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Autore: Deirdre_Alton    13/08/2011    1 recensioni
C'è un piccolo ragno di nome Agravain che tesse la propria tela, nella sua trama saranno in molti a cadere. Sarà l'imprevisto però a far crollare il suo mondo.
C'è un'altra tela, grande, immensa, tessuta da Dio e dalla Dea. Questa trama si espande, oltre il mare, chi ne rimarrà impigliato?
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Agravaine, Gawain, Mordred, Morgana, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 34

Dindrane concluse un accordo con il capitano della nave Aidah, Fahmi. Mi avrebbe portato in Britannia ed aspettato per tre settimane, se non mi fossi fatto rivedere o non avesse ricevuto mie notizie durante quell'arco di tempo, sarebbe ripartito per Sarras. Dindrane non conosceva altra rotta se non quella che portava a Corbenoic e a me andava benissimo di sbarcare lì. Forse avrei potuto ritrovare la mia giumenta e magari avere qualche notizia dal vecchio Orithil.
Partii tre giorni dopo, avrei preferito salpare senza tanti onori, saluti e fiori lanciati verso di me, ma Galahad che solitamente era sempre stato molto sobrio in queste cose, non ne volle sapere della mia discrezione.
Dindrane prima di partire mi disse di portare i suoi saluti ai nostri marinai, augurandosi che non avessero abbandonato quella terra inospitale, ora che avevano portato a termine la loro missione.
Galahad incurante della folla che ci guardava, mi diede un bacio d'addio. Nessuno ne rimase scandalizzato, l'unico ad arrossire fui io. Non mi disse nulla, si limitò a guardami serio. Ci eravamo detti tutto la notte precedente e sapeva che avrei fatto di tutto per poter tornare da lui.
Il viaggio mi sembrò durare un'eternità, semplicemente per il fatto che ero nervoso. Non avevo detto a Galahad cosa pensavo di trovare al mio arrivo a Camelot, ma l'unica parola che si riaffacciava nella mia testa era ”guerra”.
Non sapevo di chi contro chi.
Riapparendo in questo momento forse avrei scatenato io quello scontro.
Rabbrividii inorridito.
Se mia zia Morgana mi aveva chiamato, non poteva averlo fatto per mettermi in pericolo.
Fino a che navigammo all'interno del Mare Nostrum, il tempo fu bello, ma una volta affacciati sul grande mare che raggiungeva e lambiva le coste della Britannia, il cielo si fece più scuro.
I marinai di Fahmi non avevano mai affrontato quelle onde, avevano sempre navigato all'interno del loro mare chiuso. Ma questo non li spaventò, erano sempre pronti e all'erta ad ogni segno del mare e dell'aria.
Trovammo pioggia fine, pioggia forte, mare in burrasca.
Questo non ci fermò.
Arrivammo a Corbenoic sani e salvi, la nave aveva bisogno di qualche riparazione, ma non era stata compromessa.
Fui piacevolmente sorpreso di trovare Orithil al mio arrivo.
«Principe corvo, sei venuto a prendere la tua Elvellon?» Mi chiese salutandomi.
«Non proprio.» Risposi osservandolo con attenzione.
«Hai sentito profumo di guerra, Principe?» Mi chiese studiando il mio volto.
Annuii. «Credo proprio di non essermi sbagliato, vero?»
Lui chiuse gli occhi e sospirò. Gli portai il saluto di Dindrane e stavo per chiedergli se avesse consegnato di persona la lettera a mia zia Morgana quando vidi uscire da una capanna lungo il molo, forse, l'ultima persona al mondo che mi sarei potuto aspettare di vedere.
«Mordred.»
«Nimue.» Guardai Orithil, lui si strinse nelle spalle.
«E' da tre giorni che è qui e dice che aspetta il tuo arrivo. Ha voluto una casa tutta per sé. Noi gliela abbiamo data, chi si metterebbe contro una donna del genere?»
Nimue era forse... anzi era stata la mia unica amica. Quando eravamo piccoli viveva da sola con la madre in una casupola vicina alla mia.
Giocavamo sulla piccola spiaggia tra gli scogli sotto a casa, facevamo finta di essere un principe ed una principessa, ci arrampicavamo sugli scogli per rubare le uova di gabbiano.
Sì, eravamo felici.
Poi però Morgause mi portò via e non rividi più Nimue per moltissimi anni.
Io ero diventato il principe reietto di Camelot e lei una sacerdotessa di Avalon.
Nimue era figlia del Re delle Isole del Fiume, Dyonas. Sua madre una donna semplice che era caduta tra le braccia del re, poi era fuggita nel Nord per dare alla luce quella bambina.
Una bambina che aveva sentito risvegliare in se un amore profondo per la Dea e che in qualche modo, pensai presuntuosamente a quel tempo, mi aveva voluto seguire per vedere, anche se da lontano, Camelot.
Non l'avevo vista spesso, se ne stava tra le brume di Avalon, sapevo che aveva pericolosamente corteggiato il consigliere del Sommo Re, ovvero Merlino. Lui le aveva promesso mari e monti, ovvero la sua conoscenza in cambio... bè di quello che tanti uomini desiderano da una donna. Nimue indignata gli aveva dato il ben servito e da quel momento aveva iniziato a venerare mia zia Morgana.
«Sei in un dannatissimo ritardo, Mordred. Avevi intenzione di lasciarmi qui in eterno a fare la muffa?» Chiese lei coprendo a falcate la distanza che ci separava.
