Serie TV > CSI - Las Vegas
Segui la storia  |       
Autore: PhoebeMP219    06/04/2006    2 recensioni
Gil Grissom si ritrova a dover affrontare nel peggior modo immaginabile il suo detto “Credi solo alle prove”.
Genere: Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

The Evidence - Capitolo 2

 

 

Il sole era ormai tramontato da tempo, quando Sara entrò nel suo appartamento con il cartone della spesa in un braccio, e una tonnellata di posta nella mano libera. Chiuse la porta spingendola con un fianco e lanciò le chiavi sul mobile, provocando un rumore così forte che probabilmente l’aveva sentito anche la signora due piani più sotto. Si girò per controllare di non aver fatto un buco nel mobile, prima di dirigersi verso il tavolo della cucina, dove poggiò la spesa. Avendo abituato il cervello a stare in costante attività, occupandosi il più delle volte di mille cose contemporaneamente, diede un’occhiata all’orologio appeso al muro e poi alla segreteria mentre iniziava a sfogliare la posta: le otto passate e Gil non si era ancora fatto sentire, pubblicità, pubblicità, saldi, offerte di prestiti…un messaggio in segreteria…ancora pubblicità, bolletta…Si diresse verso il telefono continuando nell’opera di filtraggio della posta, e schiacciò distrattamente il pulsante per ascoltare il messaggio.

 

< Hai…un….nuovo messaggio. > disse la voce robotica della segreteria.

 

< Ahah… > rispose Sara. Ritornò verso la spesa lasciando sul tavolo così tanta pubblicità da poter rifornire l’intero condiminio, e stava iniziando a prendere seriamente in considerazione quell’idea, quando il familiare bip richiamò la sua attenzione.

 

Biiiiip.

 

Sara aprì la busta della bolletta. Era molto più alta, quel mese…il che era piuttosto anomalo, considerando il fatto che passava poco tempo a casa.

 

< Ehm… >

 

Alzò la testa verso il telefono sorridendo nel sentire la voce di Gil.

 

< A quanto pare non tutte le mie deduzioni logiche rispecchiano la realtà…Ehm…pensavo fossi già a casa… > Sara scosse la testa divertita. La timidezza con la quale affrontava certi passi della loro relazione le faceva tenerezza. < Ho avuto un paio di imprevisti, sarò da te un po’ in ritardo. Per le nove, credo. > Il suono di un clacson lo tradì. < Ehm…a meno che tu non sia tornata indietro perchè ti mancavo troppo. > Stava osservando divertita il telefono in attesa di sapere quali parole avrebbe tirato fuori per salutarla. < A presto. > Originale. < Ti amo. > Il sorriso di Sara si fece ancora più grande. Ogni volta che glielo sentiva dire per lei era come la prima volta: l’emozione che quelle due parole scatenavano era uguale, se non ancora più grande.

 

< Messaggio ricevuto il giorno…undici…luglio…alle ore…diciannove…e ventisette. > annuciò la voce, scandendo ogni parola come se stesse parlando ad un rappresentante dei Maori.

 

Sara rimase a fissare la bolletta senza in realtà prestarci molta attenzione. Solitamente la quantità di “ehm” e pause in un discorso di Gil erano direttamente proporzionali al livello di tensione e/o imbarazzo. Aveva lasciato quel messaggio solo venti minuti dopo che si erano lasciati e c’era qualcosa di strano in lui, sembrava non volesse lasciarla. Ripensò al tono di voce che aveva avuto quando le aveva chiesto perché non potesse andare subito con lei. Aveva insistito senza esagerare troppo, forse per non costringerla. Lasciò la bolletta sul tavolo e si dedicò alla parte di spesa che non poteva aspettare di essere sistemata, ritrovandosi a pensare ancora una volta a ciò che occupava la sua mente ormai da settimane. Avevano una relazione quasi da un anno. Era passato così in fretta…Si fermò con il succo di frutta sospeso a mezz’aria. Un anno. Se sulla loro storia fosse stato organizzato un giro di scommesse, come forse era già accaduto in laboratorio, non avrebbe puntato un centesimo su una risoluzione così veloce. In effetti l’aveva un po’ sorpresa quando l’aveva invitata a fare colazione insieme. Da soli.

