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Autore: Little_Lotte    14/08/2011    12 recensioni
Questa è la prima fan fiction cross over che scrivo, per cui siate clementi.
Mi sono ritrovata a vedere il cartone animato "Anastasia" e dal momento che ultimamente vedo Kurt e Blaine ovunque, ho pensato che sarebbe stato interessante provare a scriverne una versione con loro due come protagonisti.
Cercherò di attenermi molto alla trama del film (salvo alcune necessarie forzature), per cui se troverete delle incongruenze storiche non biasimate me, ma il signor Don Bluth.
Personaggi: Anastasia/Kurt, Dimitri/ Blaine (con ciò non voglio dire che Kurt sia la femmina nella relazione..semplicemente ci vedo più lui a fare il giovane aristocratico) Vlad/Puck, Sophie/Rachel, Pooka/Finn, Bartok/Figgins. Ho voluto lasciare gli altri personaggi invariati, perchè non mi andava di usare Sue come cattiva, dal momento che è un personaggio che adoro e Burt come nonno-imperatore mi sembrava troppo strano.
La nota OOC mi sembra necessaria, soprattutto per Blaine che secondo me ha poco a che vedere con Dimitri dal punto di vista caratteriale.
Enjoy!
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Kurt Hummel, Noah Puckerman/Puck, Rachel Berry
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sebbene inizialmente Kurt fosse un po' preoccupato all'idea di viaggiare per mare, soprattutto di notte, la traversata si stava rivelando più piacevole del previsto, sia per lui che per i suoi compagni.

Era ormai notte fonda e dopo aver consumato un pasto più o meno dignitoso, i tre avventurieri avevano deciso di ritirarsi nella loro cabina, nella speranza di trovare un po' di sonno e di ristoro, per poi svegliarsi a Parigi l'indomani.

Kurt era seduto per terra, mezzo avvolto da una copertina leggera e intento a pettinarsi i capelli, mentre Noah, accasciato di fronte a lui, accarezzava gentilmente Finn dietro le orecchie ed emetteva una serie di versi lamentosi.

<< Va tutto bene? >> domandò Kurt al ragazzo ebreo, impietosito dal suo sguardo così soffernte.

<< Si, benissimo! >> rispose Noah, con un tono di voce per niente convincente << Solo che tutti questi movimenti della nave mi stanno facendo venire la nausea! >>

Si voltò verso Blaine, che dormiva beatamente sul pavimento, avvolto completamente da una paio di lenzuola e con il viso sprofondato in un cuscino, e fece una smorfia.

<< Guardalo, non lo odi a morte?! >> brontolò, rivolgendosi a Kurt ed indicando Blaine con un gesto della mano << Riesce a dormire ovunque, ma come diavolo
fa?! >>

Kurt sorrise e guardò in direzione di Blaine con occhi colmi di adorazione.

Sebbene non potesse vederlo in faccia, riusciva perfettamente ad immaginare la sua espressione beata e serafica, certo che da addormentato fosse bello almeno quanto lo era da sveglio.

Inoltre non riusciva a smetterla di pensare a quello che era successo qualche ora prima sul ponte e in quel momento la voglia di avvicinarsi a lui, accarezzargli dolcemente il viso e restare in silenzio a guardarlo mentre dormiva, era davvero tanta.

No, decisamente non riusciva ad odiarlo.

In quel momento Finn saltò giù dalle braccia di Noah per andare ad infastidire Blaine, saltellando intorno a lui e abbaiando, nel tentativo di svegliarlo.

Ma il ragazzo continuò a dormire profondamente, rigirandosi solamente un paio di volte ed emettendo una specie di grugnito, segno evidente che non avrebbe permesso a niente e a nessuno di interferire con il suo sonno.

Finn sbuffò e per ripicca si gettò dentro la borsa aperta di Blaine, rovesciandola a terra.

Kurt scoppiò a ridere e solo dopo qualche istante si accorse che Finn teneva in bocca una piccola scatolina dorata, che probabilmente doveva essere caduta dalla borsa di Blaine.

