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Autore: AngelOfLove    13/08/2011    2 recensioni
Che succederebbe se un giorno scoprissi che la favola che stai vivendo è solo apparente? Come potresti tornare alla realtà di sempre dopo quello che hai vissuto? Si puo' dimenticare una persona indimenticabile?
Ci sono dei limiti nell'amore?
Dal capitolo 5: “Non ti scaldare ragazzina: tieni dentro questo tuo calore per qualcun altro, magari sarai più fortunata” e poi mentre si gira dal lato opposto dice sottovoce, come se non volesse che io lo sentissi “E ti aiuterebbe anche baciare un po’ meglio”. Ma come osa!
Stavolta sono io a fermarlo facendolo girare verso di me, alzando il tono della voce “Io non so baciare? Sei tu che sei rimasto fermo come uno stoccafisso!”.
“Forse perché non sono attratto da delle ragazzine pestifere e viziate come te. Ti servirebbe un insegnante”.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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My life has had its share of troubles
And now I found a place to go.
I’ve said goodbye to all my troubles,
’cause now I’ve find my place to go.¹



“E anche un altro è andato” sono soddisfatta di me stessa.
“Brava Cathy, sei stata grande! Ma come hai fatto??” la massa di compagni di corso che mi circonda continua a aumentare, congratulandosi con me e chiedendosi come sia riuscita a prendere il voto più alto, assegnato assai raramente, in questo esame di lingua e cultura francese. Vedo nei loro sguardi ammirazione, allegria, ed anche un po’ di invidia, ma tutto è pur sempre lecito: ho passato con loro l’intero anno di corso, siamo diventati amici, solidali nella disgrazia, che in questo caso era rappresentata appunto da questo esame, e si aspettano, come ho fatto io, un voto simile che gli permetta di avvicinarsi sempre di più alla meta finale. Ormai un solo esame e il tirocinio mi separano dalla laurea e addio professori assenti, lezioni saltate e ore passate sui libri per esami impossibili: adieu!
“Magari perché il prof. Poirrier ha una cotta per lei” ecco la voce di Danielle alle mie spalle, l’arpia della facoltà. Non sono mai andata d’accordo con tutti coloro che studiano nella mia università, ma ho sempre cercato di mantenere un minimo rapporto con ognuno di loro, almeno per la civile convivenza in facoltà. Tutti meno Danielle. Mi ha preso di mira dal primo giorno che mi ha incontrato a lezione, quando cioè la professoressa Bellé ha fatto una domanda alla classe e io ho risposto per prima. Una come lei, con genitori straricchi, francesi per giunta, che si permette di partire quando vuole per qualsiasi meta, anche se predilige sempre i posti più costosi e chic della Francia, non poteva minimamente sopportare di essere battuta da una semplice ragazza americana come me, quindi durante tutto il primo anno non ha fatto altro che cercare di superarmi, anche se non c’è mai riuscita. Mio padre infatti è professore di francese alle superiori e mia madre è russa con origini tedesche: fin da piccola quindi ho avuto modo di apprendere queste lingue ed appassionarmici. La sfortuna ha voluto però che in questi anni mi ritrovassi sempre lei nel mio corso di francese e fosse quindi una continua rivalità tra noi, esagerata secondo me da parte sua visto il modo in cui reagisce alle sconfitte.
Ou contraire Danielle, non ho bisogno di simili trucchetti per passare un esame” e continuo come se mi fossi ricordata solo ora di una cosa “ma tu sei entrata prima di me, quindi come ti è andata? Preso il massimo?” e tutti si girano verso di lei.
“Poirrier mi ha dato 26” ecco perché è così arrabbiata “ma solo perché non mi sopporta”. Tipico di lei, dare sempre la colpa agli altri.
“Come dargli torto in effetti”. Questa mi è sfuggita.
“Cosa hai detto?”. Accidenti mi ha sentito.
“Ho detto che ti ha fatto proprio un torto” salva da una litigata certa “mi dispiace davvero Danielle, ma non ti preoccupare, andrà meglio la prossima volta. Ah giusto, era l’ultimo esame di francese”. Quando mi ci metto sono proprio cattiva e il suo sguardo da psicopatica me lo conferma.
“Vorrà dire che ci vedremo alla laurea e lì sarai definitivamente surclassata da me”. Illusa.
“Aspetterò quel momento. Ci vediamo” e detto questo esco finalmente dalla facoltà.

