Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: virgily    12/08/2011    4 recensioni
"Ci vediamo dunque costretti a sguinzagliare le tre ombre della Regina: il fedele Cane; l’abile Ragno e la nobile Perla. Speriamo che la collaborazione di questi grandi enti della sicurezza inglese possano rendere sua Altezza fiera di voi, come sempre è stato.
Cordiali saluti.
Sua maestà, la Regina."
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’orologio stava per scandire le quattro del mattino e il cigolio della porta che si stava chiudendo lentamente alle loro spalle fece trasalire la donna tra le braccia del maggiordomo. Stretta al suo petto Viola era caduta in un dormiveglia quasi letale, poiché’ sentiva tutti i muscoli del suo corpo rilassarsi a contatto con il suo calore, e le palpebre chiudersi pesantemente sebbene gli bruciassero gli occhi a seguito della crisi di pianto che aveva avuto nel corridoio. Il letto era rimasto proprio come la giovane duchessa lo aveva lasciato, con le lenzuola piegate sul lato destro del materasso, pronte per essere rimboccate. Elegantemente l’uomo la fece calare nel mezzo del sontuoso giaciglio sistemandole a dovere le coperte sopra il suo grazioso corpicino. La duchessa socchiuse appena gli occhi quando sentì le dita di Sebastian sfiorarle il viso, acconciandole una ciocca ribelle che aveva osato posarsi sul suo viso. Aveva un delizioso sorriso soddisfatto sulle labbra, così perfettamente tirato che quasi stomacava l’animo della giovane a letto
-Bene, mi avete messa a dormire. Adesso potete anche andarvene. Oh e per l’amor del cielo toglietevi quel ghigno divertito dalla bocca...- sussurrò sbuffando stancamente mentre si stropicciava gli occhi con il velluto dei suoi guanti scuri
-La mia presenza vi innervosisce a tal punto my lady?-
-evidentemente si. E adesso sparite. E’ un ordine- rispose con voce ferma e quasi spietata mentre finalmente chiudeva gli occhi e si preparava a dormire. Le labbra dell’uomo si sollevarono appena. Era divertito dal suo atteggiamento rude e severo, simile a quello del suo padroncino ma nel caso di Viola c’era qualcosa di diverso, qualcosa a cui nemmeno Sebastian Michaelis  non riusciva a dare un nome. Sommise, e sollevando lo sguardo notò con disgustato piacere un riflesso provenire proprio da dietro la finestra, la quale non era stata mascherata con le tende per evitare di compromettere il riposo della sua preziosa ospite. Sebastian doveva ammetterlo, era stato bravo perché’ fino a quel momento non si era minimamente accorto della sua oscura presenza. Il maggiordomo lanciò uno sguardo fugace alla giovane che già era crollata in un sonno profondo, e con silenziose falcate raggiunse la vetrata dalla quale si affacciava quella figura sinuosa e scura con una macchina fotografica tra le mani. Il suo paio di occhiali poggiati sul naso brillavano appena sotto una flebile e oramai stanca luna, e un riso divertito e beffardo scolpiva le sue labbra di marmo
-Vedo che non hai perso tempo... Claude- sussurrò con tono di sfida. Sapeva che il demone dall’altro lato avrebbe sentito e ne ebbe conferma quando questo s’inchinò quasi in segno di rispetto dinnanzi a lui, pronto per congedarsi, agile e silenzioso come un ragno. Sospirando il maggiordomo serrò le tende e tornò a guardare la ragazza sotto le lenzuola, che nel frattempo si era rannicchiata in posizione fetale con i capelli frastagliati sul cuscino e le labbra dischiuse. Non osò avvicinarsi nuovamente a lei, no non si sarebbe mai permesso di disturbarla durante il suo sonno sebbene la sua aura demoniaca già aleggiava sopra di lei, e bramava di saggiare ciò che con tanta foga lady Killarney stava tentando di preservare. Non appena la lancetta del grande orologio toccò le quattro e un quarto però un ennesimo sorriso baciò le labbra del demone, e l’oscura presenza che sfiorava la candida pelle della giovane si ritrasse di colpo alle sue spalle, e nel silenzio della primissima mattina Sebastian si dileguò.
 