Il cagnolino di avvicinò al ragazzo e lui prese la scatolina fra le mani, osservandola attentamente; quell'oggetto dorato, con tante pietruzze di colore verde incastonate, gli sembrava incredibilmente familiare e all'improvviso nella testa di Kurt iniziarono a formarsi delle strane immagini, nessuna particolarmente chiara o ben distinta, solo tante luci e macchie.

Ed una strana melodia, altrettanto familiare, le cui parole non riuscivano però a venirgli alla mente.

Kurt sussultò.

<< Che strano.. >> disse a mezza voce, continuando a rigirarsi quella scatolina fra le mani.

<< Che cosa c'è di strano? >> domandò Noah curiosamente.

<< Oh, è solo una sciocchezza! >> rispose l'orfano.

Noah scrollò le spalle e non fece altre domande, a differenza di Kurt, che non riusciva invece a smetterla di porsi tutta una serie di interrogativi su quell' oggetto misterioso.

Da dove proveniva? Era una semplice scatola, priva di significato, oppure c'era dell'altro? Vi era forse qualcosa di segreto e di speciale legato ad essa?

Le sue domande vennero interrotte da Finn, che gli leccò affettuosamente la punta del piede e gli fece distogliere completamente l'attenzione dalla scatolina.

Kurt rise e lo prese in braccio.

<< Scommetto che sei stanco, vero? >> disse dolcemente al suo cagnolino << Va bene, allora andiamo a dormire! >>

Si alzò da terra e andò a sistemarsi comodamente nel letto che gli era stato assegnato assieme a Finn, mentre Noah andava a rifugiarsi nell'altro.

<< Buonanotte, vostra grazia! >> disse Puckerman scherzosamente, spegnendo la luce e ficcando la testa sotto il cuscino, per poi trovare nel giro di pochissimi minuti la via che lo portò dritto dritto fra le braccia di Morfeo.

Kurt ci mise un po' più di tempo, si rigirò diverse volte prima di trovare la posizione più comoda e quando finalmente ci riuscì, sprofondò anche lui in un sonno beato, con il suo cagnolino fra le braccia.
 

*

<< Aaah...eccolo lì, padrone! Sta dormendo come un bimbo, guardi che visetto angelico che ha! >>

Nel rifugio infernale di Rasputin, lui e il suo fedele pipistrello Figgins stavano osservando attentamente il sonno del giovane Romanov, grazie al potere del magico reliquiario.

Rasputin guardò l'immagine di Kurt dormiente, con un sorriso maligno sul volto.

<< Dormi bene, mio bel principe. >>  disse, mentre il reliquiario emanava una luminosissima luce verde << Ci incontreremo molto presto, nei tuoi sogni... e a quel punto non potrai più sfuggirmi! >>

Emise una sonora risata, che fece rabbrividire il piccolo Figgins, così tanto da costringerlo a rivolgere al suo padrone uno sguardo a dir poco terrorizzato.

<< P..padrone.. >> balbettò << E' sicuro che sia una buona idea?! >>

<< Assolutamente si, Figgins! >> rispose Rasputin, con quella solita espressione di perfidia sul volto <<  Riuscirò a controllare la sua mente e vedrai che per il povero Konstantin non ci sarà alcuna via di scampo! >>

Guardò un'ultima volta l'immagine di Kurt addormentato e sogghignò.

<< Addio per sempre, principino. >>
 

*
 
Kurt dormiva profondamente ormai da diversi minuti e sebbene fuori avesse iniziato a piovere e i rumori dei tuoni e lo scroscio della pioggia fossero tremendamente forti,  niente sembrava in grado di turbare il suo sonno beato.

Perfino il russare sonoro di Puckerman non lo infastidiva minimamente, Kurt era sprofondato in un sonno così pesante che nemmeno una cannonata avrebbe potuto svegliarlo; si strinse forte il piccolo Finn al petto, anche lui profondamente addormentato ed emise una specie di sospiro, mentre nella sua mente iniziavano a  prendere forma le prime immagini di uno splendido, affascinante sogno.
 

Kurt riaprì lentamente gli occhi e, dopo aver tirato leggermente su il busto, iniziò a guardarsi intorno; si trovava in un enorme giardino, completamente circondato da foglie di colore ambrato e dorato, quelle tipiche sfumature di cui di solito si tinge l'autunno e tutt'intorno vi erano enormi alberi e tantissimi fiorellini, che rendevano quel luogo molto simile ad un bosco incantato. 
 
