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Autore: Angelofire    13/08/2011    1 recensioni
Storia estiva. Non è ambientata al mare, ma si svolge in estate. Il protagonista è un giostraio, con una fidanzata con problemi psicologici e un padre autoritario. L'ottovolante è la giostra più importante di questa carovana, e sarà proprio questa attrazione la chiave della storia.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pazzia

 

 

Mi chiamo James. Amo viaggiare. Sono un nomade. Io non ho una casa, non ho un giardino. Però con me, ho la mia famiglia.

Mi sposto di città in città, di nazione in nazione, alla ricerca di una piazza, dove esibire il mio fidato ottovolante.

Sin da piccolo ho vissuto questa vita, non ho avuto scelta.

Sono nato in Francia, in un paesino vicino a Parigi, il giorno dopo ero già in Svizzera. Mio padre, Josuè, all'epoca, possedeva una piccola giostra per bambini, con il passare degli anni l'importanza e la grandezza della giostra che possedeva, si ingrandiva con la morte del proprietari del Luna Park.

Dopo 32 anni dalla mia nascita finalmente era lui il proprietario dell'intera carovana. Era il capo sotto di lui noi, i suoi parenti: cugini, zii, prozii, nonni, bis nonni, nipoti, cugini di nipoti e nipoti di cugini. Lui era il boss, noi gli operai.

Quando Josuè si sentì troppo vecchio per possedere l'ottovolante, il grande colosso passò a me. Ricordo ancora, il giorno in cui mio padre, mi diede le chiavi della cabina di controllo. Piansi di gioia, ma questa è un'altra storia.

 

Mi alzai, vestii e scesi dal mio camper bianco, ultima generazione, e mi incamminai verso il camion a strisce blu e verdi. Lì riposava l'ottovolante. Diedi il tempo agli operai di bere un caffè e gli ordinai di mettersi al lavoro, quella sera apriva il Luna Park.

La prima fase del montaggio consisteva nel scaricare ogni singolo elemento della giostra a terra. Pezzo dopo pezzo, ora dopo ora, quella piccola creatura smembrata si ricompose. Verso mezzogiorno, l'ottovolante era rinato per l'ennesima volta.

Amo il mio lavoro, amo il mio ottovolante e amo la mia donna. Sì, avevo una donna. Si chiamava Lariette, ma tutti la chiamavano Lary. L'ho conosciuta durante un matrimonio in Sicilia. Non ha parenti ne amici, ha solo me. I suoi genitori morirono quando lei aveva appena 11 anni, in un incendio. La causa? Sconosciuta, si dice sia dolosa. Lary da quel giorno non fu più la stessa, a tratti sembrava una persona normale, solare, fiera e orgogliosa, in altri momenti urlava e si disperava. Una sera mi raccontò di come questa sua follia nacque. Lei si trovava a casa dei suoi genitori. Durante un litigio casalingo, Lary, dalla disperazione uscì dalla cucina. Quando rientrò trovò il padre steso a terra e la madre davanti ai fornelli. La donna intimò Lary di uscire. E così fece. La bambina sentì un urlo, rientro nella stanza e sentì un forte odore di benzina. L donna aveva gettato il liquido su tutto sul corpo del marito e su se stessa, poi chiamando Lariette a sé, accese un fiammifero e si diede fuoco. Lary non si mosse, non andò dalla madre in fiamme, li limitò a guardare l'agonia del padre arso vivo e il sorriso innaturale della donna. Mi disse in oltre, che questa storia non l'aveva raccontata alla polizia, in questo modo il caso fu chiuso, e la povera Lary fu sbattuta tra le braccia dei Servizi Sociali.Con gli anni diventò schizofrenica.

Amo la mia donna, come ho già detto, ma la vorrei imbavagliare e legare quando da di matto.

Una sera mi trovavo nel mio camper insieme a Lariette. Stavamo tranquillamente discutendo sulla grafica da utilizzare per i nuovi volanti del Luna Park, quando accesi il gas. Lei vide la fiamma. In un attimo mi stava lanciando la statuetta di Ramses II addosso. Poi peggiorò, come sempre. Urla, grida morsi. Guardai l'ora e mi accorsi di essere in ritardo alla cena di inaugurazione. Era usanza organizzare un banchetto, ogni qualvolta il Luna Park si spostava in un'altra città. Alla cena erano invitati tutti i lavoratori, quindi operai, capi-giostre e ovviamente il boss, mio padre.

Non potevo mancare a quella cena, per nulla al mondo, nemmeno per la mia piccola Lary. Chiesi aiuto alla Zia Clara, lei arrivò immediatamente. Per qualche assurdo motivo quella donna sapeva calmare Lary. Appena Zia Clara fu nella roulotte, Lary si avvicinò alla Zia e l'abbracciò quietandosi. Sorrisi soddisfatto osservando quel bel quadretto, ma la pace non durò a lungo.

La porta della roulotte iniziò a tremare. Qualcuno bussava, e io, sapevo esattamente chi era ancora prima di sentirne la voce.

<< James! James! Muoviti!>>

Era mio padre.

Afferrai il cappotto diedi un bacio a Lary e chiesi alla zia di darle un occhiata, lei acconsentì e io uscii dal camper.