Profumo di libertà.
Ho passato quasi le ultime tre settimane sui libri, non perché questo esame fosse particolarmente difficile, ma per evitare di pensare a quello che era successo quella domenica. Lo ammetto: mi rode ancora per quel bacio, soprattutto per il modo in cui mi ha trattato quel maleducato, mr. Freezer come l’ho soprannominato da quel giorno, ma anche perché ho fatto quella cavolata convinta alla fine che qualcosa sarebbe cambiato e invece nulla. La mia vita sentimentale fa pena come prima, nessun nuovo amore all’orizzonte e mi ritrovo a non andare più in quel bar per il timore di incontrare ancora quel tizio: e dire che quasi mi davano la tessera fedeltà per tutti i caffè che ci prendevo! Inutile dire che Yuki mi abbia detto di continuare ad aspettare, magari mangiando ancora quei suoi muffins, ma mi sono affidata alla magia occulta fin troppo, meglio mettere i piedi per terra e concentrarsi su qualcos’altro. La laurea in primis, ma prima la ricerca di un posto di lavoro dove poter svolgere il tirocinio: altre ore buttate con la scusa di essere un trampolino di lancio ed esperienza per il lavoro che farò, quando in realtà mi manderanno solo a prendere il caffè o a mettere a posto stupide scartoffie. Ed è per questo che ora sto andando a casa di Will: qualche settimana fa mi aveva parlato di un posto disponibile per tirocinanti nello studio legale dove lavora. Non mi aspetto di fare chissà quale compito, ma almeno conoscerei qualcuno sul posto di lavoro che mi potrebbe dare una mano.
“Cathy, cosa ci fai qua?”. Mi ha aperto la porta Alice e diciamo che mi sarei aspettata un’accoglienza migliore.
“Ciao anche a te. Stavo cercando Will, è in casa?”.
“È a lavoro, però dovrebbe tornare tra non molto” mi risponde.
“Ok”. Attimi di pesante silenzio, lei a guardare qualcosa dietro di me e io lei. “Mi fai entrare Alice?”.
“Perché?”. Pare essersi svegliata solo adesso.
“Per aspettare Will: non mi va proprio di tornare di nuovo a casa e rivenire”. Lei però continua a non guardarmi in faccia preferendo chissà quale attrazione dietro di me. “Ma a quanto pare la mia presenza oggi non è molto gradita. Ci vediamo” mi volto e inizio a scendere qualche gradino. Dopotutto non è stata così gentile.
“Scusami Cathy, dai entra pure. Ti spiego tutto dentro”.
Ritorno sui miei passi ed entro in casa. Noto intanto che in mano ha qualcosa che tenta di nascondere dietro di se.
“Vuoi che ti porti qualcosa?”.
“Si, una spiegazione. Che ti prende oggi Alice? Sembri diversa, nervosa” continua a dondolarsi sul posto con le gambe “e si può sapere cosa nascondi dietro la schiena?”.
Fa un sospiro “sediamoci”.
“Ti devo dire una cosa Cathy, ma mi devi promettere di non dirla a nessuno: né Jess, né Eric, né nessun altro”. È così seria. Speriamo non sia successo niente di grave.
“Te lo prometto. Spara”.
“Qualche settimana fa io e Will abbiamo fatto sesso”. Mi aspettavo di peggio in effetti.
“D’accordo. Non sta a me giudicarvi, ma visto che me ne stai parlando posso magari pensare che in questi giorni foste occupati, o stanchi. Possono capitare dei periodi ehm in bianco”. Non è il mio forte dare spiegazioni a proposito.
“Ma che hai capito?! La nostra vita sessuale va benissimo, non mi posso lamentare, tutt’ altro, certe volte persino più volte al giorno. Sai…”. Sentir parlare di sesso, quando io ormai sono mesi che vivo in un periodo di magra assoluta, non era la cosa che mi ero prefissa di fare oggi.
“Mi fa piacere, ma allora cosa c’entrano le settimane fa?”. Interrompo così il suo elogio per le prestazioni sessuali di Will. Ma perché adesso sta arrossendo d brutto?
