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Autore: Martyx1988    13/08/2011    5 recensioni
Secondo capitolo delle avventure di Ayame, reincarnazione di Afrodite, e delle sue Sacerdotesse. Sconfitto Efesto, la pace sembra tornata sulla Terra, finchè un nuovo nemico non si presenta, costringendo la dea ad una fuga al Grande Tempio. Sarà l'occasione per tre ragazze di conoscersi meglio e di conoscere nuovi amici e le loro storie...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aquarius Camus, Gemini Kanon, Nuovo Personaggio, Scorpion Milo, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La Dea dell'Amore'
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Babylon
(seguito di "A Divine Love")

5 – Synagein

Quando sorse il sole su quella prima mattina greca, Ayame era già in piedi, nonostante non avesse la minima idea di casa avrebbe potuto fare per il resto della giornata. Pochi minuti dopo che i raggi del sole ebbero lambito il suo corpo in attesa davanti alla finestra, qualcuno bussò alla sua porta. Ayame si trovò davanti una ragazzina di massimo quindici anni, vestita decisamente all'antica, con in mano un vassoio ricco di vivande.

La vostra colazione, signorina” sorrise la bambina, porgendoglielo.

Oh, grazie” rispose lei sorpresa, prendendo il cabaret.

Il Gran Sacerdote vuole che scendiate nella Sala del Trono tra un'ora, per il Synagein” continuò la ragazzina, sempre con voce cristallina e allegra.

D'accordo, grazie dell'informazione”

Mi ha anche detto che gradirebbe che voi veniste in abiti consoni alla situazione”

Nient'altro?” indagò Ayame, evitando di guardare com'era vestita.

No, questo è tutto quello che dovevo dirvi. Adesso vado, devo aiutare la mia mamma col bucato. Ci vediamo domani mattina, signorina!”

Ayame non fece i tempo a ricambiare il saluto che la bambina era già scomparsa dietro il muro del corridoio.

Richiuse la porta alle sue spalle e posò il vassoio sul tavolino davanti alla finestra. La colazione abbondante comprendeva due fette di pane, uova sbattute, una mela, una tazza di latte e un bicchiere di succo di frutta. Ayame spiluccò qualcosa qua e là, pensando a quale dei suoi vestiti poteva essere adeguato per il Synagein, la riunione dei dodici Cavalieri d'Oro al cospetto di Atena e del suo Celebrante.

Non aveva mai posseduto abiti tradizionali, nemmeno quando era ancora una dea. Non voleva sfigurare in mezzo a tutti quanti, ma, al contempo, non concepiva tutto quel tradizionalismo.

Finita la colazione tentò di abbinare qualcuno dei suoi abiti in modo che somigliasse vagamente a qualcosa di greco, con scarsi risultati.

Quando bussarono di nuovo alla porta, Ayame aprì e si trovò davanti la sua salvezza.

Galatea teneva in mano una candida e semplice veste di lino, fresca di bucato.

Quando mi hanno comunicato del Synagein, ho pensato che ti sarebbe servito qualcosa del genere” sorrise la Sacerdotessa, accennando al vestito.

Non puoi neanche immaginare quanto ci hai azzeccato!” esclamò Ayame, tirando poi un sospiro di sollievo mentre lasciava entrare l'amica.

Galatea notò la confusione che regnava nella stanza e si lasciò scappare una risata.

Hai cercato una soluzione alternativa?”

Sì, ma con pessimi risultati. Grazie al cielo sei arrivata tu” rispose Ayame, iniziando a spogliarsi.

È bastato chiedere un po' in giro per ottenerne qualcuna in prestito per tutte e tre” spiegò Galatea.

Spero solo che non sia obbligatorio usarle anche per girare per il tempio. Non credo che potrei resistere”

A me sembra di essere tornata a casa invece” ribattè Galatea con tenerezza, mentre fissava alcuni fermagli sulle spalline dell'abito con maestria.

Ayame sorrise. “Ti trovi bene qui?”

