Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: luxuryloser    13/08/2011    2 recensioni
Non sapevo se fosse giusto mettere questa storia nella sezione "Drammatico", ma è quella a cui si adatta di più, quindi eccola qui.
Iniziata in un momento di pessimo umore, finita con un po' più di tranquillità.
Un uomo, una donna, un ponte trafficato in una notte di temporale. Che ci fanno, lì, e cosa succederà alla luce dei fulmini?
Tralasciando la terribile introduzione, vi lascio alla mia prima "Drama", e spero che vi piaccia almeno un po'.
Abbastanza da lasciarmi una recensione, magari.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I've been on the
bridge, so...

Il ponte, quella sera, era trafficato.
Clacson strombazzavano insolenti, accompagnati da qualche sporadico insulto al conducente di chissà quale automobile bloccata in mezzo alla strada.
L'acqua del fiume, qualche metro più in basso, si agitava convulsamente, mossa dal vento, gonfiata dalla pioggia.
Un tuono più forte degli altri coprì il grido liberatorio di un uomo ammantato nel suo impermeabile scuro; un fulmine squarciò il cielo illuminando l'esile figura di una giovane donna dal viso rigato di lacrime, o forse era solo la pioggia.
Delle migliaia di persone arrabbiate e frettolose presenti su quel maledetto ponte, tutte con la stessa espressione vuota, nessuno aveva badato alle due figure inzuppate che, dai lati opposti della struttura, si stavano inconsciamente dirigendo l'uno verso l'altra.

Camminava trascinando i piedi, tanto non gli importava che le costose scarpe che indossava si riempissero di acqua inquinata.
Una limousine gli passò accanto lentamente, ma non poté distinguerne gli occupanti attraverso il finestrino oscurato.
Fino a pochi giorni prima, avrebbe potuto esserci lui in quell'auto, a darsi da fare con una delle sue numerose donne.
Aveva perso anche loro, insieme al suo patrimonio e a tutti i suoi averi. Spariti, in un attimo.
Recessione, gli avevano detto.
Karma, aveva pensato.
Aveva capito che, dietro ai soldi con cui aveva creduto di poter comprare qualsiasi cosa, non aveva mai avuto niente.
Nessuno a cui importasse davvero di lui.
Niente da desiderare.
Nessun amore.
Nemmeno un cuore, effettivamente.
Nessuno avrebbe sentito la sua mancanza dopo che avrebbe scavalcato la balaustra cadendo nelle acque impetuose del fiume in piena.

Non gli ci era voluto molto, per buttare all'aria tre anni di fidanzamento.
Venti minuti, la sua migliore amica, la loro camera da letto; lei che era rincasata prima, un gemito troppo forte, un secondo, uno sguardo.
E la sua vita era andata in frantumi.
Non è come credi, aveva avuto il coraggio di dirle il bastardo, mentre la sgualdrina aveva cercato invano di coprirsi con le lenzuola stropicciate.
Mi ami?, le aveva chiesto poi.
, aveva risposto senza esitazioni. Peccato che tu non possa dire lo stesso di me, aveva aggiunto, silenziosamente ma in modo quasi palpabile.
Dammi un'altra possibilità. Più che una supplica, sembrava un ordine.
No. Non poteva, non sarebbe riuscita a vivere un altro giorno con lui, lui che le aveva spezzato il cuore.
Ma, come aveva capito nei successivi giorni che aveva passato da sua madre, nemmeno senza.
Non poteva cancellare di punto in bianco tre anni della sua vita, ma forse l'intera vita sì.

Arrivarono entrambi a metà del ponte, dai lati opposti della carreggiata.
Non si videro mentre entrambi si aggrappavano con mani tremanti alla struttura, issandosi sulla balaustra.
La donna si voltò, pronta a buttarsi di schiena, e il suo sguardo saettò su un uomo nella sua stessa posizione, gli occhi pieni della sua stessa tristezza, dilaniato dalla stessa follia. Follia.
Un fulmine illuminò a giorno la città, un attimo infinito.
Non lo faccia!, urlò lei, quando l'uomo stava per lasciare la presa.

Qualcosa nella voce di quella donna lo convinse a scendere. In fondo, ci sarebbero state altre notti tempestose, altri motivi per morire.
Le piccole mani di lei si staccarono dalle sbarre di ferro, non mantennero la promessa implicita che nemmeno lei avrebbe compiuto quel gesto sconsiderato.
Corse tra le auto incolonnate e indifferenti, quasi si dimenticò di respirare, si sporse al massimo dalla balaustra e, con uno sforzo di cui non si credeva capace, afferrò il tessuto fradicio del cappotto di lei, riportandola con i piedi per terra, prima ancora che lei potesse parlare, o peggio urlargli contro.

Vieni a prendere un caffè con me? Avrebbe trovato il modo di pagarlo, anche se non sapeva ancore che modo.

Un altro fulmine squarciò le nuvole, o forse era solo quel famigerato colpo di fulmine di cui tanto si sentiva parlare.

Strinse ancora di più l'abbraccio umido in cui lo sconosciuto l'aveva intrappolata, sentendosi amata, almeno un po'.
Sì.
  
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: luxuryloser