Butterfly's sacrifice

 La missione aveva la proirità e Shikamaru, come leader di un gruppo di spavaldi genin, lo sapeva benissimo. Lo scopo era salvare un Uchiha, il più giovane, che si era perso improvvisamente per colpa di spettacolarità dannatamente attraenti dirette da Orochimaru.
Lui lo aveva capito perchè sapeva che tenendolo d'occhio sarebbe arrivato alla nuda verità di una condizione misera e oscura.
In missione questi pensieri erano però superflui, in quanto poteva darsi benignamente del deficiente perché niente andava come aveva programmato.

Merda. Che seccatura.

Chouji aveva deciso di sacrificare se stesso e di difendere la posizione di Chunin leader del moro svogliato per il bene del gruppo e di sentimenti che lo guidavano, di giocarsi la sua ultima carta, una carta forse troppo letale e minacciosa per un tredicenne in erba: ma evidentemente un tredicenne ha bisogno di crescere da quelle ideologie che lo sovrastano quotidianamente.

Ciccione. Palla al piede. Buono a nulla.

No, lui non é così e lo sai. Determinato come non mai, si decise a lanciarsi nella mischia con il suo avversario, con la caratteristica forza Akimichi degna di una rullata di un gran tamburo.

E Shikamaru crede in lui, ma se ne va con i suoi compagni di sventura perchè sa che quello è il suo compito principale: crescere e uscire da un tunnel fatto di sofferenza.
E il Nara sente Kiba, che è scettico sul da farsi e sull'erede alla casata Akimichi e Naruto, che lascia che le parole di Shikamaru riempiano il silenzio di quell'apparente inutilità del sacrificio del 'robusto'.
Ora ci credono tutti, si sente la speranza rinnovarsi perchè ora è nato il rispetto verso lui, l'emarginato.
E i ragazzi vanno interperriti verso l'obiettivo come veri soldati prossimi alla fredda morte che non li guarderà mai in faccia.

'La vita è breve, come una farfalla variopinti di mille colori.'

Procedendo a passi lesti, quel grazioso animaletto svolazza superando Nara che non riesce più ad avvertire niente di certo se non la vita.
Dici che non hai niente, ma ti accorgi che il tuo castello di crude convinzioni sta tremando per un'apparente morte che non trovi indifferente.
Non puoi piangere, codice ninja o meno, ti continui a creare la barriera per definirti duro, quando poi sai che hai paura di perderlo.
Ti ricordi del posto speciale, da dove è cominciato tutto, il sole coperto dalle quelle nuvole candide che tanto invidi e lui accanto a te, pronto a conoscerti un po' meglio.
E tu lo apprezzasti a modo tuo, rimanendo nel suo cuore per sempre.
Stringi i pugni e chiudi gli occhi per pensare. E dici sottovoce, quasi impaurito:

'Ti voglio bene Choji, non morire.'