Riacquistò le facoltà motorie e mise il succo in frigo, sorridendo forse per la milionesima volta in tutto il giorno. Era stato molto…Grissom. Il fatto che avesse trovato il coraggio di invitarla, non l’aveva aiutato a vincere la timidezza, così le sorprese erano finite presto. Da quella mattina si era comportato come lei si era aspettata: molto timido e insicuro. Proprio come il loro primo bacio, timido e insicuro…E dolce. Aveva sempre pensato che, semmai avesse ricevuto un bacio da lui, sarebbe morta all’istante. Invece l’aveva trasportata in un luogo molto più celestiale del paradiso, baciandola dolcemente…lentamente…un piccolo bacio alla volta…ognuno più irresistibile del precedente. Non capiva ancora come fosse riuscita a rimanere in piedi, nonostante tutto l’amore che le aveva trasmesso, solo con un bacio. Sospirò lanciando un’altro sguardo all’orologio: doveva andare a farsi la doccia immediatamente o non avrebbe fatto in tempo. Andò ad aprire il rubinetto, lasciando che i ricordi di quell’anno passato insieme fluissero nella sua mente, facendole sentire tutto l’amore che provava per lei anche se Gil non era lì.

 

 

++++++++++++++++++++++++++++++++

 

 

Il suono delicato del campanello riempì per un paio di secondi il silenzio della casa, che subito dopo tornò a regnare suggerendo l’assenza della padrona. Sara emerse dal bagno con i capelli bagnati e si diresse verso la porta, dando un’occhiata all’orologio mentre si abbottonava la camicia. Aveva una vaga idea di chi potesse essere, ma era in anticipo di un quarto d’ora rispetto al suo ultimo “bollettino”. Poggiò una mano sulla porta e guardò dallo spioncino.

 

 

Sara sorrise. Aveva messo la camicia che lei adorava di più, quella celeste, dello stesso colore dei suoi occhi, e la giacca nera. Aprì la porta solo di qualche centimetro e, senza sorridere, chiese: < Posso aiutarla? >

 

Gil aveva le mani dietro la schiena e, anche se aveva un’espressione seria, i suoi occhi stavano sorridendo. < Ehm… > Sara trattenne una risata. < Ho un regalo da consegnare a Sara Sidle, posso? > chiese senza muoversi.

 

Sara lo studiò come se lo stesse vedendo per la prima volta in vita sua. < Mi spiace, non faccio entrare gli sconosciuti, e non ricordo di averla mai vista… > Gil si avvicinò e la baciò attraverso lo spazietto che c’era tra lo stipite e la porta. < Mhm…adesso sì che ricordo… > Aprì la porta sorridendo e lo precedette in cucina.

 

< Te l’ho detto che il mio senso dell’umorismo non è al tuo stesso livello? > le chiese con una serietà mal dissimulata.

 

< Ti abituerai. > disse con indefferenza, poi aggiunse velocemente < Allora, qual è il regalo? >

 

Gil la guardò meravigliato. < Io! >

 

< Vedi? Inizi ad essere spiritoso anche tu! > Non aveva ancora finito la frase quando Gil tirò fuori da dietro la schiena un pacchetto, che Sara osservò per qualche istante prima di dire: < Beh…è troppo piccolo per essere la pizza…quindi dev’essere il gelato. > Scherzò.

 

< Per fortuna le tue capacità investigative non sono così scarse durante l’orario di lavoro… > Si avvicinò porgendole la piccola busta bianca di cartone. < Non è un regalo, è solo… > Fece spallucce e sorrise mentre Sara lo apriva. < …una cosa per te. > La osservò studiare il contenuto della busta, e perse per un attimo i contatti con il mondo guardando i suoi capelli, le sue labbra, il suo sguardo incuriosito. Un attimo dopo la vide alzare gli occhi verso di lui con un sorriso innamorato. < C’è…il menu… > le disse indicando l’interno del pacchetto.

 

Sara estrasse il fogliettino e iniziò a leggere. < Lasagne di verdure e…insalata…Go Raw House, sei andato al Go Raw Cafe? > Un sorriso come risposta. < Hai fatto tardi per questo? > gli chiese con un senso di colpa.

 

< No…Ho fatto tardi per il traffico. > Alzò una mano e le fece una carezza sulla guancia.

 

Sara sorrise. < Grazie. > Lasciò la busta sul tavolo e lo abbracciò abbandonandosi alle sue braccia avvolgenti e al suo petto possente. < Ma non hai pensato a te… >

 

< Non preoccuparti, preparo qualcosa… > Le spostò i capelli bagnati dalla fronte e la baciò. < …mentre tu vai ad asciugarti i capelli. >

 

< Siamo a luglio… > gli fece notare con un sorriso.