Kurt respirò a pieni polmoni quell'aria così pulita e cristallina, sentendosi letteralmente avvolgere da un' incredibile sensazione di pace e benessere.

Solo dopo qualche secondo si accorse della presenza di un bambino, a pochi passi da lui, con indosso un completino da marinaretto e un dolcissimo sorriso stampato sul volto; intorno al suo viso volavano alcune bellissime farfalle, dai colori quasi iridescenti, che il bambino spinse dolcemente in direzione di Kurt, quasi come per magia.

Kurt sorrise e allungò un braccio verso di loro, come a volerle toccare..



Con il braccio ancora steso davanti a sè e un sorriso serafico sulle labbra, Kurt scostò le coperte e scese giù dal letto, distendendo in avanti anche l'altro braccio e iniziando a camminare per la stanza a mo' di sonnabulo.

Finn, che con tutti i movimenti di Kurt era finito per terra, si svegliò di soprassalto ed immediatamente la sua attenzione venne catturata da un gruppetto di strane farfalle che gironzolavano intorno al volto di Kurt ed emanavano una strana polverina verde, la quale si insinuò sotto la fessura della porta della cabina e la spalancò, così che Kurt, ancora addormentato, potesse uscire dalla stanza senza alcun problema.

Finn fece appena in tempo a realizzare quello che stava succedendo, che subito la porta si richiuse con uno scato sonoro, impendendogli così di inseguire Kurt nei corridoi.

Finn iniziò ad abbaiare e a raspare alla porta, mentre dall' altra parte Kurt continuava a camminare indisturbato, barcollando in qua e là, a causa dei violenti movimenti della nave.

Finn si mise ad abbaiare ancora più forte, poi si voltò verso Blaine e senza pensarci troppo su corse da lui, afferrando fra i denti un lembo della sua coperta e tirandogliela via. Ma non fu abbastanza, Blaine continuava a dormire come un sasso e Finn allora ricominciò ad abbaiare, saltando su di lui e dandogli di tanto in tanto qualche colpetto con la zampa.

Intanto fuori il temporale si stava trasformando in una vera e propria tempesta e Kurt, ancora sotto l'effetto di quello strano sogno, si stava dirigendo sul ponte, salendo su per una piccola scaletta di legno..
 

Kurt seguì il bambino su per una ripida salita, facendo molta attenzione a non inciampare e guardandosi intorno con aria estasiata: era tutto così bello, talmente tanto da sembrare quasi surreale, quasi come se quel luogo così meraviglioso fosse uscito da un libro di fiabe.

<< Su, andiamo! >> gli disse il bambino, con un tono di voce morbido e vellutato, molto simile a quello che potrebbe avere un piccolo angelo.

Prese Kurt per mano e una volta arrivati in cima alla salita, si ritrovarono in una specie di enorme radura, traboccante di fiori e di alberi, anch'essa fin troppo bella per essere reale.

Kurt rise e fece una piroetta, prima di seguire nuovamente il bambino, saltellando allegramente lungo un sentiero alberato.

<< Kurt! >> 

Alcune dolcissime voci femminili chiamarono il suo nome e Kurt si voltò; poco lontano da lui c'erano tre ragazze dall'aria allegra e sorridente, con indosso dei completi da bagno, che facevano lui cenno di raggiungerlo.

Kurt le guardò curiosamente; era certo di averle già viste da qualche parte, ma non ricordava nè il luogo nè il tempo.

<< Vuoi andare da loro? >> domandò gentilmente il bambino, rivolgendosi a Kurt.

Kurt fece segno di sì con la testa e il bambino gli sorrise, facendogli strada verso le tre ragazze; il ragazzo rise e gli corse dietro velocemente, rischiando quasi di inciampare in un tronco di legno che si trovava ai suoi piedi..
 


Kurt rischiò quasi di cadere a terra, il mare in tempesta rendeva i movimenti della nave sempre più continui e violenti, e il ragazzo non riusciva a mantenere l'equilibrio.

