“La passione, così come il dolore, ci brucia, ci distrugge. Il sangue scorre sulle nostre ferite, non si ferma più e noi… siamo due esseri, due corpi in una sola anima, esiliati da quel mondo reale che è così crudele e doloroso. Cosa ci rimane? Forse solo la dolcezza delle nostre labbra mentre si sfiorano e in un secondo momento si divorano, solo il nostro fottuto amore che ci ha portato alla morte. Ma è così che moriremo: abbracciate l’una all’altra mentre il sangue che sgorga dalle nostre ferite si mescola, facendoci unire davvero per una prima e un’ultima volta."
<< Allora è così che moriremo? In un mare di sangue, mentre facciamo l’amore? >> disse lei sospirando, arricciandomi un ciuffo ribelle che mi ricadeva su un occhio. La realtà era così cruda, così violenta che ti sconvolgeva la mente.
I’m losing my fucking mind , the fire is burning me, my eyes see only you.
Mi uscì dalla bocca una strana risata, che dava l’impressione di essere una di quelle risatine nervose, di rassegnazione, che stanno ha significare “Oh merda, è tutto finito”. << Si, moriremo da sole, in questa fottuta casa solo io e te. Faremo l’amore, lo faremo per la prima volta e poi moriremo. È così strano. Non mi sarei mai immaginata questa fine,io volevo sposarmi con te,volevo avere il piacere di vederti con quel vestito bianco da principessa che riesce a far diventare ogni donna meravigliosa e avrei voluto urlare sotto il balcone di casa tua:“my eyes see only you”. Solo te… >> e scoppiai a piangere sorridendo, abbracciandomi a lei che era sempre stata la sola di cui mi fidavo davvero, quella ragazza un po’ timida e meravigliosa che con i suoi baci faceva ristabilire il mio mondo scombussolato.
Lei, la sola, unica ragazza che mi aveva rapito il cuore fin a farlo scoppiare di felicità ora stava per morire perché il mondo non ci voleva, il mondo intero ci odiava. Eravamo protagoniste di un amore peccaminoso, un amore scandaloso da far rizzar i peli in testa, che non lasciava scampo a nessuno. Il peccato ci divorava pian piano, come un leone mangia la sua gazzella, come una lumaca che si affretta a mettersi in salvo da un piede che tenta di schiacciarla. Davvero il mondo ci avrebbe schiacciato come fa con le lumaca, con le formiche? Il sangue scorreva e si fondeva, e io avrei voluto urlare al mondo “Ecco questo è il sangue delle due ragazze di cui l’unico sbaglio fatto è amarsi più del dovuto! Vi sentite felici ad aver le mani sporche di sangue innocente?” e intanto le ferite bruciavano e gli occhi di lei mi rapivano sempre di più.
Le accarezzai i capelli e mi incollai alle sue pupille marroni che lei ostinatamente definiva “verdi”, ma di qualsiasi colore fossero state, li avrei sempre considerati gli occhi più incantevoli che io, nei miei 20 anni di vita, avessi mai visto. Le labbra soffici e carnose erano sporche di sangue così come tutto il suo dolce viso, contornato da ferite inferte da persone sgradevoli. Mi avvicinai al suo orecchio e le sussurrai, per la prima volta, due parole che non ho più detto a nessuno oltre che a lei:
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