 

La allontanò e le prese il viso tra le mani. < Ok, allora mentre mi asciughi la camicia… > Poi accostò le labbra alle sue mentre Sara rideva,  rendendo il bacio più profondo dopo che lei ebbe finito di ridere.

 

< Torno subito. > gli disse, allungando il braccio per tenergli la mano il più possibile mentre camminava all’indietro.

 

Ci volle un quarto d’ora perché si rendesse presentabile e per mettere in ordine quello che aveva lasciato nel bagno. Quando tornò nel salone, si fermò vicino al divano e rimase poggiata al muro a guardarlo. Aveva preparato la tavola ed era indaffarato a tagliare qualcosa vicino ai fornelli, sopra i quali aveva già messo due pentole. Sara spostò la testa per vedere meglio, scoprendo che stava affettando una carota con la stessa meticolosità che usava nel lavoro. Sorrise. Lo amava in tutto quello che faceva e amava la passione che ci metteva nel farlo, anche se era una cosa banale come tagliare delle verdure. Si avvicinò silenziosamente a lui e lo abbracciò da dietro: < Che stai facendo? > chiese, sporgendosi da sopra le sue spalle.

 

Gil girò la testa per guardarla. < È il mio primo… > disse tornando ad occuparsi della carota.

 

< Perché non hai fatto qualcos’altro? Puoi mangiare carne in mia presenza, te l’ho detto. > gli disse dolcemente, dandogli un bacio sul collo.

 

< Non preoccuparti, non è un problema. > le disse. Mise le rondelle di carote da una parte del tagliere e passò alla zucchina.

 

Sara lo osservò silenziosamente togliere le due parti finali e iniziare a tagliare l’ortaggio. Aveva delle mani grandi ma così delicate che avrebbe voluto baciarle centimetro per centimetro, le adorava. Non resistette: allungò le mani poggiandone una su ogni braccio e raggiunse quelle di Gil. Le strinse dolcemente e iniziò a seguirne i movimenti. < Dove hai letto questa ricetta? > gli chiese con un tono sommesso.

 

< Diciamo che…ho ampliato la mia conoscenza sui piatti vegetariani. > Stava avendo qualche difficoltà a mantenere la concentrazione. Sentiva il respiro caldo di Sara sfiorargli la guancia, il suo petto muoversi ritmicamente, le mani che stringevano le sue. Girò la testa verso Sara e lei gli diede un bacio sull’angolo della bocca.

 

< L’acqua sta bollendo. > gli disse poi, andando ad occuparsi della pasta che lui aveva già preparato vicino alla pentola. Contemporaneamente Gil mise le carote e le zucchine nella padella con il pomodoro per preparare il sugo.

 

< Hai controllato la posta? > le chiese senza distrarsi. < L’ho messa sul mobile insieme alla spesa. L’avrei messa a posto, ma non sapevo dove… >

 

Sara lasciò che la pasta cuocesse senza il suo supporto psicologico e si dedicò alla spesa. < Lo sai…ho ricevuto una lettera dal guinnes dei primati… > Prese lo zucchero e il caffè e si avvicinò verso di lui, che si girò a guardarla incuriosito. < Si sono congratulati con me… > Aprì lo sportello sopra le loro teste e cercò un posto per i due pacchetti.

 < …perché ho conquistato l’uomo più affascinante, intelligente, divertente e sensuale del pianeta. > scherzò con un sorriso.

 

< Davvero? Non sapevo che Ecklie si fosse innamorato di te… > disse con indifferenza e guardandola con la coda dell’occhio. Sara esplose in una risata mentre lui le circondava la vita con le braccia e iniziava a darle baci sul collo, salendo pian piano verso il viso, ma fermandosi prima di arrivare alle labbra. < Vuoi cenare prima? >

 

Sara ridacchiò. < Sì, è meglio. > Gli diede un bacio veloce e tornò ad occuparsi della spesa, cercando di riportare il suo battito ad un ritmo salutare.