Il Signor Josuè mi attendeva ansioso sulla veranda.

<< Devi lasciarla....>> mi incitò.

<< Papà ne abbiamo già parlato...>>

Ma la discussione non finì lì, il boss continuò a insistere. Ogni sera, ogni mattina e ogni pomeriggio, da ormai 4 anni, mio padre esprimeva il suo parere sulla mia relazione con Lary.

Il Signor Josuè era un uomo burbero e teneva alle apparenze. Continuava a ripetermi che i bambini scappavano al passaggio di Lary, i genitori non venivano più al Luna Park per colpa della mia ragazza e dei suoi disturbi psichici. Io non ci credevo, Lary camminava tranquilla per le strade, qualche volta dava di matto, ma non faceva del male a nessuno, e poi io l'amavo...

Raggiunto lo stand dove si sarebbe svolta la cena, ci accomodammo e iniziammo il banchetto.

La serata sembrava proseguire bene, sino a quando non arrivò Zia Clara. L a donna si avvicinò a me e mi chiese di raggiungerla al camper. Lary chiedeva di me. Io mi alzai, ma appena feci per congedarmi mio padre parlò.

<< Vai da quella puttanella?>>

<< Padre non ora...>>

<< Se non ora quando? Tutti qui conoscono il motivo per cui stai con quella pazza!>>

<< Ti sbagli padre! Io quella ragazza l'amo!>>

<< Tu l'ami! Ma lei sta solo con te per soldi! Ti ruberà tutto!>>

Io non ci vidi più dalla rabbia. Mi voltai, guardai in faccia mio padre e gli dissi tutto ciò che pensavo di lui.

<< Tu, non capisci niente! Io l'amo! E lei mi ama! Tu non ne puoi sapere nulla! Sei solo buono a sputare sentenze! Io la donna almeno me la so tenere stretta! Tu invece, ti sei fatti sfuggire la mamma! Ti ha tradito perché tu, andavi a puttane!>>

In quel momento mi sentii sollevare da terra. Quello sfogo mi tolse dal cuore un peso enorme. Tutti gli ospiti stavano in silenzio. Nessuno si permetteva di urlare contro il boss.

Lui si limitò a guardarmi, abbassò il capo e rise. Quel sorriso mi fece imbestialire ulteriormente.

<< Ora non ho tempo per te! Domani dall'ottovolante alle 8 prima dell'apertura chiariremo questa cosa!>> dissi io, ma lui continuò.

<< Sì, domani. Domani tu ed io faremo la prova di rodaggio della tua giostra. Se hai le palle ragazzo! Il primo di noi che vomita perde! E sarà bandito dal Luna Park!>>

Io annuii e me ne andai sbattendo la porta, lasciando lì mio padre e la povera Zia Clara.

Raggiunsi la roulotte in un attimo. I miei passi erano veloci e le mani mi tremavano dalla rabbia.

La notte fu un incubo. Lary si era ripresa dalla crisi, gli spiegai tutto e lei di rimando mi incoraggiò.

<< Devi dimostrare a tuo padre che sei un uomo, solo in questo modo ti rispetterà>> mi disse

<< Io lo vorrei vedere morto!>>

Lary mi sorrise, mi diede un bacio e mi disse di dormire. L'indomani avrei risolto la situazione.

Sì, l'avrei risolta ma a modo mio. Sapevo di non poter vincere la sfida. Il rodaggio della giostra lo facevano gli operai. Ci vogliono stomaci forti. L'otto-volante, durante quel giro di prova, andava a una velocità spaventosa, quasi tutti gli operai stavano male, tranne mio padre. Potevo solo fare una cosa, per liberami per sempre, della sua presenza.

Il giorno seguente mi alzai presto. Erano le 7:00 quando raggiunsi l'otto-volante. Mi arrampicai sul binario posto più in alto. Svitai un bullone e scesi. Il primo giro l'avrebbe fatto Josuè e non ne avrebbe fatti altri.

Alle 8:00 iniziarono ad arrivare tutti i membri del Luna Park compreso mio padre. Mi guardò sorridente. Fece cenno al macchinista di far partire il carrello dell'otto-volante. Io non capivo. Il primo giro doveva farlo lui. Aveva forse capito? Tutto si spiegò. quando guardai sul sedile del carrello.

Lary.

La mia Lary, era comodamente seduta sulla giostra e mi salutava sorridente.

<< Quella pazza vuole assicurasi che tutto sia in regola...Le hai raccontato tutto vero? Sei proprio un pappa-molla>> disse Josuè.

No.

No, lary no!

Inizia a correre.

La giostra partì.

Il carrello si mosse, prima lentamente e poi prese velocità.

Lary sorrideva.

Il giro della morte.

I binari manomessi cedettero...

Il carrello cadde.

 

 

Questa è la mia storia. Ora sono solo, rinchiuso in un manicomio in Italia.

Fui rinchiuso qui dopo l'incidente. Mio padre indignato, disse che Lary mi aveva trasmesso un virus, mi aveva convinto a fare quel gesto, così fui rinchiuso per problemi psichici. La mia Lary invece...morì sull'asfalto della piazza.

   
 
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