La pioggia gli cadeva incessantemente sul volto, ma neanche questo bastò a svegliarlo; Kurt continuava a camminare sul ponte come un sonnambulo, senza avere la benchè minima coscienza dei suoi movimenti.

Intanto, in cabina, Finn stava ancora cercando di svegliare Blaine, il quale continuava imperterrito a dormire, del tutto incurante dei movimenti del cagnolino sul suo stomano e del suo abbiaiare nelle sue orecchie.

Finn non voleva ricorrere alle maniere forti, ma visto che Blaine non si muoveva a svegliarsi, fu costretto a rifilargli un morso sul braccio.

<< Aiah! >> strillò il ragazzo, svegliandosi di soprassalto << Razza di bestiaccia che non sei altro, ma che diamine ti è preso?! >>

Finn ricominciò ad abbaiare nervosamente, voltandosi in direzione del letto di Kurt, ormai completamente vuoto.

Blaine lanciò un'occhiata al materasso del ragazzo e sbiancò.

<< Finn! >> esclamò il moro, prendendo il cagnolino fra le braccia << Finn, dove è Kurt?! >>

Finn saltò giù dalle sue braccia e si scagliò verso la porta, raspando brutalmente sul legno ed emettendo guaiti.

Blaine si precipitò fuori dal suo giaciglio e aprì la porta con una violenta spallata, per poi correre a perdifiato sul ponte, strillando il nome di Kurt, mentre Finn continuava ad abbaiare alle sue spalle.

Blaine non era del tutto sicuro che lo avrebbe trovato sul ponte, ma in quel momento non era davvero in grado di fare ragionamenti sensati e si stava semplicemente affidando al suo istinto.

Se fosse successo qualcosa a Kurt non se lo sarebbe mai e poi mai perdonato.

Una volta raggiunto il ponte, Blaine si guardò ansiosamente intorno, sperando che non fosse ormai troppo tardi, che Kurt fosse lì da qualche parte e che potesse ancora salvarlo.

Sentiva dentro di sè che era in pericolo e sapeva che non c'era tempo da perdere; doveva trovarlo immediatamente, era certo che ne andasse della sua vita.

<< Kurt! >> strillò con tutto il fiato che aveva in corpo << Kurt, dove sei?! >>

Ma Kurt non rispose e per un attimo Blaine ebbe davvero paura di essere arrivato troppo tardi, ma poi si voltò e improvvisamente lo vide: Kurt era dalla parte opposta della nave, sotto la pioggia battente e sembrava quasi sul punto di saltare giù, da quanto si stava sporgendo dal bordo.

<< Kurt! >> strillò nuovamente Blaine, ancora più forte, ma non abbastanza da sovrastare i rumori della tempesta e dei cavalloni che si infrangevano prepotentemente contro la nave.

Inoltre Kurt non avrebbe comunque potuto sentirlo, dal momento che era ancora immerso in quel sonno tanto profondo, che gli stava facendo perdere completamente il senso della realtà; in quella situazione così assurda e pericolosa, con la tempesta che si faceva sempre più violenta e Kurt che stava seriamente rischiando la vita, svegliarsi sarebbe stata la cosa più logica e normale da fare.

Ma sembrava davvero che niente al mondo potesse riportarlo alla realtà da quel sogno.
 

Kurt aveva ormai quasi raggiunto le tre ragazze, quando all'improvviso queste si gettarono giù da un enorme dirupo, ridendo fragorosamente.

Kurt si spaventò moltissimo e corse ad affacciarsi, tirando immediatamente un sospiro di sollievo non appena vide che al di sotto di lui vi era una specie di laghetto, dove le tre ragazze nuotavano allegramente, schizzandosi a vicenda fa le risa.

C'era anche un uomo con loro, con i capelli corti e una barba molto curata, dall' aspetto estremamente regale ed affascinante, sebbene indossasse anche lui solamente una tenuta da bagno; guardava Kurt con sguardo colmo d' affetto e ancora una volta l'orfano avvertì quella tipica sensazione di familiarità che ormai da giorni lo accompagnava.

Guardò ancora una volta quel gruppetto di persone dall'aria così familiare e sorrise.

