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Autore: Klaineinlove    11/08/2011    8 recensioni
Per Kurt Hummel era difficile essere l’unico gay dichiarato nella sua scuola,purtroppo molte persone e soprattutto adolescenti avevano la mente piuttosto ristretta da considerare l’essere gay di Hummel qualcosa di sbagliato, innaturale. Kurt ovviamente non si faceva mettere i piedi in testa: era orgoglioso di se stesso e mostrava il suo essere davanti a tutti nonostante ricevesse spintoni contro gli armadietti, veniva gettato nei cassonetti e beh veniva inondato di granite che lo colpivano in pieno viso e ogni volta era costretto a portarsi i ricambi con sé.
Per Blaine Anderson la cosa era piuttosto diversa; lui veniva dal Westerville e aveva iniziato ad andare al McKinley da qualche mese. Blaine nonostante facesse parte di una famiglia benestante preferiva frequentare una scuola pubblica: era diventato un giocatore di football, i voti a scuola erano piuttosto alti nonostante una grave carenza in geometria e veniva adorato dai suoi amici, ma solo perché non sapevano che anche lui fosse gay.
In questa storia scopriremo come Blaine grazie a Kurt capirà cosa vuol dire amare e soprattutto quanto è speciale essere se stessi.
N.B. Anche se è un giocatore di Football ed è un “non dichiarato” NON vedrete mai Blaine fare del male a Kurt (stile Karofsky per intenderci)
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Per Kurt Hummel era difficile essere l’unico gay dichiarato nella sua scuola, il McKinley nella piccola cittadina di Lima in Ohio, purtroppo molte persone e soprattutto adolescenti avevano la mente piuttosto ristretta da considerare l’essere gay di Hummel qualcosa di sbagliato, innaturale. Kurt ovviamente non si faceva mettere i piedi in testa: era orgoglioso di se stesso e mostrava il suo essere davanti a tutti nonostante ricevesse spintoni contro gli armadietti, veniva gettato nei cassonetti e beh veniva inondato di granite che lo colpivano in pieno viso e ogni volta era costretto a portarsi i ricambi con sé.
Per Blaine Anderson la cosa era piuttosto diversa; lui veniva dal Westerville e aveva iniziato ad andare al McKinley da qualche mese. Blaine nonostante facesse parte di una famiglia benestante preferiva frequentare una scuola pubblica: era diventato un giocatore di football, i voti a scuola erano piuttosto alti nonostante una grave carenza in geometria e veniva adorato dai suoi amici, ma solo perché non sapevano che anche lui fosse gay.
I due ragazzi nonostante frequentassero la stessa scuola, sapevano poco e più l’uno dell’altro. Beh sicuramente Blaine sapeva molto di più su Kurt, lo vedeva sempre nei corridoi mentre camminava leggiadro e fiero di se mentre riceveva una granita in faccia da due dei suoi compagni di football e lui con nonchalance si infilava nel bagno delle donne per darsi una ripulita. Blaine invidiava Kurt; voleva il suo coraggio e il suo essere orgoglioso. Tuttavia lui pensò che un modo per cambiare doveva esserci: stare a più contatto e possibile con Kurt Hummel.
**
“Pa io sto uscendo” Kurt scese le scale che dalla sua camera conducevano al resto della casa che avevano comprato da poco. Burt il padre di Kurt si era sposato con Carole la madre di Finn un amico di scuola e di Glee Club di Kurt, dove quest’ultimo aveva avuto un’accrescente cotta per lui ma ora lo vedeva semplicemente come un fratellastro.
“Figliolo la colazione? Non sei tu quello che dice che per Jane Fonda la colazione è fondamentale?” Kurt si avvicinò all’isola della cucina versandosi velocemente il succo d’arancia nel bicchiere dove il padre aveva bevuto poco prima
“Sono in ritardo. Non ho sentito la sveglia perché ho passato tutta la notte a catalogare Vogue”
Burt scosse la testa
“Dovresti smetterla con quei giornali, cos’hanno di così speciale?” Kurt alzò un sopracciglio bloccando il bicchiere che stava avvicinando alla bocca
“Tu hai la passione per Mellencamp ed io per Vogue quindi non sei in diritto di criticarmi” il padre sorrise portando le mani avanti come se volesse difendersi
“Okay, Okay è tutto chiaro…e come li catalogavi?”
“In ordine di giorno, mese e anno. E’ stata una faticata non pensavo di averne comprati così tanti in tutti questi anni”
Dalla porta della cucina Finn entrò con un aria ancora assonnata
“Buongiorno Finn, bella giornata non trovi?” il ragazzo portò le sue grosse mani alle orecchie
“Kurt non urlare ci sento benissimo”
“Ma io non sto urlando, sei tu che sei ancora assonnato…guardati le scarpe!” fece con un tono scontato Kurt indicando due tipi diverse di scarpe che Finn portava ai piedi
“Oh cavoli vado a cambiarmi” Finn fece per voltarsi
“Posso venire con te?”  Finn si girò di scatto
“Intendo…a scuola, possiamo prendere la tua auto” Kurt riuscì a capire dall’espressione allibita di Finn come avesse frainteso la sua frase
“Oh certo, io arrivo aspettami pure in macchina.”
