POV
Lauren
Lauren Greys
uscì con passo affrettato dall’ufficio del
preside. Era visibilmente alterata. Camminava a passo svelto, come se
non
volesse che allontanarsi dal preside.
Lauren fissò con rabbia i pochi studenti che ancora
affollavano il corridoio; sapeva cosa stessero pensando. Probabilmente,
credevano che fosse stata appena punita o addirittura sospesa, e per
questo la
fissavano chi con ilarità chi con sorpresa. Lauren Greys era
infatti una delle
migliori studentesse del liceo di Brooklyn, la prima in tutti i corsi.
Era una
ragazza di media statura, con lunghi e lisci capelli castani, occhi di
un
marrone scuro e la pelle diafana. Non era quel tipo di bellezza che si
intravedeva nei manifesti pubblicitari, ma era comunque una ragazza
carina.
«Che avete da guardare?»
intimò Lauren ad un
gruppo di studenti del primo anno, ancora troppo piccoli per
fronteggiare
situazioni di quel genere. In un batter d’occhio, infatti,
corsero via verso le
loro classi.
Intanto, dietro di lei, dei passi frettolosi cercavano di
raggiungerla. Era Danielle Greys, sua madre. La signora Greys lavorava
come
medico nell’ospedale del quartiere. Aveva quasi
quarant’anni, e l’aspetto
gioviale e cordiale di solito riservato esclusivamente al personale di
un
ospedale.
«Lauren, vuoi aspettarmi?»
la chiamò Danielle.
Quasi come si fosse accorta solamente in quel momento di sua
madre, si voltò con forza verso di lei andandole quasi
addosso.
«Non ho nulla da dirti se non che io non
intendo trasferirmi a Londra. Per
nessun motivo» disse con voce ferma la ragazza.
«Non è una decisione che devi prendere
tu, Lauren. Ne
abbiamo già parlato. Mi hanno offerto una promozione e
questo comporta…»
«Promozione?
Vorrai dire Ben Daves!»
sputò Lauren.
Danielle si bloccò sui suoi passi e la guardò con
sospetto.
«E’ questo il problema? Ben?».
La voce
improvvisamente fredda e calma della madre, spaventò Lauren.
Ma non aveva
intenzione di cedere.
«No, mamma. Il problema è che tu stai
buttando
all’aria la tua vita e la mia, solo per un uomo che conosci
da sei
mesi!».
«Sai
bene che non è così. Ho ricevuto questa
promozione e visto che mi permetterà di stare più
vicina a Ben, intendo
accettarla. Fine della discussione».
«Wow,
sono colpita. Ti è bastato un anno per
dimenticare papà?»
Lauren non aveva intenzione di dire
realmente quelle parole,
ma le erano uscite di bocca prima che potesse pentirsene.
Danielle era livida.
«Basta
così. Da oggi, questa non
è più la tua scuola. Ora andremo a casa e
preparerai la valigia. Sabato mattina
si parte>>.
Passandole accanto, Danielle si incamminò verso
l’uscita del
liceo con fare deciso.
Lauren si strinse nella grossa felpa blu e roteò gli occhi.
Era impossibile che tutto questo stesse capitando proprio a
lei. Lasciare la sua
città per andare
dall’altra parte del mondo, in Europa?. Lauren era
così arrabbiata che
respirava a fondo, cercando di calmarsi.
Sua madre era quasi vicina all’uscita e Lauren si decise a
raggiungerla.
Sarebbe stato un suicidio. Una nuova città, una nuova scuola
e nessun amico. Lauren si ritrovò a pensare come la sua vita
avesse realmente
toccato il fondo, quella volta.
***
POV Harry
Harry Styles
scese dall’aereo insieme ai suoi quattro
migliori amici. Sorrise a quel pensiero. Era stato tutto
così semplice. Nessuna
diatriba, nessun conflitto. Tutti si trovavano bene e non
c’era stato nemmeno
un litigio fra loro. Tutto filava liscio.
Una hostess si avvicinò a loro e gli indicò la
strada per il
ritiro bagagli. Con la coda dell’occhio, Harry scorse Louis,
il suo migliore
amico in assoluto, fare l’occhiolino alla ragazza. Sempre il solito, pensò.
«Ancora stento a crederci!»
esordì Zayn,
tenendo il suo Blackberry in mano.
«Il nostro singolo è uscito meno di 48
ore fa e già
abbiamo ricevuto decine e decine di chiamate di giornalisti che
vogliono
intervistarci» disse Niall, con un grosso sorriso stampato in
faccia.
«E Louis ha già chiesto il numero a
tutte le modelle
del nostro video…» aggiunse Liam, sopprimendo a stento una risata.
«In mia difesa, posso dire che mi sto godendo la
vita
di single. E non mi pare che il nostro qui presente signor Styles si
sia
lasciato scappare la possibilità di un appuntamento con miss
Gabrielle!»
esclamò Louis, mettendo il braccio intorno al collo di Harry.