<< Ciao, Porcellana! >>  lo salutò allegramente l'uomo, mentre le ragazze gli nuotavano intorno.

Kurt sorrise più ampiamente.

Porcellana.

Anche quella parola aveva un suono familiare e non solo perchè si trattava di una parola di uso piuttosto comune; Kurt sapeva che c'era un significato nascosto, riferito lui, ma per quanti sforzi facesse non riusciva proprio a ricordarlo.

<< Su, vieni in acqua! >> gli disse l'uomo,accompagnando le sue parole con un movimento del braccio.

<< Si, vieni! >> fecero eco in coro le ragazze.

Kurt non era del tutto persuaso da quell'idea; si era appena reso conto di ciò che indossava in quel momento ed erano vestiti fin troppo belli ed eleganti per rischiare di rovinarli con un tuffo in acqua.

<< Su, coraggio! >> lo esortò nuovamente l'uomo.

Il bambino che fino a quel momento era rimasto sempre al fianco di Kurt, si tolse il cappellino e lo lanciò in aria, gettandosi poi in acqua a sua volta, con un sonoro tuffo.

<< Eccomiiii! >>

Kurt scoppiò a ridere e guardò quel bellissimo quadretto con aria estatica; era tutto così bello e c'era un'atmosfera talmente piacevole, che alla fine pensò che, tutto sommato, avrebbe potuto anche lui unirsi alla compagnia...
 


<< Kurt! >> 

Blaine attraversò l'intero ponte a corsa, rischiando un paio di volte di venire travolto da qualche pericolosa onda; riuscì ad arrampicarsi su uno degli alberi della nave e a salire in cima alla coffa, per capire meglio dove si trovasse Kurt.

<< Kurt, fermati! >> urlò il moro, non appena fu in grado di vederlo, mentre si sporgeva ancora di più, chiaramente con l'intenzione di buttarsi in acqua.

Blaine si aggrappò ad una della cime e saltò.

Qualunque cosa stesse succedendo a Kurt,  - perchè era chiaro che stava succedendo qualcosa, Kurt non avrebbe mai fatto una cosa simile di sua spontanea volontà -  lui doveva intervenire, doveva salvarlo a tutti i costi.

Non avrebbe mai lasciato morire il ragazzo che amava.

<< KURT, NO! >>

 
<< Si...si...salta! >>

Il tono di voce prima così caldo e rassicurante dell'uomo si fece improvvisamente lugubre e raggelante e prima che Kurt potesse rendersene conto, si trasformò in una specie di demone, di aspetto simile ad un enorme drago, con occhi iniettati di sangue e due ali gigantesche.

<< Salta... aiutami a compiere la mia maledizione... >>

Tutto intorno a lui si tinse di nero ed altri demoni, identici al primo ma di dimensioni più piccole gli si radunarono attorno, cercando in tutti i modi di spingerlo giù dal dirupo.

Kurt strillò e l' enorme demone afferrò il suo braccio e lo strattonò, tentando di trascinarlo giù con sè, mentre dietro di lui due forti braccia lo afferrarono per la vita, tirandolo nella direzione opposta.

<< Kurt... Kurt.. svegliati! >>
 


<< Kurt, svegliati! >>

La voce rassicurante di Blaine riportò finalmente Kurt alla realtà.

Il ragazzo riaprì gli occhi e si ritrovò al sicuro fra le braccia del moro, che lo aveva afferratto appena in tempo, prima che si buttasse giù dalla nave.

<< B...Blaine.. >>

Kurt scoppiò a piangere.

<< La maledizione! >> gemette l'orfano, respirando a fatica << La maledizione dei Romanov! >>

Blaine lo guardò piuttosto confusamente.

<< I Romanov?! Kurt, ma di cosa stai parlando?! >>

Kurt si aggrappò con forza alla maglia di Blaine e si strinse al suo petto, senza smetterla di piangere.

<< Non lo so! >> rispose fra la lacrime << Io... io continuo a vedere un sacco di volti, ma non mi ricordo assolutamente niente! Ero sull'orlo di un precipizio e stavo per saltare... stavo per morire, Blaine! >>

Scoppiò a piangere ancora più forte, nascondendo completamente il volto nella maglia di Blaine e cingendone la vita con le braccia.