“Ecco, l’abbiamo fatto, ma non come sempre. Non pensar male adesso, però cioè… non so nemmeno cosa dirti, questo è il punto. Io non me lo ricordo” conclude traendo un sospiro e sedendosi meglio sul divano.
“In che senso non ti ricordi? Will non ti ha spiegato… beh quello che avete fatto?”.
“Nemmeno lui sembra ricordarsi nulla” ammette Alice.
“E allora come fate a dire che sia successo qualcosa?” sono un po’ dubbiosa
“Da come abbiamo trovato la casa la mattina dopo”. Ora si che è diventata completamente rossa.
“Vi sarete divertiti un po’, o un bel po’, ma non c’è niente di male Alice. Capita a volte”. Anche se ammetto di non essermi mai divertita fino a certi livelli, sempre moderatamente, anche troppo.
“Ma capita anche di ricordare quello che è successo!”. In effetti non ha tutti i torti. “Ma i nostri ricordi si fermano a Yuki, Nicole ed Eric che escono da casa nostra e poi nient altro”.
“Forse chiedere a loro potrebbe essere un’idea, anche se ciò significa pubblicare quello che fate sotto le lenzuola e non solo a quanto pare” e un sorrisetto malizioso scatta spontaneamente “quindi io non c’ero?”.
“No tu eri uscita di corsa per andare in quel bar che ti aveva detto Yuki”. Fermi tutti.
“Il giorno di cui stai parlando è quando abbiamo fatto quella specie di rito voodoo?”. Ho un brutto presentimento.
“Si, esatto. Ricordiamo il rito, te che scappi via e i muffins che ci ha lasciato Yuki”.
Non mi dire che… “Voi avete mangiato uno di quei muffins??”.
“No”. Grazie a Dio. “Li abbiamo mangiati tutti, perché il mattino dopo il piatto era vuoto”. Cazzo.
“Cazzo”. I miei pensieri prendono voce e inizio a massaggiarmi la fronte. “Voi non sapevate cosa c’era dentro a quei dolci, vero?”. Ora tutto quadra.
“Cioccolato?”. Dolce e cara Alice…
“Non esattamente. Yuki li aveva leggermente corretti con qualcosa che mi permettesse di uscire di casa e fare quello che mi aveva detto”. La sua faccia si sta aprendo in un’espressione sempre più incredula. “Me ne aveva fatto mangiare solo uno, ma già la testa mi girava un po’ e non ero nel pieno delle mie facoltà diciamo. Puoi immaginare cosa sarebbe successo se ne avessi mangiati di più, anzi non serve che tu lo immagini”.
“Ma io la strozzo!!” urla Alice alzandosi all’improvviso dal divano. Non l’avevo mai vista così.
“Dai su, ha sbagliato a non dirtelo ma non è successo niente alla fine. Vi siete divertiti e basta”. Mi sarei arrabbiata anch’io come lei probabilmente, ma cerco comunque di non far scoppiare una guerra.
“Dillo al bambino che non è successo niente!” sbotta lei.
“Quale bambino?”. Non mi dire che…
“Il bambino che potrebbe essere stato concepito quella notte, notte della quale io e suo padre non ne ricordiamo nemmeno un minuto!”. Questo si che è un casino.
“Hai detto potrebbe, quindi non sei ancora sicura”. Cerchiamo di ragionare.
“Quella mattina la casa e soprattutto la camera da letto era sottosopra, ma la scatola dei preservativi era intatta: il ciclo mi è saltato questo mese e visto che è sempre stato puntuale ho collegato le cose. Stavo per fare il test poco prima che tu bussassi alla porta, per quello mi hai visto così agitata”. Apre il cassetto dove prima ho visto che posava l’oggetto misterioso, che a quanto pare altro non è che un test di gravidanza.
“Cerca di mantenere la calma. Adesso fai il test e così scoprirai se lo sei davvero. Fino a quel momento però non agitarti ancora” evito di concludere la frase con un , potrebbe tirarmi dietro qualcosa.
“Rimani però”. È così impaurita in questo momento che non posso far altro che abbracciarla e dirle di si.
“Vado in bagno, torno tra poco”.

