaso è bello, trasparente e chiaro.
Ma quando ci si ferisce, il vaso si rompe in due pezzi.
E puoi riattaccarli, ma rimarrà comunque la cicatrice.
Per me è così il cuore della gente.
E il mio cuore ha una cicatrice.
 
Pensare che da settembre non avrò più il tuo messaggio con scritto ‘Com’è andata il primo giorno di scuola?’ mi fa strano.
Ci giurammo di essere amiche per sempre.
Mi fa strano ma andrò avanti, senza di te.
 
E sì, ammetto che non sono più forte.
Mi hanno distrutta, un’altra volta.
Ed ora vorrei che tu fossi qui a darmi una mano a ricostruirmi.
 
Mi sento come se mi avessero tolto le fondamenta.
Hanno tolto le fondamenta a una costruzione già fottutamente instabile e fragile.
Oggi è crollato.
E chi lo ricostruirà?
 
Ti avevo chiesto di non ferirmi, perché ero già stata buttata giù, ma avevo ancora terra su cui rialzarmi.
Tu mi avevi detto che non mi avresti mai ferita.
Mai.
 
E invece… sei diventata il pezzo portante, poi te ne sei andata.
Ora sono proprio crollata giù.
Non sarà semplice ricostruire tutto daccapo.
 
Mi rialzerò dal suolo come un grattacielo, e sarò più forte di prima.
Anche se vorrei che tu fossi qui.
 
 
Cara te,
 
eri la mia migliore amica.
E ti volevo bene.
Ma è il momento di crescere e andare avanti.
Come un grattacielo.
 
Ma vorrei che tu fossi qui, perché sto piangendo, e vorrei che mi abbracciassi.
 
Ti volevo bene, ma tu no.
Grazie per avermi mentivo per due anni e mezzo.
Brava.
 

Me.

  
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