Blaine lo abbracciò forte e si mise ad accarezzargli dolcemente i capelli.

Adesso che anche la tempesta stava finalmente cessando, entrambi si sentirono nuovamente al sicuro, l'uno fra le braccia dell'altro.

<< E' stato solamente un incubo, Kurt. >> disse sottovoce, in tono mellifluo e rassicurante << Ora è tutto finito, ci sono io qui con te. >>

<< Blaine, ho avuto tanta paura! >> gemette l'orfano, stringendo di più la presa.

Blaine chiuse gli occhi e tirò un enorme sospiro di sollievo.

Anche lui aveva avuto tanta paura, come non ne aveva mai avuta prima in vita sua. Per un attimo aveva davvero temuto il peggio, aveva veramente creduto di perdere la persona che più amava al mondo e una cosa del genere sarebbe stato quasi come morire per lui.

Solo quel pensiero era abbastanza da farlo letteralmente impazzire e Blaine si ritrovò inevitabilmente a versare qualche lieve lacrima, dovuta all' incontenibile emozione di avere di nuovo Kurt sano e salvo fra le sue braccia.

<< Sei al sicuro qui con me. >>  mormorò Blaine, carezzando dolcemente il viso di Kurt << Non ti succederà niente, te lo prometto. >>

<< Blaine, non lasciarmi! >>  lo implorò Kurt << Resta con me, non lasciarmi! >>

Gli occhi di Blaine si riempirono ulteriormente di lacrime, mentre stringeva Kurt a sè più che poteva.

Sapeva di non potergli fare una promessa del genere, perchè non sarebbe stato in grado di mantenerla, perchè prima o poi sarebbe stato costretto ad andarsene e abbandonarlo, e a quel punto Kurt lo avrebbe odiato a morte.

Ma in quel momento non riusciva proprio ad essere razionale, l'amore incontenibile che provava per Kurt e l'immensa paura di perderlo non gli permettevano di agire secondo quanto gli diceva la sua testa e di ignorare completamente tutte le richieste e le esigenze del suo cuore.

In quel momento, Blaine voleva solamente restare abbracciato a Kurt, tenerlo stretto a sè per tutta la notte, farlo sentire al sicuro e protetto fra le sue braccia, dimenticandosi completamente del resto del mondo, dei suoi doveri, delle regole e di tutto quanto.

Più di ogni altra cosa al mondo, Blaine voleva amare Kurt senza sentirsi in colpa a causa dei suoi sentimenti.

<< Blaine, resta con me. >> ripetè Kurt, quasi in un sussurro.

Blaine si morse un labbro per impedirsi di scoppiare a piangere e poi posò un tenero bacio sulla fronte di Kurt.

<< Sono qui, Kurt. >> gli sussurrò dolcemente in un orecchio << Sono qui. >>

Continuò a baciarlo sulle tempie, accarezzandogli dolcemente il viso.

Non poteva promettergli che sarebbe rimasto al suo fianco per sempre, ma di sicuro lo avrebbe fatto quella notte; lo avrebbe accolto fra le sue braccia, protetto ed amato in silenzio.

Anche se non sarebbe mai stato abbastanza.

Anche se avrebbe tanto voluto urlargli tutto il suo amore e promettergli che sarebbe stato con lui per sempre, che lo avrebbe amato per tutta la vita e che non lo avrebbe mai abbandonato.

Blaine fece un respiro profondo e poi lasciò un ultimo bacio sulla fronte di Kurt.

<< Adesso è meglio che torniamo in cabina. >> gli disse, staccandosi dall'abbraccio.

Kurt fece segno di si con la testa e si asciugò le lacrime con la manica del pigiama, mentre Blaine andava ad intrecciare le dita con le sue; poi gli sorrise e si incamminarono insieme verso la loro cabina, tenendosi per mano.
 


*


<< Nooooooo! >>

Rasputin emise un urlo così forte, che per un pelo quasi Figgins non ne rimase stordito.