Un’esperienza davvero assurda. Alla fine è il sogno un po’ di tutte le ragazze quello di avere un figlio, ma concepirlo dopo aver mangiato dei muffin drogati per un rito voodoo non è proprio la realizzazione migliore. È pur vero però che può capitare e non sempre usare le precauzioni annullano del tutto il rischio. Io finora sono stata fortunata: ho avuto altri ragazzi prima di Adam ma solo con uno di loro ho fatto l’amore, anche se la prima volta non posso descriverla come meravigliosa. Lui inesperto quanto me e di sicuro ancora più imbranato, e questo è già di per se straordinario, non sapeva nemmeno cosa toccare lì sotto e solo per un miracolo sarà riuscito a mettersi il preservativo. Con Adam invece era diverso: aveva più esperienza di me e sapeva come toccarmi, come riuscire a portarmi al vero piacere. Dopotutto la pratica aiuta e non solo quella che fai con la tua ragazza. Qualche settimana fa infatti ho avuto un piacevole incontro: due ragazze dall’aria fin troppo esuberante, per non dire altro, si erano presentate alla caffetteria dell’università chiedendomi dove fosse Adam e il perché non le avesse più richiamate. Non ci è voluto un genio per capire cosa avessero fatto, ma la curiosità, o il masochismo, mi hanno portato a chiedere come si conoscessero e lì ho avuto la bella notizia: a quanto pare le aveva conosciute circa un anno fa, quindi quando ancora stava insieme a me e sembrava che tutto filasse a gonfie vele tra noi, e inutile dire che si erano divertiti tutti e tre, anche insieme, nonostante avesse detto loro di avere una ragazza. Per quanto ne so, a questo punto, possono avermi mentito loro o lui può avermi tradito anche con tutta la California e di sicuro quindi il viaggio in Italia che ha fatto la scorsa estate è servito a tutto tranne che allo studio, se si esclude certo quello di anatomia. Ormai però ci penso sempre di meno, è quasi del tutto scomparso dal mio cervello e dal mio cuore: ogni tanto riaffiorano i bei momenti passati insieme, ma subito dopo compaiono flashback di lui con altre ragazze, del mio dolore, della sua indifferenza. Finalmente sto guarendo e devo ringraziare anche lui per questo: più mi ha fatto soffrire, più scopro cose del genere su di lui e più aumenta il mio disprezzo nei suoi confronti.
L’arrivo di Alice mi distrae però dai miei pensieri.