«Non ci hai neanche raccontato come è
andata, alla
fine» si intromise Zayn, mettendo via il telefonino.
Harry sorrise ai ragazzi. Era vero; non aveva raccontato
nulla del suo appuntamento.
«E’ stato… perfetto»
disse infine.
Niall si fece sfuggire un “oh,oh” mentre Liam
iniziò a
fischiare.
«Avete già concluso? Al primo
appuntamento? A Styles
piacciono le facili…»
scherzò Louis,
sapendo bene di essere l’unico a cui
Harry permettesse di fare battute del genere.
Harry si strinse nelle spalle e non aggiunse nulla. Voleva
mantenere alta la curiosità.
«Su Styles, non farti pregare»
lo canzonò
Zayn.
Messo alle strette, Harry annuì vagamente. Subito,
scoppiò
una forte ovazione da parte dei ragazzi.
«Sei un grande!»
«Hai
battuto persino il record di Zayn!»
Harry si sistemò il cappuccio
della felpa sui capelli e
scoppiò a ridere.
«Goditela adesso, perché ora che
passeremo un intero
mese a Londra ti batterò, vedrai!»
lo avvertì Zayn. Niall scoppiò a
ridere. «Si, certo. Per batterlo dovresti fartela ancora
prima di
presentarti!»
«Affare
fatto» disse seriamente Zayn.
Harry si voltò verso di lui, incredulo. Stava veramente
entrando in competizione?
«Va bene, amico» disse Harry, sorridendogli.
Zayn gli strinse la mano e sorrise anche lui a sua volta.
Quel tipo di competizioni erano molto comuni fra di loro ma
la cosa che più piaceva ad Harry era la totale assenza di
ripicche, sotterfugi
o rabbia repressa fra di loro.
Era tutto perfetto.
«Come torniamo a casa?»
chiese Niall,
esaminando le centinaia di persone nell’aeroporto in cerca di
qualcuno con un
cartello con su scritto “One Direction”.
Indovinando i suoi pensieri, Louis gli diede una spinta
leggera e disse: «Non siamo mica nei film, Horan. Noi torniamo a
casa
con i mezzi dei comuni mortali».
«Ma non è giusto!»
si lamentò Zayn. «Bieber può avere un jet privato e noi
no?».
Harry scoppiò a ridere a quelle
parole. Zayn odiava Bieber. Diceva
che si prendeva
sempre tutte le ragazze più belle.
«Signori Styles, Tomlinson, Payne, Horan e
Malik?» una voce alle loro spalle, li fece voltare.
«Johnny!» gridarono in coro i cinque ragazzi.
Johnny J era la loro più fidata guardia del corpo, non che
lo zio di Harry.
«Salve ragazzi, allora come era Los Angeles?»
chiese lui.
Johnny J era un uomo davvero imponente, per così dire.
Grossi muscoli, grosse braccia, grosse mani. Era il “gigante
buono” per i
ragazzi della band.
«Affollata» disse Louis, con un espressione da
decifrare come “Logico, no?”.
«Tante belle ragazze in b-b-bikini»
continuò
Niall, illuminandosi.
«Si, peccato che gli hai rovesciato mezzo frullato
fra le gambe, all’ultima che si è presentata»
lo prese in giro Liam.
«E tu, Styles?» chiese Johnny, rivolgendosi al
nipote.
«Tutto alla grande. Sto solo morendo di fame»
In effetti, non mangiavano da quella
mattina e considerano
che erano quasi le 8 di sera, il suo appetito era più che
giustificabile.
«Andiamo da Nando’s!»
propose Louis.
«Malik, tu l’avresti detto mai che Louis
avrebbe proposto
proprio Nando’s?» chiese Harry con un tono sarcastico.
Insieme, si incamminarono verso l’uscita
dell’aeroporto dove
ad aspettarli c’era una macchina, e centinaia di fans tenute
a bada dalla
sicurezza. Harry e gli altri, le salutarono con una mano. Proprio
mentre
salivano nella grossa jeep dai vetri oscurati, un oggetto morbido
colpì in
testa Harry.
«Che diavolo…?»
Ma l’unica risposta che ebbe fu
la risata isterica di Louis.
«Hai…» iniziò fra le lacrime, mentre rideva a
crepapelle. «Un… re… un re…»
continuò, ma faceva fatica a
parlare. Stava ridendo troppo.
Prima che potesse concludere, Niall fece cadere l’oggetto in
causa nelle mani di Harry.
Un reggiseno di Hello Kitty.
«Sul lato destro c’è un
numero. Vuoi chiamarla?
Magari ha bisogno d’aiuto per infilarselo…».
Zayn scoppiò a ridere.
«Decisamente no»
disse Harry con decisione. «Hello
Kitty è il mio peggior incubo da
quando avevo 3 anni»