Galatea scosse le spalle. “Mi sento più a mio agio. Il Santuario è ciò che di più simile ai miei ricordi abbia mai visto. Però è solo il primo giorno, magari tra un po' di tempo rimpiangerò tutte le comodità del ventunesimo secolo. Anche se devo dire che le Case dei Cavalieri d'Oro non sono così antiche come sembrano. Camus possiede una cucina con ogni genere di elettrodomestico”

Non mi sembra di aver visto nulla del genere alla Casa dei Gemelli” commentò senza pensarci Ayame.

Galatea fermò a mezz'aria la mano con cui stava acconciando una ciocca di capelli dell'altra ragazza. Ayame notò l'espressione sorpresa della Sacerdotessa e si affrettò a raccontarle quanto avvenuto la notte precedente.

Forse avevo talmente fretta di togliermi di torno, che non ho badato a guardare in giro” concluse con semplicità Ayame. L'espressione sconvolta sul volto di Galatea però non se ne andò.

Sei entrata nella Casa dei Gemelli... di notte?” ripetè dopo qualche secondo, scandendo bene le parole.

Sì, ma non è successo niente di strano. Te l'ho detto, quel Kanon mi incuriosisce. C'è molto di più di quanto non dia a vedere”

A me mette i brividi quasi quanto Death Mask” disse Galatea, che aveva ripreso ad annodare i capelli di Ayame con cura.

Come fai a dirlo, se non l'hai mai visto?” domandò l'altra bionda, incuriosita.

L'ho incrociato mentre salivo a portarti la veste. Mi ha anche chiesto se potevo dirti che ti stava cercando, ma dovevi vedere che faccia aveva mentre mi parlava”

Ayame si alzò di scatto dalla poltrona, rischiando di strapparsi la ciocca di capelli che Galatea le stava pettinando.

Kanon vuole vedermi?” domandò incredula all'amica.

Sì, ha detto così” rispose lei, preoccupata dall'eccessiva reazione di Ayame. Dal canto suo, questa non sapeva se essere spaventata o elettrizzata dalla cosa. Forse voleva metterla in guardia nel caso le fosse venuta un'altra volta l'idea di entrare in casa sua di nascosto. Forse voleva dirle di stare alla larga da lui, se non voleva rischiare la vita. Forse voleva soltanto parlarle.

Sopraffatta dalla curiosità, Ayame uscì di corsa dalla stanza, senza badare ai richiami di Galatea. Superato l'intrico di corridoi che separavano la sua stanza dall'ingresso, andò quasi a sbattere contro qualcosa di metallico, che si scansò all'ultimo momento.

Accidenti!” esclamò Milo, divertito. “Non avevo mai visto nessuno così impaziente di partecipare ad un Synagein”

No, io... veramente stavo cercando Kanon” spiegò Ayame, leggermente imbarazzata.

Kanon? Non ti basto io?” ammiccò il Cavaliere, per poi concludere il teatrino con una risata e indicare ad Ayame che Kanon era fuori dal Palazzo.

Questa lo ringraziò e uscì dal Tempio.

Kanon era in cima alla scalinata, seduto sull'ultimo gradino, con lo sguardo perso oltre le Dodici Case. Non indossava un'armatura d'oro come gli altri. Pur essendo sempre dorata, la fattura era diversa.

Ayame gli giunse a pochi metri di distanza e cercò di attirare la sua attenzione con un timido “Ciao”.

Kanon si voltò per vedere chi l'aveva distolto dai suoi pensieri. Mostrò ad Ayame il solito sguardo di pietra, quindi si alzò con molta calma, raccolse l'elmo dell'armatura, che pose sotto il braccio sinistro, e la raggiunse.

Senza dargli il tempo di ribattere, Ayame si lanciò in una lunghissima giustificazione degli avvenimenti della sera prima.

Senti, mi dispiace per ieri notte. Lo so, non è educato entrare in casa degli altri senza permesso, ma non riuscivo a dormire e ti ho visto dal terrazzo mentre cantavi. Mi sono incuriosita e sono scesa, ma ti giuro che non volevo spiarti o cose del genere, solo che sei l'unico Cavaliere che non avevo visto. Cioè, ci siamo visti, ma per poco, e su di te non mi hanno detto molto, allora pensavo che potesse essere una buona occasione per conoscerci, ma ho scelto il momento sbagliato e...”

