Fanfic su artisti musicali > The GazettE
Segui la storia  |       
Autore: ponlovegood    13/08/2011    5 recensioni
Raccolta di cinque storie, una per ognuno di loro.
«Certo che ci farebbe davvero comodo un altro musicista per la band» sospirò e lentamente iniziò a raccogliere le sue cose per poi rimetterle nella borsa.
«Ehi, solo perché sbavi dietro a quel tipo io non acconsentirò a fargli far parte della band. Poi un chitarrista c’è già» esclamò Ryo con convinzione.
«Uno, io non gli sbavo dietro e due, era solo un commento generale. So perfettamente che un altro chitarrista non serve» replicò l’altro un po’ stizzito.
«Ah ok, mi stavo già preoccupando»
La campanella suonò. Era ora di ritornare alla triste realtà scolastica.

[da cap. 1 Sveglia pt. 4]
«Il mese prossimo vado a trovare i miei. Voglio presentarti a loro»
Al suono di quelle parole mi andò di traverso il the che stavo bevendo; lui invece continuò a guardarmi con tutta tranquillità.
«C-che… che cosa?»

[da cap. 2 La porta di casa pt. 1]
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aoi, Kai, Reita, Ruki, Uruha
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Note: Con questo capitolo verrete a conoscenza della vicenda che andrà ad intrecciarsi con quella di Kouyou. A narrarla sarà una nostra vecchia conoscenza!

Enjoy :3

 

La porta di casa

 

[pt. 2]

* * *

Reita’s sight

«Taka, levati dalle palle!» mugugnai e mollai un calcio nella direzione dove sapevo avrei trovato la pancia del nano. Aveva la brutta abitudine di appoliparsi a me durante il sonno e, come si sa, le brutte abitudini vanno corrette. Una bella botta di prima mattina non poteva che fargli bene.

Ma quel giorno, l’unica cosa che il mio piede colpì fu l’aria. Con circospezione diedi ancora due calci, ma niente. Il nano non c’era davvero.

Mi voltai verso il suo lato del letto e mi sporsi sul bordo; magari era caduto.

No, niente. Sul pavimento non c’era nessun vocalist.

Dove diamine si era cacciato?

Erano le dieci del mattino e lui di norma a quell’ora se la dormiva ancora della grossa. Che cosa aveva mai spinto Takanori Matsumoto a svegliarsi così di ‘ buon ora’?

Mi ributtai di peso sul letto e affondai la testa nel suo cuscino. Se non c’era lui con il quale prendersela al mattino, con chi avrei potuto farlo?

Yutaka era malato e passava le giornate a dormire; si alzava giusto un po’ la sera per controllare che la casa fosse ancora intatta. Taka, stupido com’era, aveva subito ipotizzato che il Rida si fosse trasformato in un vampiro.

Yuu era partito domenica per andare a passare alcuni giorni dai suoi e quella mattina presto, Kou aveva preso la macchina per raggiungerlo. Perciò era escluso che potessi andare a casa loro per dare un po’ fastidio al vecchio.

In conclusione c’eravamo solo io e Taka (Yutaka mezzo moribondo nella stanza accanto non contava), ma anche lui sembrava essersela svignata. Ero un fidanzato così terribile da farlo fuggire improvvisamente nel bel mezzo della notte?

Ok che lo prendevo a calci per farlo scollare da me, lo chiamavo ‘nano’ (magari la cosa non era molto gentile, ma era la verità), chiudevo Koron nello sgabuzzino quando abbaiava troppo, ma…

… mh, forse non ero proprio un modello da imitare, ma come aveva potuto abbandonarmi per così poco?

No Ryo, aspetta! E se si fosse infiltrato in cucina per fregarsi…

«… i pancakes alla banana!»

Tesi l’orecchio nella speranza di udire qualche rumore sospetto, ma la casa rimase perfettamente silenziosa.

Lentamente mi lasciai scivolare giù dal letto e con passo felpato mi diressi verso la porta socchiusa, vi appoggiai sopra l’orecchio, ma ancora nessun suono. Che avesse già finito di mangiarseli e si fosse addormentato sul divano?