Kurt prese la sua roba salutò con un cenno di mano suo padre e si infilò nella macchina di Finn e mentre lo aspettava ne approfittò per mettere la sua stazione radio preferita e spruzzarsi un po’ di lacca biologica che portava sempre con se come lo spray al peperoncino per difendersi dai criminali, solo che questo doveva proteggere i suoi capelli.
“Puoi smetterla di spruzzare questa roba in macchina mia?” Finn si infilò la cintura di sicurezza e accese il motore abbassando i finestrini della sua auto
“Non lamentarti che questa roba risveglierebbe il tuo cervello…positivamente”
Rassegnato Finn si mise a guidare verso la scuola. Una volta arrivati vennero accerchiati da Artie, Tina, Mike e Mercedes
“Allora, oggi al glee club cosa si inventerà il signor Schuester?” chiese allegramente Mercedes infilandosi sotto al braccio di Kurt
“Oh beh se viene di nuovo con uno dei suoi gilet giuro che inizio una rivolta nella scuola. Dovrebbero esseri illegali indossarli fino ad una certa età!” I ragazzi risero tutti insieme per la frase di Kurt mentre si avviavano nella scuola
“Hey Finn!” l’omone si girò e si ritrovò Blaine Anderson di fronte a se
“Ciao amico, come va?” scontrarono le proprie mani con un pugno segnando il loro saluto
“Benissimo, ci vediamo oggi agli allenamenti?”
“Puoi contarci!”
Kurt rimase a fissare per un attimo quel ragazzo dalla zazzera nera e gli occhi color miele, fissò il suo abbigliamento: di solito i giocatori di football portavano sempre la giacca della loro squadra, Kurt pensava che Finn ci dormisse pure la notte con quella, il che probabilmente era vero visto quanto il ragazzo fosse uno sfaccendato pure nel cambiarsi. Blaine invece indossava una t-shirt nera abbinata con i pantaloni dello stesso colore, aveva la barba accuratamente fatta e le unghia pulite e indossava una tracolla di pelle anziché il classico zainetto sulle spalle. Decisamente diverso dagli altri giocatori della sua squadra che amavano sudare e sporcarsi e si fissavano ogni mattina nello specchio sperando di vedere apparire un pelo sotto il loro mento.
Gli occhi caramello di Blaine si scontrarono per un attimo con quelli celesti di Kurt, quest’ultimo abbassò subito lo sguardo; dopotutto era un giocatore di football e probabilmente se avesse capito che lo stava fissando, dopo una spintonata contro gli armadietti non gliela avrebbe tolta nessuno. Anche se Blaine Anderson non si era mai permesso di fare una cosa del genere e nemmeno riderci sopra mentre accadeva in sua presenza.
“Kurt credi che il compito di geometria sia facile?” Tina gli si avvicinò mettendo fine ai suoi pensieri
“Scherzi?Sarà una passeggiata, tranquille ragazze domani vi suggerirò io quello che non sapete” la ragazza di colore e l’asiatica sorrisero abbracciando il loro amico mentre insieme andavano nell’aula per iniziare la lezione.
**
Dopo le prime ore di lezione i Titans andarono a fare gli allenamenti e dopo che la Coach Bestie li aveva torturarti per ben due ore facendoli correre per tutto il campo come punizione, perché per l’ennesima volta due ragazzi si erano spruzzati lo spray per i piedi negli occhi, la coach li mandò nelle docce così poi che potessero tornare a casa.
“Ragazzi sono distrutto, la Bestie oggi ci ha fatto penare” Finn si tolse la maglia e i pantaloni e si infilò nella doccia
“Dillo a questi due imbecilli” Puck con entrambe le mani schiaffeggiò la nuca dei due ragazzi che avevano commesso l’accaduto. Blaine rise mentre osservava la scenetta e prendeva le sue cose dall’armadietto
“Io vado ragazzi a domani”
“Non ti fai la doccia qui?” Chiese Sam mentre si asciugava i capelli biondo platino che aveva tinto prima di trasferirsi nel McKinley
“E’ tardi…devo andare” A Blaine non piaceva restare negli spogliatoi maschili non voleva che i suoi occhi indugiassero troppo sui corpi di quei ragazzi si sentiva: sporco, solo al pensiero.
Gettò le sue cose nel sedile posteriore della sua Volvo C30 e accese il motore ma si incantò nel vedere Kurt che usciva dalla porta della scuola da solo mentre con uno specchietto in mano si sistemava accuratamente il ciuffo. La scena che vide dopo non gli piacque per niente: Azimio che correva verso di lui e gli gettava lo specchietto a terra mentre rideva compiaciuto della sua azione
“Sei un idiota Azimio. Ora passerai sette anni di guai lo sai?Vedremo chi riderà prima o poi” Gli urlò contro Kurt prima di abbassarsi per prendere i frammenti di vetro e gettarli nel cassonetto.