Io non volevo parlarti di questo” la interruppe Kanon. Il suo tono di voce era monocorde, distaccato, ma potente.

Ayame rimase interdetta qualche secondo, prima di ribattere. “Ah, no?”

Kanon ribadì la cosa scuotendo leggermente la testa, quindi allungò la mano destra chiusa a pugno verso la ragazza.

Deve esserti caduta ieri sera, mentre scappavi” le spiegò, sempre inespressivo.

Ayame aprì la mano e Kanon vi lasciò cadere il ciondolo di Mikio.

Grazie” sorrise Ayame. “Pensa che non me ne ero nemmeno accorta”

Se lo riagganciò subito al collo e lo nascose sotto la veste.

Stava meglio con l'abbigliamento che avevi ieri” disse Kanon, spiazzando totalmente la ragazza, che lo guardò con tanto d'occhi.

Suppongo sia stato Shion ad intimarti di vestirti così”continuò lui, accennando alla veste.

Sì, infatti. Perché, sto male?” domandò Ayame preoccupata.

Dubito che qualcosa stia male, addosso a te, però diciamo che non è il tuo genere. Comunque il supplizio durerà poco, non sarete torturate a lungo”

Detto questo, Kanon la superò con noncuranza ed entrò nella Tredicesima, lasciando Ayame basita in cima alla scalinata.

Quell'uomo era riuscito ad essere gentile, ironico e gentiluomo con poche parole e senza mai cambiare tono di voce.

La ragazza si voltò appena in tempo per vedere il suo marcato profilo greco scomparire dietro una colonna e una domanda le sorse spontanea: chi era Kanon di Gemini?

Il richiamo di Psiche dal fondo della scalinata la fece tornare alla realtà. Anche la Sacerdotessa era in abiti tradizionali, ma, dopo anni di abbigliamento moderno, anche lei non sembrava a suo agio dentro quella palandrana bianca.

Insieme le due ragazze rientrarono al Tempio, dove si riunirono a Galatea per fare il loro ingresso nella sala del trono.

Altri dieci seggi erano stati aggiunti a fianco dello scranno del Gran Sacerdote, in due file da cinque per lato. Tre sgabelli finemente intagliati e adorni di cuscini rossi chiudevano il rettangolo. Le tre ragazze sarebbero state, dunque, faccia a faccia col Gran Sacerdote.

La maggior parte dei Cavalieri aveva preso posto e ammazzava l'attesa chiacchierando. Ayame e le due Sacerdotesse presero posto senza proferir parola, intimorite da tutta quella magnificenza, e si presero istintivamente per mano.

Mentre si guardava intorno nervosa, Ayame incrociò di nuovo lo sguardo di Kanon di Gemini, il quale, a differenza degli altri, non stava parlando con nessuno dei presenti. Lei abbozzò un mezzo sorriso e il Cavaliere le rispose con un impercettibile movimento dell'angolo della bocca che perturbò di poco la sua solita espressione insondabile.

Non le era mai successo di sentirsi un pesce fuor d'acqua. Aveva sempre avuto la capacità di adattarsi a tutte le situazioni, ma quella le sembrava troppo al di fuori della sua portata. La grandiosità di tutto il complesso del Santuario e di quella sala in particolare, poi, avevano il potere di metterla in soggezione. Era avvezza a palazzi e opulenza, ma il Grande Tempio faceva parte di un'altra epoca, di un altro mondo a cui, ormai, sentiva di non appartenere più.

Il silenzio calò bruscamente nella sala, segnando l'entrata del Celebrante. Shion, a capo scoperto e con la lunga tunica blu addosso, si sedette sul trono, dando ufficialmente inizio al Sinaygen. I suoi occhi scuri puntarono subito sulle tre donne di fronte a lui. Iniziò a parlare fissando intensamente Ayame, seduta rigidamente sullo sgabello centrale. La ragazza sostenne lo sguardo.