Cercando di far meno rumore possibile, sgattaiolai nel corridoio. La cucina era a pochi metri da me e lì avrei trovato le prove del reato. Mi sentivo come un incrocio da Conan e Naruto. Figo, no?

Ma quando sbucai in cucina urlando: «Ah ah! Ti ho beccato!», non vi trovai nessuno. Era tutto come lo avevano lasciato la sera prima; non c’era una singola briciola di pancakes alla banana.

Mi guardai intorno dubbioso, ma Taka non era lì. Sul divano non c’era, nemmeno sul tappeto o sotto il tavolo. Anche il bagno era vuoto e bianco come al solito, nessun nano nella lavatrice.

Sbirciai in terrazzo, ma dubitavo si trovasse lì; diceva che l’aria aperta gli dava il mal di testa (da notare: il nostro alloggio era in piena città).

L’unico posto rimasto era la camera del Rida, ma ero abbastanza furbo da non entrarci. Yutaka poteva essere una persona molto pericolosa ed era meglio non disturbarlo quando era malato.

Perfetto, quindi il nano se n’era davvero andato.

«Stupido Taka» borbottai e me ne tornai in camera. Per quello che avrei potuto fare quel giorno, tanto valeva tornarsene a dormire.

E poi, chi aveva bisogno di quel piccolo piantagrane?

Io no di certo.

Finalmente mi sarei potuto godere un po’ di pace senza nessuno che mi fregava i giochi della play, metteva in disordine i MIEI CD, usava la MIA lacca, scaricava il credito del MIO cellulare e via discorrendo.

Sì, sarei stato decisamente meglio senza di lui.

Io ero stato un fidanzato fantastico, se lui non aveva apprezzato, cavoli suoi!

Al termine di quella settimana, si sarebbe comunque dovuto far vivo per andare in studio. Aah~ mi sarebbe proprio piaciuto ascoltare le motivazioni di quella fuga.

Non che mi importasse, eh.

 

A svegliarmi, qualche ora dopo, fu un fastidioso rumore che pareva provenire dalla cucina. Aprii lentamente gli occhi e lanciai un breve sguardo all’orologio da parete.

12.17

Era davvero così tardi?

Che scocciatura, bisognava già pensare al pranzo. Se avessi ordinato un’altra volta la pizza, Yutaka mi avrebbe maledetto per l’eternità. Dovevo pensare a qualcos’latro..

Il rumore di prima mi riportò alla realtà. Che diamine stava succedendo?

Mi rigirai nel letto sbuffando; non avevo nessuna voglia di alzarmi.

Chi o che cosa stava facendo quel fracasso infernale?

Nascosi la testa sotto il cuscino, ma non fece alcuna differenza. Parecchio scocciato mi decisi finalmente a scendere dal letto e mi diressi con passo pesante verso la cucina. Avrebbero potuto essere i ladri o lo spirito di Sabuchan tornato per tormentarmi e non me ne sarebbe importato nulla.

Ero già abbastanza incazzato di mio senza che ci si metteva pure qualcuno a far casino.

Inoltre Yutaka mi avrebbe fatto fuori se avesse trovato la cucina in disordine. Non potevo permettere che degli estranei la distruggessero facendo finire me nei guai. Credetemi, il nostro batterista era davvero spaventosi quando si arrabbiava. Mi sentii rabbrividire al pensiero della fine che aveva fatto il DS di Taka, quando quest’ultimo aveva mandato il tilt la nuova macchina per il riso appena comprata. Non volevo di certo che la mia play potesse incappare nello stesso destino.

Presi il coraggio a due mani ed entrai in cucina.

Niente ladri e niente spiriti.

A dire il vero, non c’era proprio nessuno tranne una montagna di piatti e arnesi da cucina sporchi sparpagliati in giro e un sacco della spazzatura stracolmo di cartoni di latte, gusci d’uovo, sacchetti di farina vuoti e altre cose non ben identificate.

«Yutaka… sei tu? Vieni fuori per favore» balbettai guardandomi intorno sospettoso.

«Ryo?» mormorò una voce strozzata che sembrava provenire da sotto il tavolo. Una piccola testolina scura tutta infarinata sbucò improvvisamente davanti ai miei occhi.

