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Autore: Dumbledore    13/08/2011    2 recensioni
Durante il settimo anno ad Hogwarts, Draco ed Hermione si ritrovano insieme nell'ampio corridoio del settimo piano.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Una calma insolita aleggiava intorno tutto il castello.
Mentre i gufi cantavano nella buia notte invernale, la neve calava lenta sui giardini di Hogwarts, imbiancando il verde acceso degli immensi alberi nella Foresta Proibita.
Il corridoio del settimo piano era deserto e solo un ragazzo biondo, dagli occhi di un grigio chiarissimo, l’aspetto arrogante, ma un’espressione compiaciuta e attraente sul volto, guardava fuori dalle ampie finestre l’erba alta che veniva travolta da spessi fiocchi splendenti, che, cadendo dal cielo, si posavano sulle alte siepi mosse dal vento.
Gazza poteva arrivare da un momento all’altro, per rimproverarlo, borbottare qualcosa sulle vecchie punizioni e condurlo velocemente dal Professor Piton per dargli la punizione che meritava, ma al ragazzo sembrava non importare.
Un rumore di passi, annunciò che non era il solo in quel largo corridoio di Hogwarts:
una ragazza dai capelli mossi, che le scendevano dolcemente sulle spalle in ampi boccoli castani, con occhi marrone scuro assonnati, e un viso morbido con labbra rosee e fine, si dirigeva elegantemente verso il ragazzo, con sguardo severo, ma al contempo felice e rilassato.
“Draco! Per la barba di Merlino, non possiamo vederci qui, quante volte te lo devo dire?
Tu sei il cocco di Piton e non ti farà niente, ma se la McGranitt scopre che giro per la scuola di notte minimo mi spezza la testa!” sussurrò adirata Hermione, girando il capo da una parte all’altra,
per l’ansia di vedere un uomo piegato dalla vecchiaia girare l’angolo o una gatta magra e piccola guardarli con i suoi odiosi occhi rossi, per poi scappare a riferire quel che aveva visto al proprio padrone.
“E’ l’unico posto dove possiamo vederci. Quell’idiota del tuo ragazzo ti sta appiccicato dalla mattina alla sera e quando voglio stare con te, quello arriva e mi chiede cosa stia facendo” rispose Draco, alzando gli occhi al cielo, per poi spostarli sugli occhi della sua amata, ed accarezzarle dolcemente i lunghi capelli castani.
“Non parlare così di Ron!
Draco, non ti voglio, fattene una ragione.
 Dopo che mi hai chiamata Sporca Mezzosangue per una vita intera mi dovrei ancora fidare di te?
Dovrei, per caso dirti ‘Oh, ma certo Draco. Ti amo anch’io.
Sarò la tua piccola putrida Mezzosangue’?” rispose la ragazza, facendo un passo indietro per togliere le mani del ragazzo dai suoi capelli. Poi si girò dalla parte opposta pronta ad avviarsi nella Sala Comune di Grifondoro, ma Draco le preso il braccio e la costrinse a voltarsi verso di lui.
“Come fai ad andare in giro con quei due?
Come ti fa a piacere Weasley? Sei superiore, tu meriti di meglio. Meriti me. Non quei tronfi, stupidi Grifondoro che frequenti. Potter gira per la scuola a vantarsi di quanto sia bravo a volare,
o a piagnucolare per la sua vita ingiusta, senza i suoi genitori.
Weasley è un idiota, uno stupido Traditore del proprio Sangue
con una famiglia che non può permettersi neanche una fialetta” ribattè il biondo, fissando Hermione
negli occhi. Ma lei fu tutt’altro che comprensiva. “Non sta a te decidere con chi devo uscire, Malfoy!
Sei solo uno stupido ragazzino che và in giro a far vedere quanto è bravo a fare il gradasso
o a vantarti per essere un servitore del tuo amato ‘Signore Oscuro’.
Bè, preferisco un amico che piagnucola per la propria famiglia, o un amico senza un soldo,
ad uno spregevole, stupido, ragazzino che..” Hermione non riuscì a finire la frase che il ragazzo la baciò trascinandola al muro con forza bloccandole le mani che cercavano di allontanare il ragazzo.
Rimasero istanti, i due ragazzi, a baciarsi in quell’ampio corridoio del settimo piano
e inaspettatamente Hermione fece cadere le braccia lungo i fianchi e ricambiò il bacio.
Il biondo fermò la mano sui suoi morbidi capelli, e la ragazza lo tirò a sé.
Dopo un tempo che parve infinito Malfoy staccò le proprie labbra da quelle fine e rosee della ragazza, lasciandola correre per il corridoio, fino alla torre di Grifondoro, con un sapore amaro sulle labbra
impresso del piacevole odore di Draco. Il tempo si era fermato in quel lungo bacio
e né Gazza né nessun’altro avrebbero potuto spezzare l’entusiasmo di Draco, che in quel lungo corridoio si toccava le labbra screpolate allungate in un sorriso amaro, ricordando il primo e forse ultimo bacio dato alla sua amata.  
  
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