Tutti voi sapete il motivo della nostra presenza qui” disse senza perdersi in preamboli. “Un nuovo misterioso nemico ci minaccia. Non solo noi esseri umani, ma anche gli dei dell'Olimpo. Zeus in persona ha dovuto mettere da parte gli antichi rancori per avere i mezzi per fronteggiare questo pericolo. Noi. Sulla Terra siamo i guerrieri più potenti, secondi solo alle reincarnazioni stesse. Reincarnazioni che ci è stato ordinato di proteggere. Ed è quello che faremo.

Abbiamo rischiato che il nemico portasse a compimento la sua prima mossa, ma un caso fortuito ha fatto sì che ciò non accadesse e ci ha dato la possibilità di rimediare. La dea Afrodite si è sacrificata per sua sorella Atena, rendendo vano l'attacco di questi Angeli. Tuttavia la dea non ne è uscita incolume. È rimasta imprigionata nel suo involucro, esposta al più semplice nemico come un comune essere umano”

A sentirsi definire involucro, Ayame avrebbe voluto far notare al Gran Sacerdote che era presente e sentiva benissimo ogni sua parola. E involucro non era proprio un complimento.

Ayame era la reincarnazione di Afrodite” proseguì Shion, indicandola con una mano “Ma adesso è una comune mortale e ci è stato affidato il compito di proteggerla. Due delle Sacerdotessa di Afrodite si sono rese disponibili per aiutarci in questa missione. Alloggeranno qui, insieme ad Ayame, per tutto il tempo necessario, ossia finché il nemico non sarà sconfitto o reso incolume. Nel frattempo, per motivi di sicurezza, Ayame non dovrà uscire dai confini del Tempio per nessun motivo. Il che significa che voi dovrete fare in modo che ciò non accada”

Ayame ne aveva abbastanza di sentire parlare di lei in terza persona, come se non fosse presente.

Non preoccupatevi, Gran Sacerdote” si intromise di forza, zittendo Shion “Non ho ancora tendenze suicide e so obbedire agli ordini”

Allora suppongo non ti dispiacerà se ti ordino di non uscire più dalla Tredicesima di notte”

La ragazza non riuscì a ribattere prontamente, dando l'opportunità al Celebrante di riprendere il discorso.

Mi auguro inoltre che le Sacerdotesse siano disponibili a rafforzare questa sorveglianza, motivo per il quale hanno preso alloggio nelle due Case immediatamente precedenti a questo palazzo. Queste sono le mie disposizioni” concluse, concedendosi di appoggiarsi allo schienale del trono. “Qualcuno di voi ha qualcosa da aggiungere?”

Dopo qualche secondo di silenzio, rotto solo da lievi bisbigli, la voce di Shaka si fece largo fra tutte.

Avrei una proposta, Eccellenza” esordì il Cavaliere della Vergine, per poi mettersi in piedi in modo che tutti potessero sentirlo.

Shion gli diede il permesso di procedere.

Dopo l'attacco a palazzo Kido, ho avuto modo di sondare l'anima di Ayame. Volevo solo precisare che Afrodite non è imprigionata all'interno della ragazza, ma quasi addormentata e incapace di risvegliare se stessa e i suoi poteri. Detto questo, io penso di poterla risvegliare, ovviamente con la collaborazione di Ayame. Se si sottoporrà a delle sedute giornaliere insieme a me, e non metto in dubbio che ci metterà tutto l'impegno richiesto, Afrodite ha buone probabilità di risvegliarsi in lei. Ayame e Afrodite potranno tornare ad essere una cosa sola come un tempo”

Ayame ringraziò mentalmente mille volte Shaka per la sua proposta. Almeno qualcuno sembrava veramente interessato a lei. Shion soppesò le parole del Cavaliere per qualche secondo, prima di rispondere.

E sia, Shaka. Sarai il mentore di Ayame in questo tentativo di recupero dei poteri. Se non altro per qualche ora sarà strettamente sorvegliata. Altre proposte?”

Come agiremo se gli Angeli tenteranno di attaccarci?” domandò Kanon, senza giri di parole.

Cercherò informazioni sul loro conto nella Biblioteca del Tempio...”