“Devono passare dieci minuti” e si siede accanto a me sul divano.
In questo momento non so davvero cosa dire: ho sempre visto Will e Alice come la coppia felice e perfetta, la dimostrazione che il vero amore esiste, ma sapere che potrebbero esserci delle crepe nel loro rapporto per questo episodio mi rattrista molto.
“Ti ricordi i tempi del liceo Cathy?” mi chiede lei fissando il tavolino davanti a se.
“Si e mi manca preoccuparmi per una stupida interrogazione su venti pagine invece che su tre mattoni” le rispondo scherzando. Lei però non muta l’espressione seria dal suo volto e non distoglie lo sguardo da quel tavolo.
“Ti ricordi com’ero?”. Eccome se me lo ricordo: faceva parte delle cheerleader, sempre al centro dell’attenzione e qualche volta anche un po’ stronza si, benché fosse nostra amica.
“Eri un po’… mmm” non vorrei offenderla proprio adesso.
“Ero una stronza, lo puoi anche dire” e si volta verso di me e mi sorride.
“Ho conosciuto di peggio, te l’assicuro”. Chissà perché mi viene subito in mente il volto di Danielle.
“Mi comportavo come una stronza con tutti, mi credevo chissà chi e certe volte anche con voi che eravate i miei migliori amici. Ci credi se ti dico che Will lo detestavo?”. Oggi scoop! “Io ero una delle ragazze più amate della scuola e lui, beh, lui era completamente il mio opposto. Frequentava i corsi per cervelloni, il club di scacchi, Cathy, il club di scacchi!”. E iniziamo entrambe a ridere un po’.
“Eppure vi siete messi insieme” le faccio notare.
“Mi aveva chiesto di uscire una marea di volte ma io ogni volta gli rispondevo di no. Solo durante il suo ultimo anno del liceo mi sono accorta di quello che provavo veramente per lui, prima dell’episodio del gatto”. La tragica caduta di Will dall’albero.
“Ma non lo detestavi?” le chiedo.
“Detestavo il fatto che mi piacesse. Te l’ho detto, mi credevo chissà chi e non potevo ammettere che in realtà fossi attratta proprio da lui, quindi continuavo a negarlo a tutti, a lui ed anche a me. Ma Will è più grande di noi, quell’anno avrebbe lasciato la scuola, il successivo sarebbe andato all’università e in quel momento ho realizzato che avrei anche potuto non vederlo più: passare da incontrarlo tutti i giorni a poche volte per caso al mese era inconcepibile per me. Quindi già prima che cadesse e si rompesse quasi l’osso del collo avevo deciso di uscire con lui, sempre se me l’avesse chiesto ancora”.
“Non ne sapevo niente di questa storia”. Sono la coppia perfetta: sapere che all’inizio si detestavano, o perlomeno Alice lo detestava, è da non credere.
“La conosce solo Will. In questi anni lui mi ha cambiato, in meglio. Non sono più la cheerleader di un tempo e preferisco stare a casa con i miei amici o con Will piuttosto che andare dietro alla squadra di football” e termina con una risata.
“Erano carini anche loro però” scherzo io “ti ricordi Mark Newton? Alto, biondo, occhi azzurri, lo chiamavamo il Brad Pitt della East High School. Era un sogno proibito per tutte noi povere mortali”. Un sospiro per enfatizzare è il minimo.
“Non proprio per tutte”. Non dirmi che la dolce Alice… “Non guardarmi così! Avevamo perso una partita, c’era rimasto male, era mio compito stargli vicino”.
“A quale parte di lui sei stata vicino?”. Mi avvicino a lei ammiccando.
“Smettila Cathy! Quella era un’altra Alice e non ne vado così fiera. Per me esiste solo Will ormai. E credo che tutto questo discorso l’abbia fatto per ammettere ancora una volta a me stessa che è lui l’uomo della mia vita, con il quale voglio creare una famiglia”. Dice queste parole con aria sognante e sono davvero felice per lei e per loro.
“Siete perfetti insieme e vedrai che andrà tutto bene”. Le passo un braccio attorno alla spalla e la tengo stretta per trasmetterle il mio affetto.
“Lo spero anch’io: sono pronta per qualunque risultato, amerei questo bambino come amo Will, ma non so se lui lo vorrebbe. Ha un nuovo lavoro, ci siamo trasferiti qui da poco, magari dirà più in là o per niente oppure …”.
Metto fino al suo sproloquio. “Will ti ama, ti adora si può dire. Solo per uscire con te si è immedesimato in Tarzan e sappiamo tutte e due com’è andata a finire. Affronterete anche questa cosa insieme e sono sicura nel migliore dei modi”. Sembrano quasi parole non mie.
“Wow Cathy, non sembri nemmeno tu a parlare.” Eh, appunto.
“Qualche volta mi concedo anch’io dei momenti romantici o di ottimismo: perlomeno verso gli altri” le dico scherzando, con una punta di amarezza però.
“Troverai anche tu la tua anima gemella, ne sono più che sicura”. Come riesce Alice sempre a cogliere il nocciolo del discorso, benché si eviti di parlarne, non si sa: diventerà una psicologa formidabile.
“Non parliamo di me ora, torniamo a te, anzi al test. Sono passati i dieci minuti giusto?”. Meglio sviare l’argomento. Alice però sembra ricordarsi solo ora del test e infatti inizia a tremare.
Io le sfioro piano il braccio col mio gomito e la invoglio a guardare i risultati.
Dopo averlo fissato per diversi secondi si rivolge verso di me. “Mi puoi rileggere le istruzioni Cathy?”.
“Qui dice che due linee significa positivo, in mancanza di queste invece negativo”.
Lei continua a guardare quel tubicino senza aprire bocca e poi lo volta verso di me. Ed eccole lì, due righe rosa, il segno che avremo presto un bambino tra noi.
Porca puttana.
“Oh cazzo”. Appunto. D’accordo, buoni propositi per quest’anno in corso: laurearsi, trovare l’amore, smetterla di dire parolacce e parlare come una scaricatrice di porto.
“Alice è stupendo!!” e l’abbraccio di slancio senza nemmeno pensarci. Lei però continua a rimanere in silenzio. “Cioè… è stupendo, no?”. Non vorrei aver fatto una gaffe assurda.
Sul suo volto si affaccia però un sorriso, il più bello che le abbia mai visto.
Mi abbraccia anche lei di slancio e iniziamo a ridere come due bambine. Parlare ora non serve più: la felicità che prova in questo momento potrebbe contagiare chiunque.
Mentre siamo impegnate a saltellare per la stanza la porta di casa si apre ed entra uno William più scuro in volto del solito: forse una brutta giornata a lavoro. Migliorerà di sicuro! Ma è una cosa privata tra loro, quindi è meglio che mi tolga dai piedi, subito.
“Ciao Will!” e poi mi rivolgo verso Alice “ti chiamo più tardi e mi racconti tutto, ok?”. Il sorriso sul mio volto continua a non abbandonarmi.
“No aspetta Cathy, devi venire con noi. Eric e Nicole sono già andati” mi dice Will con uno strano tono.
Io e Alice ci guardiamo un attimo, per poi dire insieme “Dove?”.
“Alla centrale di polizia” ci risponde semplicemente mentre prende dei fascicoli dal tavolo.
“Che cosa è successo?” chiede Alice e sembra rubarmi le parole di bocca.
“Yuki. È stata arrestata”.