Erano le sette del mattino quando il sole aveva cominciato a fare capolino da dietro le nuvole scure che avevano avvolto la notte in un umido abbraccio. I primi raggi dell’alba cominciavano a ghermire la stoffa pensante delle tende che pendevano da sopra le finestre socchiuse.  Due occhi dello stesso colore di un esotico cielo estivo si erano spalancati molto prima del solito, e indagavano impazientemente nei meandri della sua raffinata e pacchiana camera da letto, fremente di vedere quella losca figura che amava ammirare nella sua austera compostezza e inflessibilità. I biondi capelli  ricadevano sul viso disordinatamente mentre si girava più e più volte sotto le calde lenzuola. Non aveva dormito molto, i suoi pensieri erano rivolti a tutt’altro che al riposo: a qualcuno di cui non conosceva neanche il nome, ma soltanto l’appellativo; ad una persona che tuttavia stuzzicava e eccitava la sua giovane mente. Sul comodino posto al lato destro del letto una lettera, e il cuore di Alois ardeva. “Il cane da guardia” il suo Ciel, l’oggetto delle sue notti in bianco. “La Perla”, un punto interrogativo. Una figura di cui soltanto il pensiero annebbiava qualsiasi altro desiderio, anche il più impuro... anche il più succulente e depravato. Sentì bussare alla porta e un sorriso a trentadue denti si dipinse sul suo volto mentre si sollevava di scatto dal suo giaciglio
-Oh, non pensavo di vedervi già sveglio Donna-sama- affermò arrestandosi di colpo dinnanzi alla porta semi aperta. Tra le mani un vassoio con l’occorrente per il thè del mattino e un rettangolo di cartoncino bianco molto simile a una fotografia capovolta. Sollevandosi di scatto dal cuscino il giovane fece vorticare i capelli per aria mentre le sue iridi chiare si puntavano birichine su quella figura di spietata superbia ed eleganza
-Mi hai portato quello che desideravo?- domandò a sua volta senza neanche degnarsi di rispondere all’affermazione che il suo maggiordomo nero aveva pronunciato pochi istanti prima. Annuendo Claude poggiò il pesante vassoio sul comodino e si mise a preparare il thè soltanto dopo aver mostrato la preziosa fotografia al suo padroncino. Con mani avide le sue piccole dita affusolate finalmente sfiorarono quel prezioso cartoncino con impressa un’immagine in bianco e nero di quella che, per gli occhi di un estraneo, potrebbe sembrare una copia di novelli sposi che entra per la prima volta nella loro casa: con schiena dritta e portamento fiero quel maggiordomo, che da tempo Alois voleva fuori dai piedi, portava tra le braccia una fanciulla piuttosto audace sebbene sembrasse dormiente. Intravedeva la coscia della ragazza dallo spazietto che si era venuto a creare tra la cortissima camicia da notte e la parigina che le fasciava la gamba, e per il biondino fu difficile trattenere un fremito, Claude aveva ragione quando il giorno prima aveva menzionato ad una “giovane dalle belle membra”
-Dunque è veramente lei “la Perla”...- affermò con un ghigno divertito sulle labbra mentre gli veniva offerta una tazza di thè nero
-Esattamente. Al momento Lady Viola Killarney risiede presso la casa del conte Phantomhive...-
-Ecco svelato il mistero per cui una gemma del genere si trova tra quelle braccia immonde...- ridacchiò sfiorando con la punta delle dita la fotografia come se potesse sentirne la consistenza e il calore di quella pelle pallida
-Sembra che questo mattino lady Killarney e il conte Phantomhive si sarebbero recati presso l’orfanotrofio di Santa Clara per delle ricerche a proposito dell’indagine-
-Perfetto! Manda a chiamare la carrozza. Si entra in scena mio caro Claude- sogghignò lanciando il prezioso foglio per aria, lasciandolo dondolare nel cielo prima di adagiarsi al suolo mentre si lasciava spogliare dalle mani esperte e abili del suo maggiordomo. Ciel Phantomhive e Viola Killarney... Alois già fremeva al pensiero: due succulenti e prelibati oggetti del suo personale desiderio intrappolati nella sottile e raffinata rete del suo “gioco proibito”.   
 

*Angolino di Virgy*

Chiedo umilmente perdono, lo ammetto ci ho messo un bel po'!

Finalmente ho fatto entrare in scena Alois, aspettavo da tempo questo momento!

Spero che vi piaccia! E lasciate un commentino se vi va, mi farebbe piacere sapere se la storia vi sta piacendo o no.

Un bacio

-V-

     
  
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