La Biblioteca è andata distrutta, Eccellenza” gli fece notare il Cavaliere. “L'unica raccolta di libri a cui potete accedere è la Biblioteca Pubblica di Atene, al momento”

Grazie dell'appunto, Generale. Perché allora non andate voi per primo a cercare informazioni là?”

Quelle poche battute bastarono ad Ayame per stimare Kanon e odiare Shion ancora di più. E poi, perché Kanon era stato chiamato Generale?

La testimonianza diretta di Ayame potrebbe venirmi utile. Se ho ben capito, l'Angelo che l'ha attaccata è suo fratello e questo indizio potrebbe essere un buon punto di partenza per le ricerche”

Sono sicuro che potrai avere tutte le informazioni che vorrai dai quattro Cavalieri che si sono recati a Tokyo e che hanno assistito alla scena. Non è necessario che parli direttamente con lei. Questo per evitare malintesi di ogni sorta tra te e la nostra dea addormentata”

A quelle parole, per la prima volta, la maschera impassibile di Kanon si incrinò. Una profonda ruga andò a solcargli la fronte e gli occhi lampeggiarono in direzione del Gran Sacerdote. L'intervento pronto di Mu, che poggiò una mano sul copri-spalla del compagno, bastò a calmare l'animo del Generale.

Direi che è tutto, per il momento” concluse Shion, alzandosi dal trono. Tutti i presenti lo imitarono, con gran gioia di Ayame, che cominciava a sentire l'atmosfera farsi pesante e insostenibile.


Una volta fuori dalla Sala del Trono, Ayame sentì il bisogno di uscire dal tempio per prendere una boccata d'aria e calmare i bollenti spiriti.

Poteva accettare un atteggiamento di distacco da parte di Shion, ma non il disprezzo così per partito preso. E la reazione alla sua fuga notturna della sera prima le sembrava eccessiva. Non era una bambina, sapeva benissimo badare a se stessa, senza per forza impedirle di uscire dai confini del Tempio. Dopotutto, dovevano proteggerla, non rinchiuderla.

Mentre i pensieri si rincorrevano nella sua testa, Ayame iniziò a percepire un senso di oppressione al petto. Il respiro si era fatto più affannoso e il caldo le pareva insopportabile. Presto iniziarono a comparirle punti neri nel campo visivo, quindi perse forza nelle gambe, che non furono più in grado di sorreggerla.

Sentì a malapena una voce allarmata chiamarla, forse quella di Galatea, mentre con quella che le parve una lentezza estenuante cadeva a terra. Quando avrebbe dovuto toccare terra, però, due braccia forti giunsero in suo soccorso e la sorressero cingendola per la vita e risollevandola con estrema facilità.

Aveva la vista ancora annebbiata e non riuscì a distinguere i lineamenti del suo soccorritore, né vide in che luogo la stava portando. Percepì soltanto un cambio di luce, da cui intuì che doveva averla riportata dentro alla Tredicesima, quindi sentì che la poggiava su una superficie dura e fredda, lasciandole le gambe sollevate.

Una mano grande e callosa si poggiò sulla sua fronte, che scoprì essere ricoperta di sudore freddo, e le scostò le ciocche bagnate dal viso.

Pian piano la sensazione opprimente scemò e Ayame ritornò a vedere nitidamente. Subito incrociò due occhi blu che la fissavano seri. Se fosse stata bene, probabilmente avrebbe sorriso nel constatare che il suo soccorritore era Kanon.

Si sta riprendendo” affermò col suo solito tono monocorde, per poi prenderle il polso tra le dita.

A quelle parole altri due volti entrarono nel suo campo visivo, totalmente diversi da quello imperturbabile del Generale. Psiche e Galatea erano infatti visibilmente preoccupate, la seconda in special modo e, pensò Ayame, più per il fatto di essere in compagnia di Kanon che per le sue effettive condizioni di salute.

Kanon le lasciò il polso e accompagnò le sue gambe, che aveva tenuto alte con un braccio fino a quel momento, finché non poggiarono sulla panca.

Come ti senti?” chiese ad Ayame.