Cazzo.
Altri buoni propositi gettati nel gabinetto.




¹ The Quest - Bryn Christopher




*L’Angolo dell’Autrice*

Cryyyyyy. Whyyyyyyyyyyy? Whyyyyyyyyyy? Whyyyyyyyyy? And hoooooooow? Hoooooooooooow. Scusate, oggi sono fissata con questa canzone dei Maroon 5 e vado in giro per casa a cantarla a squarciagola… Torniamo al capitolo. Piaciuto?? Abbiamo avuto diverse novità, una gravidanza e un arresto: vi dico già che l’arresto e il seguito di Yuki è una delle cose che mi hanno fatto più divertire mentre li scrivevo e lo potrete notare già nel prossimo capitolo :D Abbiamo conosciuto un po’ più a fondo la storia tra Will ed Alice (in fondo alla pagina ho postato infatti anche la foto di quest’ultima) e abbiamo avuto le conseguenze dei famosi muffin di Yuki. Come la prenderà ora Will?? Che cosa ha combinato stavolta Yuki? Continuate a seguirci Xd
Passiamo ai ringraziamenti!!!

Ringrazio per i commenti:
Space Pirate Ryoko : sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo e ti abbia fatto ridere, era quello lo scopo ahah Questo è meno divertente ma spero ti sia piaciuto comunque ^^
Anna_Asia : ma si facciamo tutti il rito, magari ci aiuterà ahahah

Ringrazio chi ha inserito la storia tra quelle da ricordare:
1 - _Miss_

Ringrazio chi ha inserito la storia tra le preferite:
1 - Anna_Asia
2 - Space Pirate Ryoko
3 -VeroSD

Ringrazio chi ha inserito la storia tra le seguite:
1 - Carocimi
2 - Ceres13
3 - fresita93
4 - lety91
5 - love_3
6 - maylea85
7 - MBDB
8 - NexiRain
9 - PieceByPiece
10 - wilma
11 - you_and_me
12 - Yuuki_Shinsengumi
13 - _Bonnie_

E ringrazio anche chi ha letto solamente.

Ora però prima di passare allo spoiler e alla foto voglio fare un po’ di pubblicità: vi invito infatti a leggere La Perla Dell'Oriente di Anna_Asia, è davvero una bella storia, ve la consiglio!!

Alla prossima settimana e continuate a leggere e se avete tempo lasciate un commentino ino ino xD!!

Spoiler


Si inginocchia davanti a me prendendomi per mano. O mio Dio. “Vuoi rendermi l’uomo più felice del mondo, sposando questo povero avvocato da strapazzo davanti a te?”.
Le lacrime iniziano a scendere ancora più copiose dai miei occhi ma riesco solo a dire “No”.






  
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