Ancora una volta il suo malefico piano era andato in fumo e Rasputin non riusciva davvero a contenere tutta la sua rabbia e la sua frustrazione, che tentò in qualche modo di sfogare su sè stesso, afferrandosi quel poco di carne che gli era ancora rimasta sulle guance e tirandosela con forza.

Figgins lo osservò mentre si torturava assiduamente, emettendo una lunga serie di versi lamentosi.

<< Calma, padrone! >>  disse il pipistrello, tentando di tranquillizzare Rasputin.

Tentativo che ottenne il risultato opposto, dal momento che questi si strinse il collo con le mani, allungandolo violentemente e sbattendo la testa contro il soffitto di pietre laviche.

Figgins sbuffò; detestava questo lato così teatrale del suo padrone, lo mandava completamente fuori dai gangheri.

<< Padrone, suvvia! >> lo ammonì Figgings, in tono quasi severo << Non è il momento di perdere la testa! Cerchi di darsi una calmata e provi un po' a riflettere con calma sulla situazione! >>

Rasputin fece un respiro profondo e poi si ricompose del tutto.

<< Hai ragione, Figgins. >> disse, rimettendosi apposto il collo << Devo cercare di ragionare su questa faccenda senza farmi travolgere troppo dalle emozioni. >>

Figgins fece una smorfia; non ricordava di aver mai visto Rasputin lasciarsi trasportare dalle emozioni, era quasi certo che non fosse neanche in grado di provarne.

<< Improvvisamente sta diventando tutto più chiaro, Figgins. >> asserì Rasputin, con un tono di voce stranamente placido << Ho capito che se voglio uccidere Konstantin, dovrò farlo di persona. >>

Figgins gli lanciò un'occhiata lievemente perplessa.

<< Lei?! Fisicamente?! Ma come pensa di fare?! >> esclamò il volatile << Lei è morto, a malapena riesce a camminare senza perdersi dietro qualche pezzo! >>

<< Figgins, tu ancora sottovaluti il potere delle forze del male! >>  replicò Rasputin sogghignando e stringendosi al petto il suo reliquario.

<< Oh certo, perchè fino ad ora sono state molto utili! >> ribattè il pipistrello con sarcasmo.

Ma Rasputin neanche lo ascoltò, troppo preso dal suo ennesimo piano di vendetta.

<< Stavolta non mi sfuggirai, Konstantin. >> mormorò a denti stretti << Mi assicurerò io stesso che tu abbia un biglietto in prima classe di sola andata per l'altro mondo. >>
 

*
 

Quella notte Blaine non riuscì più a riaddormentarsi, rimase per tutto il tempo sveglio ad osservare Kurt mentre dormiva fra le sue braccia. Era stata una serata davvero assurda e devastante, e Kurt ci aveva messo un sacco di tempo per tranquillizzarsi del tutto e riuscire finalmente a prendere di nuovo sonno.

Blaine accarezzò teneramente il viso del giovane orfano, senza smetterla di sorridere e guardarlo con adorazione; tutta la sua paura e la sua agitazione sembravano essere completamente sparite, non traspariva niente di tutto ciò da quell'espressione così dolce e placida che si era nuovamente dipinta sul suo volto.

Blaine sospirò e qualche lacrima scivolò lentamente lungo le sue guance.

La paura di perdere Kurt lo aveva quasi ucciso quella notte e l'enorme sensazione di vuoto che stava provando in quel momento, mentre faceva scorrere dolcemente le sue dita lungo le guance del ragazzo, non era certo da meno.

Blaine sapeva che dopo quella notte sarebbe stato ancora più difficile dire addio, ma stavolta non poteva davvero rinunciare ai suoi sentimenti.

Era già difficile dover lottare continuamente con sè stesso ed impedirsi di rivelare a Kurt ciò che sentiva, sopprimendo così brutalmente tutto l'amore che provava per lui.

Blaine credeva che un giorno all'altro il suo cuore avrebbe finito per esplodere a causa di tutto quel dolore; era rimasto intrappolato in un'amore senza via d'uscita, che gli avrebbe spezzato il cuore in ogni caso, qualunque scelta avesse deciso di fare.

Posò le labbra sulla fronte di Kurt ed incominciò a baciarle lentamente, con delicatezza, cercando di non svegliarlo.