«Perchè diamine sei qui? Io non ti ho certo…»
«Quante storie! Lady Morgana mi ha pregato, quasi in ginocchio, di venire a prenderti. Ebbene io sono qui per scortarti, se non ti dai una mossa... arriveremo tardi! Avanti, forza, non ho tempo da perdere in salamelecchi vari!» Così dicendo rientrò nella casupola, ne uscì subito con un sacco e andò verso quelle che dovevano essere le stalle.
«Sono tutte così le sacerdotesse di Avalon?» Mi chiese Orithil fissando la ragazza che continuava ad inveire da sola.
«Credo che Nimue rappresenti una vera rarità, una perla.» Lo salutai e raggiunsi le stalle, trovai la mia giumenta in salute, lei sembrò riconoscermi. Sentendo ancora Nimue borbottare non persi tempo, iniziai a sellare Elvellon il più velocemente possibile.
Partimmo e vedendo la mia compagna di viaggio con lo sguardo truce, che evitava in ogni modo di guardami, rimasi in silenzio per un bel pezzo anche se le domande che si affacciavano nella mia mente erano decisamente troppe.
Per mia immensa fortuna fu Nimue a spezzare il silenzio, la voce leggermente meno irritata, le spalle più rilassate.
«La mia signora Morgana mi ha chiesto umilmente e gentilmente di venire qui, in questa terra inospitale per poi raggiungere Camlann il più velocemente possibile. Non vedendoti arrivare io mi ero preoccupata che tu avessi ignorato il suo grido d'aiuto, inoltre io ero in ansia perchè Lei sicuramente sarà preoccupata perchè non ci ha visti arrivare. Hai una minima idea di come mi sia sentita in questi interminabili giorni?» Disse gesticolando con le mani ed ingarbugliando le briglie.
«Ti assicuro che ne ho un'idea molto chiara Nimue. Ora potresti dirmi cosa diamine sta succedendo e perchè stiamo andando proprio a Camlann?»
Me lo spiegò.
Re Artù aveva lasciato il regno per dar man forte a Re Hoel in Gallia, era partito con Lancillotto, Bedivere, Gaheris, Gahalantine, Sagramore e molti altri. Gawain fu nominato reggente. Non passò nemmeno una settimana dalla partenza del Re che Costantino si fece sentire, non accettava una simile reggenza, la riteneva indegna. Non si arrivò mai ad uno scontro fisico, solo balletti tra messaggeri ed ambasciatori. Gawain mandò Gareth con la sua giovane sposa nel Nord, con la scusa di chiamare rinforzi. In realtà solo per tenerlo lontano dalla guerra che ormai era nell'aria. Lady Morgana si ritirò ad Avalon e convinse la Regina Ginevra a seguirla, fu lì che mia zia parlò con Nimue, lei aveva visto che sarebbe stato versato tanto, troppo sangue e sapeva che la mia presenza era necessaria.
Artù non era tornato, nessuno aveva avuto più notizie dalla Gallia a causa del maltempo, alcuni temevano che non sarebbe più tornato nessuno.
«Come fai a sapere che scoppierà la guerra proprio a Camlann? Mi hai detto che non ci sono stati ancora scontri.» Le chiesi guardandola dritta negli occhi.
«Ho visto. Anche la mia signora Morgana... sarà tra pochi giorni e noi dobbiamo essere lì in tempo.»
Viaggiamo il più velocemente possibile, fermandoci solo per soste rapide e per dormire, mangiavamo in sella.
Una sera, dopo cinque giorni di viaggio le chiesi cosa si dicesse di me, scomparso all'improvviso. Lei rise piano. «Vuoi veramente saperlo?» Annuii.
«Girano varie versioni. La più amata è quella in cui Galahad ti ha ucciso per purificare il peccato di Artù e tutta Camelot, una sorta di assoluzione plenaria dei peccati come amano dire i cristiani. Poi lui è partito alla ricerca del Graal, lo avrebbe trovato ed ora vive come un'eremita.» Fece una pausa, sistemandosi le pieghe della gonna.
«Un'altra versione, sostenuta da Kay, dice che tu saresti partito assieme a Galahad a cercare il Graal, lo avreste trovato, tu avresti cercato di rubare la Reliquia e saresti morto toccando la stoviglia. Poi esistono altre dicerie poco fantasiose... saresti partito per il Nord per suicidarti gettandoti dagli scogli, oppure avresti tentato di gettarti in mare ma la tua codardia te l'avrebbe impedito ed ora vivi come un tranquillo pescatore.»
«Mhf... un po' scontate, non credi?» le dissi guardando il fuoco.
«Ah! Ho dimenticato la mia versione preferita, ma siamo solo io e Lady Morgana a sostenerla.»
La guardai, lei increspò le labbra. «Molto romantica. Tu e Galahad avete fatto una sorta di fuga d'amore, forse inconsapevolmente, avete trovato il Graal ed ora vivete felici su si una bellissima isola, lontani dagli occhi curiosi degli abitanti di Camelot.»
Sbuffai ridendo un poco.
«Un po' più originale rispetto alle altre ma... si avvicina di molto alla realtà.»
«Io, Mordred, non ne avevo dubbi.»


Nota: non sono stata in grado di capire chi fossero i genitori di Nimue, quindi se ho sbagliato perdonatemi. Mi sono affidata alla Stewart, lei nomina un certo Re delle Isole del Fiume (non ho idea di quali isole^^) e poi ho farcito inventandomi della madre.
Il nome Aidah significa "colei che parte ma ritorna".


   
 
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