Blaine scosse la testa e accese il motore; non era giusto comportarsi così con quel ragazzo.
**
Arrivato a casa dopo un’ora di tragitto ad aspettarlo c’era come sempre la madre e suo fratello Alec che aveva qualche anno più di lui e frequentava l’ultimo anno di liceo in una scuola privata.
Alec era un ragazzo obbediente e anche con un buon senso di umorismo, l’unica pecca pensò Blaine e che aveva l’ossessione per i videogame che a volte lo facevano sembrare un ragazzino ma infondo ognuno aveva le sue passioni. I due ragazzi si somigliavano parecchio solo che Alec era più alto e aveva gli occhi verdi. I due fratelli non erano gli unici figli, con loro c’era la sorella Isabelle che era la più grande dei tre. Frequentava il secondo anno d’università e aveva una stanza al campus ma spesso e volentieri preferiva tornare a casa dalla sua famiglia.
Gli Anderson erano una famiglia molto unita nonostante le classiche liti tra fratelli o discussioni tra genitori ma potevano definirsi una famiglia serena e compatta.
“Figliolo come è andata a scuola?” Karine la madre di Blaine era una donna aggraziata che nascondeva un leggero debole per il figlio minore. Non che non volesse bene agli altri ci mancherebbe ma c’era qualcosa nella dolcezza e nei modi di fare di Blaine che spesso anche da bambino combinava un guaio la passava liscia.
“Bene”  Quando era stanco Blaine parlava poco e alla madre non bastava mai
“Su andiamo Blaine, è  successo qualcosa? Guarda questi capelli, preparati un bel bagno e lavati intanto io preparo la cena che tra poco papà sarà qui.”
Blaine annuì dandole un bacio sulla guancia per poi infilarsi nel bagno per eseguire l’ordine della madre. Quando ebbe finito anche il padre era rincasato ed erano già tutti seduti a tavola mentre lo attendevano e con loro c’era un ospite; Alyssa la ragazza di Alec. I due si frequentavano da quattro mesi ed era la seconda volta che veniva a cena da loro. A Blaine stava simpatica a parte il fatto che a volte combinava colori di maglia e gonna non perfettamente guardabili ma per il resto non poteva lamentarsi.
La cena proseguiva sempre con la madre che raccontava i suoi aneddoti  di lavoro. Gestiva un grande negozio di bomboniere e  gingilli vari provenenti direttamente dalla Francia, era un lavoro piuttosto gradevole e lo faceva con passione. I discorsi poi si spostarono su altri argomenti come i parenti di Alyssa, il cibo messicano e il football.
“Blaine non è il quarterback ma ha una grande influenza sulla sua squadra” La madre per l’ennesima volta si stava vantando di suo figlio e quest’ultimo sbruffava di tutte queste troppe attenzioni e di essere il soggetto della discussione
“Blaine è non hai la ragazza?” Chiese Alyssa che stava seduta proprio di fronte a lui.
Il ragazzo alzò la testa e tossì  leggermente versandosi dalla brocca in un bicchiere un po’ d’acqua
“Al momento  no” bevve tutto d’un sorso senza fissare gli occhi della loro ospite
“Beh sono sicura che la troverai presto, sei così un bel ragazzo!” Blaine arrossì cercando di smorzare un sorriso. La sua famiglia non sapeva che era gay e lui non aveva nemmeno pensato di dichiararsi con loro; forse se lo avesse detto lo avrebbero capito, nonostante tutto essere il cocco di famiglia poteva portare i suoi lati positivi, ma era comunque una cosa difficile da gestire e per il momento si sentiva di tenere la bocca chiusa.
**
Finita la cena, Blaine si chiuse in camera sua gettandosi di colpo sul letto facendo cadere i cuscini che lo decoravano. Gli passò per la mente Kurt Hummel, chissà come era la sua vita in famiglia perché sicuramente tutti sapevano che era gay, almeno credeva. Fatto sta che nonostante tutto quello che gli accadeva a quel povero ragazzo sembrava sempre felice.
Blaine si addormentò con quel pensiero dimenticandosi completamente di dover fare i compiti di geometria.
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Note: Salve! Per mi conosce già sa che ho da poco concluso una FF Klaine, ma io adoro questi personaggi e le idee mi frullavano in testa quindi...
Ho cercato di fare sempre qualcosa più personale e originale da come potete vedere. La storia ruoterà intorno a loro due e a come Blaine pian piano si dichiarerà a Kurt e poi alla sua famiglia. In questa storia mi piace scrivere i lati di entrambi e i momenti che vivono con le loro famiglie e ovviamente il loro avvicinamento. Avete notato che Kurt e un genio in geometria e Blaine no? Questo vorrà pur dire qualcosa..eheh....Detto questo una precisazione. I nomi dei fratelli di Blaine quindi Alec e Isabelle sono nomi che ho preso da una saga fantasy chiamata "Shadowhunters" Bene spero che la storia vi colpisca almeno un pò e fatemelo sapere con una piccola recensione! Bye
   
 
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