Taka?

«Cosa ci fai qui?!» strillò lui fiondandosi verso di me. «Non dovresti essere qui» disse mugugnando e lanciando brevi occhiate ansiose da me alla cucina e viceversa.

Ma che cavolo…?

Non ci capivo più nulla.

Cos’era quel macello e perché il nano ne era coinvolto?

«Via! Va via!» insieme a quelle parole mi sentii spintonare bruscamente e mancò poco che cascassi a terra.

«Sei impazzito?!» sbottai piuttosto irritato e cercai di liberarmi dalla stretta del nano. «Insomma Taka, ti decidi o no a lasciarmi andare?!»

«No, mai! Esci da qui Ryo, ti prego..». Che cosa mi stava nascondendo quella volta?

«Mi spieghi che dia…» ma non riuscii a terminare la domanda. «Taka, il forno!»

 

Era andata più o meno così. In neanche cinque minuti ci eravamo ritrovati con un forno esploso e un pezzo di muro mancante.

Ce ne stavamo tutti e tre fermi a guardare i vigili del fuoco che si allontanavano, incapaci di pronunciare una sola parola. Yutaka sembrava essere caduto in una sorta di trans. Non sapevo se fosse più scioccato dal fatto di essere stato svegliato bruscamente o perché la sua cucina era semi-distrutta. Il nano era seduto sul marciapiede e fissava le pantofole che aveva nei piedi, senza emettere un suono.

Probabilmente ero l’unico rimasto sano.

Era giunto il momento per me di prendere in mano la situazione.

 

«Le dinamiche dell’incidente sono ancora da verificarsi, ma per ora l’appartamento resta inagibile. Dovete trovarvi una sistemazione temporanea»

 

Facile a dirsi.

 

«Ma non preoccupatevi. Potrete tornare a viverci tra non molto»

 

La cosa non era poi di così grande consolazione.

Basta! Ryo, devi fare qualcosa. Qui ormai tutto dipende da te.

Giusto, me stesso aveva ragione.

Per prima cosa dovevo andare a recuperare qualche cambio di vestiti e il mangiare per Koron, dato che non avevo idea di quando avrei avuto tempo per comprarlo.

Ah già, dimenticavo di dire che –purtroppo- quella bestiaccia l’adorabile cagnolino di Taka era sano e salvo.

 

«Prendi!» dissi bruscamente lanciando al nano un borsone stracolmo di vestiti. ‘Casualmente’ lo colpii in pieno.

«Ci devi delle spiegazioni, Takanori» dissi con tono serio e guardai Yutaka in cerca di conferma, ma lui sembrò ignorarmi. Iniziai a temere che il nostra batterista fosse finito in uno stato terminale di depressione.

«Io…» disse Taka senza però alzare lo sguardo.

«Insomma, parla!» insistetti, forse con un tono decisamente troppo severo.

Finalmente il nostro vocalist si decise ad alzare il capo. Scorsi i suoi occhi luccicare, poi lui riabbassò di colpo la testa.

Forse avevo esagerato..

«Taka, senti…» iniziai un po’ a disagio chinandomi verso di lui. «Dai, non fa niente, ok? Yukun voleva anche comprarne una nuova di cucina» dissi cercando di sdrammatizzare, ma non sembrò funzionare molto.

«Eddai, Taka. Ho detto che non fa niente, mi hai sentito?» continuai posando una mano sulla sua spalla.

Probabilmente avevo davvero esagerato. Mi sentivo in colpa nei suoi confronti.

«Mi dispiace Ryokun» mugolò lui e improvvisamente lo sentii gettarsi tra le mie braccia e stringermi. Un po’ goffamente cercai di ricambiare quell’abbraccio e gli accarezzai lievemente la testolina scura.

«Ryokun…» iniziò lui. «Mh, che c’è?» domandai. «Mi dispiace, ho combinato un casino…» mormorò tirando su col naso. «Te l’ho già detto, Taka: non fa niente, davvero» dissi cercando di rassicurarlo. Lui scosse la testa e lo sentii aggrapparsi più forte alla mia maglia, «Vedi, io… stavo cercando di fare una… cosa per te»

«Eh? Per me?» chiesi sorpreso.