Meglio, grazie”

Adesso prova ad alzarti lentamente e a metterti seduta” le disse. Non appena Ayame ebbe sollevato la schiena, Kanon la cinse con un braccio per sorreggerla nel caso avesse avuto di nuovo un mancamento. A parte un lieve giramento di testa, però, la ragazza non ebbe alcun problema e il Generale lasciò la presa.

Il Synagein fa questo effetto a molte persone, non è niente di grave” commentò Kanon, sorprendendo Ayame quando un mezzo sorriso comparve sul suo volto.

E tu le hai sempre soccorse tutte?” domandò lei, sorridendo a sua volta.

Solo quelle più interessanti”

Kanon!”

Il richiamo del Gran Sacerdote rimbombò per tutto l'ingresso. Ayame lo trovò più fastidioso del solito e non era sicura che fosse per colpa del malore di poco prima.

Il Generale si alzò prontamente, senza più nemmeno l'ombra del sorriso in volto.

Sì, Eccellenza” rispose poi con poca enfasi.

Ti suggerisco di affrettarti ad andare ad Atene, la Biblioteca potrebbe chiudere” gli fece notare senza nemmeno tentare di nascondere il sarcasmo delle sue parole.

Kanon tuttavia non reagì, ma si congedò rapidamente da tutti loro e sparì lungo la scalinata delle Dodici Case.

Dovresti andare nelle tue stanze a riposarti, Ayame” suggerì invece a lei. “Sei evidentemente ancora cagionevole e spossata dal viaggio. Un po' di riposo di farà bene”

Shion non le diede nemmeno il tempo di ribattere che si richiuse la porta della Sala del Trono alle spalle.

Sono convinta che a lui farebbe bene qualcos'altro, invece” commentò Ayame fra i denti, per poi rimettersi velocemente in piedi. Psiche e Galatea accorsero subito da lei, ma la ragazza sembrava aver ripreso le ottime condizioni di sempre.

Tornò nella sua stanza a passo marziale, con le due Sacerdotesse dietro. Una volta che Psiche si fu richiusa la porta alle spalle, Ayame esplose.

Che si strozzi col pranzo, sua Eccellenza capelli color acido!” esordì infatti, slacciando con poca grazia la cintura che aveva in vita. “'Non ti dispiace se ti ordino di qui...', 'Ti suggerisco di fare di là...', 'Dovresti di su...'... E io ti suggerisco di esplodere, pallone gonfiato!”

Gettò quel che restava del suo abito sul letto e si infilò le prime cose che le capitarono sotto mano, quindi uscì sul terrazzino. Sfogò tutta la sua ira urlando epiteti poco fini per Shion al mare che aveva di fronte, quindi prese un respiro profondo e tornò in stanza, dove Psiche e Galatea la osservavano ammutolite. Non l'avevano mai vista così arrabbiata e si ritennero molto fortunate che fosse successo in un momento in cui era priva di poteri.

Sapete che vi dico?” riprese Ayame, ancora fremente. “Che ha fatto incazzare la persona sbagliata nel momento sbagliato. Celebrante di Atena o meno, se ne pentirà amaramente. Sarà l'estate peggiore di tutta la sua vita, vecchia e nuova”

Sicura che sia una buona idea?” si azzardò a chiedere Galatea. “Potrebbe non concederti più la sua protezione”

Staremo a vedere” concluse Ayame. “Ad ogni modo ci conviene scendere a Rodorio per il pranzo, ho bisogno di stare il più distante possibile da Shion per almeno cinque ore”

Ben ritrovati! Per fortuna nessuno mi ha linciato a parole per aver fatto cantare Kanon :)

In questo cap ho reso Shion un po' antipatico e forse un po' OOC, lo so, ma tutto verrà giustificato a tempo debito. In questa storia, poi, Ayame si comporterà più da ragazza 'normale' e abbandonerà la veste di reincarnazione di dea Kido style, primo perchè non è come la cara Saori (e infatti non si fa problemi a mandare a ramengo Shion, come avete visto), secondo perchè, anche come Afrodite, la vedo più fresca e spontanea, e comunque meno impostata di Atena. Di sicuro un comportamento che avrà delle conseguenze al Santuario (e che conseguenze!)

Basta anticipi! Buona lettura!

   
 
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