Aveva bisogno di farlo, aveva bisogno di sentirsi vicino a Kurt, di stringerlo, di amarlo fino in fondo e di non negarsi ai suoi stessi sentimenti.

Era una scelta stupida e forse persino egoistica, ma a Blaine non importava; non poteva e non voleva evitarlo.

Amava Kurt più di ogni altra cosa al mondo, più di quanto amasse sè stesso o la sua stessa vita e non voleva costringersi a sopprimere il suo amore, almeno non quella notte.

Anche se avrebbe dovuto farlo.

Anche se prima o poi avrebbe dovuto rinunciarvi del tutto.

Anche se questo avrebbe significato perdere una parte di sè stesso, al momento in cui avrebbe dovuto dirgli addio per sempre.

Ricominciò a piangere silenziosamente, premendo ancora una volta le labbra sulla fronte di Kurt e tracciando con le dita il contorno del suo viso.

<< Perdonami.. >> sussurrò << Perdonami per non poterti essere per sempre accanto; perdonami per non poterti dare ciò di cui hai veramente bisogno. >>

Blaine sentì un' opprimente sensazione di dolore al petto, che lo fece piangere ancora di più.

<< Perdonami, Kurt. >>  ripetè Blaine, quasi senza voce << Vorrei tanto che le cose fossero più facili. >>

Se lo strinse forte al petto, continuando ad accarezzargli il viso e i capelli.

<< Ti amo. >> disse dolcemente Blaine, sperando che Kurt potesse in qualche modo sentirlo, anche se sapeva che ciò non era possibile, visto quanto profondo era ormai diventato il suo sonno.

Blaine fece un sorrisetto malinconico e poi chiuse gli occhi, stringendo Kurt ancora più forte a sè e avvolgendolo interamente con le sue braccia.

Voleva imprimere il ricordo di quella notte nella sua mente, così da portarlo con sè per sempre e non dimenticarsi mai di lui, anche se in fondo non ne aveva davvero bisogno.

Blaine non avrebbe comunque mai potuto dimenticarsi di Kurt; persino a migliaia di chilometri di distanza l'uno dall'altro, persino dopo anni ed anni di solitudine e di lontananza, non gli avrebbe mai e poi mai detto veramente addio.





N.d.A: Questo capitolo è stato devastante per me!!! Credo che sia la cosa peggiore che io abbia mai scritto e vi dico anche perchè: la scena della nave e del sogno è stata una casino da descrivere!!! E' quel tipo di scena che rende benissimo in tv, ma che non può essere resa in un racconto se non si è davvero dei bravi scrittori e in tutta onestà io non credo proprio di essere all'altezza di un simile compito.

Spero di non aver combinato troppi danni, diciamo che mi auguro di averla resa almeno leggibile e un minimo comprensibile, senza aver scritto cavolate!!!

Riguardo al resto...boh, sono insoddisfatta anche dalle scene fluffose Klaine...abbiate pazienza, mi è presa così con questo capitolo, prometto che recupererò con i prossimi! 

A tale proposito...visto che ormai il capitolo è finito, vi rivelo una cosa: su suggerimento della meravigliosa Maria, alias _hurricane (chi non la conosce è pregato di leggere le sue fan fiction, che sono semplicemente stupende), mi era mezza balenata in mente l'idea di mettere una scena lemon in questo punto della storia...ma ho cambiato idea, perchè mi sembrava che stonasse completamente con la trama, almeno al momento; visto che Blaine non vuole dichiararsi e dopo il bacio mancato del capitolo precedente, non mi sembrava il caso.

Ora, mi appello a voi lettori; credete che dopo tutta questa tiritera, quando finalmente i nostri due ometti coroneranno il loro sogno d'amore (non dite che vi ho bruciato il finale, SAPEVATE che la storia avrebbe avuto un happy ending), credete che la lemon sia fuori luogo, o posso azzardarmi a metterla?! Perchè ancora non sono del tutto convinta, in fondo questa sarebbe una specie di "favola", anche se il contesto è molto crudo...insomma, voi che ne pensate?! Let me know..

I love you sooo much!!! <3

 
  
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