Lui annuì e tirò di nuovo sul col naso. «Dopo questa settimana saremo occupati tutto il resto del mese e io… io ci tenevo tanto a preparare un dolce per il tuo compleanno, sai, come quelli di Yutaka. Anche se un po’ in anticipo, volevo farti una sorpresa, ma non sembra che sia andata a buon fine…» mugugnò mangiandosi la metà delle parole e lo sentii affondare il viso nell’incavo del mio collo, come se stesse cercando di nascondersi.

«Ooh, Taka… sei un vero idiota! Perché hai dovuto distruggere la cucina di Yutaka per me?!» sbottai dandogli una sberla in testa, ma non riuscivo proprio a smettere di sorridere.

Quindi tutto quel casino che c’era lo aveva fatto per me?

Sentii il mio sorriso allagarsi e non riuscii a fare niente per fermarlo, o meglio: non volli far niente per fermarlo.

«Grazie Taka» mormorai e lo strinsi più forte.

«Eh? Ma non eri arrabbiato?» chiese lui confuso.

«Grazie, davvero» ripetei e questa volta lo allontanai di poco da me. Lo guardai per un istante poi fui io ad avvicinarmi facendo incontrare le mie labbra con le sue.

 

Il fatto che poi andammo ad installarci a casa di Yuu e Kouyou fu tutto una conseguenza di quel tentativo di Taka di prepararmi una torta. Non avevo forse un fidanzato adorabile?

Dato che avvisarli della nostra presenza lì non sarebbe stata una cattiva idea, chiamai Kou sperando di non stare interrompendo niente di ‘importante’.

Mh no, probabilmente non avrei interrotto niente visto che a casa dei genitori del vecchio non potevano di certo mettersi a fare le loro solite porcate.

«Kou~!» esclamai quando rispose alla mia chiamata.

«Ah, Ryokun… sei tu» sbuffò lui con tono decisamente irritato.

Stava forse aspettando la chiamata di qualcun altro? Di Yuu?

Questo voleva dire che non era ancora arrivato.

Avrei per caso dovuto dirgli che il vecchio aveva lasciato il cellulare nel loro alloggio?

«Ehi, Kouyou, grazie per l’entusiasmo» dissi io dimenticandomi completamente della faccenda del cellulare.

«Scusa, Ryokun. Di cosa volevi parlarmi?»

Ora arrivava la parte difficile.

«Ah sì… ecco, ci sarebbe una cosa che devi sapere… Ma niente di grave, eh!»

Come era meglio iniziare il discorso?

«Forza, spara»

Eravamo sicuri che non avrebbe fatto dietrofront con la macchina per venirci a prendere e sbatterci tutti tre per la strada?

* * *

 

~

 

Salvee *A*

Eccoci qui con la seconda parte vista completamente attraverso la visione di niente popò di meno che Reita, il caro tonno ossigenato *scroscio di applausi*

Allora, devo essere sincera: amo questo capitolo, con tutta me stessa. Mi sono divertita un mondo a scriverlo perché adoro impersonarmi in Reita u_u

C’è da dire che lui non è cambiato molto dai tempi del liceo, ma io lo amo lo stesso ♥ TonnoH, we loveH you *fa cuoricini con le dita*

Ok, la smetto e_e

Qui appaiono anche Ruki e Kai, che ancora non si erano visti nella mia fic e sono felice di averli potuti finalmente inserire. Però povero Kai, non ha né detto né fatto nulla LOL

Mentre scrivevo mi sentivo dispiaciuta per il nano *patta Ruki* Però alla fine Reita è stato anche carino, no? u_u

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto *^^* Anche se così non fosse, fatemelo sapere con un commentino~ Sono agli inizi e ci terrei davvero a sentire il parere altrui.

Non mi viene più in mente niente da dire ed è meglio che chiuda qui u__ù

 

Grazie mille a tutti quanti ♥

 

Un abbraccio,

pon :3

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > The GazettE / Vai alla pagina dell'autore: ponlovegood