 

Gil la seguiva con la coda dell’occhio cercando di non rendersi troppo leggibile, non era ancora pronto per parlarne con lei. Passarono l’ora successiva cenando e mettendo a posto la cucina. Sara aveva gradito molto la cena che le aveva portato, e aveva insistito per fargliela assaggiare, approfittandone per ricambiargli lo scherzetto che le aveva fatto poco prima. A volte scherzava con lei, portandola all’apice del piacere per poi interrompersi bruscamente, così si era vendicata condendo ogni boccone con un po’ di sensualità. Tuttavia aveva notato che in lui c’era ancora quel qualcosa di strano che aveva notato quando si era svegliata nel suo letto, ma non gli aveva chiesto niente per non far diventare quella serata troppo seria, aspettando che fosse pronto. Ora però mancavano pochi minuti alle undici, si avvicinava l’ora di andare al lavoro, e con essa l’impossibilità di chiedergli informazioni. Erano seduti sul divano uno accanto all’altra, abbracciati, lasciandosi cullare dalla penombra della lampada e dai suoni della città che entravano dalla finestra aperta. Sara, con la fronte poggiata sul collo di Gil, stava aspettando il momento giusto per parlare senza interrompere le coccole, ma le riusciva difficile anche solo pensare, sentendo le dita calde di Gil che sfiorandole dolcemente il fianco disegnavano dei cerchi sulla pelle. Il suo tocco delicato e amorevole le facevano mancare il respiro, spingendola a ricorrere ai residui della sua forza di volontà per trattenersi dal portarlo a letto. Si strinse ancora di più a lui, allungando una mano sul suo fianco e iniziando a respirare più profondamente. < Tutto ok? > chiese all’improvviso sottovoce.

 

< No… > disse lui dandole una bacio sulla fronte. < Fra qualche minuto devo andare, ho del lavoro d’ufficio da sbrigare prima del turno… > aggiunse piano.

 

Sara si tirò su per guardarlo negli occhi. Allungò una mano verso la sua guancia, accarezzandogliela e posando lo sguardo sulle labbra. < Intendevo che…ho l’impressione che ci sia qualcosa che non va o… > Passò l’indice sulle labbra. < …che mi vuoi dire. >

 

Gil infilò anche l’altra mano sotto la camicia e la strinse. < Non è importante, posso aspettare la fine del turno. > disse, iniziando a perdersi profondamente nei suoi occhi.

 

< Sicuro? > gli chiese, spostando la mano sul suo petto, all’altezza del cuore.

 

< Sì. > Le sorrise. < Non preoccuparti, non è niente di grave. > Coprì la mano di Sara con la sua, e si avvicinò lentamente alle labbra, sfiorandole con le sue, mentre la lingua iniziava dolcemente ad esplorare la sua bocca, e le dita le accarezzavano la spina dorsale mandandole scariche elettriche fino alle braccia. Rese il bacio più profondo e intenso, muovendosi con una lentezza che lasciava Sara senza respiro, finchè non sentì bisogno di interrompere per riprendere il controllo. < Devo andare. > disse soavemente.

 

Gli diede un altro bacio, questa volta più energico, prima di alzarsi e portarlo per mano verso la porta, dove gli aggiustò la camicia un po’ in disordine. < Ci vediamo presto. > gli disse, baciandolo un’ultima volta. Gil le sorrise e uscì dall’appartamento lanciandole un’ultimo sguardo innamorato. Quando chiuse la porta, si girò appoggiandosi con la schiena. Respirò a fondo. Sì, c’era qualcosa che doveva dirle. Non riusciva però a immaginare cosa fosse, in quei giorni non avevano avuto discussioni di alcun genere, né sul lavoro né altrove. Decise che era inutile pensarci tanto, in meno di un’ora non sarebbero più stati Gil e Sara gli amanti, ma Grissom e Sara i colleghi di lavoro, con la conseguenza che dovevano dimenticarsi di loro due e di quello che li riguardava. Fino a quel momento ci erano riusciti abbastanza bene, sul lavoro erano stati molto professionali. Gil non si era sforzata di trattarla come prima e lei lo capiva. Tuttavia a volte aveva l’impressione che lui pensasse a cose che non le diceva per paura di scatenare qualcosa. Era stato molto coraggioso a decidere di stare con lei, entrambi rischiavano molto. Ma lei non avrebbe permesso che le loro carriere fossero rovinate per la stupidità della gente, Gil non lo meritava. Sarebbe anche stata disposta a sacrificarsi, pur di non vederlo ripiombare in quel limbo di solitudine in cui era stato per così tanto tempo. Guardò l’orologio per l’ennesima volta in quella sera e andò a prepararsi per il turno.

 

++++++++++++++++++++++++++++

 

 

To be continued

 

 

+++++++++++++++++++++++++++

 

 

Nota dell’autrice: Vorrei rassicurare i lettori che la fanfic non sarà sempre così romantica, nel prossimo capitolo inizierà il caso, quindi ci sarà meno spazio per le dolcezze.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > CSI - Las Vegas / Vai alla pagina dell'autore: PhoebeMP219